DI NUOVO SUL FAMIGERATO DISTURBO INTESTINALE: REPETITA IUVANT

Riferimenti: post del 26 aprile 2019, del 9 gennaio 2018, del 13 novembre 2017, del 17 luglio 2017

Perchè è utile ripetere? Nel caso specifico per il semplice fatto che io, come detto ormai tante volte, ho solo questo blog per divulgare quanto vado scrivendo ormai da svariati anni. Quindi il solo scrivere più volte dello stesso argomento rende più probabile una maggiore diffusione. E poi sono convinto che questo mio atteggiamento, nel caso specifico (rendere edotti i miei quattro lettori su come stanno realmente le cose in merito ad un evento – del tutto privato ed, anche, tutt’altro che gratificante – che ha coinvolto la mia persona), è  l’esatto contrario di quello che gli “organizzatori della circostanza” si sarebbero attesi. Quindi, ben venga.

Peraltro, come vedrete nel prosieguo, questo post ha anche  un nutrito “valore aggiunto” che in massima parte conduce ad irrobustire significativamente le considerazioni riportate in precedenza su questo medesimo argomento.

Una breve premessa. Se dovessi dare ascolto ai suggerimenti “timorosi” dovrei, come si dice, lasciar cadere la cosa e continuare a vivere come se nulla fosse. I suggerimenti “intransigenti”, invece, mi dicono che, anche se il danno economico è  minimo, l’evento risulta grave sotto il profilo della legalità e delle implicazioni malavitose; da qui l’indicazione di continuare con l’attività  di denuncia/pubblicizzazione. Ecco, questo secondo indirizzo è  quello che ho adottato fin dall’inizio ma non, come taluni pensano, per una sorta di spirito vendicativo; solo perché  lo ritengo un dovere civico che torna utile, in fin dei conti, all’intera collettività.

Torno subito sulla problematica oggetto di questo post. La nuova più importante “variabile” che ci fa “buon gioco” è il passare del tempo: gli oltre 4 anni trascorsi  dal famigerato evento ad oggi credo possano considerarsi un lasso di tempo assolutamente congruo per tirare le somme definitivamente inequivocabilmente in merito alle cause che lo hanno determinato.

Voglio cioè dire che il tempo trascorso, a parità di condizioni, costituisce di per sé un potente “avvaloramento” della già più che sufficiente “certificazione” a suo tempo dimostrata. Quindi il fatto che nei miei non pochi anni di vita non mi sia mai capitata una cosa del genere, sommato alla “piatta normalità” di questi ultimi 4 anni sul versante del mio stato di salute in termini enterici, la rende a mio avviso “granitica”.

Anzi, direi che, volendo per forza individuare qualche problema nel mio apparato gastrointestinale, occorrerebbe posizionarsi sul versante diametralmente opposto a quello che potremmo essere portati ad individuare sulla base del più  volte citato evento (mi scuseranno in particolare i miei quattro followers per il mio forse eccessivo senso del pudore; credo peraltro di non dare adito a fraintendimenti).

Comunque sia, per l’obiettivo dichiarato esplicitamente nel titolo, niente di meglio, credo, che ripetere nuovamente quanto ebbi a scrivere nel post del 9 gennaio 2018:

le cause di questo “evento” sono assolutamente esogene, sia con riferimento al mio stato fisico, sia con riferimento a quanto da me assunto prima dell”evento”. Più esplicitamente, occorre ipotizzare, direi obbligatoriamente, che poco prima dell’evento io abbia assunto, per via aerea (vale a dire tramite inspirazione), qualche sostanza che ha provocato il “fenomeno” più volte citato.

Ed ancora:

Dato che sono assolutamente certo di non aver assunto “volontariamente” alcunché poco prima dell’”evento” e tenuto conto di quanto sopra, non posso che dedurre che la suddetta “assunzione” sia stata provocata da terze persone.

Tutta questa ridondanza non rientra  nel mio linguaggio consuetudinario. Ma in questo caso ritengo sia giustificata dalla necessità di condurre il lettore a considerare questa “narrazione”, che per certi versi sembra incredibile, assolutamente veritiera. Quindi, riepilogando, il sottoscritto si è “trovato addosso” l’evento più volte descritto solo ed esclusivamente a causa di un intervento umano nei termini già descritti, intervento non certo messo in piedi per farmi un piacere.

Sul chi rimangono per ora solo ipotesi, ipotesi che non mi sento di esporre in questa sede per evitare di dare avvio ad una sorta di perversa caccia alle streghe con vieppiu perversa controcaccia. Certo, il giorno in cui entrassi in possesso di elementi concreti non esiterei a darne contezza alle autorità competenti. E questo non tanto per il danno subìto, di per sé poco significativo (a parte le complicanze mediche, non proprio banali, già evidenziate nei precedenti post), quanto perché ritengo civicamente doveroso combattere in tutti i modi questi comportamenti malavitosi pure se utilizzati da poveri gaglioffi; gaglioffi che, assaporando l’impunità potrebbero “montarsi la testa” e,quindi, “salire di livello”. E, francamente, non lo dico tanto per me quanto per eventuali terze persone, magari persone per bene ma che, caratterialmente, tendono a subire senza reagire.

Diverso il discorso se ragioniamo sul perché. In questo caso possiamo dire con certezza che l’obiettivo “primario” è  stato quello di “colpire” il sottoscritto e niente altro. Per quanto riguarda, invece, l’obiettivo (gli obiettivi), diciamo, secondario (secondari) le ipotesi sono molteplici. Anche individuare mere ipotesi, data la stranezza del fatto di per sé e volendo lavorare con un minimo di affidabilità,  non è  un compito facile. Al momento in cui avrò le idee più chiare metterò nero su bianco. Anche perché io non ho, e non ho mai avuto, niente (ma proprio niente) da spartire con individui di questa risma.

Per quanto riguarda i metodi penso di poter affermare che, al di là delle singole “sfaccettature”, sono sempre metodi che prevedono una, diciamo, operatività  sotto traccia. Voglio cioè  dire che i citati quattro gaglioffi, operando nell’illegalita’,  non agiscono mai, ovviamente, alla luce del sole.

Fin qui problematiche già  affrontate nei su citati post.

Veniamo adesso a Mario che, questa volta, è un commerciante presso il cui esercizio io mi reco da diversi anni pure se sporadicamente. Ultimamente mi è  sembrato di percepire un suo certo  disappunto/imbarazzo, se non preoccupazione e/o titubanza nel vedermi sostare, pure se, come al solito, brevemente, nel suo esercizio (il fatto che sono trascorsi oltre 4 anni dall'”evento” forse sta a dimostrare che pure “radio scarpa” ha le sue defaillances sul versante della “velocità di trasmissione”). Comunque sia questo episodio mi ha convinto ad indirizzare una

Lettera aperta a quel Mario

Caro Mario

Mi sembra di capire che a questo punto anche tu ti sei convinto che l’evento sia stato causato da fattori esogeni nei termini ampiamente descritti in questo e nei precedenti post sopra indicati.

Devo quindi dedurre che le tue preoccupazioni derivino dall’ipotesi che tutto potrebbe riaccadere, magari proprio mentre mi trovo a transitare nel tuo esercizio.

Occorre quindi che io ti dimostri che non hai di che preoccuparti. Ma per fare questo devo entrare in un discorso che avrei preferito non affrontare, non tanto per motivi personali, quanto per non fornire troppi dettagli in merito alla struttura presso la quale mi trovavo al momento dell’evento, struttura che, sono convintissimo, non ha niente a che fare con ciò  che mi è  accaduto e che, anzi, risulta essere particolarmente seria ed affidabile sotto tutti i punti di vista.

Cercherò,  per quanto possibile, di stare sul generico. Basterà  dire che mi trovavo all’interno di una struttura molto grande. Io mi reco presso tale struttura saltuariamente, nei giorni e nelle ore più diverse, perdipiù raramente da solo. Quindi per organizzare il tutto, lo capisce anche un bambambino  cretino, occorre quantomeno un, diciamo, complice che segnala al soggetto “operativo” la mia presenza da solo e che, oltretutto,  ha una buona conoscenza della suddetta struttura. Occorre altresi che il luogo sia abbastanza grande, che abbia spazi relativamente isolati e che io mi trattenga ben più di qualche minuto. Pure questo lo capisce anche un bambambino cretino (tieni sempre ben presente che i già citati quattro gaglioffi malavitosi operano esclusivamente “sottotraccia”). Ragione per cui nel tuo esercizio e nella maggior parte di esercizi che io frequento, l'”intervento” non è proprio  praticabile.

Pertanto, caro Mario, il fatto che tu ti possa ritrovare di fronte ad una situazione analoga non esiste proprio. Peraltro dubito fortemente che tali “personaggi” abbiano intenzione di ripeterlo pedissequamente.

Tuttavia devo dirti che per me non sarebbe un problema evitare di frequentare il tuo esercizio. Ma credo che così facendo, per una serie di motivi facilmente intuibili e che, quindi, anche per non appesantire troppo questo post, non vado ad elencare,  farei proprio il loro gioco. Comportamento che, oltretutto, conferirebbe loro un alone di  temibilità. E siccome, ripeto, la mia frequentazione non creerà danni di alcun genere a te e/o alla tua attività, non vedo il problema.

Quindi, caro Mario, niente di personale. Anzi, siccome mi sei simpatico ti accontenterei volentieri. Ma, credimi, non è  proprio il caso. È un dovere civico a cui ritengo assolutamente obbligatorio ottemperare, a maggior ragione se, come in questo caso, non creerò nocumento alcuno a chicchessia. È  un dovere civico a cui, a mio modesto parere, tutte le persone perbene che si dovessero trovare in situazioni analoghe, dovrebbero ottemperare.

Certo, siccome tu non sei uno stupido, ti confesso che mi è  venuto subito alla mente l’ipotesi che tu appartenga alla categoria che a suo tempo ho inteso definire “veicolatori qualificati del detrattore occulto” (cfr post del 28 Dicembre 2014, penultimo capoverso; se leggi bene tale post capirai che il termine adottato ha un significato tutt’altro che positivo). Ma in questo caso, come puoi ben capire, il fatto di continuare a frequentare il tuo esercizio, rientra a pieno titolo nella mia, diciamo, strategia di difesa.

Pertanto io, non avendo nulla di cui rimproverarmi e/o da nascondere, non intendo in alcun modo ridimensionare tutti quegli “spazi di libertà” che, nel rispetto delle leggi, mi appartengono. E non permetterò  a nessuno di adottare comportamenti che in qualche modo tendono a questo obiettivo. Anzi, credo proprio che, sempre con la massima educazione, aumentero’ questa frequentazione. Da te mi attendo un normale comportamento “da esercente”. Altrimenti non ti resterà  che intraprendere una strada facilmente intuibile e della quale sarei particolarmente felice in quanto condurrebbe a rendere trasparente questa ennesima “zona oscura”.

Ah, un’ultima cosa. Siccome, come avrai ben capito, aborro “affiliarmi” a qualsivoglia banda di balordi “similare” (sarebbe come combattere una struttura mafiosa mediante un’altra struttura mafiosa) io continuerò  ad utilizzare, come unica arma di difesa, i post di questo blog; blog che, come avrai notato, è  improntato alla massima trasparenza. E, come ho scritto in svariati post, continuerò  a farlo fino a che non vedrò emergere, per questa e per altre problematiche che mi riguardano, un adeguato livello di legalità e di trasparenza. Non ti nascondo, infine, che ho sempre più  netta la sensazione che un numero crescente di persone approvi questo mio comportamento.

 

 

ANCORA SUL “FAMIGERATO” DISTURBO INTESTINALE – POST DI “CERTIFICAZIONE”

Riferimenti: post del 9 gennaio 2018, del 13 novembre 2017, del 17 luglio 2017

Nel post del 2 marzo 2018 manifestavo il mio disappunto nel dover affrontare la questione delle società partecipate dal Comune di Siena. Disappunto derivante dalla (mia) convinzione che, dato lo specifico momento (vicino alle elezioni amministrative), il lavoro sarebbe risultato, alla fin fine, completamente inutile. Da qui la decisione di rimandarlo a data da destinarsi.

Un disagio analogo, peraltro ben più accentuato e riferito a tutt’altra questione, oggi me lo crea il dover “riprendere in mano” la storia del “disturbo intestinale” (così come evidenziata nei post sopra indicati), nei termini in cui mi appresto ad affrontarla.

Un disagio dovuto, non tanto, come per l’altro caso, alla consapevolezza dell’inutilità (tutt’altro), quanto alle difficoltà derivanti dalla prerogativa, come vedrete meglio subito sotto, di conseguire vari obiettivi contemporaneamente

L’altra differenza significativa, sempre rispetto al caso precedente, deriva dal considerare che, per quest’ultima problematica, data la relativa gravità, ritengo invece assolutamente indispensabile proseguire nell’intento di rendere palesi tutte le sfaccettature della questione.

Una necessità che discende anche dal semplice fatto che io ho solo questo blog per “controbilanciare” l’enorme “potenza di fuoco” di cui dispone il detrattore occulto così come da me delineato nel post del 10 marzo 2015.

Inoltre, proprio a causa della gravità della questione, ho consolidato l’intendimento di tornare a scrivere sull’argomento anche in altri post futuri, in modo tale da diffondere quanto più possibile questa storia inquietante (ma non è l’unica). Per di più sono convinto che la scelta di renderla pubblica risulti assolutamente inattesa e poco gradita al detrattore occulto.

Per non appesantire oltre misura questo post devo rimandare chi sta leggendo quantomeno al contenuto di quello del 9 gennaio 2018 (terza lettera aperta a Mario: seconda e ultima parte), tanto per i capoversi riguardanti le certezze, quanto per quelli riguardanti le ipotesi.

Ma torniamo a bomba.

Quindi, per fare bene il lavoro che mi sono prefissato occorrerà:

    • innanzitutto che io tenga sempre ben distinti i fatti dalle opinioni onde evitare di far apparire alcune mie ipotesi come cose certe;
    • in secondo luogo che io non faccia riferimento a specifici nominativi (persone o cose) al fine di non danneggiare in alcun modo coloro che, a vario titolo, sono “entrati” in questa storia e che non hanno colpe di alcun genere;
    • in terzo luogo che io renda comunque evidenti tutte le sfaccettature della problematica al fine di dare esaustiva contezza della, come dire, posta in gioco;
  • infine che io faccia molta attenzione a non dare in pasto al mio detrattore occulto elementi che possano consentirgli di “ripresentare” l’ipotesi di un, diciamo, decadimento, della mia lucidità mentale.

Come capirete meglio nel prosieguo, un compito non proprio facile. Anzi, direi proprio difficile tenuto conto del mio carattere.

Cominciamo

Quindi io non indicherò il luogo dell'”evento”. Men che meno indicherò i nomi di tutte le persone che hanno in qualche modo avuto a che fare con tale circostanza e/o con le sue conseguenze. Questa decisione, dovrebbe a questo punto essere chiaro, non deriva da incofessabili motivi di segretezza (comincio a maturare l’opinione che di incoffessabili motivi di segretezza ce ne siano anche troppi in giro e, francamente, inizio ad averne piene le scatole). Il fatto è che non voglio creare nocumento a chicchessia (persone e/o cose) e, più in generale, non ho nessuna intenzione di mettere in vetrina, come già detto (con relative motivazioni) più di una volta, chi non me ne dà esplicito consenso. A maggior ragione se ad alcune di tali persone non posso che esprimere ringraziamenti a seguito dell’elevata professionalità e del rispetto delle regole deontologiche dimostrati. Quindi, followers e non followers, la massima trasparenza rimarrà per questo blog una prerogativa assolutamente fondamentale.

Ma veniamo al primo obiettivo che intendo conseguire in questa sede: “certificare” le certezze che ebbi a dichiarare sempre nel post del 9 gennaio 2018.

Una “certificazione” per la quale è sufficiente, come dire, prendere coscienza del tempo trascorso. L’episodio, come detto molte volte, si è verificato il giorno giovedì 6 luglio 2017. Sono quindi passati più di 20 mesi. Ed in questi mesi eventi analoghi non si sono mai più verificati.  Anche allorquando ho provato ad assumere alimenti/bevande che, per quanto appreso, favoriscono disturbi del genere.

Allargando il discorso posso affermare che, sotto tale profilo, sintomi che inducono quantomeno ad ipotizzare un qualcosa di analogo, anche se molto meno “potente”, non sono emersi. Tanto meno sono emerse malattie particolari e tali da rendere ipotizzabili reazioni del genere. Quindi nei miei non pochi anni di vita quella è stata la prima ed unica volta in cui si è verificato un evento  del genere. E per di più in condizioni fisiche del tutto normali, per non dire ottimali.

Da qui la validazione/cerificazione di quanto ebbi a scrivere nel post del 9 gennaio 2018 e che riporto integralmente :

 le cause di questo “evento” sono assolutamente esogene, sia con riferimento al mio stato fisico, sia con riferimento a quanto da me assunto prima dell”evento”. Più esplicitamente, occorre ipotizzare, direi obbligatoriamente, che poco prima dell’evento io abbia assunto, per via aerea (vale a dire tramite inspirazione), qualche sostanza che ha provocato il “fenomeno” più volte citato.

Ed ancora:

Dato che sono assolutamente certo di non aver assunto “volontariamente” alcunché poco prima dell’”evento” e tenuto conto di quanto sopra, non posso che dedurre che la suddetta “assunzione” sia stata provocata da terze persone.

Fin qui la questione della “certificazione”. Veniamo adesso alle ipotesi o, meglio, ad una serie di ulteriori certezze (fatti) da cui, volendo operare con la massima imparzialità, scaturiscono varie ipotesi. In altre parole, volendomi mantenere su binari di assoluta obiettività, devo dire che certi eventi/certezze sotto specificati conducono ad ipotizzare non una ma più cause possibili.

Peraltro non vorrei essere frainteso negli intendimenti. La gravità delle implicazioni, ancorché teoriche in quanto basate, come già detto, su ipotesi/deduzioni/opinioni mi impone di renderle palesi.

Qualcuno mi ha fatto capire che sarebbe meglio, per evitare “danni” maggiori, che io soprassedessi. A parte il fatto che dovrei fare violenza al mio carattere ed anche alla mia (uso parolone) “filosofia di vita”, io non posso che rispondere che proprio un atteggiamento di questo genere alimenterebbe la sensazione di impunità del branco, oltre che implicare un atteggiamento marcatamente omertoso da parte del sottoscritto. Poi, se questa mia “cocciutaggine” determinerà qualche amico (un tantino pavido!) in meno me ne farò una ragione.

Per meglio dire, le mie preoccupazioni al riguardo non derivano tanto dalla paura per ciò che potrebbe accadermi, quanto dalla possibilità che il citato eventuale branco di balordi prosegua (e non necessariamente, con il sottoscritto) nelle sue oscure/criminali prerogative e magari a farla ancora franca. A maggior ragione se crediamo, come io credo, che comportamenti di questo tipo siano da annoverare fra quelli squisitamente mafiosi.

Tanto meno mi infastidiscono più di tanto quei pochi cretini che, per quanto mi sembra di intuire, sono “guidati” da una sorta di mix “espolivo” composto da considerevole curiosità, elevata cattiveria, notevole paura ed abbondante stupidità.

Per conseguire gli obiettivi or ora indicati occorre che io faccia una breve cronistoria di certi eventi successivi al 6 luglio 2017.

Una premessa indispensabile. Io sono completamente digiuno di nozioni mediche e, per decifrare il relativo linguaggio tecnico, il mio unico ausilio è stato internet. Quindi non è da escludere qualche mio errore interpretativo. Comunque  sia, posso fin d’ora dire che qualsivoglia invito (motivato) ad inserire eventuali correzioni e/e richieste di approfondimento che mi dovesse pervenire, anche anonimamente, sarà da me prontamente preso in considerazione. Discorso analogo per le mie pressoché nulle capacità investigative a cui cercherò di sopperire in minima parte con i pochissimi rudimenti di logica matematica che mi ricordo.

Ovviamente la “storia” prende avvio dal 6 luglio 2017 giorno in cui, come più volte dichiarato, si è verificato il famigerato disturbo intestinale.

Anche se, in questa prima fase, non ho potuto “prendere” bene i tempi posso dire che, abbastanza a ridosso dell’evento, ho dovuto registrare una situazione infiammatoria in generale e nelle parti interne della bocca in particolare.

Come pure non posso essere adeguatamente preciso nell’indicare il giorno in cui ho subito la prima, meno grave della seconda, colica intestinale (vale a dire dolori intestinali e non disturbi intestinali). Colica che si è verificata all’interno dell’intervallo che va dal giorno dell’evento a ben prima del giorno in cui si è verificata la seconda colica (19 gennaio 2018, cfr sotto).

Questa situazione infiammatoria si ricava “oggettivamente” dalle analisi svolte il 6  ottobre 2017, in particolare dai valori della VES relativamente alti, ridimensionatisi (pure se mantenutisi sopra il valore massimo del “range di “normalità”) in quelle del 20 ottobre 2018 a seguito di una robusta cura specifica. Sempre sul versante della VES la situazione è proseguita con alti (ma non eccessivamente alti) e bassi fino al giugno 2018.

Dal 19 gennaio 2018 il timing di tutta la faccenda diviene molto più preciso.

Infatti è la seconda colica intestinale subita la notte precedente che mi ha costretto a presentarmi al pronto soccorso.

Dal maggio 2018 a fine giugno 2018 sono stato sottoposto ad una serie di analisi più approfondite, ad alcune visite specialistiche e ad alcune cure farmacologiche che di fatto hanno consentito di “far rientrare” l’ascesso intestinale diagnosticato. Da quello che ho potuto capire la situazione poteva anche degenerare in qualcosa di ben più grave.

E, come già detto, ho la netta impressione che sia stato evitato il peggio grazie alla professionalità ed all’approccio deontologico degli specialisti a cui mi sono affidato e che di nuovo ringrazio.

Per cercare di non dire fesserie sono andato anche a rovistare nella documentazione medica non proprio recente. Ed è così che ho ritrovato, fra i vari documenti, anche quello concernente  una diagnosi di ernia iatale risalente al dicembre 2003. Ernia iatale che, per quanto mi ricordo, in questi ultimi anni non mi ha dato alcun disturbo apparente. Peraltro questa diagnosi ha fatto paventare l’ipotesi che i “fastidi” alla bocca/lingua derivassero proprio da tale problema. Da qui l’assunzione di farmaci specifici che, a me sembra, non mi hanno recato grande giovamento.

Al momento,  su consiglio di altri specialisti, ho effettuato degli “aggiustamenti” nella composizione dei farmaci che assumo consuetudinariamente (ho sospeso totalmente l’assunzione dei farmaci specifici per l’ernia iatale, non ho più tenuto conto della relativa dieta e sono ritornato alla composizione ed alla posologia originaria per le altre necessità). Sto osservando l’evoluzione.

E’ arrivato il momento, sicuramente più difficile, di “tirare le somme”.

Innanzitutto credo che a questo punto chiunque dovrà convenire nel dire che esiste la certezza che il famigerato evento si sia verificato a seguito di cause esogene e nei termini più volte esplicitati.

Ora, come vedrete,  il discorso diviene meno deterministico.

Le “nuove” certezze sono:

  • Le due coliche subite
  • Le analisi effettuate che hanno diagnosticato la presenza di un ascesso intestinale ( non è detto che il mio linguaggio sia quello tecnicamente adeguato)
  • I sintomi sopra descritti

Ma, come già detto, tutto questo conduce a più ipotesi/conclusioni (e non, quindi, a delle certezze) che riporto di seguito.

  • Prima ipotesi –  La coincidenza fra il famigerato “evento” ed i disturbi tutt’altro che banali rilevati è del tutto casuale; quindi nessuna  responsabilità è da ascrivere all’evento ed alle “sostanze” che lo hanno determinato .
  • Seconda ipotesi – L'”evento” ha fatto emergere una situazione di per sé già latente da anni e che, quindi, si è limitato ad “accelerare” qualcosa di preesistente.
  • Terza ipotesi – Le cause che hanno dato origine all’evento sono state talmente potenti da provocare anche tutti i disturbi successivi sopra evidenziati.

Io, rifacendomi ancora al vecchio proverbio “nel più ci sta il meno”, pur rimanendo disponibile a rivedere questa opinione, al momento faccio mia la terza ipotesi, anche se le mie conoscenze specifiche sono pressoché nulle e quindi non sono in grado di ipotizzare cause e “modalità operative” meno generiche.

Peraltro, data la mia volontà di riprendere questo discorso in altri futuri post, avrò modo di aggiornare ed eventualmente correggere i “contorni” della storia nel case emergessero delle novità.

A coloro che, magari in assoluta buona fede,   sono convinti che, per l’argomento trattato, “il gioco non valga la candela”, suggerisco vivamente di leggersi i post indicati in apertura di quest’ultimo.

TERZA LETTERA APERTA A MARIO: SECONDA ED ULTIMA PARTE

Segue dal post precedente (13 Novembre 2017).

I primi riferimenti “telegrafici” sull’argomento sono contenuti nel post del 17 luglio 2017.

L'”evento” cui faccio cenno più volte in questo post è, ovviamente, quello del 6 luglio 2017.

 

Voglio subito chiarire, al di là di quanto già fatto nel citato post, i motivi che mi hanno spinto a scrivere, ancora e dettagliatamente,  di un evento di per sè insignificante, privo di interesse generale e, oltretutto, strettamente privato.

In una situazione di normalità non mi sarei mai sognato di perdere tempo (e farlo perdere ai miei quattro followers) per affrontarlo nel dettaglio. Il fatto è che con il passare dei giorni e con l’ampliamento delle informazioni, diciamo, diagnostiche, che mano a mano si sono aggiunte, l’aggettivo (ed il relativo avverbio) più congruente si è trasformato da considerevolmente banale a fin troppo inquetante/rilevante.

Quindi, nel prosieguo, in ottemperanza a quanto dichiarato in chiusura del post sopra indicato, intendo esporre le certezze ivi accennate, nonché alcune mie opinioni al riguardo, tenendo sempre ben distinte le une dalle altre, al fine di non creare commistioni, come sovente siamo costretti a rilevare, specie in alcuni articoli di giornale, fra fatti ed opinioni.

All’inizio questo approccio mi sembrava comodo anche per evitare di parlarne ulteriormente in successivi post (chi mi conosce può capire quanto disagio mi arrechi affrontare questioni del genere). Poi, ripensandoci, mettendo insieme i pro ed i contro, valutando il tutto in maniera meno emotiva e, quindi, con la giusta freddezza, mi sono convinto dell’utilità, se non della necessità, di ritornare sull’argomento in  questo blog. Cosa che farò certamente quando lo riterrò opportuno.

Veniamo alle certezze.

  • Prima certezza: in vita mia non ho mai subito disturbi intestinali significativi (le pochissime volte che mi è accaduto qualcosa del genere è risultato essere sempre di dimensioni molto contenute e sempre gestibile con, diciamo, assoluta tranquillità).
  • Seconda certezza: prima dell'”evento” il mio stato fisico era assolutamente normale (non avevo assunto alimenti atti a favorirlo, non avevo assunto farmaci diversi da quelli che assumo ormai da molti anni, non avevo sintomi prodròmici su tale versante).
  • Terza certezza: subito dopo l'”evento” tutto è ritornato nella più completa normalità.
  • Quarta certezza: anche nel medio-lungo periodo (sono passati ormai più di sei mesi dall'”evento”) il mio stato fisico è ritornato  e si è mantenuto, sotto tale specifico profilo, del tutto normale.
  • Quinta certezza: l'”evento” si è manifestato in maniera inaspettata, molto veloce e molto forte, ancora una volta come mai accadutomi nei miei non pochi anni di vita, sia prima, sia (si badi bene) dopo.
  • Sesta certezza: nei giorni successivi a quello dell'”evento” sono emersi altri sintomi molto strani; più specificatamente è emersa una situazione infiammatoria alle parti interne della bocca, in particolare la lingua, ed alle narici, in una forma mai avuta prima; situazione infiammatoria che è proseguita per molto tempo (riguardo alle narici la situazione continua tutt’ora sporadicamente: infiammazione e microsanguinamenti).
  • Settima certezza: successivamente, avendo dovuto fare delle analisi mediche per altro motivo, mi è stato diagnosticato uno stato infiammatorio non banale che ho dovuto curare con farmaci piuttosto “robusti”. In prima battuta non riuscivo a spiegarmi le cause di questa situazione avendo, nei giorni precedenti, svolto attività che poco hanno a che fare con processi infiammatori nei termini evidenziati dalle citate analisi. Solo al momento in cui ho individuato la vera causa tutti i tasselli del mosaico hanno trovato adeguata e congruente collocazione.
  • Ottava certezza: pur non avendo mai sofferto di disturbi intestinali mi è capitato di osservarne i sintomi su chi ne soffre e posso dire che tali sintomi sono enormemente diversi da quelli da me riscontrati nell”‘evento”.

Bene. Tutto quanto sopra impone di arrivare alle deduzioni indicate nel citato post: le cause di questo “evento” sono assolutamente esogene, sia con riferimento al mio stato fisico, sia con riferimento a quanto da me assunto prima dell”evento”. Più esplicitamente, occorre ipotizzare, direi obbligatoriamente, che poco prima dell’evento io abbia assunto, per via aerea (vale a dire tramite inspirazione), qualche sostanza che ha provocato il “fenomeno” più volte citato.

Vengo adesso alle mie opinioni (passiamo quindi al campo delle ipotesi)

Dato che sono assolutamente certo di non aver assunto “volontariamente” alcunché poco prima dell'”evento” e tenuto conto di quanto sopra, non posso che dedurre che la suddetta “assunzione” sia stata provocata da terze persone.

Ora, qualche lettore potrebbe dirmi: non capisco perché te la prendi tanto per un evento tutto sommato poco rilevante e che, per di più, non ti ha provocato danni significativi.

Il problema non è questo. Il problema si fa serio, se ci pensate bene, non appena focalizziamo adeguatamente la questione e proviamo a traslarla da un contesto tutto sommato banale a dei contesti (e, quindi, ad azioni) ben più “gravi”. Non so a voi ma a me provoca un marcato stato di inquietudine. Se un branco di balordi, a mio giudizio criminali e mafiosi, risulta essere in grado di organizzare un evento del genere, dove è in grado di arrivare “mettendo in campo” tutta la “potenza di fuoco” di cui dispone?

Mi spiego meglio. Se è pur vero che l'”evento” è risultato essere, alla fin fine, pressoché insignificante, non si può escludere (anzi) che chi ha organizzato il tutto possa essere in grado di colpire in maniera ben più pericolosamente  efficace.

Altri potrebbero dirmi: perché non hai provveduto a fare le opportune segnalazioni alle autorità giudiziarie competenti? Per quel poco che conosco di questioni giudiziarie credo che uno “stupido” evento quale quello indicato e in assenza di prove sufficientemente precise a carico di chicchessia si risolverebbe in un nulla di fatto. Le mie convinzioni (sono comunque convinzioni) si basano su sfumature, allusioni, labili incroci fra atteggiamenti e parole dette, piccoli fatti di per sé insignificanti, mutamenti nei comportamenti di alcune persone, ecc. Vale a dire su una serie di cose che non fanno, anche tutte insieme, un “pacchetto” di prove sufficienti per tentare qualcosa di concreto. Niente di probante, come mi sembra dicono gli addetti ai lavori. E senza contare l’ulteriore certezza che il suddetto branco si farebbe in quattro per rendere il tutto quanto più possibile ridicolo.

Comunque sia, essere addivenuto a questo convincimento mi sarà molto utile nel prosieguo (detrattore occulto). E, tornando all’argomento, va da sé che laddove emergessero indizi/elementi sufficientemente significativi non mancherò di fare le opportune segnalazioni a chi di dovere e, quindi, di darne contezza ai miei quattro followers. Chissà perché in questo preciso momento mi è venuto alla mente un proverbio che, da bambinetto (pensate quindi quanti anni fa) mi diceva la mia nonna Faustina: “col tempo e con la paglia si matura la sorba e la canaglia”.

Ma voglio essere sincero fuori misura. Questa volta, per quanto detto nei due precedenti paragrafi,  ho la presunzione di sapere chi sono i responsabili di tutto ciò. E vi confesso che, in prima battuta, il desiderio di ricorrere alla “giustizia fai da te” è stato forte. Un desiderio subito “rientrato” in quanto i miei trascorsi di vita mi hanno insegnato a:

  1. non accettare provocazioni;
  2. non adottare mai atteggiamenti violenti/coercitivi;
  3. quindi, e più in generale, operare sempre e comunque alla luce del sole e nel pieno rispetto delle regole (le leggi).

Questa “novità”, fra l’altro, credo renderà meno ansioso quel mio amico commerciante che ogni volta che lo incontro mi guarda con una certa preoccupazione, come se avesse paura di dire una parola “di troppo” che possa indurmi ad annoverarlo fra I “veicolatori qualificati” del detrattore occulto.

E poi rimane, ancora una volta, la “grande” incognita del perché (qual’è il motivo che ha spinto questi “signori” ad organizzare il tutto? quale l’obiettivo? quale il messaggio?). Non essendo pratico di comportamenti mafiosi non sono al momento in grado di dare un’ unica risposta.  Me ne sovvengono almeno tre o quattro. Comunque, se e quando riuscirò ad avere idee chiare sull’argomento non mancherò di riportarle in questo blog.

Tuttavia c’è un’altra ragione (ultima ma non meno importante), di carattere ben più generale, che mi ha spinto a parlare di questo “stupido” accadimento molto personale. La prendo larga per ben spiegarmi. Da non poco tempo ho l’impressione di vivere in una realtà sociale dove i segreti, i silenzi, gli intrecci perversi (altro che groviglio armonioso!), le cose oscure, peraltro a volte farciti, sempre a mio modesto avviso, di venature criminose e mafiose, sono fin troppo radicati. Queste opacità, queste propensioni all’intrigo e ad “operare sotto traccia” ritengo siano alcune delle  cause, se non le più importanti, che hanno portato ai disastri che sono sotto gli occhi di tutti. Ed è anche mia opinione, come già detto, che l’arma più potente per combattere tale situazione sia, appunto, la trasparenza. Io il mio piccolo contributo spero di averlo dato con quanto scritto in questo blog fino ad ieri ed, anche, con il contenuto di questo post (nonché con i post che scriverò nel futuro). Molte sono le persone per bene che ho avuto modo di conoscere. Ma per ribaltare la situazione di cui sopra non è sufficiente essere persone per bene. Bisogna anche essere assolutamente impermeabili agli atteggiamenti omertosi.

Se poi l’obiettivo era quello di “invitarmi” (uso un eufemismo) a cessare di scrivere su questo blog degli argomenti per cui l’ho costituito, devo dire che questo evento ha sortito l’effetto diametralmente opposto. E’ più forte di me. Quando sento “odore” di minacce e/o intimidazioni, anche se solo implicite, non posso fare a meno di adoperarmi perché accada l’esatto contrario di quello che il branco si aspetta. Quindi io continuerò ad “alimentare” questo blog ed, anche, a mantenere intatto il mio modo di vivere (dando così una grossa mano a chi intendesse procedere in analoghe strategie). Solo una mia eventuale “dipartita”, o “invalidazione”, potrebbe porre fine a questo blog. Nondimeno voglio comunque informare chi di dovere che io non ho e non ho mai avuto intenzioni suicide.

Mi sembra quasi inutile ribadire che qualsiasi intervento [sotto qualsiasi forma, anche anonima, e con qualsiasi contenuto (di approvazione, di disapprovazione, con suggerimenti, con critiche feroci, con offese più o meno pesanti, ecc.)] sull’argomento sarà oltremodo gradito.

 

TERZA LETTERA APERTA A MARIO

Citazione

Riguardo all’utilizzo del nome Mario rimando al post del 2.09.2016

Nel caso specifico Mario è un semplice conoscente, nonché un lettore saltuario di questo blog che, incontrandolo, mi ha voluto sottoporre due questioni: una in maniera esplicita, una in maniera implicita (ma non troppo).

Sono domande a cui intendo rispondere in questa sede per due motivi:

  • innanzitutto perché al momento dell’incontro non credo di essere stato sufficientemente chiaro ed adeguatamente esaustivo;
  • in secondo luogo perché tali problematiche potrebbero interessare anche alcuni degli altri miei quattro followers.

Veniamo alla prima. Mario mi chiede chi sono le persone che, insieme a me, hanno predisposto ed “alimentano” questo blog.

Bene, caro Mario. Devo dirti che non hai studiato. Infatti se tu avessi studiato, vale a dire se tu avessi letto la pagina Note legali ed il post del 10 dicembre 2014, avresti appreso che dietro al sottoscritto c’é esclusivamente il sottoscritto.

Comunque sia, al di là delle battute, ti ringrazio per avermi rivolto questa domanda alla quale cercherò di rispondere in maniera più dettagliata.

Aggiungo quindi a quanto sopra che perfino le persone a me più vicine non hanno alcuna influenza/coinvolgimento su tutto ciò che ho scritto e scrivo in questo blog. Tanto meno concordo con chicchessia gli argomenti che intendo trattare e/o faccio leggere, ancora a chicchessia, i singoli post prima di pubblicarli.

Forse tu preferivi sentirti dire che faccio parte dell’ennesima associazione, più o meno segreta, associazione per la quale svolgerei la funzione di prestanome o qualcosa del genere. E magari venire a conoscenza del fatto che questa associazione è numerosa e “potente”. La cosa, credo, sarebbe per te sicuramente più interessante ed io sarei certamente più temibile. Ma direi una sonora bugia. E poi non mi interessa appartenere ad associazioni più o meno segrete, tanto meno essere temibile. Anzi!

Non sto a dilungarmi su tale aspetto in quanto gli obiettivi di questo blog sono ben delineati, pure se in maniera stringata, nelle pagine introduttive.

Veniamo alla seconda. Mario mi fa capire di disapprovare il fatto di aver scritto, nel post del 17 luglio 2017, di una questione strettamente privata, questione che riguardava, specificatamente, un tremendo disturbo intestinale che ho subito in data 6 luglio, sempre 2017. A suo avviso così facendo ho, come dire, svilito il contenuto del blog: una questione troppo “micro”, troppo insignificante. Peraltro, in parte contraddicendosi, mi chiede delucidazioni sulle “caratteristiche” di tale , diciamo, evento.

Bene Mario. Ti ricordo innanzitutto che questo è un blog, un “diario on line”, dove si riportano anche accadimenti banali e/o personali (e non necessariamente solo quelli edificanti).

Ma, nel caso specifico, l’unico motivo che mi ha indotto a rendere pubblica, ancora una volta, questa “banalità” è dato dal fatto che, alla luce  di una serie di certezze (sottolineo certezze), devo correggere quanto ebbi a scrivere al riguardo nel post del 17 luglio 2017. Tali certezze mi impongono di escludere  che l'”evento” sia “riconducibile ad una serie  irripetibile di concause”  ed, invece, di asserire che questo è da  ascrivere  esclusivamente a cause esogene, sia con riferimento al mio stato psico-fisico, sia con riferimento a quanto da me assunto prima dell'”evento” (cibo, farmaci, ecc,).

Queste deduzioni assolutamente obbligatorie (alla luce delle certezze acquisite) sono, come puoi ben capire, molto, molto, molto, molto inquietanti.

E’ mia intenzione raccogliere tutto il materiale e le informazioni disponibili e, quindi, esporle dettagliatamente, in tempi brevi, in questo blog.

continua