DI NUOVO SUL FAMIGERATO DISTURBO INTESTINALE: REPETITA IUVANT

Riferimenti: post del 26 aprile 2019, del 9 gennaio 2018, del 13 novembre 2017, del 17 luglio 2017

Perchè è utile ripetere? Nel caso specifico per il semplice fatto che io, come detto ormai tante volte, ho solo questo blog per divulgare quanto vado scrivendo ormai da svariati anni. Quindi il solo scrivere più volte dello stesso argomento rende più probabile una maggiore diffusione. E poi sono convinto che questo mio atteggiamento, nel caso specifico (rendere edotti i miei quattro lettori su come stanno realmente le cose in merito ad un evento – del tutto privato ed, anche, tutt’altro che gratificante – che ha coinvolto la mia persona), è  l’esatto contrario di quello che gli “organizzatori della circostanza” si sarebbero attesi. Quindi, ben venga.

Peraltro, come vedrete nel prosieguo, questo post ha anche  un nutrito “valore aggiunto” che in massima parte conduce ad irrobustire significativamente le considerazioni riportate in precedenza su questo medesimo argomento.

Una breve premessa. Se dovessi dare ascolto ai suggerimenti “timorosi” dovrei, come si dice, lasciar cadere la cosa e continuare a vivere come se nulla fosse. I suggerimenti “intransigenti”, invece, mi dicono che, anche se il danno economico è  minimo, l’evento risulta grave sotto il profilo della legalità e delle implicazioni malavitose; da qui l’indicazione di continuare con l’attività  di denuncia/pubblicizzazione. Ecco, questo secondo indirizzo è  quello che ho adottato fin dall’inizio ma non, come taluni pensano, per una sorta di spirito vendicativo; solo perché  lo ritengo un dovere civico che torna utile, in fin dei conti, all’intera collettività.

Torno subito sulla problematica oggetto di questo post. La nuova più importante “variabile” che ci fa “buon gioco” è il passare del tempo: gli oltre 4 anni trascorsi  dal famigerato evento ad oggi credo possano considerarsi un lasso di tempo assolutamente congruo per tirare le somme definitivamente inequivocabilmente in merito alle cause che lo hanno determinato.

Voglio cioè dire che il tempo trascorso, a parità di condizioni, costituisce di per sé un potente “avvaloramento” della già più che sufficiente “certificazione” a suo tempo dimostrata. Quindi il fatto che nei miei non pochi anni di vita non mi sia mai capitata una cosa del genere, sommato alla “piatta normalità” di questi ultimi 4 anni sul versante del mio stato di salute in termini enterici, la rende a mio avviso “granitica”.

Anzi, direi che, volendo per forza individuare qualche problema nel mio apparato gastrointestinale, occorrerebbe posizionarsi sul versante diametralmente opposto a quello che potremmo essere portati ad individuare sulla base del più  volte citato evento (mi scuseranno in particolare i miei quattro followers per il mio forse eccessivo senso del pudore; credo peraltro di non dare adito a fraintendimenti).

Comunque sia, per l’obiettivo dichiarato esplicitamente nel titolo, niente di meglio, credo, che ripetere nuovamente quanto ebbi a scrivere nel post del 9 gennaio 2018:

le cause di questo “evento” sono assolutamente esogene, sia con riferimento al mio stato fisico, sia con riferimento a quanto da me assunto prima dell”evento”. Più esplicitamente, occorre ipotizzare, direi obbligatoriamente, che poco prima dell’evento io abbia assunto, per via aerea (vale a dire tramite inspirazione), qualche sostanza che ha provocato il “fenomeno” più volte citato.

Ed ancora:

Dato che sono assolutamente certo di non aver assunto “volontariamente” alcunché poco prima dell’”evento” e tenuto conto di quanto sopra, non posso che dedurre che la suddetta “assunzione” sia stata provocata da terze persone.

Tutta questa ridondanza non rientra  nel mio linguaggio consuetudinario. Ma in questo caso ritengo sia giustificata dalla necessità di condurre il lettore a considerare questa “narrazione”, che per certi versi sembra incredibile, assolutamente veritiera. Quindi, riepilogando, il sottoscritto si è “trovato addosso” l’evento più volte descritto solo ed esclusivamente a causa di un intervento umano nei termini già descritti, intervento non certo messo in piedi per farmi un piacere.

Sul chi rimangono per ora solo ipotesi, ipotesi che non mi sento di esporre in questa sede per evitare di dare avvio ad una sorta di perversa caccia alle streghe con vieppiu perversa controcaccia. Certo, il giorno in cui entrassi in possesso di elementi concreti non esiterei a darne contezza alle autorità competenti. E questo non tanto per il danno subìto, di per sé poco significativo (a parte le complicanze mediche, non proprio banali, già evidenziate nei precedenti post), quanto perché ritengo civicamente doveroso combattere in tutti i modi questi comportamenti malavitosi pure se utilizzati da poveri gaglioffi; gaglioffi che, assaporando l’impunità potrebbero “montarsi la testa” e,quindi, “salire di livello”. E, francamente, non lo dico tanto per me quanto per eventuali terze persone, magari persone per bene ma che, caratterialmente, tendono a subire senza reagire.

Diverso il discorso se ragioniamo sul perché. In questo caso possiamo dire con certezza che l’obiettivo “primario” è  stato quello di “colpire” il sottoscritto e niente altro. Per quanto riguarda, invece, l’obiettivo (gli obiettivi), diciamo, secondario (secondari) le ipotesi sono molteplici. Anche individuare mere ipotesi, data la stranezza del fatto di per sé e volendo lavorare con un minimo di affidabilità,  non è  un compito facile. Al momento in cui avrò le idee più chiare metterò nero su bianco. Anche perché io non ho, e non ho mai avuto, niente (ma proprio niente) da spartire con individui di questa risma.

Per quanto riguarda i metodi penso di poter affermare che, al di là delle singole “sfaccettature”, sono sempre metodi che prevedono una, diciamo, operatività  sotto traccia. Voglio cioè  dire che i citati quattro gaglioffi, operando nell’illegalita’,  non agiscono mai, ovviamente, alla luce del sole.

Fin qui problematiche già  affrontate nei su citati post.

Veniamo adesso a Mario che, questa volta, è un commerciante presso il cui esercizio io mi reco da diversi anni pure se sporadicamente. Ultimamente mi è  sembrato di percepire un suo certo  disappunto/imbarazzo, se non preoccupazione e/o titubanza nel vedermi sostare, pure se, come al solito, brevemente, nel suo esercizio (il fatto che sono trascorsi oltre 4 anni dall'”evento” forse sta a dimostrare che pure “radio scarpa” ha le sue defaillances sul versante della “velocità di trasmissione”). Comunque sia questo episodio mi ha convinto ad indirizzare una

Lettera aperta a quel Mario

Caro Mario

Mi sembra di capire che a questo punto anche tu ti sei convinto che l’evento sia stato causato da fattori esogeni nei termini ampiamente descritti in questo e nei precedenti post sopra indicati.

Devo quindi dedurre che le tue preoccupazioni derivino dall’ipotesi che tutto potrebbe riaccadere, magari proprio mentre mi trovo a transitare nel tuo esercizio.

Occorre quindi che io ti dimostri che non hai di che preoccuparti. Ma per fare questo devo entrare in un discorso che avrei preferito non affrontare, non tanto per motivi personali, quanto per non fornire troppi dettagli in merito alla struttura presso la quale mi trovavo al momento dell’evento, struttura che, sono convintissimo, non ha niente a che fare con ciò  che mi è  accaduto e che, anzi, risulta essere particolarmente seria ed affidabile sotto tutti i punti di vista.

Cercherò,  per quanto possibile, di stare sul generico. Basterà  dire che mi trovavo all’interno di una struttura molto grande. Io mi reco presso tale struttura saltuariamente, nei giorni e nelle ore più diverse, perdipiù raramente da solo. Quindi per organizzare il tutto, lo capisce anche un bambambino  cretino, occorre quantomeno un, diciamo, complice che segnala al soggetto “operativo” la mia presenza da solo e che, oltretutto,  ha una buona conoscenza della suddetta struttura. Occorre altresi che il luogo sia abbastanza grande, che abbia spazi relativamente isolati e che io mi trattenga ben più di qualche minuto. Pure questo lo capisce anche un bambambino cretino (tieni sempre ben presente che i già citati quattro gaglioffi malavitosi operano esclusivamente “sottotraccia”). Ragione per cui nel tuo esercizio e nella maggior parte di esercizi che io frequento, l'”intervento” non è proprio  praticabile.

Pertanto, caro Mario, il fatto che tu ti possa ritrovare di fronte ad una situazione analoga non esiste proprio. Peraltro dubito fortemente che tali “personaggi” abbiano intenzione di ripeterlo pedissequamente.

Tuttavia devo dirti che per me non sarebbe un problema evitare di frequentare il tuo esercizio. Ma credo che così facendo, per una serie di motivi facilmente intuibili e che, quindi, anche per non appesantire troppo questo post, non vado ad elencare,  farei proprio il loro gioco. Comportamento che, oltretutto, conferirebbe loro un alone di  temibilità. E siccome, ripeto, la mia frequentazione non creerà danni di alcun genere a te e/o alla tua attività, non vedo il problema.

Quindi, caro Mario, niente di personale. Anzi, siccome mi sei simpatico ti accontenterei volentieri. Ma, credimi, non è  proprio il caso. È un dovere civico a cui ritengo assolutamente obbligatorio ottemperare, a maggior ragione se, come in questo caso, non creerò nocumento alcuno a chicchessia. È  un dovere civico a cui, a mio modesto parere, tutte le persone perbene che si dovessero trovare in situazioni analoghe, dovrebbero ottemperare.

Certo, siccome tu non sei uno stupido, ti confesso che mi è  venuto subito alla mente l’ipotesi che tu appartenga alla categoria che a suo tempo ho inteso definire “veicolatori qualificati del detrattore occulto” (cfr post del 28 Dicembre 2014, penultimo capoverso; se leggi bene tale post capirai che il termine adottato ha un significato tutt’altro che positivo). Ma in questo caso, come puoi ben capire, il fatto di continuare a frequentare il tuo esercizio, rientra a pieno titolo nella mia, diciamo, strategia di difesa.

Pertanto io, non avendo nulla di cui rimproverarmi e/o da nascondere, non intendo in alcun modo ridimensionare tutti quegli “spazi di libertà” che, nel rispetto delle leggi, mi appartengono. E non permetterò  a nessuno di adottare comportamenti che in qualche modo tendono a questo obiettivo. Anzi, credo proprio che, sempre con la massima educazione, aumentero’ questa frequentazione. Da te mi attendo un normale comportamento “da esercente”. Altrimenti non ti resterà  che intraprendere una strada facilmente intuibile e della quale sarei particolarmente felice in quanto condurrebbe a rendere trasparente questa ennesima “zona oscura”.

Ah, un’ultima cosa. Siccome, come avrai ben capito, aborro “affiliarmi” a qualsivoglia banda di balordi “similare” (sarebbe come combattere una struttura mafiosa mediante un’altra struttura mafiosa) io continuerò  ad utilizzare, come unica arma di difesa, i post di questo blog; blog che, come avrai notato, è  improntato alla massima trasparenza. E, come ho scritto in svariati post, continuerò  a farlo fino a che non vedrò emergere, per questa e per altre problematiche che mi riguardano, un adeguato livello di legalità e di trasparenza. Non ti nascondo, infine, che ho sempre più  netta la sensazione che un numero crescente di persone approvi questo mio comportamento.