ANCORA SUL “FAMIGERATO” DISTURBO INTESTINALE – POST DI “CERTIFICAZIONE”

Riferimenti: post del 9 gennaio 2018, del 13 novembre 2017, del 17 luglio 2017

Nel post del 2 marzo 2018 manifestavo il mio disappunto nel dover affrontare la questione delle società partecipate dal Comune di Siena. Disappunto derivante dalla (mia) convinzione che, dato lo specifico momento (vicino alle elezioni amministrative), il lavoro sarebbe risultato, alla fin fine, completamente inutile. Da qui la decisione di rimandarlo a data da destinarsi.

Un disagio analogo, peraltro ben più accentuato e riferito a tutt’altra questione, oggi me lo crea il dover “riprendere in mano” la storia del “disturbo intestinale” (così come evidenziata nei post sopra indicati), nei termini in cui mi appresto ad affrontarla.

Un disagio dovuto, non tanto, come per l’altro caso, alla consapevolezza dell’inutilità (tutt’altro), quanto alle difficoltà derivanti dalla prerogativa, come vedrete meglio subito sotto, di conseguire vari obiettivi contemporaneamente

L’altra differenza significativa, sempre rispetto al caso precedente, deriva dal considerare che, per quest’ultima problematica, data la relativa gravità, ritengo invece assolutamente indispensabile proseguire nell’intento di rendere palesi tutte le sfaccettature della questione.

Una necessità che discende anche dal semplice fatto che io ho solo questo blog per “controbilanciare” l’enorme “potenza di fuoco” di cui dispone il detrattore occulto così come da me delineato nel post del 10 marzo 2015.

Inoltre, proprio a causa della gravità della questione, ho consolidato l’intendimento di tornare a scrivere sull’argomento anche in altri post futuri, in modo tale da diffondere quanto più possibile questa storia inquietante (ma non è l’unica). Per di più sono convinto che la scelta di renderla pubblica risulti assolutamente inattesa e poco gradita al detrattore occulto.

Per non appesantire oltre misura questo post devo rimandare chi sta leggendo quantomeno al contenuto di quello del 9 gennaio 2018 (terza lettera aperta a Mario: seconda e ultima parte), tanto per i capoversi riguardanti le certezze, quanto per quelli riguardanti le ipotesi.

Ma torniamo a bomba.

Quindi, per fare bene il lavoro che mi sono prefissato occorrerà:

    • innanzitutto che io tenga sempre ben distinti i fatti dalle opinioni onde evitare di far apparire alcune mie ipotesi come cose certe;
    • in secondo luogo che io non faccia riferimento a specifici nominativi (persone o cose) al fine di non danneggiare in alcun modo coloro che, a vario titolo, sono “entrati” in questa storia e che non hanno colpe di alcun genere;
    • in terzo luogo che io renda comunque evidenti tutte le sfaccettature della problematica al fine di dare esaustiva contezza della, come dire, posta in gioco;
  • infine che io faccia molta attenzione a non dare in pasto al mio detrattore occulto elementi che possano consentirgli di “ripresentare” l’ipotesi di un, diciamo, decadimento, della mia lucidità mentale.

Come capirete meglio nel prosieguo, un compito non proprio facile. Anzi, direi proprio difficile tenuto conto del mio carattere.

Cominciamo

Quindi io non indicherò il luogo dell'”evento”. Men che meno indicherò i nomi di tutte le persone che hanno in qualche modo avuto a che fare con tale circostanza e/o con le sue conseguenze. Questa decisione, dovrebbe a questo punto essere chiaro, non deriva da incofessabili motivi di segretezza (comincio a maturare l’opinione che di incoffessabili motivi di segretezza ce ne siano anche troppi in giro e, francamente, inizio ad averne piene le scatole). Il fatto è che non voglio creare nocumento a chicchessia (persone e/o cose) e, più in generale, non ho nessuna intenzione di mettere in vetrina, come già detto (con relative motivazioni) più di una volta, chi non me ne dà esplicito consenso. A maggior ragione se ad alcune di tali persone non posso che esprimere ringraziamenti a seguito dell’elevata professionalità e del rispetto delle regole deontologiche dimostrati. Quindi, followers e non followers, la massima trasparenza rimarrà per questo blog una prerogativa assolutamente fondamentale.

Ma veniamo al primo obiettivo che intendo conseguire in questa sede: “certificare” le certezze che ebbi a dichiarare sempre nel post del 9 gennaio 2018.

Una “certificazione” per la quale è sufficiente, come dire, prendere coscienza del tempo trascorso. L’episodio, come detto molte volte, si è verificato il giorno giovedì 6 luglio 2017. Sono quindi passati più di 20 mesi. Ed in questi mesi eventi analoghi non si sono mai più verificati.  Anche allorquando ho provato ad assumere alimenti/bevande che, per quanto appreso, favoriscono disturbi del genere.

Allargando il discorso posso affermare che, sotto tale profilo, sintomi che inducono quantomeno ad ipotizzare un qualcosa di analogo, anche se molto meno “potente”, non sono emersi. Tanto meno sono emerse malattie particolari e tali da rendere ipotizzabili reazioni del genere. Quindi nei miei non pochi anni di vita quella è stata la prima ed unica volta in cui si è verificato un evento  del genere. E per di più in condizioni fisiche del tutto normali, per non dire ottimali.

Da qui la validazione/cerificazione di quanto ebbi a scrivere nel post del 9 gennaio 2018 e che riporto integralmente :

 le cause di questo “evento” sono assolutamente esogene, sia con riferimento al mio stato fisico, sia con riferimento a quanto da me assunto prima dell”evento”. Più esplicitamente, occorre ipotizzare, direi obbligatoriamente, che poco prima dell’evento io abbia assunto, per via aerea (vale a dire tramite inspirazione), qualche sostanza che ha provocato il “fenomeno” più volte citato.

Ed ancora:

Dato che sono assolutamente certo di non aver assunto “volontariamente” alcunché poco prima dell’”evento” e tenuto conto di quanto sopra, non posso che dedurre che la suddetta “assunzione” sia stata provocata da terze persone.

Fin qui la questione della “certificazione”. Veniamo adesso alle ipotesi o, meglio, ad una serie di ulteriori certezze (fatti) da cui, volendo operare con la massima imparzialità, scaturiscono varie ipotesi. In altre parole, volendomi mantenere su binari di assoluta obiettività, devo dire che certi eventi/certezze sotto specificati conducono ad ipotizzare non una ma più cause possibili.

Peraltro non vorrei essere frainteso negli intendimenti. La gravità delle implicazioni, ancorché teoriche in quanto basate, come già detto, su ipotesi/deduzioni/opinioni mi impone di renderle palesi.

Qualcuno mi ha fatto capire che sarebbe meglio, per evitare “danni” maggiori, che io soprassedessi. A parte il fatto che dovrei fare violenza al mio carattere ed anche alla mia (uso parolone) “filosofia di vita”, io non posso che rispondere che proprio un atteggiamento di questo genere alimenterebbe la sensazione di impunità del branco, oltre che implicare un atteggiamento marcatamente omertoso da parte del sottoscritto. Poi, se questa mia “cocciutaggine” determinerà qualche amico (un tantino pavido!) in meno me ne farò una ragione.

Per meglio dire, le mie preoccupazioni al riguardo non derivano tanto dalla paura per ciò che potrebbe accadermi, quanto dalla possibilità che il citato eventuale branco di balordi prosegua (e non necessariamente, con il sottoscritto) nelle sue oscure/criminali prerogative e magari a farla ancora franca. A maggior ragione se crediamo, come io credo, che comportamenti di questo tipo siano da annoverare fra quelli squisitamente mafiosi.

Tanto meno mi infastidiscono più di tanto quei pochi cretini che, per quanto mi sembra di intuire, sono “guidati” da una sorta di mix “espolivo” composto da considerevole curiosità, elevata cattiveria, notevole paura ed abbondante stupidità.

Per conseguire gli obiettivi or ora indicati occorre che io faccia una breve cronistoria di certi eventi successivi al 6 luglio 2017.

Una premessa indispensabile. Io sono completamente digiuno di nozioni mediche e, per decifrare il relativo linguaggio tecnico, il mio unico ausilio è stato internet. Quindi non è da escludere qualche mio errore interpretativo. Comunque  sia, posso fin d’ora dire che qualsivoglia invito (motivato) ad inserire eventuali correzioni e/e richieste di approfondimento che mi dovesse pervenire, anche anonimamente, sarà da me prontamente preso in considerazione. Discorso analogo per le mie pressoché nulle capacità investigative a cui cercherò di sopperire in minima parte con i pochissimi rudimenti di logica matematica che mi ricordo.

Ovviamente la “storia” prende avvio dal 6 luglio 2017 giorno in cui, come più volte dichiarato, si è verificato il famigerato disturbo intestinale.

Anche se, in questa prima fase, non ho potuto “prendere” bene i tempi posso dire che, abbastanza a ridosso dell’evento, ho dovuto registrare una situazione infiammatoria in generale e nelle parti interne della bocca in particolare.

Come pure non posso essere adeguatamente preciso nell’indicare il giorno in cui ho subito la prima, meno grave della seconda, colica intestinale (vale a dire dolori intestinali e non disturbi intestinali). Colica che si è verificata all’interno dell’intervallo che va dal giorno dell’evento a ben prima del giorno in cui si è verificata la seconda colica (19 gennaio 2018, cfr sotto).

Questa situazione infiammatoria si ricava “oggettivamente” dalle analisi svolte il 6  ottobre 2017, in particolare dai valori della VES relativamente alti, ridimensionatisi (pure se mantenutisi sopra il valore massimo del “range di “normalità”) in quelle del 20 ottobre 2018 a seguito di una robusta cura specifica. Sempre sul versante della VES la situazione è proseguita con alti (ma non eccessivamente alti) e bassi fino al giugno 2018.

Dal 19 gennaio 2018 il timing di tutta la faccenda diviene molto più preciso.

Infatti è la seconda colica intestinale subita la notte precedente che mi ha costretto a presentarmi al pronto soccorso.

Dal maggio 2018 a fine giugno 2018 sono stato sottoposto ad una serie di analisi più approfondite, ad alcune visite specialistiche e ad alcune cure farmacologiche che di fatto hanno consentito di “far rientrare” l’ascesso intestinale diagnosticato. Da quello che ho potuto capire la situazione poteva anche degenerare in qualcosa di ben più grave.

E, come già detto, ho la netta impressione che sia stato evitato il peggio grazie alla professionalità ed all’approccio deontologico degli specialisti a cui mi sono affidato e che di nuovo ringrazio.

Per cercare di non dire fesserie sono andato anche a rovistare nella documentazione medica non proprio recente. Ed è così che ho ritrovato, fra i vari documenti, anche quello concernente  una diagnosi di ernia iatale risalente al dicembre 2003. Ernia iatale che, per quanto mi ricordo, in questi ultimi anni non mi ha dato alcun disturbo apparente. Peraltro questa diagnosi ha fatto paventare l’ipotesi che i “fastidi” alla bocca/lingua derivassero proprio da tale problema. Da qui l’assunzione di farmaci specifici che, a me sembra, non mi hanno recato grande giovamento.

Al momento,  su consiglio di altri specialisti, ho effettuato degli “aggiustamenti” nella composizione dei farmaci che assumo consuetudinariamente (ho sospeso totalmente l’assunzione dei farmaci specifici per l’ernia iatale, non ho più tenuto conto della relativa dieta e sono ritornato alla composizione ed alla posologia originaria per le altre necessità). Sto osservando l’evoluzione.

E’ arrivato il momento, sicuramente più difficile, di “tirare le somme”.

Innanzitutto credo che a questo punto chiunque dovrà convenire nel dire che esiste la certezza che il famigerato evento si sia verificato a seguito di cause esogene e nei termini più volte esplicitati.

Ora, come vedrete,  il discorso diviene meno deterministico.

Le “nuove” certezze sono:

  • Le due coliche subite
  • Le analisi effettuate che hanno diagnosticato la presenza di un ascesso intestinale ( non è detto che il mio linguaggio sia quello tecnicamente adeguato)
  • I sintomi sopra descritti

Ma, come già detto, tutto questo conduce a più ipotesi/conclusioni (e non, quindi, a delle certezze) che riporto di seguito.

  • Prima ipotesi –  La coincidenza fra il famigerato “evento” ed i disturbi tutt’altro che banali rilevati è del tutto casuale; quindi nessuna  responsabilità è da ascrivere all’evento ed alle “sostanze” che lo hanno determinato .
  • Seconda ipotesi – L'”evento” ha fatto emergere una situazione di per sé già latente da anni e che, quindi, si è limitato ad “accelerare” qualcosa di preesistente.
  • Terza ipotesi – Le cause che hanno dato origine all’evento sono state talmente potenti da provocare anche tutti i disturbi successivi sopra evidenziati.

Io, rifacendomi ancora al vecchio proverbio “nel più ci sta il meno”, pur rimanendo disponibile a rivedere questa opinione, al momento faccio mia la terza ipotesi, anche se le mie conoscenze specifiche sono pressoché nulle e quindi non sono in grado di ipotizzare cause e “modalità operative” meno generiche.

Peraltro, data la mia volontà di riprendere questo discorso in altri futuri post, avrò modo di aggiornare ed eventualmente correggere i “contorni” della storia nel case emergessero delle novità.

A coloro che, magari in assoluta buona fede,   sono convinti che, per l’argomento trattato, “il gioco non valga la candela”, suggerisco vivamente di leggersi i post indicati in apertura di quest’ultimo.

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