MORTE DI DAVID ROSSI: IN MERITO AL “GIUSTO APPROCCIO” ED AI MIEI CRUCCI RESIDUALI

Questo post è  dedicato, perlopiù, al seguente obiettivo:

convincere o, meglio, tentare di convincere i miei quattro lettori e, in particolare, me stesso, dell’ attendibilità della mie opinioni esplicitate in chiusura del post del 16 settembre 2019.

Mi spiego meglio. Nel citato post concludo dicendo, in estrema sintesi, che a mio avviso, in casi come quello riguardante la morte di David Rossi, occorre, nell’ interesse dell’intera comunità senese, che venga dimostrata in maniera inequivocabile la volontà  di fare piena luce su tutti gli aspetti in qualche modo riconducibili a questo drammatico avvenimento. Anche perché, come gia scritto in più  occasioni, oggi come oggi, Siena ha un forte bisogno di dare prova di possedere quegli anticorpi necessari ad invertire il declino degli anni passati.

Il desiderio di riaffrontare questo argomento mi è  sovvenuto alla mente l’altro giorno quando, come poco meno di un anno e mezzo fa, ho potuto guardare in tv un servizio, appunto, sulla morte di David Rossi. Servizio che, in massima parte, si riferiva a cose/fatti/opinioni già  noti ma che conteneva anche alcune informazioni inedite particolarmente interessanti.

Un desiderio che si è  poi irrobustito in maniera ragguardevole  a seguito della consistente mole di informazioni (stampa, tv, social,  blog, ecc) che ha cominciato a circolare anche per la disponibilità dei resoconti delle audizioni, mano a mano succedutesi, disposte dalla specifica Commissione parlamentare, costituita nel marzo 2021 (Commissione monocamerale di inchiesta sulla morte di David Rossi che,all’art.1, recita:

Istituzione e funzioni – E’ istituita, per la XVIII Legislatura (il cui termine naturale è il marzo 2023, n.d.r.) una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, avvenuta il 6 marzo 2016 a Siena, di seguito denominata “Commissione”, con il compito di:

a) ricostruire in maniera puntuale i fatti, le cause e i motivi che portarono alla caduta di David Rossi dalla finestra del proprio ufficio nella sede del Monte dei Paschi di Siena di Rocca Salimbeni e le eventuali responsabilità  di terzi;

b) esaminare e valutare il materiale raccolto dalle inchieste giornalistiche sulla morte di David Rossi e indagare sulle vicende a lui collegate, come denunciate e rese pubbliche attraverso le medesime inchieste;

c) verificare fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano cagionato o cagionino ostacolo, ritardo o difficoltà per l’accertamento giuriscizionale di eventuali . responsabilità relative alla morte di David Rossi.)

Perciò eccomi qui ad affrontare nuovamente, in poche righe, questo argomento.

Quindi, dicevo, una mole di informazioni decisamente cospicua che ha consentito al grande pubblico (e di conseguenza al sottoscritto) di prendere coscienza in maniera palmare della necessità di approfondire una serie di aspetti tutt’altro che marginali. Necessità che sembrano derivare anche dalle carenze e dalle negligenze delle indagini predisposte al momento della morte, avvenuta il 6 marzo 2013. E, visto il programma della citata Commissione, sembra ipotizzabile prevedere l’emergere di ulteriori ed importanti flussi informativi nonché, data l’acquisita ben maggiore “visibilità”,  l’emergere di atteggiamenti volti a strumentalizzare la questione per fini che poco hanno a che vedere con la sottostante problematica.

Dato che mi sono già occupato di questo argomento in precedenti due post, sono  andato a rileggermeli (uno del 16 settembre 2019, uno del 3 Novembre 2019), anche  perché  mi ricordavo di aver assunto una posizione al riguardo allora non proprio “di maggioranza”. Posizione che vado a ripetere estrapolando l’ottavo capoverso del post del 16 settembre 2019 (per una esposizione più articolata/dettagliata rimando all’intero coontenuto di detto post):

Non è vero……che cose di questo genere conviene che vengano dimenticate al più presto. Anzi! E’ forse vero l’esatto contrario visto che, in questo caso, lasciando senza risposta una serie di domande “cruciali”, si verrebbero ad alimentare sospetti pesanti come macigni e che, alla fin fine, si ripercuoterebbero in maniera molto negativa sull’intera città, su tutti i suoi abitanti e per lunghi periodi di tempo, annullando e superando di gran lunga i “vantaggi” (?) derivanti da, come dire, l’indirizzare tutta la questione nei sentieri dell’oblio. Io, nella convinzione che la quasi totalità della popolazione sia del tutto estranea a questa drammatica ed oscura faccenda, sono altresì convinto che l’unico modo per salvaguardarla realmente sotto il profilo morale sia, appunto, quello di effettuare indagini pregnanti ed approfondite, vale a dire indagini in grado di eliminare o ridurre drasticamente gli “spazi di ambiguità”.

Lungi da me, quindi, date le prerogative indicate ad inizio di questo post, l’obiettivo di analizzare approfonditamente questa drammatica, complicata ed oscura questione. Come già  accennato, il materiale informativo oggi disponibile, sotto svariate forme, è veramente ragguardevole ed io, oltre che “spendere” non poco tempo per “disegnare” un quadro sufficientemente esaustivo ed obiettivo, non “produrrei” alcun valore aggiunto.

Torno all’argomento. Devo ammettere che qualche volta mi sono trovato a domandarmi se questo mio comportamento fosse davvero quello giusto, sia con riferimento agli interessi generali della nostra città, sia, forse piu importante, nei confronti dei familiari al fine di garantire loro il dovuto rispetto. E devo dire che, magari anche a seguito di uno specifico stato d’animo, le mie certezze hanno vacillato. Continui a credere – mi sono domandato – che la tua opinione (occorre “sgomberare il campo da tutte le zone grigie o quantomeno, quelle per le quali esiste ancora la possibilità  di farlo”) sia ancora quella giusta? Oppure cominci a pensare che tale atteggiamento, tenuto conto di tutti quegli “sciacalli” che sempre emergono numerosi in casi di questo genere,  conduca soltanto a dei risvolti negativi? E sei convinto di non aver creato nocumernto di alcun genere ai familiari?

Quindi, in chiusura di questo post intendo rispondere ai miei interrogativi in maniera, diciamo, pubblica, esponendo la mia opinione con riferimento all’ opportunità di trattare la questione in termini, diciamo, di costi-benefici:

  1. per l’intera popolazione
  2. per i soli membri della famiglia di David Rossi

Nel primo caso mi sento di dire che le mie opinioni, esplicitate nei due post citati, si sono notevolmente rafforzate. In altri termini oggi più  di ieri, tenuto conto delle criticità emerse, sono convinto che sia giusto, se non necessario, che vengano compiute appropriate indagini volte ad eliminare tutte quelle zone oscure e tutti quei dubbi che oggi rendono sempre più  deboli le attuali conclusioni giudiziarie. Il tutto all’interno di un sentiero di assoluta trasparenza.

Per il secondo aspetto confesso, fors’ anche per il mio carattere, la mia titubanza residua. Per meglio dire, non mi sento di ritenere con certezza il mio approccio tale da meritare l’approvazione dei familiari. Quindi più che una certezza è una speranza. Comunque sia a questi familiari che, peraltro non conosco personalmente, va, oltre al mio assoluto rispetto, il mio apprezzamento per la determinazione che hanno dimostrato nell’affrontare questo drammatico evento.

ANCORA SULLA MORTE DI DAVID ROSSI

Nel precedente post (16 settembre) ho “preso posizione” (spero con il dovuto rispetto) sulla morte di David Rossi.

Due giorni fa incontro un amico che, come al solito, chiamerò Mario (nome fittizio). Buona parte della breve conversazione riguarda proprio il post sopra indicato. Mario, questa volta esplicitamente e senza “mezzi termini”, mi manifesta la sua disapprovazione pressoché totale delle mie opinioni in merito al “comportamento da adottare a seguito di questo tragico fatto” (la morte di David Rossi, appunto), mostrandosi in piena sintonia con le opinioni delle persone citate nell’articolo (per approfondimenti/dettagli cfr. post sopra citato)

Le sue critiche/considerazioni mi colpiscono particolarmente, vuoi per la “delicatezza” della questione in sé, vuoi per il mio forte desiderio di non danneggiare, in qualsivoglia modo e con qualsivoglia “atteggiamento”, le persone più direttamente “colpite” dal suddetto tragico evento. Ed anche perché, in questa società “dell’apparire ad ogni costo”, tutto vorrei sembrare tranne che colui che “specula” su argomenti del genere.

Da qui la mia non facile decisione di ritornare brevemente sull’argomento per, come dire, mettere alcuni puntini sulle i.

Ma prima di tutto voglio esprimere pubblicamente i miei ringraziamenti al Mario di questo post. Ogni intervento critico (anche, al limite, non sincero) è per me di grande aiuto in quanto mi costringe comunque a “rivisitare” le mie affermazioni, le mie considerazioni, le mie deduzioni, ecc. e, quindi, a confermare le mie conclusioni oppure a “rivederle”, financo a rigettarle. Ciò vale, in particolare, appunto, per argomenti delicati come questo.

Quindi, caro Mario, mille grazie per le tue “energiche” critiche che, peraltro, sono state “articolate” mantenendo sempre grande rispetto per le persone che più hanno tratto sofferenza dalla morte di David Rossi. Se tutti, ovviamente in assoluta buona fede, facessero così la vita sarebbe molto più facile.

Torniamo ai puntini sulle i. Credo sia utile dire che io non conosco i familiari di David Rossi. Mi riferisco, in particolare, alla vedova, Antonella Tognazzi, ed alla figlia, Carolina Orlandi. Tutto quello che so su queste due donne l’ho appreso dalla carta stampata e/o dalla televisione ( queste mie ultime considerazioni tengono conto, oltre che del contenuto del citato post, del contenuto di un articolo sull’argomento pubblicato su un quotidiano locale Sabato 5 Ottobre).

Le tue critiche, caro Mario, mi hanno imposto di riconsiderare tutto quanto da me scritto sull’argomento. E ad oggi devo dirti che le mie opinioni in merito a questa drammatica ed oscura faccenda, riportate nel post del 6 settembre, risultano, al contrario di quanto forse ti saresti atteso, significativamente rafforzate, specie con riferimento a due aspetti :

  • il “trattamento pubblico” della questione:
  • il profilo etico-morale di queste due donne.

Per quanto riguarda il primo la mia gratificazione deriva dal fatto che si sono ampiamente affievolite tutte le titubanze che avevo allorquando decisi questa presa di posizione. Oggi più di ieri sono convinto della necessità, proprio nell’interesse della città nel suo complesso, di approfondire/divulgare le notizie/informazioni concernenti tutti i lati oscuri della questione.

Mentre per il secondo aspetto, dato l’attuale stato delle cose, sento il dovere di esprimere pubblicamente la mia solidarietà per queste due donne (non “allargo” il discorso ad altri componenti della famiglia perché non ho mai avuto l’occasione, tramite qualche media, di ascoltarli/vederli, anche se ho la sensazione che ci sia concomitanza di intenti, almeno fra i familiari più stretti) che stanno dimostrando coraggio e determinazione nel portare avanti la loro giusta battaglia anche a costo di ritrovarsi “in solitudine”. Ed a mio modesto parere tale atteggiamento assume particolare valenza oggi come oggi e con specifico riferimento alla nostra città; atteggiamento che, proprio per questo, necessita, io penso, di concreti atti di solidarietà.

Sono del tutto consapevole dello scarsissimo peso specifico che ha questo mio blog e, quindi, la mia persona, nel panorama degli “opinion makers” locali. Ma ho voluto comunque rendere inequivocabile il mio pensiero al riguardo con l’obiettivo di dare un modestissimo contributo all’irrobustimento di un eventuale processo di amplificazione della solidarietà attorno alle idee/strategie della famiglia di David Rossi e nella speranza che simili atteggiamenti possano ripetersi anche per altri contesti. Pure così, credo, ci si adopera per “costruire” una Siena migliore.

Come già detto, la mia opinione sul comportamento del Mario di questo post vale nel caso della sua assoluta buona fede. Ed io ne sono del tutto convinto. In mancanza di tale “prerequisito” si arriverebbe ad ipotizzare l’atteggiamento di Mario dettato, magari inconsciamente, dalla paura e, conseguentemente, dall’omertà. In questo caso Mario potrebbe sentirsi tranquillo sotto il profilo, diciamo, materiale, ma non potrebbe esserlo altrettanto, io credo, per quanto riguarda la sua coscienza.

IN MERITO A DUE COMMISSIONI PARLAMENTARI DI INCHIESTA (IN PARTICOLARE QUELLA SULLA MORTE DI DAVID ROSSI): CONSIDERAZIONI PERSONALI ED ATTUALI PREROGATIVE

Come al solito sono in enorme ritardo, rispetto al timing programmato, nel pubblicare i mie “interventi” su queste pagine. Del resto la problematica sottostante merita ben più di qualche riga. Per questo ho deciso di affrontarla in maniere adeguatamente dettagliata in un prossimo specifico post. Anche perché, volendo testardamente continuare nel perseguimento degli obiettivi a suo tempo delineati, mi trovo nella necessità di “alzare il tiro” nei termini che andrò a spiegare in tale post. Malgrado tutto il fine rimane sempre quello: rendere meno estemporanea, per i motivi ampiamente descritti in svariati post e nelle pagine introduttive, la “produzione” del blog.

Ma veniamo agli argomenti che intendo trattare in questo post.

L’altra sera, quasi per caso, mi sono trovato a rivedere, in tv, lo speciale de Le iene sulla morte di David Rossi. Il già forte turbamento al momento in cui i media ne dettero comunicazione, peraltro progressivamente amplificato mano a mano che ricevevamo informazioni sugli sviluppi delle indagini, si è ulteriormente e significativamente irrobustito. Non so dire esattamente perché, dato che il contenuto era già tutto conosciuto. Forse per il semplice fatto che ho potuto seguire il servizio nel massimo silenzio, con la massima attenzione e senza interruzioni o, più banalmente, perché mi trovavo nello stato d’animo più confacente.

E fra i tanti pensieri, mi sono sovvenuti alla mente anche quelli riguardanti le opinioni di alcune persone in merito al comportamento da adottare a seguito di questo tragico fatto. A grandi linee il discorso è in questi termini: siccome l'”evento” è particolarmente drammatico, tanto in sé e per sé quanto con riferimento all’immagine della Istituzione “coinvolta” nonché a quella della città nel suo complesso, chi ama Siena – dicono loro – deve evitare di parlarne per non prestare il fianco a tutti quei detrattori che non perdono occasione per denigrarci (noi senesi).

Io, invece, mano a mano che andavo avanti nel vedere il servizio e riflettevo su queste considerazioni, sentivo irrobustire dentro di me la già da tempo maturata convinzione della necessità di conseguire risposte convincenti agli interrogativi rimasti ancora in piedi, peraltro tutti particolarmente gravi, e, conseguentemente, sgomberare il campo da tutte le “zone grigie” o, quantomeno, quelle per le quali esiste ancora la possibilità di farlo.

Grazie, perlopiù, ad alcune inchieste televisive ed alla forte volontà dei familiari di scoprire la verità, sono emerse nuove inquietanti piste investigative, non irrilevanti carenze nelle indagini svolte e nella raccolta delle testimonianze, convincenti ipotesi derivanti da approfondite analisi sulla dinamica della caduta ed altro ancora.

E proprio per questo credo che chiunque abbia effettivamente a cuore le sorti di questa città, dei suoi abitanti e, più in generale e per casi come questo, ritenga sempre e comunque importante addivenire al conseguimento della verità, debba convenire sulla necessità di accertare e ricostruire, con indagini approfondite ed utilizzando lo strumentario investigativo più appropriato, tutte le “circostanze e le responsabilità che hanno determinato la morte di David Rossi” (cfr breve relazione alla Proposta di inchiesta parlamentare denominata “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi”, presentata alla Camera dei Deputati il 18 Aprile 2019).

Non è vero, ho pensato, in stridente contrasto con l’opinione delle suddette persone, che cose di questo genere conviene che vengano dimenticate al più presto. Anzi! E’ forse vero l’esatto contrario visto che, in questo caso, lasciando senza risposta una serie di domande “cruciali”, si verrebbero ad alimentare sospetti pesanti come macigni e che, alla fin fine, si ripercuoterebbero in maniera molto negativa sull’intera città, su tutti i suoi abitanti e per lunghi periodi di tempo, annullando e superando di gran lunga i “vantaggi” (?) derivanti da, come dire, l’indirizzare tutta la questione nei sentieri dell’oblio. Io, nella convinzione che la quasi totalità della popolazione sia del tutto estranea a questa drammatica ed oscura faccenda, sono altresì convinto che l’unico modo per salvaguardarla realmente sotto il profilo morale sia, appunto, quello di effettuare indagini pregnanti ed approfondite, vale a dire indagini in grado di eliminare o ridurre drasticamente gli “spazi di ambiguità”.

Da qui la decisione di esplicitare il mio pensiero sulla questione in generale e con riferimento alla specifica Commissione Parlamentare in particolare. Quantomeno, mi sono detto, la mia opinione “arriverà” almeno ai miei quattro followers i quali, voglio sperare, faranno almeno qualche riflessione in più su questa oscura e drammatica vicenda.

Ed a questo punto, mi sono detto, è forse il caso di parlare brevemente anche dell’altra Commissione, quella sulle banche , di cui mi sono occupato in alcuni post (cfr sotto), se non altro per giustificare il mio intendimento di non occuparmene più in questa sede e che, proprio per questo, potrò “liquidare” in poche righe.

Voi direte: cosa c’entra la morte di David Rossi con i gravi problemi che affliggono il Sistema bancario e finanziario italiano? Probabilmente niente le accomuna se non il fatto che per ambedue si fa riferimento , appunto, a specifiche commissioni parlamentari. E’ solo la mia mente che, ogni volta che mi trovo a pensare e/o a parlare del “caso David Rossi” vi abbina, quasi in automatico, la Commissione parlamentare sulle banche e viceversa.

1.- Affrontiamo quindi innanzitutto, telegraficamente, la questione della Commissione bicamerale di inchiesta sul sistema bancario e finanziario; una Commissione istituita i primi del mese di Agosto 2019, che rappresenta una sorta di prosecuzione della precedente Commissione di inchiesta(cfr, al riguardo, i post di questo blog del 13 novembre 2016, 31 gennaio 2017, 12 settembre 2017, 13 novembre 2017) e che avrebbe dovuto debuttare mercoledì 4 settembre. Il primo atto di tale Commissione dovrebbe riguardare la nomina del presidente, di due vicepresidenti e due segretari. Prima della “crisi”, il candidato alla presidenza più accreditato era il senatore Gianluigi Paragone. Solo tre componenti hanno fatto parte anche della precedente Commissione d’inchiesta sulle banche presieduta dall’onorevole Pier Ferdinando Casini.

I lavori e le conclusioni di quest’ultima sono stati ampiamente trattati dai quotidiani (cartacei ed on line), dalle televisioni, dai social, ecc. Una forte “sovraesposizione” mediatica che, io credo, riguarderà anche questa seconda Commissione. Da qui, mi sono detto e dico ai miei quattro followers, l’inutilità di proseguire con tale argomento anche in questo post. Voglio cioè dire che continuare a scrivere su questa problematica non darebbe alcun contributo minimamente originale/aggiuntivo tanto alla sua divulgazione, quanto agli aspetti interpretativi della questione ed, anche, in termini di mere opinioni al riguardo. Vale a dire un “esercizio” assolutamente ridondante, ergo assolutamente inutile. E senza contare che, come si ricorderanno i miei quattro assidui followers, il mio interessamento originario riguardava la Commissione Regionale sul Monte dei Paschi, quindi un ambito ben più ristretto e molto più specifico.

Nella speranza che tutto non si trasformi in una sorta di “porto delle nebbie” ( il discorso vale anche per l’altra Commissione) eviterò quindi di affrontare ulteriormente questo argomento, a meno che l’emergere di eventi particolarmente “pertinenti”, magari al momento della pubblicazione del documento conclusivo, e/o allorquando emergesse la necessità impellente di aggiornare le mie opinioni, non mi convincano sull’utilità di ritornare sulla questione.

2.- la Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi; per la verità al momento esiste solo una proposta di istituire una “Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, responsabile dell’area comunicazione del Monte dei Paschi di Siena”, presentata, come già detto, da un gruppo di senatori in data 18 aprile 2019, il cui compito dovrebbe consistere nell’ “accertare e ricostruire tutte le circostanze e le responsabilità che hanno determinato la morte di David Rossi” (Camera dei deputati, doc XXII n. 37). Bastano ed avanzano le poche righe propedeutiche all’ “articolazione” del documento citato (che invito caldamente a leggere) per capire l’importanza, per non dire l’assoluta necessità, di approfondire adeguatamente i molti aspetti rimasti senza risposta, se si vuole addivenire a delineare un quadro sufficientemente veritiero di tutta la questione ed anche, a mio modesto parere, se si vuole realmente “servire” la nostra città e la comunità che vi risiede.

Come avrete capito io, per i motivi sopra indicati, sono assolutamente favorevole alla costituzione ed al buon funzionamento di questa Commissione e, più in generale, sono assolutamente favorevole a tutte quelle iniziative che hanno come obiettivo quello di fare luce su questo tragico evento nonché, in particolare, alla riapertura del caso, archiviato per ben due volte dalla Magistratura per suicidio.

Ma dico di più. Siena, ancora a mio modestissimo parere, ha un forte bisogno di dimostrare di possedere gli anticorpi per combattere e sconfiggere tutti quei comportamenti che hanno come “regola operativa” quella di muoversi “sotto traccia” e che sovente, sempre a mio modestissimo parere, hanno l’odore di comportamenti malavitosi.

 

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