APPELLO PER SIENA: LE SOCIETA’ PARTECIPATE/CONTROLLATE DAL COMUNE DI SIENA – 1

Come ho già avuto modo di dire (post del 28 dicembre 2014), “sono arcinote le prese di posizione che, da molte parti, sono state formulate riguardo ai guasti, alle inefficienze, alle degenerazioni di questa forma di intervento pubblico nell’ economia (e non solo nell’ economia)”.

Una questione, quella delle partecipazioni detenute dalle Amministrazioni pubbliche e, in particolare, dagli Enti territoriali, che ha assunto grande rilievo negli ultimi anni anche se, è bene ricordare, il “fenomeno” è presente e si è sviluppato da più di venti anni.

Lo scopo di questa, diciamo, inchiesta, è quello di verificare come stanno realmente le cose, con riferimento a tale specifico aspetto, nel Comune di Siena.

Una prima lettura sommaria e parziale  del materiale raccolto mi ha peraltro portato a confermare l’ipotesi iniziale: volendo analizzare in maniera sufficientemente rigorosa simili problematiche occorre osservarne l’andamento anche al di fuori del ristretto ambito comunale. Senza affrontare questo aspetto, pure se in maniera necessariamente (oltremodo) sintetica, a mio avviso, non possiamo “inquadrare” il fenomeno in tutte le sue implicazioni, con il conseguente rischio di addivenire a diagnosi e, quindi, ad ipotizzare terapie non ottimali, se non proprio sbagliate.

Per tutto quanto sopra esposto ho deciso di articolare il lavoro nel modo seguente:

  1. osservare l’evoluzione, in termini quantitativi, del fenomeno a livello nazionale.
  2. esaminare l’evoluzione degli aspetti normativi;
  3. confrontare la situazione del comune di Siena con quella dell’intero territorio nazionale e della regione di appartenenza (analisi spaziale);
  4. quindi,con solo riferimento al Comune di Siena, osservare l’andamento nel tempo degli aspetti che riterrò più significativi (analisi temporale).

E’ facile comprendere le difficoltà, date le caratteristiche di questo strumento (blog), di essere sintetici più di tanto senza correre il rischio di incidere negativamente ed, anche, significativamente, sulla qualità del “prodotto finito”.

Quindi, nell’impossibilità di mantenermi adeguatamente conciso (vale a dire nell’impossibilità di confinare il tutto in un solo post), ho deciso di pubblicare questa “inchiesta” a puntate cercando il più possibile di rendere ogni puntata, pure se strettamente correlata con le successive/precedenti, in qualche modo compiuta.

Vediamo quindi, in prima battuta, l’evoluzione del fenomeno su dimensioni nazionale e regionale.

Quando si affrontano “fenomeni” quantitativi, come si sa, il problema dell’affidabilità/omogeneità dei dati riveste importanza non secondaria. Nel caso specifico, non potendo, per ovvie ragioni, trattare in maniera esaustiva questo aspetto, mi limito a dire, sintetizzando rozzamente, che, per quanto dichiarato dagli stessi Organismi preposti alla “raccolta dati”, svariati sono i fattori che rendono meno robusta la comparabilità delle relative serie storiche (in particolare il “diverso tasso di adempimento dell’obbligo di comunicazione dei dati” da parte delle Amministrazioni pubbliche – cfr MEF: “Rapporto sulle partecipazioni detenute dalle Amministrazioni Pubbliche al 31 Dicembre 2012”, pubblicato nel Luglio 2014)

Tenuto conto di questo “handicap” oggettivo, fra le tante possibili rappresentazioni il grafico sotto riportato mi è sembrato il più affidabile  per gli scopi di questo lavoro.

In tale grafico viene raffigurato,  per il periodo 1990-2012, il numero di società partecipate costituite nell’anno di riferimento.

Come si vede abbastanza chiaramente, questo numero ( ripeto, delle società partecipate costituite nell’anno di riferimento) è cresciuto progressivamente fino al 2002. Di converso possiamo riscontrare, altrettanto chiaramente, un progressivo (e, ancora, significativo) ridimensionamento a partire dal 2006.

Tanto la fase di sensibile crescita quanto quella di significativo decremento risultano fortemente influenzate, come vedremo in un post successivo, dagli interventi legislativi in materia.

 

 

 

ANDAMENTO DELLE SOCIETA’ PARTECIPATE DALLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE (numero di società partecipate costituite nell’anno di riferimento)

Fonte: MEF – Rapporto sulle partecipazioni detenute dalle Amministrazioni pubbliche
                                                             (dicembre 2012)

Passando alle consistenze rileviamo che, al giugno 2015, gli organismi partecipati dall’insieme degli Enti pubblici risultavano essere 7.684 (sistema SIQUEL della Corte dei conti: cfr Corte dei Conti – sezione delle Autonomie, “Osservatorio sugli Organismi partecipati/controllati dai Comuni, Province e Regioni – Relazione 2015”). Come si vede un numero di società partecipate di dimensioni rilevanti tanto in termini assoluti quanto in termini relativi ( confronti internazionali).

“Scendendo” a livello regionale, la “platea degli organismo considerati”, per tutta una serie di ragioni “tecniche” che non è il caso di riportare in questa sede (per approfondimento cfr sempre il documento della Corte dei Conti sopra indicato), si ruduce a 4.935 soggetti. Bene. Da questo sottoinsieme si rleva, per esempio, che, sul totale nazionale, il peso degli organismi partecipati è, per la Toscana, dell’11,77%, quasi a “pari merito” con l’Emilia Romagna (11,12%) e preceduto soltanto da quello della Lombardia (19,49%)

Quindi, riassumendo in maniera “telegrafica” possiamo dire che il “fenomeno” delle partecipazioni degli Enti Pubblici è aumentato sensibilmente e progressivamente dal 1990 al 2002 e, ancora progressivamente, si è ridimensionato a partire dal 2006. Ambedue gli andamenti, abbiamo detto (come vedremo meglio in uno specifico post), sono derivati dagli interventi legislativi in materia. Resta comunque il fatto che, nel nostro paese, il numero di partecipate rimane a tutt’oggi molto elevato anche se facciamo un confronto con la situazione internazionale.

Sempre da una prima e sommaria lettura del materiale disponibile se, da una parte, ho trovato conferma dell’opinione comune che il settore necessita di robusti interventi tesi a recuperare efficienza e trasparenza (da attuare anche mediante un forte ridimensionamento e consistenti aggregazioni), dall’altra ho potuto constatare che non tutto è da buttare. E questo sia in termini settoriali che in termini territoriali.

continua

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: PRECISAZIONI

Qualche tempo fa incontro una persona che, per mantenerne l’anonimato, chiamerò Mario.

Dopo i soliti convenevoli ed alcune chiacchiere “banali” la conversazione “scivola” sui contenuti di questo blog. E Mario, con riferimento a quanto ho avuto modo di dichiarare sul “detrattore occulto”, mi dice di essere rimasto sorpreso, conoscendo il mio modo di scrivere, dagli aggettivi particolarmente pesanti, secondo lui, da me usati allorquando mi sono trovato ad esporre apprezzamenti sui relativi “connotati culturali” (cfr post del 14 aprile 2015). Ma vediamo le parole esatte:

…. io credo, specificando meglio quanto detto all’ inizio di questo post, che il “mio” detrattore occulto sia in realtà un gruppo i cui membri sono tutt’altro che dei buontemponi; anzi, un gruppo, per il mio modo di pensare e sempre estrapolando sensazioni/deduzioni del tutto personali, permeato da atteggiamenti riconducibili ad una cultura tipicamente criminale-mafiosa…..

Gli aggettivi “sotto accusa”: criminale e mafiosa.

Ora, è certamente vero che, tanto nel parlare quanto nello scrivere, preferisco usare un linguaggio che consenta all’ interlocutore o al lettore di farsi un’idea sulla base del contenuto dei ragionamenti e non, come sovente accade, “grazie” all’utilizzo di frasi ingiuriose oltre misura, di parolacce, di offese, di frasi ad effetto, ecc., ecc. Un linguaggio che, ritengo, deriva dalla mia educazione e, forse di più, dal mio carattere e non dalla volontà, come certamente qualcuno vorrà insinuare, di mantenermi sempre e comunque “inoffensivo”. All’interno di questa logica, quando necessario, non mi faccio scrupolo di utilizzare aggettivi “pesanti”, pur mantenendo il mio “stile” che non ho la pretesa di giudicare migliore di qualsiasi altro.

Comunque sia, caro Mario, le tue parole mi hanno spinto a rivedere con spirito critico quanto da me scritto in quel post. Ma devo dirti che, in questo caso, sono rimasto della stessa opinione: usare dei sinonimi “edulcorati” avrebbe potuto indurre il lettore, secondo me, ad una sorta di sottovalutazione del “fenomeno” così come io lo percepisco. Voglio cioè dire che, sempre a mio avviso, gli aggettivi “calzanti” erano proprio quei due (ti ricordo comunque che, come detto chiaramente nel citato post, trattasi di opinioni personali non suffragate da elementi concreti). Quindi, pur confermando quanto da te sostenuto riguardo al mio modo di scrivere, in questo caso non ritengo di dover procedere ad alcuna “edulcorazione”.

In ogni caso approfitto dell’occasione per ringraziare tutti coloro che mi hanno rivolto critiche (e che me ne rivolgeranno in futuro), anche aspre, che, nella peggiore delle ipotesi, mi hanno spinto ad un “momento di riflessione” e, nella migliore delle ipotesi, mi hanno consentito di individuare errori e/o incongruenze e, quindi, procedere alle dovute correzioni. Come mi hanno insegnato alcuni miei maestri di studio e di vita ( parlo quindi di non pochi anni fa), meglio una critica sincera, anche se particolarmente “graffiante”, che dieci, cento opinioni ipocritamente positive.

Sempre su questo versante devo dire che a breve disporrò di un, diciamo, test che, se “positivo”, mi “costringerà”, addirittura, a rafforzare le mie opinioni (che rimarranno pur sempre opinioni in quanto basate esclusivamente su ragionamenti logico-deduttivi) in quanto indurrebbe ad ipotizzare una capacità del detrattore occulto di “influenzare” anche settori che, per deontologia e per legge, dovrebbero essere assolutamente “impermeabili” a qualsivoglia “infiltrazione”.

PREROGATIVE: CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONI “AD ALTA VOCE”

Sono passati poco più di due anni dal momento in cui ho cominciato a predisporre questo blog  e poco più di un anno dal primo post pubblicato. Un periodo di “rodaggio” non breve che mi ha consentito, fra l’altro, di capire meglio le caratteristiche operativo-divulgative di tale strumento e, quindi, di focalizzare modifiche, cambiamenti, miglioramenti da adottare.

Tempo fa, qualcuno ebbe a rivolgermi, garbatamente, delle critiche per aver deciso di utilizzare un solo blog per due temi (in gergo: categorie) molto diversi fra loro. Ad oggi devo riconoscere che tali critiche erano giustificate: questo abbinamento “eterogeneo” ha certamente creato confusione che, alla fin fine, ha ostacolato la possibilità di capire, con semplicità ed immediatezza, ambedue le problematiche rendendo ben meno “accattivante” la lettura dei singoli post.

A quel tempo io risposi che la scelta era dovuta anche, ma non solo, alla mia (allora) scarsa conoscenza di questo Sistema di Gestione dei Contenuti (CMS: Content Management System).

Oggi non è più così. Pur rimanendo un dilettante in materia ho acquisito un minimo di esperienza che mi consente, con relativa facilità, di predisporre e gestire un blog.

Ho quindi deciso di separare nettamente le due categorie costituendo, per ognuna, uno specifico blog. Più in dettaglio, una volta eseguiti gli adempimenti per l’acquisizione di un nuovo dominio ed aver istallato/personalizzato il software per un nuovo blog, provvederò, appunto, a scindere, tanto per il passato quanto per il futuro, i due argomenti/categorie. Pertanto, “a bocce ferme” ci sarà un blog, denominato ancora SIENA MIGLIORE, al cui interno verranno inserite pagine, sottopagine e post contenenti argomenti riferiti alle istituzioni senesi e, più in generale, alla nostra collettività, mentre pagine, sottopagine e post riguardanti aspetti riconducibili alla, diciamo, sfera privata, troveranno collocazione in un altro blog il cui titolo, probabilmente, sarà, semplicemente, il mio nome. Tutto ciò anche se, al momento, non sono in grado di quantificare gli aspetti temporali (timing) di tale cambiamento.

Mi sono reso anche conto che una presenza abbastanza sporadica ha ben poco senso in un diario on line che, invece, proprio per le sue caratteristiche, implica una assiduità ben più marcata. A maggior ragione se consideriamo anche il mio intendimento di allargare significativamente l'”area di intervento”.

All’interno di questo “processo evolutivo” devo dire che, oggi, addirittura, non arrivo più ad escludere categoricamente la possibilità di costituire un giornale on line, laddove mi si presentasse una serie di condizioni (anche sul versante dei costi) tali da convincermi che questa strada mi permetterebbe di conseguire, in maniera ben più pregnante, gli obiettivi originari.

Da qui l’ulteriore decisione di riservare più spazio a tale nuovo impegno. Più in generale l’intendimento è quello di riorganizzare il mio tempo in modo tale da dedicarne, “istituzionalmente”, una quantità maggiore all’attività dei blog.

Questa scelta mi consentirà anche di rendere più immediata, nel blog, diciamo, personale, la pubblicizzazione dei vari problemi, di cui ho già fatto cenno in altri post e nelle pagine iniziali, che sono ancora ben al di là dall’essere risolti: i rumori di mezzi (molti) insopportabili (come già detto più volte, l’enorme strada abusiva costruita dai nostri vicini è completamente a ridosso della nostra abitazione tanto che i mezzi che vi transitano sembra che “attraversino” letteralmente l’abitazione, oggi ancora di più grazie – si fa per dire – alla nuova “motorella” ben più rumorosa delle già rumorose preesistenti) dalla mattina alle 6 alla sera alle 10; l’inquinamento “atmosferico” derivante dalla polvere e dagli scarichi di mezzi; il problema della rete di nostra proprietà e della siepe che vi si appoggia la quale, lasciata a sé stessa, diviene foriera anche di problemi igienico-sanitari (enorme incremento delle zanzare tigre, ecc.,ecc.), i cattivi odori (di carogne di animali?) provenienti dai loro allevamenti, ancora una volta insopportabili quando il vento “tira” da sud-est: ecc.; ecc..

In chiusura di queste “riflessioni ad alta voce”, per dirla tutta e fino in fondo, devo anche aggiungere che tale “attività”, il cui inizio è derivato dalla necessità di conseguire, sostanzialmente, i due obiettivi indicati nelle pagine/sottopagine introduttive, ha stimolato in me anche nuovi interessi, non previsti, per certi aspetti, diciamo, di carattere psicologico. Infatti, con il passare del tempo, ho cominciato ad interessarmi (se non proprio a divertirmi) ad osservare i cambiamenti di atteggiamento nei miei confronti delle persone che, mano a mano, sono venute a conoscenza dell’esistenza di questo blog e del relativo contenuto. Cambiamenti, si badi bene, per i quali mantengo il massimo rispetto e nessun intendimento derisorio.

 

APPELLO PER SIENA: SULLE SOCIETA’ PARTECIPATE E CONTROLLATE DAL COMUNE DI SIENA

1) INTRODUZIONE

Me la sono presa comoda. Forse troppo comoda! Un ritardo “significativo” (il post precedente risale al 14 aprile dell’anno in corso) determinato, innanzitutto, dalla mia decisione di affrontare la problematica indicata nel titolo non prima del giorno successivo a quello delle elezioni amministrative (31 maggio u.s.). Il motivo di tale decisione è semplice: non voglio che questo blog venga considerato uno “strumento” per fare, in qualche modo, politica (in senso partitico).E l’argomento si presta non poco ad accostamenti del genere, specie alla vigilia di un appuntamento elettorale.

Forse è il caso di specificare meglio tale aspetto. Non è che io non mi interessi di politica. Più semplicemente, in questa sede tutti gli argomenti che mi troverò ad affrontare dovranno essere trattati, esplicitamente o implicitamente, non con l’obiettivo di “sponsorizzare” o denigrare questo o quel partito e/o, più in generale, questa o quella lobby, ma nell’esclusivo interesse generale. Questo, almeno, è il mio intento. Il fatto di esserne o meno all’altezza è tutta un’altra questione. Gli obiettivi rimangono quindi quelli  a suo tempo indicati nelle pagine introduttive di questo blog (pagina denominata “PERCHE’ QUESTO BLOG” e sottopagine della pagina denominata “APPELLO PER SIENA”).

Sono poi sopravvenuti svariati piccoli impegni che, complessivamente, hanno. assorbito  altro(e non poco) del mio tempo.

Infine ci si è messo anche il caldo che certamente ha ridotto il livello di, diciamo, gradevolezza nel lavorare davanti ad un computer.

Fatto sta che, rimanda rimanda, solo oggi mi predispongo ad affrontare l’argomento evidenziato nel titolo di questo post.

Come accennato nel post del 28 dicembre 2014, “sono arcinote le prese di posizione che, da molte parti, sono state formulate riguardo ai guasti, alle inefficienze, alle degenerazioni di questa forma di intervento pubblico nell’ economia (e non solo nell’ economia)”. Da qui la decisione di andare a vedere come stanno realmente le cose, per questo specifico aspetto, nel “ristretto” ambito comunale.

i documenti di base a cui farò qui riferimento sono:

  • la relazione sull’ argomento pubblicata dalla Corte dei Conti nel giugno dell’anno ormai da tempo concluso (2014) (“Gli organismi partecipati dagli Enti Territoriali – Osservatorio sugli Organismi partecipati/controllati da Comuni, Province e Regioni e relative analisi”), per gli aspetti generali (l’Italia nel suo complesso);
  • il “Programma di razionalizzazione delle partecipate locali”, predisposta dal Commissario Straordinario per la revisione della spesa in data 7 agosto 2014, sempre con riferimento all’Italia nel suo complesso;
  • la Relazione sulla verifica amministrativo-contabile eseguita dal giorno 14 gennaio 2013 al giorno 21 febbraio 2013 presso il comune di Siena predisposta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze dipartimento della RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO (la cosiddetta Relazione Cimbolini), per gli aspetti specifici (Comune di Siena)

Anche se l’ultimo dei documenti sopra citati è stato reso pubblico molto prima dei due precedenti qui analizzerò prima i documenti che affrontano la questione in termini generali (la relazione della Corte dei Conti ed il documento del Commissario straordinario per la revisione), per poi passare alla situazione specifica  (Relazione Cimbolini). La “logica” sottostante, come è facile capire, è quella di “scendere” dal generale al particolare e non quella di seguire l’ordine cronologico delle pubblicazioni.

Approfondirò quindi le mie conoscenze sull’argomento raccogliendo e leggendo tutti i documenti che riterrò utili per i miei fini. In particolare intendo documentarmi adeguatamente sugli svariati interventi normativi introdotti dal legislatore, con diverse finalità, sulla materia.

Il lavoro completo mi dovrà (o, più modestamente, dovrebbe) consentire di addivenire, attraverso uno studio abbastanza approfondito dello stato dell’arte, ad una “fotografia” sufficientemente nitida del “contesto sotto osservazione” e, quindi, di esporre le mie opinioni in merito alla problematica in sé ed alle cose da fare; su questa strada mi muoverò fin tanto che lo riterrò di qualche utilità.

Nondimeno mi dovrebbe consentire anche di “testare” se e quanto si è operato per cominciare a rendere adeguatamente trasparente l’attività di questa importante Istituzione (Amministrazione Comunale).

Il fine ultimo è sempre lo stesso: contribuire, nel mio piccolo, alla costruzione di una Siena migliore.

Infine, un piccolo desiderio: sarebbe bello, in omaggio alla trasparenza ed alla democrazia diretta, che tutte le decisioni riguardanti la nascita, lo sviluppo o la soppressione di una società partecipata venissero demandate ai residenti attraverso apposito referendum o strumenti similari (non ho, al momento, le conoscenze “tecniche” per entrare nello specifico). Altrettanto gradita la situazione in cui l’Amministrazione comunale decidesse di rendere pubblici i curricula di tutti gli amministratori prescelti.

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: ANCORA SUL DETRATTORE OCCULTO

Riprendo i fili del discorso sul detrattore occulto “abbozzato” nei post del 28 dicembre 2014 e del 10 marzo 2015. Potrei sbagliarmi ma, come già detto, io non credo di avere molti detrattori, tanto meno occulti. Ecco perché, anche nel caso in cui fossero più di uno, ho preferito utilizzare la parola al singolare. Con ciò non voglio dire che a tale “soggetto” non facciano riferimento più persone. Anzi, ho la netta sensazione che il “mio” detrattore occulto (il soggetto) sia composto, in effetti, da più componenti (persone) che, peraltro, formano una unica entità in quanto gruppo organizzato, anche se eterogeneo, e con finalità univoche. Questa, lo ripeto, per il momento è una mera sensazione del tutto personale.

Una “telegrafica” puntualizzazione sul significato che ho inteso dare alla parola detrattore: ho usato questa parola, non tanto nella sua accezione più “leggera” quanto come sinonimo di calunniatore (da calunniare: screditare con accuse coscientemente false).

Fino a ieri davo scarsissima importanza a problematiche di questo tipo. Oggi non la penso più così (“meglio tardi che mai” dirà qualcuno; e forse non ha tutti i torti!). Sono arrivato alla conclusione che se qualcuno si organizza “scientificamente” per denigrarti tu, se e quando lo vieni a sapere, non puoi fare a meno di difenderti. E per chi non ha nulla da nascondere un diario on line mi sembra lo “strumento di difesa” più adatto.

IL PUNTO.                                                                                                                      Come già evidenziato nella sottopagina I MOTIVI della pagina UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO, è grazie a tre aneddoti che ho potuto accertare, in maniera inequivocabile, l’esistenza del “detrattore occulto”. Certo è che se alcuni personaggi di tali aneddoti mi avessero dato qualche indicazione in più ora avrei un quadro meno parziale e, verosimilmente, avrei potuto muovermi con una minima “cognizione di causa”. Ma forse è solo colpa mia che, probabilmente, non ho saputo fare le domande opportune nel momento opportuno. Fatto sta che per non poco tempo ho indirizzato le mie ricerche su versanti, probabilmente, sbagliati.

Comunque sia oggi sono arrivato a, come dire, irrobustire ulteriormente questa che, peraltro, era già una certezza.

                                                                                                               

 LE PREROGATIVE.                                                                                                        Adesso occorre andare ben oltre tale certezza ed io intendo proseguire su questa strada fintanto che non avrò ottenuto informazioni in grado di consentirmi di rispondere alle seguenti domande:

  • Chi? [chi è il detrattore occulto? Chi sono i suoi “veicolatori qualificati”(per il relativo significato cfr post del 28 dicembre 2014, penultimo capoverso)?]. Io qualche idea ce l’ho. Ma sono idee al momento per niente suffragate da elementi concreti. Quindi me le tengo per me. Solo se e quando arriverò ad ottenere un quadro informativo “sostenibile” farò i passi opportuni. Comunque, alcune considerazioni sulla, diciamo, categoria di appartenenza, mi sento fin d’ora di azzardarle; considerazioni, si badi bene, ancora una volta del tutto personali, per di più basate su elementi meramente intuitivi: io credo, specificando meglio quanto detto all’inizio di questo post, che il “mio” detrattore occulto sia in realtà un gruppo i cui membri sono tutt’altro che dei buontemponi; anzi, un gruppo, per il mio modo di pensare e sempre estrapolando sensazioni/deduzioni del tutto personali, permeato da atteggiamenti riconducibili ad una cultura tipicamente criminale-mafiosa. Ed io, data la mia marcata repulsione per tale cultura, accentuerò notevolmente il mio livello di attenzione su tale versante. Ma la mia unica “arma” di difesa sarà quella di descrivere su questo blog, in maniera assolutamente veritiera, i singoli fatti e, eventualmente, le mie modeste opinioni.
  • Che cosa? ( per meglio dire: quali sono le ” nefandezze” diffuse dal detrattore occulto?). Dati i precedenti insuccessi non mi “azzardo” ad ulteriori ipotesi fino a quando non avrò, anche in questo caso, qualche elemento in più.
  • Perché? (Vale a dire: con quali obiettivi? Mera denigrazione? Strategia di “isolamento”? Strategia di “criminalizzazione”? Mio abbandono dell’attuale residenza? “Logoramento” dei rapporti affettivi con le persone a me più vicine? Ecc., ecc., ecc., ecc.?).
  • Quali le eventuali correlazioni e/o interdipendenze con altre situazioni riguardanti sempre il sottoscritto?

Una strada che ho deciso di “battere” con grande pacatezza, vorrei dire con serenità e tranquillità, senza farmi “assorbire” più di tanto in termini di tempo, senza impostare inutili “cacce alle streghe” e senza inficiare, per quanto possibile, la qualità della mia vita.

Ma lo farò anche con grande ostinazione, fino a che non troverò risposta alle suddette domande.

Come potete constatare, su questo fronte le cose sono più complesse di quelle afferenti i cosiddetti fastidi. Ma il web, come si sa, fa “miracoli” ed io confido, prima o poi, di raggiungere completamente l’obiettivo. Un conseguimento parziale sarebbe una “quasi sconfitta” in quanto consentirebbe al detrattore occulto di “farla franca”. Mi spiego meglio. Potrebbe accadere che se e quando riuscirò a rendere più trasparente la questione il nostro (o, meglio, il mio) detrattore occulto, proprio perché abituato a colpire senza “scoprirsi”, decida semplicemente di immergersi nuovamente nella sua melma torbida e maleodorante in modo da rendere impossibile la sua individuazione. Ecco, questo finale lo considero, appunto, una “quasi sconfitta”.

Capite bene che, per tutto quanto sopra specificato, qualsiasi informazione e sotto qualsivoglia forma (pubblicamente attraverso questo blog, privatamente o, anche, in maniera anonima) sarà quindi oltremodo gradita.

Comunque, il fatto che il “mio” detrattore occulto abbia potuto agire pressoché indisturbato potrebbe essere dovuto anche a qualche “deficienza” delle mie, diciamo, difese immunitarie. Io sono relativamente lento nelle mie riflessioni. Ma pure questo aspetto ho intenzione di metterlo a fuoco con calma ma con determinazione e trarne le dovute conseguenze.

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: SUL DETRATTORE OCCULTO ED ALTRE COSE

Avevo già deciso di dedicare questo ritaglio di tempo ad “ottemperare” alle prerogative che mi ero assegnato in chiusura del post del 28 dicembre: esposizione organica degli obiettivi che intendo perseguire sul versante del detrattore occulto.

Quindi, dopo la mia consueta lettura di alcuni quotidiani, mi posiziono diligentemente davanti al mio PC per “svolgere il compito”. Ma i miei pensieri , invece, si indirizzano verso tutt’altri argomenti: la mia mente, “fresca” della citata lettura e di molte altre precedenti, non può fare a meno di ripensare a quella interminabile serie di orrori provocati dal terrorismo islamico. Un turbamento, il mio, farcito di una sorta di incredulità, come se facessi fatica ad accettare tutte queste mostruosità come vere.

E, orrore dopo orrore, torno a ragionare anche su tutte le atrocità denunciate nel rapporto della Commissione per i diritti del bambino dell’ONU.

Infine,come in una “logica sequenza”, mi trovo a ripensare a tutti quegli accadimenti, recenti e meno recenti, riguardanti la pedofilia.

Ed è così che, “costretto” dai miei pensieri, mi sono trovato a “rinverdire” le mie opinioni al riguardo. E’ quindi riemerso il mio radicato e profondo disprezzo  (oltre che nei confronti di tutte quelle persone che molestano, perseguitano, disturbano, affliggono, violentano sotto qualsivoglia forma, altra persona) nei confronti dei pedofili. Tant’è che nella mia scala dei disvalori (valori negativi) fra i primi posti trova collocazione anche la pedofilia in tutte le sue accezioni/ramificazioni. Un sentimento nitido, radicato e vigoroso che il pedofilo mi suscita in quanto, con le sue perversioni sessuali, provoca, anche nelle manifestazioni, diciamo, più leggere, danni incalcolabili su bambini ed adolescenti. Un sentimento che, per fortuna, sembra essere tutt’altro che isolato (riporto qui quanto dichiarato alla stampa, pochi giorni fa, dal Movimento Italiano Genitori: “La pedofilia è un sopruso squallido e violento, che minaccia fisicamente e psicologicamente l’integrità e l’innocenza dei minori.”).

Bene. Dopo questa “rivisitazione” i miei pensieri si “riposizionano” sulla problematica oggetto di questo post. E, pur essendo cosciente dell’incommensurabile distanza rispetto alle atrocità di cui sopra, non posso fare a meno di mettere a confronto la “categoria” dei pedofili con quella dei detrattori occulti. Ed è così che, oltretutto, arrivo a rendermi conto,  che questa “categoria” si trova, nella mia citata scala dei disvalori, forse anche per il fatto che in questo caso la cosa mi riguarda direttamente, poco al di sotto della pedofilia. Parlo, ovviamente, dei detrattori occulti: nessun sentimento di disprezzo, invece, per i detrattori tout court (detrattori palesi) che, anzi, credo svolgano una funzione tutto sommato positiva.

Anche se sono riuscito a riportare i miei pensieri sulle prerogative originarie, mi accorgo che, a questo punto, è un po’ tardi per trattare compiutamente tutte le relative sfaccettature. Quindi, per le argomentazioni che intendevo esporre in questo post sono costretto a rimandare il tutto alla prossima “puntata”.

APPELLO PER SIENA: ANCORA SULL’ INSERIMENTO DI GRANDI STRUTTURE DI VENDITA A ISOLA D’ARBIA

Dai resoconti sulla stampa locale del 25 febbraio u.s. siamo venuti a conoscenza dell’ incontro del Sindaco del Comune di Siena con alcune Associazioni di categoria (Cna, Confartigianato, Confcommercio e  Confesercenti). Argomento: l’ipotetico centro commerciale ad Isola d’Arbia.

Abbiamo così appreso che il massimo esponente dell’Amministrazione locale cittadina, nell’obiettivo dichiarato di “rilanciare l’area sud del territorio  e, in particolare, la zona industriale di Isola d’Arbia” intende procedere in modo che “su tutti i procedimenti urbanistici rilevanti sarà dato spazio e voce ai cittadini e a tutte le forze economiche e sociali”.

Questa affermazione, a me sembra, se seguita coerentemente dai comportamenti, consentirà di abbassare significativamente le probabilità di commettere errori di valutazione e, quindi, addivenire a scelte non ottimali. L’unico rischio che potrebbe derivare da una scelta del genere è quella dell’immobilismo. Ma questo rischio, come dichiarato anche dallo stesso Sindaco di Siena, potrà essere “rimosso” dal Consiglio comunale al quale spetta l’ultima parola in quanto rappresentante dell’interesse collettivo.

Peraltro, parlando con la massima franchezza, mi sarei tranquillizzato completamente se il menzionato Sindaco avesse fatto riferimento anche ai Sindaci dei Comuni contermini. E ciò, non tanto perché ho qualche “amicizia” e/o lobby da difendere, quanto per il fatto che sono assolutamente convinto che scelte di questo tipo possono avvicinarsi ad un risultato finale ottimale solo ragionando su aggregati territoriali ben più ampi di quelli del singolo comune. In casi come questo un, diciamo, sottodimensionamento della “governance” del progetto complessivo può essere foriero di maggiori sprechi, maggiori inefficienze e maggiori errori.

Voglio comunque sperare, visto che negli atti resi disponibili dal Comune di Siena è già riscontrabile il coinvolgimento di tali comuni (relativa Conferenza di Pianificazione), che il più volte citato Sindaco prosegua su questa strada, superando intelligentemente vecchi ed anacronistici campanilismi.

APPELLO PER SIENA: GRANDI STRUTTURE DI VENDITA A ISOLA D’ARBIA (INTRODUZIONE)

Avevo deciso di dedicare queste poche ore disponibili ad una attenta lettura del documento della Corte dei Conti intitolato “Osservatorio sugli Organismi partecipati/controllati da Comuni, Province e Regioni e relative analisi”. Primo passo indispensabile per poter andare avanti con le prerogative delineate nel precedente post, riguardanti la situazione delle società partecipate/controllate dal Comune di Siena.

Ma le ultime prese di posizione sulla stampa locale in merito al dibattito sul centro commerciale ad Isola l’Arbia, in particolare l’intervento di alcuni giorni fa del sindaco di Monteroni d’Arbia, mi hanno costretto, per così dire, ad esporre il mio punto di vista su tale problematica. Premessa indispensabile: io non ho il piacere di conoscere il Sindaco di Monteroni, non ho alcun interesse collegabile all’Amministrazione Comunale di Monteroni, non ho proprietà e/o interessi di alcun genere nella zona di Isola d’Arbia. Voglio cioè dire che questo mio intervento è dettato esclusivamente dalla volontà di dare un modestissimo contributo affinché si evitino scelte, non dico sbagliate (che, peraltro, in passato ci sono state, eccome!), ma anche soltanto non ottimali per gli interessi generali. Credo converrete con me che, con i tempi che corrono, queste puntualizzazioni sono meno “peregrine” di quanto potrebbe apparire “a prima vista”.

Il citato intervento ha destato il mio interesse per due ordini di motivi:

1) per la ragionevolezza delle argomentazioni

2) per l’implicita dimostrazione che, forse, non si è proceduto ad effettuare tutti i necessari “approfondimenti”.

Ma procediamo con ordine. Diciamo subito che io, per la mia “veste” di “consumatore” che non di rado  deve recarsi fuori dal territorio per fare degli acquisti, vedrei con favore l’insediamento di un grande centro commerciale ad Isola d’Arbia in quanto foriero, in quest’ottica, solo di ricadute positive. Ma questa è la mia opinione, peraltro derivata da un’osservazione del tutto parziale, a cui potrebbero affiancarsi molte altre in direzioni diametralmente opposte e quindi tali, quantitativamente e qualitativamente, da sopraffare abbondantemente le ragioni di segno positivo derivanti da un’approccio da “semplice” cittadino/consumatore.

Nell’intervento del citato Sindaco viene detto, fra l’altro, che “Si rende necessario …. ragionare fuori da perimetri ristretti, come quelli comunali, gli interventi che interessano lo sviluppo dell’area sud di Siena.” Che poi così prosegue: “Ritengo altrettanto fondamentale confrontarsi su certi interventi dentro una visione complessiva della pianificazione del territorio e…. con il supporto di studi previsionali, di compatibilità e di impatto sul tessuto commerciale esistente e sulla qualità della vita e socialità dei vari centri urbani che gravitano in quell’orbita”. Il breve intervento continua elencando una serie di interrogativi, a mio avviso del tutto ragionevoli, nonché di inadempienze e di ritardi, specie sul versante della viabilità. Quindi conclude dicendo: “Mi auguro perciò che da parte di tutti possa prevalere il buon senso e la volontà di sedersi ad un tavolo con l’obiettivo di ragionare davvero sullo sviluppo dell’area sud di Siena evitando le illusioni del passato. Noi in questo contesto saremmo pronti a fare la nostra parte”.

A me sovviene subito una domanda, propedeutica a qualsiasi altra: l’idea di far nascere un centro commerciale ad Isola d’Arbia deriva dall’aver constatato la necessità di reperire, appunto, una vasta area da adibire a tale scopo o, viceversa, il punto di partenza è stato la necessità di trovare una soluzione per la riqualificazione delle aree ex Nannini ed ex Ultravox? Da una lettura sommaria dei documenti disponibili mi sembra di poter dire che il punto di partenza è stato proprio quello di trovare una riqualificazione di tali aree e non viceversa. Da qui la necessità di andarci “con i piedi di piombo” onde evitare ulteriori errori: l’insediamento di grandi strutture di vendita non è uno scherzo e, proprio per quanto or ora detto, occorre verificare fino in fondo tutti i vantaggi al netto degli svantaggi.

A questo punto vediamo alcune altre informazioni utili per definire la problematica.

Nel documento del comune di Siena denominato “Verifica di sostenibilità territoriale per la riqualificazione delle aree ex Nannini ed ex Ultravox in località Isola d’Arbia” (luglio 2014 – n.d.r.) si legge testualmente : “Questi due importanti complessi immobiliari insistono su una superficie fondiaria di circa 68.000 mq a fronte di una superficie coperta di circa 24.000 mq ed hanno ospitato fino a 15‐20 anni fa importanti realtà produttive dell’industria dolciaria e dell’elettronica di consumo. Dopo la chiusura delle attività produttive le due aree non hanno trovato una collocazione adeguata al mercato nell’ambito delle destinazioni d’uso consentite dal vigente Regolamento Urbanistico del Comune di Siena.”

In tale documento si legge altresì che “Le società immobiliari  proprietarie dei fabbricati da oltre dieci anni (ISOLA S.r.l.  per l’ex ultravox e SIENASUD S.r.l. per l’ex Nannini – n.d.r.),  hanno tentato senza successo di collocare gli immobili o loro porzioni sia come vendita sia come locazione con le destinazioni d’uso attualmente consentite dal Regolamento Urbanistico (aree artigianali, piccoli negozi di vicinato e medie strutture di vendita). Purtroppo anche questo tentativo è stato abbandonato perché non ha ottenuto interesse del mercato immobiliare, produttivo e commerciale.” E per tale motivo queste due società, nel luglio del trascorso anno, hanno inoltrato richiesta per l’inserimento di grandi strutture di vendita nelle suddette aree.

Sempre nel citato documento si afferma che ….”l’area industriale di Isola d’Arbia risulta ormai fortemente consolidata e gli interventi di urbanizzazione eseguiti negli anni passati sono considerati irreversibili; i fabbricati in oggetto sono circondati da altri insediamenti industriali esistenti e dall’area produttiva in progetto negli strumenti urbanistici comunali: di conseguenza l’opzione del recupero e della rivalorizzazione è l’unica percorribile anche in conformità con gli sviluppi previsti dagli strumenti urbanistici per la città dell’Arbia.”

Ed ancora, “E’ pertanto assai plausibile che, stante l’attuale crisi economica e la presenza in zona di tanti altri fabbricati di più piccola pezzatura inutilizzati, senza la modifica richiesta gli immobili non trovino una soddisfacente destinazione nel breve‐medio periodo. Viceversa, l’insediamento di grandi strutture di vendita contribuirebbero in modo determinante a rivitalizzare l’area industriale con presumibile incremento del tasso di utilizzo di tutti gli immobili presenti in zona.”

Fin qui la storia. Vediamo adesso, in maniera molto sommaria, quelle che, secondo me, sono le cose di cui tener conto, dando per scontato che nelle due citate aree troveranno insediamento, appunto, grandi strutture di vendita. Bene. Per tutto quanto sopra detto mi sembrano del tutto ragionevoli le considerazioni/proposte del Sindaco di Monteroni.

Per amore di verità occorre dire che nel citato documento sono presenti “verifiche di sostenibilità” su svariati versanti. A mio modesto parere si tratterebbe di “testare” la bontà di tali verifiche (penso, in particolare al problema del traffico e della viabilità nonché agli ipotetici vantaggi derivanti dalla stazione ferroviaria denominata Siena zona industriale) mediante l’ausilio di soggetti competenti e, più importante, indipendenti, coinvolgendo i sindaci dei comuni interessati, le associazioni di categoria e, quindi, i “semplici” abitanti del territorio.

Io, sempre nel mio piccolo, ho deciso di fare due cose:

– innanzitutto leggermi con maggior attenzione il citato documento

– in secondo luogo seguire l’evoluzione e, se e quando lo riterrò necessario, intervenire sull’argomento mediante questo blog.

L’appello, rivolto questa volta ai residenti nel comune di Siena e nei comuni contermini, è di seguire con attenzione l’evoluzione e far sentire le loro opinioni.

UN PRIMO BILANCIO

Come ho già avuto modo di scrivere, al momento in cui decisi di intraprendere questa strada (predisporre un diario on line) ero abbastanza titubante e tutt’altro che certo di conseguire gli obiettivi che mi ero prefissato. Ora, a circa un anno e mezzo di distanza, devo dire che sono abbastanza soddisfatto dei risultati ottenuti per ambedue le categorie considerate.

Altra sorpresa “gradita” riguarda gli aspetti negativi. Su questo fronte mi attendevo, fra l’altro, critiche feroci se non veri e propri interventi derisori. Niente di tutto ciò. Voglio sperare che questa reazione sia anche una conseguenza del mio continuo sforzo di mantenermi in un “sentiero” di massima trasparenza.

In linea generale posso affermare che lo “strumento” ha dimostrato di essere molto potente e facile da utilizzare. Uno strumento che, oltretutto, necessita di una quantità di energie relativamente contenuta. E senza contare che il solo fatto di poter essere letto, potenzialmente, da chiunque, ti mette al riparo, in parte,  da tutta una serie di possibili “attacchi balordi”.

Quindi un “semplice” cittadino che, specie se, come me, non ama ricorrere a lobbies di qualsivoglia genere, per ottenere risultati analoghi senza l’utilizzo del web avrebbe dovuto faticare non poco.

Categoria APPELLO PER SIENA. Su tale versante, tenuto conto delle specifiche finalità, l’utilizzo di un blog ha dimostrato di essere di notevole utilità: ho potuto “veicolare” informazioni, commenti ed opinioni con facilità e, ovviamente, in assoluta indipendenza. Quindi continuerò ostinatamente ad avvalermi di tale modo di comunicare per perseguire le prerogative individuate (cfr sottopagine di APPELLO PER SIENA).

Come avrete notato, il primo intervento specifico, sempre con riferimento a questa categoria, ha riguardato le “Consulte territoriali”. Problematica che seguirò mano a mano che emergeranno novità di rilievo.

L’altro argomento che intendo affrontare è quello delle Aziende partecipate/controllate dagli Enti Territoriali, in particolare quelle partecipate/controllate dal Comune di Siena. Sono arcinote le prese di posizione che, da molte parti, sono venute in merito ai guasti, alle inefficienze, alle degenerazioni di questa forma di intervento pubblico nell’economia (e non solo nell’economia). Il punto di partenza sarà la relazione sull’argomento pubblicata dalla Corte dei Conti nel giugno dell’anno ormai concluso (2014) (“Osservatorio sugli Organismi partecipati/controllati da Comuni, Province e Regioni e relative analisi”).

Il lavoro completo mi dovrà consentire di addivenire, attraverso uno studio abbastanza approfondito dello stato dell’arte, ad una “fotografia” sufficientemente nitida del “contesto sotto osservazione” e, quindi, di esporre le mie opinioni in merito alla problematica in sé ed alle cose da fare; su questa strada mi muoverò fin tanto che lo riterrò di qualche utilità.

Nondimeno mi dovrebbe consentire anche di “testare” se e quanto si è operato per cominciare a rendere adeguatamente trasparente l’attività di questa importante Istituzione (Amministrazione Comunale).

Il fine ultimo è sempre lo stesso: contribuire, nel mio piccolo, alla costruzione di una Siena migliore.

Categoria UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO. Anche in questo caso bilancio positivo. Innanzitutto perché sono diminuiti in maniera significativa quelli che ho definito, eufemisticamente, fastidi (per il mio pensiero sulla relativa concomitanza fra inizio del blog e riduzione dei fastidi rimando a quanto ho già detto nel post del 3 maggio 2014).

In secondo luogo perché ora, con riferimento a questo specifico aspetto, i fatti, le parole e le definizioni hanno assunto nuovamente il loro reale significato ed ai vari “personaggi” sono stati, per così dire, riassegnati gli attributi che competono loro.

Per dirla tutta devo subito aggiungere che sono rimasto abbastanza sorpreso di aver potuto conseguire, mediante questo strumento, in tempi sostanzialmente contenuti, risultati ben più importanti di quelli conseguiti con strumenti “tradizionali”. Cosa certamente gradita in termini relativi ma che, a pensarci bene, come si può facilmente intuire, risulta tutt’altro che edificante in termini assoluti nonché mortificante sotto il profilo istituzionale.

Peraltro, siccome siamo ancora lontani da una situazione normale/civile, io continuerò, di nuovo ostinatamente, ad aggiornare questo blog fino a quando non rileverò una “normalizzazione” di questa “oscura questione” ed anche, se non altro, per evitare che, cessando di scrivere sull’argomento, si verifichi  il fenomeno opposto a quello sopra indicato (recrudescenza dei “fastidi”).

In terzo luogo perché sono stati fatti passi avanti anche per la questione del “detrattore occulto” (mi esprimo al singolare in quanto sono convinto che, dato il mio modo di vivere, presente e passato, di detrattori non ne posso avere tanti, ed ancor meno di detrattori occulti) e dei suoi “veicolatori” (parlo, ovviamente di veicolatori “qualificati” – vale a dire soggetti in grado di esercitare una non marginale influenza nella società e/o in specifiche strutture organizzative – e non mi riferisco in alcun modo a quelle semplici ed innocue “chiacchiere in libertà” fatte dal negoziante x, il conoscente y o l’amico z, che hanno tutta la mia simpatia e non mi sconcertano più di tanto).

Anche su questo fronte, ho tutta l’intenzione di perseverare fintantoché non avrò la certezza assoluta di aver recuperato totalmente il mio background etico e morale (che ho la presunzione di ritenere di livello tutt’altro che minimale) e fino al conseguimento di una serie di obiettivi che esporrò in maniera organica in un prossimo specifico post.

RISPOSTE AD ALCUNE DOMANDE

Sono domande formulate spesso in maniera, diciamo, implicita, e sempre con modalità oltremodo garbate. Domande a cui rispondo volentieri, se non altro per mantenere questo blog in condizioni di massima trasparenza.

Qualcuno mi ha suggerito di non eccedere con la trasparenza in quanto, così facendo, viene a ridursi una certa atmosfera di mistero che, in ultima analisi, sollecitando la curiosità, conduce ad un incremento nel numero di “visitatori”.

Mi dispiace ma su questo versante non posso proprio accontentarlo: questo blog, sia per gli obiettivi prefissati che per la “filosofia di fondo” non può che operare in un’ottica di massima trasparenza. Se poi, così facendo, si riduce il livello di interesse, come si usa oggi dire, ce ne faremo una ragione!

Ma veniamo alle domande/risposte.

  1. Prima domanda: Chi sta “dietro” a questo blog (oltre, ovviamente, al sottoscritto)? Risposta: Ripeto, in forma meno tecnica, quanto scritto al riguardo sulla pagina intitolata NOTE LEGALI: la responsabilità dell’intero contenuto è riconducibile esclusivamente al sottoscritto. Anche le persone a me più vicine sono totalmente fuori da questa, diciamo, attività.
  2. Seconda domanda: Perché non hai separato i due argomenti evidenziati nella pagina PERCHE’ QUESTO BLOG mediante la predisposizione di due blog specifici? Risposta: Volendo ridurre al minimo i costi (quindi niente consulenze esterne se non quelle di tipo legale) e dovendo imparare di sana pianta come si costruisce un blog, ho ritenuto utile, se non altro per i tempi, predisporne, in prima battuta, uno solo. Peraltro non è escluso che decida, un giorno o l’altro, avendo acquisito una dimestichezza minima, di costruire due blog distinti. Al riguardo tutti i suggerimenti sono oltremodo graditi. Qualcuno, addirittura, mi ha consigliato di creare un “periodico on line” (settimanale, quindicinale, mensile, ecc.) dove, con gli accorgimenti del caso, far confluire anche i post afferenti la categoria APPELLO PER SIENA. Confesso che le mie modestissime esperienze al riguardo, peraltro riferite alla sola carta stampata, sono molto “datate”. Quindi dovrei cominciare dall’inizio studiandomi, prima di tutto, tutti gli aspetti normativi. Quindi procedere ad attivare i necessari adempimento burocratici. Infine dovrei garantire una produzione minima all’interno di ben definiti argomenti. E, al momento, ritengo che il gioco non valga la candela. Per di più mi sembra che l'”offerta”, al riguardo, sia già abbastanza ricca. Comunque, mai dire mai.
  3. Terza domanda: Perché hai voluto chiamare il tuo blog SIENA MIGLIORE? In questo caso chi ha formulato la domanda ha anche “azzardato” delle risposte. In particolare ha fatto riferimento  a Togliatti (segretario del Partito Comunista Italiano dal 1927 al 1964 il quale veniva chiamato dal popolo comunista, appunto, “il migliore”) ed, anche, alla cosiddetta “corrente dei miglioristi”, formatasi intorno alla metà degli anni ’90, sempre all’interno del PCI. Risposta: Con tutto il rispetto tanto per Togliatti quanto per “i miglioristi”, in questo caso ho inteso utilizzare l’attributo migliore esclusivamente per il suo significato etimologico, significato che mi è sembrato, alla luce degli eventi e del mio stato d’animo, il più calzante.