UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: PRECISAZIONI

Qualche tempo fa incontro una persona che, per mantenerne l’anonimato, chiamerò Mario.

Dopo i soliti convenevoli ed alcune chiacchiere “banali” la conversazione “scivola” sui contenuti di questo blog. E Mario, con riferimento a quanto ho avuto modo di dichiarare sul “detrattore occulto”, mi dice di essere rimasto sorpreso, conoscendo il mio modo di scrivere, dagli aggettivi particolarmente pesanti, secondo lui, da me usati allorquando mi sono trovato ad esporre apprezzamenti sui relativi “connotati culturali” (cfr post del 14 aprile 2015). Ma vediamo le parole esatte:

…. io credo, specificando meglio quanto detto all’ inizio di questo post, che il “mio” detrattore occulto sia in realtà un gruppo i cui membri sono tutt’altro che dei buontemponi; anzi, un gruppo, per il mio modo di pensare e sempre estrapolando sensazioni/deduzioni del tutto personali, permeato da atteggiamenti riconducibili ad una cultura tipicamente criminale-mafiosa…..

Gli aggettivi “sotto accusa”: criminale e mafiosa.

Ora, è certamente vero che, tanto nel parlare quanto nello scrivere, preferisco usare un linguaggio che consenta all’ interlocutore o al lettore di farsi un’idea sulla base del contenuto dei ragionamenti e non, come sovente accade, “grazie” all’utilizzo di frasi ingiuriose oltre misura, di parolacce, di offese, di frasi ad effetto, ecc., ecc. Un linguaggio che, ritengo, deriva dalla mia educazione e, forse di più, dal mio carattere e non dalla volontà, come certamente qualcuno vorrà insinuare, di mantenermi sempre e comunque “inoffensivo”. All’interno di questa logica, quando necessario, non mi faccio scrupolo di utilizzare aggettivi “pesanti”, pur mantenendo il mio “stile” che non ho la pretesa di giudicare migliore di qualsiasi altro.

Comunque sia, caro Mario, le tue parole mi hanno spinto a rivedere con spirito critico quanto da me scritto in quel post. Ma devo dirti che, in questo caso, sono rimasto della stessa opinione: usare dei sinonimi “edulcorati” avrebbe potuto indurre il lettore, secondo me, ad una sorta di sottovalutazione del “fenomeno” così come io lo percepisco. Voglio cioè dire che, sempre a mio avviso, gli aggettivi “calzanti” erano proprio quei due (ti ricordo comunque che, come detto chiaramente nel citato post, trattasi di opinioni personali non suffragate da elementi concreti). Quindi, pur confermando quanto da te sostenuto riguardo al mio modo di scrivere, in questo caso non ritengo di dover procedere ad alcuna “edulcorazione”.

In ogni caso approfitto dell’occasione per ringraziare tutti coloro che mi hanno rivolto critiche (e che me ne rivolgeranno in futuro), anche aspre, che, nella peggiore delle ipotesi, mi hanno spinto ad un “momento di riflessione” e, nella migliore delle ipotesi, mi hanno consentito di individuare errori e/o incongruenze e, quindi, procedere alle dovute correzioni. Come mi hanno insegnato alcuni miei maestri di studio e di vita ( parlo quindi di non pochi anni fa), meglio una critica sincera, anche se particolarmente “graffiante”, che dieci, cento opinioni ipocritamente positive.

Sempre su questo versante devo dire che a breve disporrò di un, diciamo, test che, se “positivo”, mi “costringerà”, addirittura, a rafforzare le mie opinioni (che rimarranno pur sempre opinioni in quanto basate esclusivamente su ragionamenti logico-deduttivi) in quanto indurrebbe ad ipotizzare una capacità del detrattore occulto di “influenzare” anche settori che, per deontologia e per legge, dovrebbero essere assolutamente “impermeabili” a qualsivoglia “infiltrazione”.

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