OCCORRE DI NUOVO ALZARE IL TIRO – 2

Come accennato, in questo e nei post sull’argomento che seguiranno, mi occuperò della questione “detrattore occulto” nei  suoi variegati risvolti.

La prima “sfaccettatura” che intendo affrontare  in questa sede possiamo annoverarla nella categoria che, al momento in cui decisi di mettere in piedi questo blog, intesi denominare “UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO”.

Perchè questa scelta? Semplice. La problematica sottostante, anche se di importanza tutt’altro che secondaria e, ancora una volta, del tutto incomprensibile sotto il profilo logico, risulta essere ben circoscritta, poco complessa e, quindi, poco dispersiva. E, proprio per questo, facile da descrivere in maniera relativamente sintetica.

E, per amore di verità, anche perché in questo caso il lavoro mi è risultato facilitato dal fatto che, in realtà, trattasi di una attività occulta poco occulta nel senso che, pur sempre in un contesto, diciamo, sotto traccia, ho avuto contezza delle fakes “veicolate” abbastanza chiaramente ed abbastanza a ridosso del loro inizio.

Quindi una scelta  dovuta  al fatto  che l’argomento,  certamente nella sua ambiguità e nella sua oscurità con riferimento agli aspetti motivazionali sottostanti, risulta essere piuttosto chiaro nelle sue manifestazioni. In altre parole ho voluto cominciare con i “compiti” più  facili.

Ma, mi si dirà,  tu stesso hai più  volte riconosciuto che, con riferimento a tale categoria, le cose sono alquanto migliorate. Quindi perché ritornarci sopra?

Confermo. Ma dato che in questo e nei post che seguiranno, come già  scritto, intendendo prendere in rassegna tutta la questione “detrattore occulto” in termini, come dire, storici, non posso rimuovere tale aspetto in quanto altamente significativo dell’insieme.

Anche se poco pertinente, desidero, ancora una volta, ribadire che, a mio avviso, tale parziale “successo” è  ascrivibile solamente al fatto di aver messo in piedi questo blog nonché,  ovviamente, alle peculiarità  del web.

Al fine di consentire a chi legge queste righe di ben comprendere tutto quanto andrò scrivendo, ritengo necessario riassumere i termini della questione, pure se in forma estremamente sintetica. E per fare questo considero utile iniziare dal periodo in cui i nostri attuali confinanti acquistarono e presero possesso di alcuni terreni circostanti (parlo, se non vado errato, del 2003) fra cui la piccola uliveta, oggi trasformata in, si fa per dire, piccolo frutteto, prospiciente il lato della nostra abitazione dove sono ubicate le camere.

Ma veniamo al nocciolo della questione.

Con l’arrivo dei nuovi confinanti io e la mia famiglia, come di consueto, ci adoperammo per costruire buoni e corretti rapporti di vicinato.

Ma, anche se con enorme ed ingenuo ritardo, capii che questi signori confinanti, fra i loro compiti, contemplavano anche, chissa perché, quello di renderci la vita impossibile. Da qui le nostre rimostranze, prima con metodi da buoni confinanti, poi con azioni sempre più incisive.

Per gli scopi di quanto andrò dicendo ritengo utile riportare integralmente, in quanto particolarmente significativo, il quart’ultimo capoverso del post del 22 Ottobre 2014:

Come ho già avuto modo di sottolineare, non si tratta della “classica” situazione di vicinato dove, “screzio dopo screzio”, da ambo le parti, si è andato creando uno stato di, diciamo, crescente conflittualità. Per quanto qualcuno si stia sforzando di far apparire una realtà di questo tipo (ne parlerò in uno specifico post), io (ma il discorso vale per tutta la mia famiglia), proseguendo nel mio normale stile di vita, mi sono preoccupato, sempre e comunque, nell’intraprendere qualsivoglia iniziativa, innanzitutto di non arrecare disturbo e/o danno a checchessia nonché, ovviamente, di rispettare le norme vigenti. Quindi, ripeto, l’attuale stato di cose, su tale versante, deriva completamente da atteggiamenti unilaterali.

Questa reminiscenza mi è apparsa necessaria in quanto io stesso, già in quel periodo, per fortuna, appresi che alcuni “veicolatori” si prodigavano in tutti i modi per diffondere l’esistenza di una situazione, diciamo, bipartisan, vale a dire una situazione in cui le responsabilità erano da addossare ad ambedue le parti in causa. L’esatto contrario della realtà: il “mio” detrattore occulto ed i suoi quattro “veicolatori” si sono adoperati in maniera tutt’altro che marginale per ribaltare completamente la verità. E la verità sta nel fatto che io (assieme a tutti i miei familiari) ho sempre adottato comportamenti volti alla massima correttezza ed alla massima disponibilità nei confronti. tanto dei confinanti, quanto dei condomini (prima dell’acquisto di questa proprietà abbiamo sempre abitato in appartamenrti all’interno di strutture condominiali).

Da qui la domanda: ma per quale diavolo di motivo dei “signori” ( con i quali non ho mai avuto a che fare prima) costruiscono una intera casa abusiva ed una strada anch’essa abusiva, strada che decidono di far passare a ridosso della nostra proprietà nonché a ridosso della nostra abitazione (in particolare a ridosso delle nostre camere) e perdipiù decidono di aoperarsi in tutti i modi per, sempre parlando in termini eufemistici, infastidirci? Una domanda alla quale a tutt’oggi non sono in grado di rispondere. Posso fare solo delle ipotesi, tutte peraltro abbastanza assurde e che, proprio per questo, tengo per me. L’unica ipotesi che ritengo di poter riportare qui (si badi bene, ipotesi e non certezza) è  quella dell’intimidazione che, purtroppo per loro, nel caso specifico, se così fosse, avrebbe sortito l’effetto diametralmente opposto a quello “desiderato”.

Dato che qualcuno, sono convinto, tenterà di “mettermi addosso” i vestiti del vecchio astioso/rancoroso, magari con i prodromi delle tipiche malattie mentali degli anziani, sempre pronto a litigare, specie con i confinanti, riporto quanto ebbi a scrivere al riguardo, già nel 2015:

Fino a ieri davo scarsissima importanza a problematiche di questo tipo. Oggi non la penso più così (“meglio tardi che mai” dirà qualcuno; e forse non ha tutti i torti!). Sono arrivato alla conclusione che se qualcuno si organizza “scientificamente” per denigrarti in continuazione tu, se e quando lo vieni a sapere, non puoi fare a meno di difenderti. E per chi non ha nulla da nascondere un diario on line mi sembra lo “strumento di difesa” più adatto.

Quindi una scelta pressoché obbligata e non ascrivibile al mio carattere che, credo di poterlo affermare senza ombra di smentita, è  completamente diverso da quello or ora descritto. In altre parole un’azione di mera ed indispensabile difesa.

Considerate che queste valutazoni/registrazioni/riflessioni sono emerse lentamente (forse troppo lentamente) nel tempo. Non quindi valutazioni immediate a cui hanno fatto seguito reazioni altrettanto immediate. ma un crescendo di riflessioni a cui, come già  detto molto lentamente, sono seguite reazioni sempre più  “energiche” e pursempre nel rispetto delle leggi.

Tutto questo per, come dire, certificare l’assoluta unilateralita‘ dei loro (i confinanti) comportamenti esattamente opposti a quelli di buon vicinato, comportamenti volti a determinare quelli che io, eufemisticamente, ebbi a definire fastidi. Fastidi che, di fatto,  determinarono una enorme limitazione nel nostro modo di vivere all’interno della nostra proprietà (per una descrizione più  esaustiva rimando, fra gli altri, ai miei post del 30 dicembre 2020, del 4 gennaio 2019, del 19 giugno 2014). 

Ma, in primis, con questo post ho inteso rendere inequivocabilmente certa l’esistenza del “detrattore occulto“, per il momento con solo riferimento alla categoria una oscura questione di vicinato. Nei post sull’argomento che seguiranno allargherò il campo di osservazione ad altri aspetti ben più  oscuri/indecifrabili.

Probabilmente il desiderio di essere assolutamente credibile mi ha indotto ad essere, in alcuni punti, ridondante. Se così fosse chiedo scusa ai lettori.

Ancora per amore di verità, voglio chiudere questo post ribadendo nuovamente che, sul versante della suddetta categoria, anche se non posso affermare di essere addivenuti ad una situazione di normalità, le cose sono migliorate sensibilmente.

OCCORRE DI NUOVO ALZARE IL TIRO – 1

Prima di entrare nel vivo della problematica (cosa che farò nel/nei post successivo/i) mi corre l’obbligo di:

1. Inserire una breve premessa necessaria, io credo, per meglio inquadrare tutti i risvolti degli argomenti che intendo affrontare in questa sede;

2. rivolgere sentite scuse ai miei quattro followers per una mia riprovevole mancanza che specifichero’ subito sotto;

3. aggiungere due piccole chiose ai punti 2 e 3 del precedente post (intitolato I MIEI PROSSIMI POST);

Cominciamo

Premessa

Uno dei miei quattro followers, di recente, mi ha voluto comunicare le sue considerazioni critiche riguardo alla mia scelta di aver “attivato” questo blog. “Con le modalità che hai deciso di adottare” dice lui, “ti sei reso particolarmente e visibilmente vulnerabile al variegato mondo del web. Un mondo, come sai, in grado di “stritolare” persone ben più agguerrite e ben più smaliziate di te che, anzi, scusa la franchezza, per queste cose sei abbastanza bischero”.

Per i soliti motivi chiamerò questo follower, ancora una volta, Mario. Innanzitutto, caro Mario, voglio ringraziarti per questa tua esternazione: risulta sempre di grande utilità una critica da una voce amica. A pensarci bene anche da una voce, come dire, non amica in quanto consente comunque di rivisitare criticamente un dato modo di valutare/analizzare e, quindi, di individuare eventuali errori/carenze/inesattezze. Ma, francamente, devo dirti che, al momento, non mi risultano “accanimenti” di alcun genere su questo versante. Anche perché, come sai bene e per fortuna, non ho “scheletri nell’armadio”. E…grazie anche per il “bischero”.

Torniamo a bomba. Io, anche in questo caso, sono fermamente convinto che la trasparenza possa dimostrarsi una robusta arma di difesa. Infatti, mi sento di affermare che, per quanto mi riguarda e sulla base di fatti concreti, è proprio grazie alla trasparenza (nonché, ovviamente, alle varie peculiarità del web) con cui, fin dall’inizio, ho inteso predisporre i post di questo blog, che ho potuto ottenere risultati altrimenti non conseguibili. Anzi, penso di potermi spingere fino a riconoscere che è solo grazie al web che, con riferimento, per esempio, all’argomento “una oscura questione di vicinato”, le cose sono divenute ben meno “pesanti” (per certi aspetti addirittura sopportabili – vedremo, nei prossimi post che non sono ancora tutte rose e fiori).

Resta il tema “detrattore occulto” per il quale, invece, pure in questo caso come scritto più volte, il contributo del web non è risultato ancora determinante. Ma per tutto quanto sopra esposto io dico, tenuto conto delle caratteristiche del “nemico da battere”, che proprio questo blog è l’arma migliore, per una persona pacifica/pacifista come me, per tentare di smascherarlo e sconfiggerlo. Non quindi, caro Mario, un handicap, come tu ritieni, ma un punto di forza, come io ritengo, punto di forza che intendo continuare ad utilizzare proprio per “trasformare questa “strada oscura”  in una strada ben illuminata anche negli anfratti più reconditi” (cfr post precedente).

Pertanto, con il prossimo post (ed eventualmente con quelli successivi sull’argomento)  intendo (o, meglio, credo di poter) “costruire” un corpo solido e robusto di prove, indizi e deduzioni logiche adeguati a smascherare/ribaltare quanto fatto veicolare dal “mio” detrattore occulto.

Le scuse

Il mio ultimo post risale a poco più di 1 anno fa ed il penultimo a circa 1 anno e mezzo fa. Troppo tempo per gli scopi prefissati. Con tali ritmi questo blog, date le prerogative, ha poco senso. Io stesso, peraltro, in più di un post, ho manifestato la volontà di dargli una cadenza ben più ristretta: enorme inadempienza rispetto ai proponimenti delineati e, quindi, rispetto alle attese dei miei quattro followers. Imperdonabile! Non so con quale risultato finale ma provo a giustificarmi. Da non pochi mesi mi sono trovato addosso, peraltro in conseguenza di mie precise scelte (sic!), impegni ragguardevoli che hanno reso pressoché inesistenti gli spazi per altre attività e, in particolare, per scrivere dell’argomento in questo blog, attività per la quale occorre, più che il tempo specificatamente necessario per mettere nero su bianco, un minimo di concentrazione/elaborazione. L’intendimento, comunque, è sempre quello di arrivare a “produrre” post con cadenze ben più ravvicinate e, perciò,  adeguate a soddisfare le prerogative iniziali.

L’aspetto positivo di questo ritardo sta nel fatto che, forse ipotizzando un mio definitivo abbandono del campo, sono emersi dall’oscurità alcuni (pochi per la verità) ripugnanti personaggi “minori”, personaggi che è sempre utile conoscere “de visu”.

Inoltre mi sono convinto, dati i vari argomenti di cui intendo occuparmi, dell’opportunità di riprendere in mano tutti gli appunti che riguardano tali argomenti al fine di riportarmeli alla mente ed inserirli in un unico, pure se etrogeneo, puzzle. Sono aspetti che, sovente, hanno dell’incredibile e che, quindi, necessitano di essere affiancati da un corposo coacervo di indizi. E questo compito si sta dimostrando un po’ più impegnativo di quanto pensassi.

Le chiose

Punto 2: In questo caso mi riferisco alla tematica (eufemisticamente parlando) riguardante i rapporti con i confinanti. Sotto tale aspetto, come ho avuto modo di dire in svariate occasioni, le cose sono certamente e sensibilmente migliorate anche se siamo ancora lontani da una situazione, diciamo, di normalità (mi riferisco, in particolare, ad aspetti concernenti il decoro, la salute, l’igiene, la sicurezza). Una scelta che forse avrebbe potuto condurre a chiudere definitivamente la faccenda poteva essere quella di inoltrare, all’Autorità competente, una “Richiesta di intervento nella composizione di dissidio privato” (visti gli insuccessi nel tentativo di proseguire nella via giudiziaria “vera e propria”, altro aspetto oscuro) che, probabilmente, avrebbe condotto ad una composizione delle questioni ancora aperte in maniera relativamente tranquilla e, non meno importante, senza esose spese. Al riguardo mi sento di dover ringraziare le persone, molto serie ed affidabili, che, non proprio di recente, mi avevano indicato questa strada, strada che poi non mi sono sentito di intraprendere vista la mancanza di unanimità di vedute all’interno della cerchia di persone cui, per scelte di questo genere, ho sempre inteso ricorrere. Comunque, anche se migliorata, la situazione su questo versante rimane tutt’altro che idilliaca. Ragione per cui nei prossimi post mi occuperò  anche di mettere a fuoco le questioni irrisolte nonché di riassumere certe mie considerazioni su alcuni aspetti che, a mio parere, meritano di essere poste in buona evidenza.

Punto 3. Già in questa prima fase di “rivisitazione” dei miei appunti è riemersa una situazione ben più complessa di quella che mi ricordavo: solo in alcuni casi si può parlare di “veicolazioni” di notizie false che sottintenderebbero una marcata stupidità del sottoscritto. A ben vedere, anche se non sono un esperto del settore, in certi casi penso si possa ipotizzare una persona, se non enormemente stupida, con marcati problemi di carattere psicologico/psichiatrico. In ambedue i casi (persona molto stupida, persona con grossi problemi mentali), io credo, saremmo in presenza di atteggiamenti facilmente individuabili.

Altri episodi sottintenderebbero una personalità, sempre del sottoscritto, diametralmente opposta, pure se, ovviamente, ancora negativa. Altri ancora presupporrebbero una cattiveria “luciferina”.

Anche per quanto riguarda l’aspetto, diciamo, strettamente psicologico, le “veicolazioni” sono svariate: rissosita’/prepotenza nei rapporti con il vicinato, disturbi mentali riconducibili ad aspetti sessuali, riduzione della lucidità  mentale, devianze riconducibili alle malattie mentali degli anziani, odio viscerale nei confronti delle donne, ecc.,ecc. Quindi, altro obiettivo dei successivi post sull’argomento sarà quello di, appunto, tentare di “disegnare un quadro” quanto più possibile fedele, di questo “spaccato” e, conseguentemente, dimostrare il comportamento malavitoso del mio detrattore occulto.

Intendo anche (tentare di) dimostrare che, al di là delle apparenze (banali pettegolezzi), le questioni affrontate in questa sede sono ben meno “leggere” di quanto potrebbe apparire a prima vista.

Ultima, ma non meno importante, prerogativa sarà quella di dimostrare che tutto quanto esposto in questo blog (sempre con riferimento alla questione “detrattore occulto”), anche se marcatamente inverosimile, è la pura realtà.

Nel complesso un compito, come potete capire, non proprio semplice e per il quale occorrerà un lavoro certosino. Ma oggi più di ieri mi sento anche in grado di intuire e fronteggiare eventuali loro (del “mio” detrattore e dei suoi “veicolatori”) prerogative volte a costruire false situazioni da poter poi interpretare in negativo. Per meglio dire mi sono già trovato in un contesto falsamente costruito dai suddetti balordi al fine di poter estrapolare ipotesi negative del mio comportamento, ovviamente non vere. Situazione che sono stato in grado di percepire e “neutralizzare” (grande successo se si considera la mia proverbiale scarsa perspicacia). Francamente, mentre non sono rimasto stupito più di tanto di questa, diciamo, iniziativa, sono rimasto letteralmente sbalordito dalla loro capacita di utilizzare strutture “paraistituzionali”.

Proprio in questo momento mi torna alla mente un accadimento di non pochi anni fa dove venni informato preventivamente di un colloquio che mi sarebbe stato richiesto e che sarebbe stato registrato a mia insaputa. Colloquio che effettivamente avvenne. Ma la cosa fini’ lì. Ancora una volta una situazione a dir poco incomprensibile che a quel tempo sottovalutai e che comunque decisi di accantonare anche perché in quel periodo attraversavo ancora una fase di significativa frustrazione/delusione di tipo professionale.

In chiusura di questo post mi sovviene il desiderio di ripetere, per l’ennesima volta (repetita iuvant), quanto ebbi a scrivere già nel post del lontano luglio 2017 riguardo, appunto, al detrattore occulto: “…a volte mi domando quali guai avrebbe potuto procurarmi,…….se, anziché una vita relativamente tranquilla …. avessi avuto un modo di vivere “borderline”!” Una domanda a cui oggi tendo a rispondere con maggiore convinzione così: guai ben maggiori!