PREROGATIVE: CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONI “AD ALTA VOCE”

Sono passati poco più di due anni dal momento in cui ho cominciato a predisporre questo blog  e poco più di un anno dal primo post pubblicato. Un periodo di “rodaggio” non breve che mi ha consentito, fra l’altro, di capire meglio le caratteristiche operativo-divulgative di tale strumento e, quindi, di focalizzare modifiche, cambiamenti, miglioramenti da adottare.

Tempo fa, qualcuno ebbe a rivolgermi, garbatamente, delle critiche per aver deciso di utilizzare un solo blog per due temi (in gergo: categorie) molto diversi fra loro. Ad oggi devo riconoscere che tali critiche erano giustificate: questo abbinamento “eterogeneo” ha certamente creato confusione che, alla fin fine, ha ostacolato la possibilità di capire, con semplicità ed immediatezza, ambedue le problematiche rendendo ben meno “accattivante” la lettura dei singoli post.

A quel tempo io risposi che la scelta era dovuta anche, ma non solo, alla mia (allora) scarsa conoscenza di questo Sistema di Gestione dei Contenuti (CMS: Content Management System).

Oggi non è più così. Pur rimanendo un dilettante in materia ho acquisito un minimo di esperienza che mi consente, con relativa facilità, di predisporre e gestire un blog.

Ho quindi deciso di separare nettamente le due categorie costituendo, per ognuna, uno specifico blog. Più in dettaglio, una volta eseguiti gli adempimenti per l’acquisizione di un nuovo dominio ed aver istallato/personalizzato il software per un nuovo blog, provvederò, appunto, a scindere, tanto per il passato quanto per il futuro, i due argomenti/categorie. Pertanto, “a bocce ferme” ci sarà un blog, denominato ancora SIENA MIGLIORE, al cui interno verranno inserite pagine, sottopagine e post contenenti argomenti riferiti alle istituzioni senesi e, più in generale, alla nostra collettività, mentre pagine, sottopagine e post riguardanti aspetti riconducibili alla, diciamo, sfera privata, troveranno collocazione in un altro blog il cui titolo, probabilmente, sarà, semplicemente, il mio nome. Tutto ciò anche se, al momento, non sono in grado di quantificare gli aspetti temporali (timing) di tale cambiamento.

Mi sono reso anche conto che una presenza abbastanza sporadica ha ben poco senso in un diario on line che, invece, proprio per le sue caratteristiche, implica una assiduità ben più marcata. A maggior ragione se consideriamo anche il mio intendimento di allargare significativamente l'”area di intervento”.

All’interno di questo “processo evolutivo” devo dire che, oggi, addirittura, non arrivo più ad escludere categoricamente la possibilità di costituire un giornale on line, laddove mi si presentasse una serie di condizioni (anche sul versante dei costi) tali da convincermi che questa strada mi permetterebbe di conseguire, in maniera ben più pregnante, gli obiettivi originari.

Da qui l’ulteriore decisione di riservare più spazio a tale nuovo impegno. Più in generale l’intendimento è quello di riorganizzare il mio tempo in modo tale da dedicarne, “istituzionalmente”, una quantità maggiore all’attività dei blog.

Questa scelta mi consentirà anche di rendere più immediata, nel blog, diciamo, personale, la pubblicizzazione dei vari problemi, di cui ho già fatto cenno in altri post e nelle pagine iniziali, che sono ancora ben al di là dall’essere risolti: i rumori di mezzi (molti) insopportabili (come già detto più volte, l’enorme strada abusiva costruita dai nostri vicini è completamente a ridosso della nostra abitazione tanto che i mezzi che vi transitano sembra che “attraversino” letteralmente l’abitazione, oggi ancora di più grazie – si fa per dire – alla nuova “motorella” ben più rumorosa delle già rumorose preesistenti) dalla mattina alle 6 alla sera alle 10; l’inquinamento “atmosferico” derivante dalla polvere e dagli scarichi di mezzi; il problema della rete di nostra proprietà e della siepe che vi si appoggia la quale, lasciata a sé stessa, diviene foriera anche di problemi igienico-sanitari (enorme incremento delle zanzare tigre, ecc.,ecc.), i cattivi odori (di carogne di animali?) provenienti dai loro allevamenti, ancora una volta insopportabili quando il vento “tira” da sud-est: ecc.; ecc..

In chiusura di queste “riflessioni ad alta voce”, per dirla tutta e fino in fondo, devo anche aggiungere che tale “attività”, il cui inizio è derivato dalla necessità di conseguire, sostanzialmente, i due obiettivi indicati nelle pagine/sottopagine introduttive, ha stimolato in me anche nuovi interessi, non previsti, per certi aspetti, diciamo, di carattere psicologico. Infatti, con il passare del tempo, ho cominciato ad interessarmi (se non proprio a divertirmi) ad osservare i cambiamenti di atteggiamento nei miei confronti delle persone che, mano a mano, sono venute a conoscenza dell’esistenza di questo blog e del relativo contenuto. Cambiamenti, si badi bene, per i quali mantengo il massimo rispetto e nessun intendimento derisorio.

 

APPELLO PER SIENA: SULLE SOCIETA’ PARTECIPATE E CONTROLLATE DAL COMUNE DI SIENA

1) INTRODUZIONE

Me la sono presa comoda. Forse troppo comoda! Un ritardo “significativo” (il post precedente risale al 14 aprile dell’anno in corso) determinato, innanzitutto, dalla mia decisione di affrontare la problematica indicata nel titolo non prima del giorno successivo a quello delle elezioni amministrative (31 maggio u.s.). Il motivo di tale decisione è semplice: non voglio che questo blog venga considerato uno “strumento” per fare, in qualche modo, politica (in senso partitico).E l’argomento si presta non poco ad accostamenti del genere, specie alla vigilia di un appuntamento elettorale.

Forse è il caso di specificare meglio tale aspetto. Non è che io non mi interessi di politica. Più semplicemente, in questa sede tutti gli argomenti che mi troverò ad affrontare dovranno essere trattati, esplicitamente o implicitamente, non con l’obiettivo di “sponsorizzare” o denigrare questo o quel partito e/o, più in generale, questa o quella lobby, ma nell’esclusivo interesse generale. Questo, almeno, è il mio intento. Il fatto di esserne o meno all’altezza è tutta un’altra questione. Gli obiettivi rimangono quindi quelli  a suo tempo indicati nelle pagine introduttive di questo blog (pagina denominata “PERCHE’ QUESTO BLOG” e sottopagine della pagina denominata “APPELLO PER SIENA”).

Sono poi sopravvenuti svariati piccoli impegni che, complessivamente, hanno. assorbito  altro(e non poco) del mio tempo.

Infine ci si è messo anche il caldo che certamente ha ridotto il livello di, diciamo, gradevolezza nel lavorare davanti ad un computer.

Fatto sta che, rimanda rimanda, solo oggi mi predispongo ad affrontare l’argomento evidenziato nel titolo di questo post.

Come accennato nel post del 28 dicembre 2014, “sono arcinote le prese di posizione che, da molte parti, sono state formulate riguardo ai guasti, alle inefficienze, alle degenerazioni di questa forma di intervento pubblico nell’ economia (e non solo nell’ economia)”. Da qui la decisione di andare a vedere come stanno realmente le cose, per questo specifico aspetto, nel “ristretto” ambito comunale.

i documenti di base a cui farò qui riferimento sono:

  • la relazione sull’ argomento pubblicata dalla Corte dei Conti nel giugno dell’anno ormai da tempo concluso (2014) (“Gli organismi partecipati dagli Enti Territoriali – Osservatorio sugli Organismi partecipati/controllati da Comuni, Province e Regioni e relative analisi”), per gli aspetti generali (l’Italia nel suo complesso);
  • il “Programma di razionalizzazione delle partecipate locali”, predisposta dal Commissario Straordinario per la revisione della spesa in data 7 agosto 2014, sempre con riferimento all’Italia nel suo complesso;
  • la Relazione sulla verifica amministrativo-contabile eseguita dal giorno 14 gennaio 2013 al giorno 21 febbraio 2013 presso il comune di Siena predisposta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze dipartimento della RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO (la cosiddetta Relazione Cimbolini), per gli aspetti specifici (Comune di Siena)

Anche se l’ultimo dei documenti sopra citati è stato reso pubblico molto prima dei due precedenti qui analizzerò prima i documenti che affrontano la questione in termini generali (la relazione della Corte dei Conti ed il documento del Commissario straordinario per la revisione), per poi passare alla situazione specifica  (Relazione Cimbolini). La “logica” sottostante, come è facile capire, è quella di “scendere” dal generale al particolare e non quella di seguire l’ordine cronologico delle pubblicazioni.

Approfondirò quindi le mie conoscenze sull’argomento raccogliendo e leggendo tutti i documenti che riterrò utili per i miei fini. In particolare intendo documentarmi adeguatamente sugli svariati interventi normativi introdotti dal legislatore, con diverse finalità, sulla materia.

Il lavoro completo mi dovrà (o, più modestamente, dovrebbe) consentire di addivenire, attraverso uno studio abbastanza approfondito dello stato dell’arte, ad una “fotografia” sufficientemente nitida del “contesto sotto osservazione” e, quindi, di esporre le mie opinioni in merito alla problematica in sé ed alle cose da fare; su questa strada mi muoverò fin tanto che lo riterrò di qualche utilità.

Nondimeno mi dovrebbe consentire anche di “testare” se e quanto si è operato per cominciare a rendere adeguatamente trasparente l’attività di questa importante Istituzione (Amministrazione Comunale).

Il fine ultimo è sempre lo stesso: contribuire, nel mio piccolo, alla costruzione di una Siena migliore.

Infine, un piccolo desiderio: sarebbe bello, in omaggio alla trasparenza ed alla democrazia diretta, che tutte le decisioni riguardanti la nascita, lo sviluppo o la soppressione di una società partecipata venissero demandate ai residenti attraverso apposito referendum o strumenti similari (non ho, al momento, le conoscenze “tecniche” per entrare nello specifico). Altrettanto gradita la situazione in cui l’Amministrazione comunale decidesse di rendere pubblici i curricula di tutti gli amministratori prescelti.

RISPOSTE AD ALCUNE DOMANDE

Sono domande formulate spesso in maniera, diciamo, implicita, e sempre con modalità oltremodo garbate. Domande a cui rispondo volentieri, se non altro per mantenere questo blog in condizioni di massima trasparenza.

Qualcuno mi ha suggerito di non eccedere con la trasparenza in quanto, così facendo, viene a ridursi una certa atmosfera di mistero che, in ultima analisi, sollecitando la curiosità, conduce ad un incremento nel numero di “visitatori”.

Mi dispiace ma su questo versante non posso proprio accontentarlo: questo blog, sia per gli obiettivi prefissati che per la “filosofia di fondo” non può che operare in un’ottica di massima trasparenza. Se poi, così facendo, si riduce il livello di interesse, come si usa oggi dire, ce ne faremo una ragione!

Ma veniamo alle domande/risposte.

  1. Prima domanda: Chi sta “dietro” a questo blog (oltre, ovviamente, al sottoscritto)? Risposta: Ripeto, in forma meno tecnica, quanto scritto al riguardo sulla pagina intitolata NOTE LEGALI: la responsabilità dell’intero contenuto è riconducibile esclusivamente al sottoscritto. Anche le persone a me più vicine sono totalmente fuori da questa, diciamo, attività.
  2. Seconda domanda: Perché non hai separato i due argomenti evidenziati nella pagina PERCHE’ QUESTO BLOG mediante la predisposizione di due blog specifici? Risposta: Volendo ridurre al minimo i costi (quindi niente consulenze esterne se non quelle di tipo legale) e dovendo imparare di sana pianta come si costruisce un blog, ho ritenuto utile, se non altro per i tempi, predisporne, in prima battuta, uno solo. Peraltro non è escluso che decida, un giorno o l’altro, avendo acquisito una dimestichezza minima, di costruire due blog distinti. Al riguardo tutti i suggerimenti sono oltremodo graditi. Qualcuno, addirittura, mi ha consigliato di creare un “periodico on line” (settimanale, quindicinale, mensile, ecc.) dove, con gli accorgimenti del caso, far confluire anche i post afferenti la categoria APPELLO PER SIENA. Confesso che le mie modestissime esperienze al riguardo, peraltro riferite alla sola carta stampata, sono molto “datate”. Quindi dovrei cominciare dall’inizio studiandomi, prima di tutto, tutti gli aspetti normativi. Quindi procedere ad attivare i necessari adempimento burocratici. Infine dovrei garantire una produzione minima all’interno di ben definiti argomenti. E, al momento, ritengo che il gioco non valga la candela. Per di più mi sembra che l'”offerta”, al riguardo, sia già abbastanza ricca. Comunque, mai dire mai.
  3. Terza domanda: Perché hai voluto chiamare il tuo blog SIENA MIGLIORE? In questo caso chi ha formulato la domanda ha anche “azzardato” delle risposte. In particolare ha fatto riferimento  a Togliatti (segretario del Partito Comunista Italiano dal 1927 al 1964 il quale veniva chiamato dal popolo comunista, appunto, “il migliore”) ed, anche, alla cosiddetta “corrente dei miglioristi”, formatasi intorno alla metà degli anni ’90, sempre all’interno del PCI. Risposta: Con tutto il rispetto tanto per Togliatti quanto per “i miglioristi”, in questo caso ho inteso utilizzare l’attributo migliore esclusivamente per il suo significato etimologico, significato che mi è sembrato, alla luce degli eventi e del mio stato d’animo, il più calzante.

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: IL “MOVIMENTO MEZZI”

Questo post è stato predisposto a fine agosto u.s.. Non vi intrattengo sui motivi che mi hanno indotto a posticiparne la pubblicazione ad oggi (con quasi due mesi di ritardo) perché così facendo, per non rischiare di apparire presuntuoso e/o stupido, dovrei dilungarmi non poco, rendendo questo scritto oltremodo pesante.

Peraltro, avendo deciso di non cambiare una virgola, è sufficiente quanto sopra detto per comprendere il contenuto di tutto il prosieguo.

Ma veniamo all’argomento. Questo post, come accennato, è dedicato ai “fastidi” derivanti dal solo movimento mezzi, lasciando a quelli successivi il compito di affrontare gli altri “fastidi”.

Per poter “assimilare” adeguatamente quanto andrò dicendo vi invito a leggere le sottopagine di UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO, in particolare quella intitolata I MOTIVI. Ritengo comunque utile riportare qui quanto a suo tempo ho avuto modo di dire  in merito alla strada fatta costruire, con persone e mezzi specifici, intorno al Novembre 2003 dai miei attuali confinanti (cfr pagina UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO, sottopagina LA STORIA):  “Per capire bene il prosieguo della “storia” occorre focalizzare bene tale aspetto. Questa strada molto grande è stata costruita proprio a pochissima distanza (2-3 metri) dalla nostra rete di protezione adiacente, appunto, la linea di confine della nostra proprietà rispetto al terreno di proprietà dei citati confinanti. E la rete di protezione si trova, a sua volta, a pochissima distanza (ancora 2-3 metri) dall’immobile dove abitiamo. Penso, a questo punto, si possa già percepire quanto enormi risultano essere le, diciamo, potenzialità di molestia insite in questa situazione.”

Premessa indispensabile: tanto la strada in questione quanto l’abitazione a cui questa conduce sono abusive.

Vediamo ora, analiticamente, i mezzi e gli orari.

Per gli orari il discorso è abbastanza breve: si va, nel periodo estivo, pure se con frequenze diverse, dalle 7 (se non le 6) di mattina alle 9 di sera. Un arco di tempo che si riduce nel periodo invernale. Tuttavia l’andamento è molto “schizofrenico”: da giornate con pochissimo movimento passiamo a giornate da “bollino rosso”.

Questi i mezzi che vi transitano: scooters, motorelle, motorelle con rimorchio, automobili varie, furgoni, camion di vario tipo, trattori, trattori con rimorchio, trattori cingolati, grosse scavatrici ed altro ancora. La varietà dei rumori è, peraltro, ben più ampia. Facendo per esempio riferimento a quelle che, forse usando un termine non appropriato, ho denominato motorelle con rimorchio, possiamo rilevare, con riferimento al tipo di rumore, almeno tre varianti: quella con, mi si passi il termine marinaresco, sciabordìo normale, quella con sciabordìo super e quella con sciabordìo turbo. La “tecnica operativa” per addivenire a questa diversificazione mi è sconosciuta.

Comunque sia vi invito a credere che siamo in presenza di fastidi (sempre parlando in termini eufemistici) tutt’altro che marginali. Posso anche dire, senza ombra di smentita, che, alcuni giorni, c’è più movimento in tale strada privata che nella strada principale. Una strada che passa talmente a ridosso dell’immobile da dare l’impressione, ogniqualvolta transita un mezzo di quelli più rumorosi, che questo addirittura attraversi l’immobile medesimo. Già a questo punto, penso, si può percepire l’assurdità, per un contesto ambientale minimamente civile, di una situazione come questa.

Ci sono inoltre i “fastidi” derivanti dalla polvere che, specie d’state ( strada “sterrata”) e tenuto conto della marcata contiguità giardino/strada abitazione/strada aggravano, e non di poco, la situazione suesposta. E senza contare quelli da inquinamento in senso stretto (a volte i “cattivi odori” della combustione dei carburanti si percepiscono anche all’interno delle stanze).

Il tutto, infine, è “appesantito” ulteriormente dal fatto che nel terreno di loro proprietà, a ridosso della citata strada privata e, quindi, ancora, a ridosso della nostra abitazione e del nostro giardino, svolgono, sovente,  attività, diciamo, di parcheggio/manutenzione mezzi (di loro proprietà ma anche di terzi) accentuando così considerevolmente i “fastidi” e che, anche in questo caso, poterebbero tranquillamente essere evitati senza alcun aggravio di difficoltà, considerato tutto il terreno di cui dispongono. Un esempio calzante al riguardo l’ho avuto anche pochi giorni fa ( 22/26 agosto).

E’ mia modesta opinione che una parte non marginale dei “fastidi” sopra indicati potrebbe essere evitata utilizzando semplicemente il comportamento che il nostro codice civile definisce del “buon padre di famiglia”.

Se non fosse che la vivo direttamente mi rimarrebbe difficile credere che (abitando nelle “splendide” Terre di Siena degli anni Duemila e non nel Far West americano di fine Settecento/primi Ottocento) dei residenti che pagano regolarmente le tasse (che non sono poche) debbano sottostare ad una situazione di questo genere.

La nostra attività diurna nel nostro giardino e/o nelle nostre stanze e quella della mattina presto nelle nostre stanze (dormire) viene, per così dire, regolamentata, specie d’estate quando sovente teniamo le finestre aperte, dal movimento dei mezzi di questa strada. E tale stato di cose esiste, non da pochi giorni, non da pochi mesi, ma addirittura da più di dieci anni!!

Vi confesso che a volte sono addirittura arrivato a pensare, data l’assurdità/stranezza/particolarità di queste circostanze, che qualcuno, “potente” e ben informato delle “pastoie burocratiche” vigenti in materia e del modus operandi della macchina pubblica competente, abbia manovrato il manovrabile per “attivarle” e “svilupparle”. Ma queste sono solo fantasie.

Come ho già avuto modo di sottolineare, non si tratta della “classica” situazione di vicinato dove, “screzio dopo screzio”, da ambo le parti, si è andato creando uno stato di, diciamo, crescente conflittualità. Per quanto qualcuno si stia sforzando di far apparire una realtà di questo tipo (ne parlerò in uno specifico post), io (ma il discorso vale per tutta la mia famiglia), proseguendo nel mio normale stile di vita, mi sono preoccupato, sempre e comunque, nell’intraprendere qualsivoglia iniziativa,  innanzitutto di non arrecare disturbo e/o danno a checchessia nonché, ovviamente, di rispettare le norme vigenti. Quindi, ripeto, l’attuale stato di cose, su tale versante, deriva completamente da atteggiamenti unilaterali.

Penso che a questo punto dovrà ricredersi anche chi, “manipolando” pesantemente le deduzioni sui comportamenti oggettivi, tende ad invertire addirittura il “ruolo della vittima”. Comunque sia, come avrete notato, io sicuramente non sono affetto dalla sindrome di Stoccolma anche se ho l’impressione che qualcuno non abbia ancora compreso che la mia marcata propensione al rispetto ed alla pacifica convivenza non ha niente a che vedere con la pavidità. Anzi, è forse il caso che questo qualcuno sappia che ogniqualvolta mi trovo di fronte ad atteggiamenti di protervia e di arroganza volti a minacciare/intimidire, sento il dovere di contrastarli con determinazione (pur nel rispetto della legge), anche perché li considero tipici di una cultura mafiosa (che  abòrro).

Per ovviare a questa situazione del “movimento mezzi” ( che costituisce circa il settanta per cento dell’insieme dei fastidi) esiste, a mio avviso, una soluzione molto semplice. Qual’è secondo voi?

Più in generale, come al solito, qualsiasi commento, anche di aspra critica, sarà oltremodo gradito.

APPELLO PER SIENA: SULLE “CONSULTE TERRITORIALI DEI CITTADINI”

.In questo primo post “specifico” intendo approfondire alcune questioni riguardanti le CONSULTE TERRITORIALI DEI CITTADINI con l’obiettivo di dare il mio modesto contributo al dibattito in corso sull’utilità di questo nuovo organismo (anche in virtù del fatto che le Consulte avranno una sperimentazione di 12 mesi).

RIFERIMENTI NORMATIVI. Le Consulte Territoriali dei Cittadini (C.T.C.) furono adottate in sostituzione delle “vecchie” Circoscrizioni di decentramento comunale soppresse, queste ultime, nei comuni con popolazione inferiore a 250.000 abitanti, con la Legge finanziaria del 2010 e decadute, a Siena, nel maggio 2011 “in concomitanza delle elezioni per il rinnovo dell’Amministrazione Comunale”.

Il relativo regolamento fu approvato nel febbraio 2012, con successive modifiche dell’aprile 2012 e del marzo 2014.

Rimandando alla documentazione disponibile sul sito del Comune di Siena per una lettura completa, ai nostri fini interessano solo i seguenti aspetti:

  • nel comune di Siena sono state istituite n.5 C.T.C.;
  • 35 giorni prima delle elezioni il Sindaco convoca i comizi elettorali e fissa la data delle elezioni;
  • entro il 20° giorno antecedente la data delle elezioni possono essere presentate le liste dei candidati ed ogni lista deve essere presentata da non meno di trenta e non più di 100 elettori residenti nel territorio della C.T.C.;
  • ogni lista deve contenere da un minimo di 7 ad un massimo di 15 candidati nel rispetto delle pari opportunità tra uomini e donne sancite nell’art. 51 della Costituzione Italiana:
  • per la candidabilità valgono le norme vigenti per i consiglieri comunali;
  • hanno diritto di voto tutti i residenti nel territorio, italiani e stranieri, che abbiano compiuto il 16° anno di età;
  • riguardo alle funzioni possiamo dire, sinteticamente, che le C.T.C. sono esclusivamente consultive.

LE ELEZIONI. Si sono svolte in data 8 giugno dell’anno in corso e vi hanno partecipato soltanto due liste ( quella del Partito Democratico e quella di “Siena Società aperta”). L’affluenza sembra essere stata molto bassa (attorno al 4 per cento).

LE POSIZIONI. Ad esclusione dei raggruppamenti di cui sopra, tutte le altre forze politiche hanno deciso di non partecipare a queste elezioni  per designare i rappresentanti nelle cinque C.T.C. in quanto considerate organismi inutili o, nella migliore delle ipotesi, di scarsa importanza. Perfino l’associazione SIENA CAMBIA, vicina al Sindaco Valentini, ha deciso di non presentare proprie liste considerando le C.T.C. con “funzioni troppo generiche e una struttura fin troppo ingessata e burocratica” struttura che, quindi, “non permette loro di esplicare al meglio il ruolo fondamentale di dare voce alle richieste, alle esigenze ed alle proposte dei cittadini”. Le posizioni più critiche vengono dai partiti/movimenti di opposizione di centro-destra “a dimensione nazionale”, in particolare Forza Italia e Lega Nord. Ma anche dagli altri raggruppamenti politici (Sinistra per Siena, Movimento 5 Stelle, Socialisti senesi e l’insieme di associazioni che fanno capo alla lista “Cittadini di Siena”) giungono, pur con diverse sfumature, pareri sostanzialmente negativi.

LE MIE OPINIONI. Vediamo innanzitutto gli aspetti positivi e gli aspetti negativi (come accade non di rado in queste cose, una situazione considerata positiva da una persona -nel caso specifico il sottoscritto -, può essere valutata in maniera addirittura opposta da altra persona; voglio cioè dire che, nel caso specifico, il “dominio” degli elementi soggettivi su quelli oggettivi può condurre ad un insieme di valutazioni anche fortemente eterogeneo):

  • Aspetti positivi: numero minimo relativamente contenuto di elettori necessari per presentare una lista (30); status degli aventi diritto di voto (italiani e stranieri  residenti che hanno compiuto 16 anni di età); gratuità degli incarichi.
  • Aspetti negativi: funzioni solamente consultive, funzioni troppo generiche, struttura normativa troppo burocratica.

Al momento ritengo prematuro esprimere in maniera categorica la mia opinione sull’eventuale grado di utilità che tali organismi saranno in grado di dare per il conseguimento di migliori obiettivi sul fronte della partecipazione, della trasparenza e del controllo dei cittadini. Molto dipenderà, io credo, da almeno tre elementi:

  1. la capacità dell’Amministrazione Comunale di sollecitare/irrobustire il desiderio di partecipazione dei componenti le singole C.T.C.;
  2. il contenuto del cosiddetto Regolamento per la gestione dei beni comuni che il Comune di Siena sembra intenzionato a predisporre in tempi abbastanza brevi (sarebbe, per quanto mi è dato sapere, il secondo comune in Italia ad intraprendere questa strada relativamente innovativa);
  3. la capacità e la lungimiranza degli estensori del suddetto regolamento sul versante, sempre, della trasparenza, del controllo dei cittadini, della semplicità e nel saper predisporre robuste integrazioni/sinergie con, appunto, la normativa concernente le citate C.T.C.

Io, con le mie modeste forze, ottemperando alle prerogative che mi sono assegnato quando ho deciso di mettere in piedi questo blog, mi riprometto di dedicarvi la dovuta attenzione e, quindi, per ambedue le problematiche (Consulte territoriali e Gestione dei beni comuni),  “dare conto” tanto in termini di informativa tout court, quanto con riferimento alle posizioni dei singoli “attori interessati” nonché, infine, esplicitando le mie opinioni.

Anche se, come accennato, non me la sento, obiettivamente, di dare, ad oggi, un giudizio sull’utilità di questi neonati organismi, mi sento peraltro di dire con buona certezza che, tenuto conto dell’attuale stato dell’arte sul versante telematico e del livello di integrazione/globalizzazione della società, si può fare certamente di più e di meglio.

Da qui l’appello, in questo caso, al Sindaco di Siena

Egregio Signor Sindaco

Sappiamo della cronica inadeguatezza della politica a mantenersi al passo coi tempi e, in particolare, ad intercettare i bisogni emergenti di una società che si evolve sempre più velocemente. Peraltro mi sembra di cogliere una certa volontà, in alcune Istituzioni, di recuperare su tale versante. Con riferimento alla problematica qui considerata, si tratta semplicemente di “battere” con speditezza e coraggio, quelle strade, abbastanza facili da individuare, che possano determinare un recupero di fiducia e di partecipazione e che conducano, anche dal lato dell’ “offerta”, ad una ben più robusta trasparenza. Ed a Siena, penso che Lei convenga, di queste “strategie” abbiamo particolarmente bisogno.

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: ANCORA BREVI CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE

Sono trascorsi svariati mesi dal giorno in cui ho deciso di pubblicare le prime pagine di questo blog (ben più recente, invece, la data di pubblicazione del primo post: 24 aprile 2014).

Da allora sono avvenuti anche alcuni mutamenti nei comportamenti dei principali “attori” della vicenda ( in questo caso mi riferisco, come già detto, all’argomento UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO). I più significativi riguardano la frequenza e l’intensità dei “fastidi”. Su tale versante le cose, a breve distanza dalla pubblicazione delle prime pagine, sono significativamente migliorate pure se ancora lontane da una situazione soddisfacente, nonché normale. Probabilmente questa concomitanza è una mera casualità. Anche perché in caso contrario dovremmo tentare delle ipotesi sulle motivazioni di questo mutamento. E, francamente, me ne sovvengono soltanto di poco edificanti (per i miei vicini). Quindi, essendo solo delle ipotesi, me le tengo per me.

Altri cambiamenti sono per il momento embrionali e di interpretazione non univoca. Anzi, non escludo che alcuni siano dei veri e propri “trabocchetti”. Mi riservo di osservarne con grande attenzione l’evoluzione e di darne contezza in questo diario solo se e quando avrò la certezza di non dire una cosa per un’altra.

 Con il prossimo articolo inizierò il diario “vero e proprio”.Ogni post affronterà un singolo argomento. Spero, così facendo, di raggiungere il duplice obiettivo di esaustività e di, diciamo, scorrevolezza/leggerezza del post medesimo.

PER CHI NON HA POTUTO/VOLUTO LEGGERE LE PAGINE/SOTTOPAGINE SOPRA INDICATE

Chi si trova a “visitare” questo blog senza aver letto le pagine/sottopagine sopra indicate  non è in grado, con buona probabilità, di capire la logica sottostante il relativo impianto.

Ricordo quindi che le problematiche affrontate in questa sede sono due e sono significativamente diverse l’una dall’altra:

– una che ha come “campo di osservazione” le istituzioni senesi (categoria: APPELLO PER SIENA)

–  una che riguarda invece la vivibilità dell’ambiente in cui risiedo (categoria: UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO)

Il post sotto riguarda la categoria APPELLO PER SIENA mentre quello sopra riguarda la categoria UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO.

Peraltro in ambedue i casi l’obiettivo di questo blog consiste nel dare un modestissimo contributo alla costruzione di una Siena migliore.

Non è detto che un giorno non provveda a separare compiutamente le due suddette problematiche predisponendo per ognuna uno specifico blog. Ma per il momento ho deciso di mantenere ambedue in un’unica struttura.

APPELLO PER SIENA: SINTETICHE ARGOMENTAZIONI INTRODUTTIVE

Come accennato (cfr pagine “Appello per Siena”), faccio fatica a credere che la situazione di crisi che sta attraversando non poche istituzioni presenti nel nostro territorio possa essere ascrivibile, quantomeno totalmente, a fattori esogeni.

Da qui la domanda: quali le cause? Una ipotesi, tutto sommato, ragionevole (che poi rappresenta il “sentire comune”) è quella che tende ad attribuirne la responsabilità a quella che potremmo definire, volendo essere garbati, la “inadeguatezza” dei criteri di selezione della classe dirigente.

La mia modesta opinione è, purtroppo, ben più pessimistica o, quantomeno, di carattere più generale: io tendo a sospettare che un ruolo non marginale lo abbia giocato la, diciamo, degenerazione dei “modelli culturali “, modelli in cui  hanno buon rilievo valori riconducibili all’etica ed alla morale. Ma di tale aspetto parlerò in uno specifico post.

Certo, tutti questi accadimenti traumatici, costringendo a ripensamenti profondi nei modi di gestire tanto la cosa pubblica quanto l’attività “privatistica”, incorporano di per sé spinte potenti al cambiamento. Quindi l’occasione è forse irripetibile per “aggredire” in maniera efficace i comportamenti “perversi” e ricondurre il tutto all’interno di un “sentiero virtuoso”.

Nel tentativo di mantenere, per quanto possibile, la dovuta obiettività, voglio subito aggiungere che, a ben vedere, prodromi di una volontà di imboccare tale sentiero sono già percepibili e, francamente non mi sembrano pochi: molti interventi di personaggi pubblici indicano chiaramente, tanto nelle enunciazioni quanto nei relativi atti, una volontà di ricondurre la nostra comunità  verso una sorta di rinascita.

Un atteggiamento, a mio parere, ravvisabile anche nel sentiment dei cittadini (siano essi commercianti, imprenditori, liberi professionisti, dipendenti di enti pubblici e/o aziende private, ecc) che mostrano di volersi adoperare con determinazione per “lasciarsi alle spalle” le difficoltà esistenti. E’ questa, peraltro, la reazione che mi fa riconoscere il carattere degli abitanti del nostro territorio, carattere per niente autocommiserante e/o arrendevole.

Ma la partita è solo all’inizio e si presenta molto difficile. Continuando con la terminologia sportiva potremmo dire che il risultato finale può oscillare fra una vittoria schiacciante ed una sconfitta altrettanto schiacciante: tutto è, al momento, possibile.

Utilizzando, questa volta, argomentazioni metaforiche recentemente tornate in auge grazie ad un recente libro di Alain Friedman,  potremmo dire che bisogna mettere in fuga (non mi piace la parola “ammazzare”) il gattopardo (il libro di Friedman si intitola, appunto, AMMAZZIAMO IL GATTOPARDO). Bisogna cioè scongiurare il pericolo che dietro l’apparente volontà di forti cambiamenti si nasconda la reale volontà di lasciare tutto come prima.

Se, tramite i futuri post di questo blog, riuscirò anche a dare un contributo, seppure minimo, su tale versante ne sarò particolarmente lieto.

Mi piacerebbe conoscere, su questo aspetto, il pensiero del “popolo della rete”.

Comunque, dal prossimo post entrerò nel vivo delle prerogative che mi sono assegnato cominciando ad affrontare singole problematiche.