APPELLO PER SIENA: GRANDI STRUTTURE DI VENDITA A ISOLA D’ARBIA (INTRODUZIONE)

Avevo deciso di dedicare queste poche ore disponibili ad una attenta lettura del documento della Corte dei Conti intitolato “Osservatorio sugli Organismi partecipati/controllati da Comuni, Province e Regioni e relative analisi”. Primo passo indispensabile per poter andare avanti con le prerogative delineate nel precedente post, riguardanti la situazione delle società partecipate/controllate dal Comune di Siena.

Ma le ultime prese di posizione sulla stampa locale in merito al dibattito sul centro commerciale ad Isola l’Arbia, in particolare l’intervento di alcuni giorni fa del sindaco di Monteroni d’Arbia, mi hanno costretto, per così dire, ad esporre il mio punto di vista su tale problematica. Premessa indispensabile: io non ho il piacere di conoscere il Sindaco di Monteroni, non ho alcun interesse collegabile all’Amministrazione Comunale di Monteroni, non ho proprietà e/o interessi di alcun genere nella zona di Isola d’Arbia. Voglio cioè dire che questo mio intervento è dettato esclusivamente dalla volontà di dare un modestissimo contributo affinché si evitino scelte, non dico sbagliate (che, peraltro, in passato ci sono state, eccome!), ma anche soltanto non ottimali per gli interessi generali. Credo converrete con me che, con i tempi che corrono, queste puntualizzazioni sono meno “peregrine” di quanto potrebbe apparire “a prima vista”.

Il citato intervento ha destato il mio interesse per due ordini di motivi:

1) per la ragionevolezza delle argomentazioni

2) per l’implicita dimostrazione che, forse, non si è proceduto ad effettuare tutti i necessari “approfondimenti”.

Ma procediamo con ordine. Diciamo subito che io, per la mia “veste” di “consumatore” che non di rado  deve recarsi fuori dal territorio per fare degli acquisti, vedrei con favore l’insediamento di un grande centro commerciale ad Isola d’Arbia in quanto foriero, in quest’ottica, solo di ricadute positive. Ma questa è la mia opinione, peraltro derivata da un’osservazione del tutto parziale, a cui potrebbero affiancarsi molte altre in direzioni diametralmente opposte e quindi tali, quantitativamente e qualitativamente, da sopraffare abbondantemente le ragioni di segno positivo derivanti da un’approccio da “semplice” cittadino/consumatore.

Nell’intervento del citato Sindaco viene detto, fra l’altro, che “Si rende necessario …. ragionare fuori da perimetri ristretti, come quelli comunali, gli interventi che interessano lo sviluppo dell’area sud di Siena.” Che poi così prosegue: “Ritengo altrettanto fondamentale confrontarsi su certi interventi dentro una visione complessiva della pianificazione del territorio e…. con il supporto di studi previsionali, di compatibilità e di impatto sul tessuto commerciale esistente e sulla qualità della vita e socialità dei vari centri urbani che gravitano in quell’orbita”. Il breve intervento continua elencando una serie di interrogativi, a mio avviso del tutto ragionevoli, nonché di inadempienze e di ritardi, specie sul versante della viabilità. Quindi conclude dicendo: “Mi auguro perciò che da parte di tutti possa prevalere il buon senso e la volontà di sedersi ad un tavolo con l’obiettivo di ragionare davvero sullo sviluppo dell’area sud di Siena evitando le illusioni del passato. Noi in questo contesto saremmo pronti a fare la nostra parte”.

A me sovviene subito una domanda, propedeutica a qualsiasi altra: l’idea di far nascere un centro commerciale ad Isola d’Arbia deriva dall’aver constatato la necessità di reperire, appunto, una vasta area da adibire a tale scopo o, viceversa, il punto di partenza è stato la necessità di trovare una soluzione per la riqualificazione delle aree ex Nannini ed ex Ultravox? Da una lettura sommaria dei documenti disponibili mi sembra di poter dire che il punto di partenza è stato proprio quello di trovare una riqualificazione di tali aree e non viceversa. Da qui la necessità di andarci “con i piedi di piombo” onde evitare ulteriori errori: l’insediamento di grandi strutture di vendita non è uno scherzo e, proprio per quanto or ora detto, occorre verificare fino in fondo tutti i vantaggi al netto degli svantaggi.

A questo punto vediamo alcune altre informazioni utili per definire la problematica.

Nel documento del comune di Siena denominato “Verifica di sostenibilità territoriale per la riqualificazione delle aree ex Nannini ed ex Ultravox in località Isola d’Arbia” (luglio 2014 – n.d.r.) si legge testualmente : “Questi due importanti complessi immobiliari insistono su una superficie fondiaria di circa 68.000 mq a fronte di una superficie coperta di circa 24.000 mq ed hanno ospitato fino a 15‐20 anni fa importanti realtà produttive dell’industria dolciaria e dell’elettronica di consumo. Dopo la chiusura delle attività produttive le due aree non hanno trovato una collocazione adeguata al mercato nell’ambito delle destinazioni d’uso consentite dal vigente Regolamento Urbanistico del Comune di Siena.”

In tale documento si legge altresì che “Le società immobiliari  proprietarie dei fabbricati da oltre dieci anni (ISOLA S.r.l.  per l’ex ultravox e SIENASUD S.r.l. per l’ex Nannini – n.d.r.),  hanno tentato senza successo di collocare gli immobili o loro porzioni sia come vendita sia come locazione con le destinazioni d’uso attualmente consentite dal Regolamento Urbanistico (aree artigianali, piccoli negozi di vicinato e medie strutture di vendita). Purtroppo anche questo tentativo è stato abbandonato perché non ha ottenuto interesse del mercato immobiliare, produttivo e commerciale.” E per tale motivo queste due società, nel luglio del trascorso anno, hanno inoltrato richiesta per l’inserimento di grandi strutture di vendita nelle suddette aree.

Sempre nel citato documento si afferma che ….”l’area industriale di Isola d’Arbia risulta ormai fortemente consolidata e gli interventi di urbanizzazione eseguiti negli anni passati sono considerati irreversibili; i fabbricati in oggetto sono circondati da altri insediamenti industriali esistenti e dall’area produttiva in progetto negli strumenti urbanistici comunali: di conseguenza l’opzione del recupero e della rivalorizzazione è l’unica percorribile anche in conformità con gli sviluppi previsti dagli strumenti urbanistici per la città dell’Arbia.”

Ed ancora, “E’ pertanto assai plausibile che, stante l’attuale crisi economica e la presenza in zona di tanti altri fabbricati di più piccola pezzatura inutilizzati, senza la modifica richiesta gli immobili non trovino una soddisfacente destinazione nel breve‐medio periodo. Viceversa, l’insediamento di grandi strutture di vendita contribuirebbero in modo determinante a rivitalizzare l’area industriale con presumibile incremento del tasso di utilizzo di tutti gli immobili presenti in zona.”

Fin qui la storia. Vediamo adesso, in maniera molto sommaria, quelle che, secondo me, sono le cose di cui tener conto, dando per scontato che nelle due citate aree troveranno insediamento, appunto, grandi strutture di vendita. Bene. Per tutto quanto sopra detto mi sembrano del tutto ragionevoli le considerazioni/proposte del Sindaco di Monteroni.

Per amore di verità occorre dire che nel citato documento sono presenti “verifiche di sostenibilità” su svariati versanti. A mio modesto parere si tratterebbe di “testare” la bontà di tali verifiche (penso, in particolare al problema del traffico e della viabilità nonché agli ipotetici vantaggi derivanti dalla stazione ferroviaria denominata Siena zona industriale) mediante l’ausilio di soggetti competenti e, più importante, indipendenti, coinvolgendo i sindaci dei comuni interessati, le associazioni di categoria e, quindi, i “semplici” abitanti del territorio.

Io, sempre nel mio piccolo, ho deciso di fare due cose:

– innanzitutto leggermi con maggior attenzione il citato documento

– in secondo luogo seguire l’evoluzione e, se e quando lo riterrò necessario, intervenire sull’argomento mediante questo blog.

L’appello, rivolto questa volta ai residenti nel comune di Siena e nei comuni contermini, è di seguire con attenzione l’evoluzione e far sentire le loro opinioni.

APPELLO PER SIENA: SULLE “CONSULTE TERRITORIALI DEI CITTADINI”

.In questo primo post “specifico” intendo approfondire alcune questioni riguardanti le CONSULTE TERRITORIALI DEI CITTADINI con l’obiettivo di dare il mio modesto contributo al dibattito in corso sull’utilità di questo nuovo organismo (anche in virtù del fatto che le Consulte avranno una sperimentazione di 12 mesi).

RIFERIMENTI NORMATIVI. Le Consulte Territoriali dei Cittadini (C.T.C.) furono adottate in sostituzione delle “vecchie” Circoscrizioni di decentramento comunale soppresse, queste ultime, nei comuni con popolazione inferiore a 250.000 abitanti, con la Legge finanziaria del 2010 e decadute, a Siena, nel maggio 2011 “in concomitanza delle elezioni per il rinnovo dell’Amministrazione Comunale”.

Il relativo regolamento fu approvato nel febbraio 2012, con successive modifiche dell’aprile 2012 e del marzo 2014.

Rimandando alla documentazione disponibile sul sito del Comune di Siena per una lettura completa, ai nostri fini interessano solo i seguenti aspetti:

  • nel comune di Siena sono state istituite n.5 C.T.C.;
  • 35 giorni prima delle elezioni il Sindaco convoca i comizi elettorali e fissa la data delle elezioni;
  • entro il 20° giorno antecedente la data delle elezioni possono essere presentate le liste dei candidati ed ogni lista deve essere presentata da non meno di trenta e non più di 100 elettori residenti nel territorio della C.T.C.;
  • ogni lista deve contenere da un minimo di 7 ad un massimo di 15 candidati nel rispetto delle pari opportunità tra uomini e donne sancite nell’art. 51 della Costituzione Italiana:
  • per la candidabilità valgono le norme vigenti per i consiglieri comunali;
  • hanno diritto di voto tutti i residenti nel territorio, italiani e stranieri, che abbiano compiuto il 16° anno di età;
  • riguardo alle funzioni possiamo dire, sinteticamente, che le C.T.C. sono esclusivamente consultive.

LE ELEZIONI. Si sono svolte in data 8 giugno dell’anno in corso e vi hanno partecipato soltanto due liste ( quella del Partito Democratico e quella di “Siena Società aperta”). L’affluenza sembra essere stata molto bassa (attorno al 4 per cento).

LE POSIZIONI. Ad esclusione dei raggruppamenti di cui sopra, tutte le altre forze politiche hanno deciso di non partecipare a queste elezioni  per designare i rappresentanti nelle cinque C.T.C. in quanto considerate organismi inutili o, nella migliore delle ipotesi, di scarsa importanza. Perfino l’associazione SIENA CAMBIA, vicina al Sindaco Valentini, ha deciso di non presentare proprie liste considerando le C.T.C. con “funzioni troppo generiche e una struttura fin troppo ingessata e burocratica” struttura che, quindi, “non permette loro di esplicare al meglio il ruolo fondamentale di dare voce alle richieste, alle esigenze ed alle proposte dei cittadini”. Le posizioni più critiche vengono dai partiti/movimenti di opposizione di centro-destra “a dimensione nazionale”, in particolare Forza Italia e Lega Nord. Ma anche dagli altri raggruppamenti politici (Sinistra per Siena, Movimento 5 Stelle, Socialisti senesi e l’insieme di associazioni che fanno capo alla lista “Cittadini di Siena”) giungono, pur con diverse sfumature, pareri sostanzialmente negativi.

LE MIE OPINIONI. Vediamo innanzitutto gli aspetti positivi e gli aspetti negativi (come accade non di rado in queste cose, una situazione considerata positiva da una persona -nel caso specifico il sottoscritto -, può essere valutata in maniera addirittura opposta da altra persona; voglio cioè dire che, nel caso specifico, il “dominio” degli elementi soggettivi su quelli oggettivi può condurre ad un insieme di valutazioni anche fortemente eterogeneo):

  • Aspetti positivi: numero minimo relativamente contenuto di elettori necessari per presentare una lista (30); status degli aventi diritto di voto (italiani e stranieri  residenti che hanno compiuto 16 anni di età); gratuità degli incarichi.
  • Aspetti negativi: funzioni solamente consultive, funzioni troppo generiche, struttura normativa troppo burocratica.

Al momento ritengo prematuro esprimere in maniera categorica la mia opinione sull’eventuale grado di utilità che tali organismi saranno in grado di dare per il conseguimento di migliori obiettivi sul fronte della partecipazione, della trasparenza e del controllo dei cittadini. Molto dipenderà, io credo, da almeno tre elementi:

  1. la capacità dell’Amministrazione Comunale di sollecitare/irrobustire il desiderio di partecipazione dei componenti le singole C.T.C.;
  2. il contenuto del cosiddetto Regolamento per la gestione dei beni comuni che il Comune di Siena sembra intenzionato a predisporre in tempi abbastanza brevi (sarebbe, per quanto mi è dato sapere, il secondo comune in Italia ad intraprendere questa strada relativamente innovativa);
  3. la capacità e la lungimiranza degli estensori del suddetto regolamento sul versante, sempre, della trasparenza, del controllo dei cittadini, della semplicità e nel saper predisporre robuste integrazioni/sinergie con, appunto, la normativa concernente le citate C.T.C.

Io, con le mie modeste forze, ottemperando alle prerogative che mi sono assegnato quando ho deciso di mettere in piedi questo blog, mi riprometto di dedicarvi la dovuta attenzione e, quindi, per ambedue le problematiche (Consulte territoriali e Gestione dei beni comuni),  “dare conto” tanto in termini di informativa tout court, quanto con riferimento alle posizioni dei singoli “attori interessati” nonché, infine, esplicitando le mie opinioni.

Anche se, come accennato, non me la sento, obiettivamente, di dare, ad oggi, un giudizio sull’utilità di questi neonati organismi, mi sento peraltro di dire con buona certezza che, tenuto conto dell’attuale stato dell’arte sul versante telematico e del livello di integrazione/globalizzazione della società, si può fare certamente di più e di meglio.

Da qui l’appello, in questo caso, al Sindaco di Siena

Egregio Signor Sindaco

Sappiamo della cronica inadeguatezza della politica a mantenersi al passo coi tempi e, in particolare, ad intercettare i bisogni emergenti di una società che si evolve sempre più velocemente. Peraltro mi sembra di cogliere una certa volontà, in alcune Istituzioni, di recuperare su tale versante. Con riferimento alla problematica qui considerata, si tratta semplicemente di “battere” con speditezza e coraggio, quelle strade, abbastanza facili da individuare, che possano determinare un recupero di fiducia e di partecipazione e che conducano, anche dal lato dell’ “offerta”, ad una ben più robusta trasparenza. Ed a Siena, penso che Lei convenga, di queste “strategie” abbiamo particolarmente bisogno.