UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: PRECISAZIONI SU QUANTO DETTO NEL POST PRECEDENTE

Leggerezza. Questa è l’accusa, ovviamente implicita, rivoltami garbatamente su quanto ho avuto modo di dire, nel precedente post (06.05.2016),  riguardo alla “questione confinanti”. In altri termini mi si accusa, se ho ben capito, di usare le parole con, appunto, leggerezza, vale a dire senza soppesarne con la dovuta attenzione e serietà il significato. Nello specifico la critica riguarda il sintagma “”venature” criminogene” (a ben vedere simile a quello a suo tempo sottoposto nuovamente a critica: “cultura tipicamente criminale mafiosa” – cfr post del 18.08.2016). Quindi, andando avanti nel ragionamento, io, ancora una volta, avrei valutato la situazione in maniera abnorme utilizzando un linguaggio inadeguato per eccesso.

Dovrò quindi, per forza di cose, dilungarmi sulla questione con lo scopo di dimostrare che il mio utilizzo della parola “criminogene” è del tutto appropriato.

Ma prima di introdurmi nelle relative argomentazioni due brevi annotazioni:

  • innanzitutto ringrazio molto chi ha voluto comunicarmi, pure a suo modo, questa sua critica; come detto altre volte, le critiche divengono per me motivo di attenta rivisitazione del mio pensiero, esercizio di grande utilità per consentirmi di mantenere il cammino sulla “buona strada”;
  • informo nuovamente tutti coloro che intendono espormi qualsivoglia opinione su qualsivoglia argomento da me trattato, che è mia intenzione, in questa sede, rifuggire dall’indicare nomi e cognomi (in altri termini non intendo, nel modo più assoluto, “mettere in vetrina” chi non me ne dà esplicita autorizzazione); questo anche per tentare di sostituire il più possibile considerazioni implicite con quelle esplicite, se non altro perché, come sanno coloro che mi conoscono, la mia perspicacia è tutt’altro che elevata.

Per avvalorare/certificare le valutazioni conclusive riportate in chiusura di questo post mi sembra del tutto calzante e, in prima battuta, sufficiente, raccontarvi un aneddoto (uno dei tanti) di qualche giorno fa, più esattamente di giovedì 11 maggio.

Generalmente la mattina mi sveglio fra le otto e le nove. Questa volta, invece, sono in piedi un po’ prima delle sette. Io e mia moglie abbiamo la camera con le finestre che si affacciano dal lato opposto a quello che fronteggia la famosa strada “incriminata”, vale a dire quella strada fatta costruire abusivamente pressoché a ridosso dell’altro lato dell’immobile dove, fra l’altro, si trova la camera dei miei nipotini. Per qualche necessità che ora non ricordo, apro la porta che dà nel corridoio dove si trova anche, ma no solo, la citata camera e sento il rumore assordante di quel mezzo che a suo tempo ebbi modo di definire motorella con sciabordio turbo (vedi post del 22 ottobre 2014), vale a dire una motorella particolarmente rumorosa che, perfino a finestre chiuse, entra nelle orecchie anche a chi ha il sonno particolarmente profondo; una motorella che, credo, oltre ad essere abbastanza vecchia è anche difficile reperire in commercio. Se lo sento io, che sono nel corridoio – dico a me stesso – figuriamoci chi ha le finestre proprio a ridosso di quella strada! E, ovviamente, questo rumore ha svegliato i miei nipotini. Male di poco, si dirà, dato che di lì a poco sarebbero stati svegliati dai suoi genitori per andare a scuola. A parte il fatto che rimane comunque una “violenza”, provate a moltiplicare questo evento per un numero abbastanza elevato, magari quando le scuole sono chiuse. Aggiungete poi le volte, sempre non poche, in cui  decidiamo di pranzare o cenare fuori (nel nostro giardino) o, comunque siamo in giardino per qualche momento di relax. Considerate inoltre che questi signori sono in grado di “rilevare” in qualsiasi momento dove ci troviamo. Per cui, “volendo”, sono in grado di “colpirci” nei momenti più “convenienti” (quando ci troviamo a riposare, quando siamo nel giardino per un po’ di relax, per pranzare, per cenare, ecc.). Discorso pressoché analogo per le nuvole di polvere che, specie nel periodo primavera-estate riverberano nell’area di nostra proprietà (la strada che hanno fatto costruire è grande ma “sterrata”).

Ma torniamo all’argomento oggetto di questo post e, quindi, alla parola “incriminata” (criminogene, mi si passi il “bisticcio”).

Credo che la soluzione migliore sia quella di fare riferimenti storici, pure se in maniera necessariamente telegrafica, tenendo conto che l’obiettivo consiste nel dimostrare che, a partire dalla fine 2003/inizio 2004, nel contesto in cui mi trovo a vivere sono state introdotte “venature criminogene non proprio banali”.

Cominciamo

Per non appesantire in maniera eccessiva questo post, rimando al contenuto della pagina “una oscura questione di vicinato”, sottopagina “la storia”, dal settimo capoverso (compreso) in poi.

Come già detto, da tale strada passano molti mezzi particolarmente rumorosi che, oltretutto, ancora come già detto, nel periodo primavera-estate provocano anche un non marginale inquinamento atmosferico (sollevamento polvere oltre a quello “consueto” derivante dai tubi di scarico dei mezzi).

Quindi, ricapitolando in estrema sintesi, dei signori acquistano dei terreni agricoli, fanno costruire una strada abusiva (peraltro modificando progressivamente anche il tracciato originario  della stradina di campagna evidenziato nelle mappe, mediante l’uso di una grossa ruspa, anche questa oltremodo rumorosa), che conduce ad una casa, anch’essa abusiva, strada che fanno passare pressoché a ridosso della parte della nostra proprietà dove, peraltro, si trovano anche le camere dei bambini.

Ma andiamo oltre

Provate a pensare alle possibilità di molestia insite in questo “nuovo” contesto. In qualsiasi momento di qualsiasi giorno dell’anno, questi signori sono nelle condizioni “operative” di poterci procurare enormi fastidi (per non dire di peggio). Basta che, per esempio, decidano, con qualche mezzo particolarmente rumoroso (e ne hanno svariati a disposizione!) di fare qualche “giratina” nella strada “incriminata” quando dormiamo, quando riposiamo, quando ci troviamo nel giardino, ecc,.

Quanto sopra è a mio avviso più che sufficiente a dimostrare l’appropriatezza del citato sintagma.

Comunque, per convincere anche i più scettici ho deciso di pubblicare quattro ulteriori post (intendo suddividerli per non appesantirli più di tanto), ognuno dei quali svilupperà in maniera adeguata a capirne il senso, le seguenti storie:

  • quella relativa allo spostamento della strada “incriminata”; come accennato nella pagina “Una oscura questione di vicinato” sottopagina “La storia”, questi signori confinanti decisero di spostare tale strada determinando di fatto un forte alleggerimento dei grossi disturbi, ma che, a seguito di certi eventi, ripristinarono, riportando la situazione come e peggio di prima (in questo post descriverò dettagliatamente i fatti e le mie opinioni; peraltro alcune sintetiche informazioni sono già contenute nella citata sottopagina dal settimo capoverso in poi).
  • quella riguardante la defatigante trattativa, alla fine “abortita”, per l’acquisto di quel piccolo appezzamento di terreno su cui “insiste” la strada incriminata; il buon esito di questa trattativa avrebbe risolto alla radice tutti i problemi; anche su tale argomento, che non è mai stato affrontato prima in questo blog, oltre che descrivere i fatti in maniera esaustiva, esporrò alcune mie opinioni che, a mio avviso, dimostrano, ancora una volta, l’incomprensibilità di certi atteggiamenti;
  • .quella relativa alla “trasformazione” della piccola e sana oliveta in  piccolo frutteto (si fa per dire) che, per quello che sto osservando in questi giorni, a me sembra, stanno trasformando progressivamente (ovviamente nella parte più a ridosso del nostro immobile) in un’area destinata al rimessaggio/manutenzione a cielo aperto, al parcheggio di mezzi, al  deposito di oggetti da  discarica, sempre a cielo aperto, con notevole ulteriore decadimento della “vivibilità” (rumori, cattivi odori, degrado  paesaggistico, degrado della componente igienico-sanitaria, ecc., ecc.,ecc.); da considerare che questi signori hanno la possibilità di spostare tali “funzioni” in svariate parti della loro proprietà senza alcun aggravio di costi, intesi in senso lato; da qui l’ipotesi che la scelta di “esercitarle” pressoché a ridosso delle nostre finestre sia una scelta derivata dal solo scopo di danneggiarci ulteriormente;
  • quella relativa al cancello di tale strada che, da “filo strada” (rispetto alla strada principale) hanno spostato proprio di fronte alla finestra di una camera, determinando ulteriori fastidi.

BLOGGER MIO MALGRADO

Se qualcuno mi avesse chiesto, anche pochi anni fa, di cosa avrei desiderato occuparmi in questa ultima parte della mia vita, avrei risposto elencando una serie di attività (in parte riportate nelle pagine/sottopagine introduttive), attività che ritengo del tutto inutile proporre in questa sede. Ma sicuramente non avrei fatto alcun riferimento a quella (se di attività si può parlare) di blogger (aggiungo, per amore di verità, l’aggettivo dilettante). Mai e poi mai avrei pensato di dedicare una parte, anche minima, del mio tempo a scrivere miei post (articoli) per il mio blog.

Poi le cose sono andate diversamente ed eccomi qui ( per i motivi che mi hanno spinto a questa scelta rimando, ancora, alle pagine/sottopagine introduttive, in particolare la pagina intitolata “Perché questo blog”).

Un’attività che, pur mantenendosi sempre abbastanza “artigianale”, si è  affinata/modificata nel tempo a seguito, diciamo, di una sorta di feedback fra me ed i miei quattro followers instauratosi a volte (raramente) in maniera esplicita a volte (ben più frequentemente) in maniera implicita.

Un’attività mantenutasi peraltro abbastanza sporadica.

Comunque sia, come già detto in altri post, mi sto sempre più rendendo conto che per impegni del genere occorre, per svariati motivi facilmente intuibili, una robusta assiduità. E’ come il prato di un giardino: se non lo curi adeguatamente (tagliare l’erba, innaffiare, concimare, arieggiare, integrare, “medicare”, ecc.) il tuo prato prima o poi si riempirà di erbe infestanti che, piano piano, sovrasteranno l’erba vera e propria fino a stravolgerne completamente l’aspetto originario. E cosi per un blog: se non  lo “curi” in maniera adeguata le “erbe infestanti” si insinueranno progressivamente fino a stravolgere l’impostazione originaria.

E siccome credo che delle problematiche oggetto di questo blog mi dovrò occupare per molto tempo ancora, conviene che proceda con adeguato rigore.

Ora, qualcuno dirà, dovrebbe risultare oltremodo facile, per un pensionato quale io sono, ridisegnane l’utilizzo del proprio tempo.

Non è proprio così. Una volta impostato un certo “modo di vivere”, al momento in cui questo si “cristallizza”, non è del tutto immediato introdurre dei mutamenti, forse anche perché tu stesso, in quanto pensionato, parti dal presupposto che il tempo a disposizione non ti manchi mai.

Credo comunque di poter dire che i vari tentativi di riorganizzare il mio tempo stanno cominciando a dare i loro frutti e che, quindi, ritengo di poter rendere fin da ora ben meno sporadica la mia attività sul web.

Nei post che seguiranno, spero in tempi ben più brevi, mi occuperò, non necessariamente nello stesso ordine sotto riportato, dei seguenti argomenti:

  • le società partecipate/controllate dal Comune di Siena. Dopo una pausa certamente troppo lunga (che, peraltro, mi permetterà di meglio conseguire l’obiettivo prefissato, visti i successivi e significativi interventi normativi/operativi introdotti dalla data dell’ultimo post sull’argomento ad oggi) riprenderò le fila del discorso entrando nella specifica realtà senese anche alla luce delle eventuali azioni adottate dal Comune su questo versante. Proprio a seguito del mio significativo ritardo potrò anche testare con maggiore efficacia se e in quale misura il Comune ha imboccato la strada della trasparenza (rimango ancora convinto che molti dei mali che affliggono la nostra società possono essere curati con qualche successo in più proprio mediante la “terapia” della trasparenza; un giorno cercherò di spiegare in maniera dettagliata questa mia opinione).
  • la commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario italiano. In tale post specificherò anche, ma non solo, i motivi che mi hanno indotto a questo ulteriore intervento sull’argomento in modo da poter consentire di valutare la relativa necessità e, per chi lo desideri, esplicitarmi le sue opinioni, magari in questo stesso blog.
  • lo “stato dell’arte” riguardo alla categoria “Una oscura questione di vicinato” sia con riferimento alla questione “confinanti”, sia con riferimento alla questione “detrattore occulto”. Per la prima questione (confinanti), l’altro giorno ho voluto ridare un’occhiata alla copiosa documentazione di cui dispongo e a me sembra che, da fine 2003 – primi mesi del 2004 in poi, in questo tranquillo e gradevole contesto tipico delle campagne senesi siano state inserite “venature” criminogene non proprio banali (per l’aggettivo criminogeno faccio riferimento al significato evidenziato nella maggior parte dei moderni vocabolari: che produce, favorisce, incoraggia le attività criminali) senza che nessuno abbia fatto granché per porvi rimedio ( sono passati quasi quindici anni! ). Per la verità devo dire che, con la costituzione di questo blog, le cose sono migliorate, anche se siamo ancora lontani da una situazione di vivibilità quantomeno sufficiente. Una opinione (e sottolineo opinione) pesante, anche se non è la prima volta che mi viene alla mente. E proprio per questo ho deciso di rileggermi con più attenzione detto materiale al fine di avvalorare o rigettare tale opinione di prima linea con, come si dice, cognizione di causa. Un compito che svolgerò, appunto, dopo aver riletto il materiale. A questa titubanza si contrappone peraltro una certezza. La certezza che io non smetterò di occuparmi della questione (ovviamente nei modi e nei termini che la legge consente) fintanto che non vedrò ristabilita, nel contesto dove mi trovo a vivere, una situazione  di normalità sotto il profilo della legalità, delle condizioni igienico-sanitarie, dei diritti inalienabili delle persone, della tranquillità, del decoro. In altri termini un contesto di normale vivibilità. E continuerò a farlo con serenità e pacatezza in modo da evitare ripercussioni negative sullo stato di vita delle persone che mi sono vicine, in particolare i bambini. Anche riguardo alla seconda questione (detrattore occulto) predisporrò uno specifico post dove indicherò i passi avanti compiuti e le ulteriori iniziative che intendo intraprendere.