OCCORRE DI NUOVO ALZARE IL TIRO – 1

Prima di entrare nel vivo della problematica (cosa che farò nel/nei post successivo/i) mi corre l’obbligo di:

1. Inserire una breve premessa necessaria, io credo, per meglio inquadrare tutti i risvolti degli argomenti che intendo affrontare in questa sede;

2. rivolgere sentite scuse ai miei quattro followers per una mia riprovevole mancanza che specifichero’ subito sotto;

3. aggiungere due piccole chiose ai punti 2 e 3 del precedente post (intitolato I MIEI PROSSIMI POST);

Cominciamo

Premessa

Uno dei miei quattro followers, di recente, mi ha voluto comunicare le sue considerazioni critiche riguardo alla mia scelta di aver “attivato” questo blog. “Con le modalità che hai deciso di adottare” dice lui, “ti sei reso particolarmente e visibilmente vulnerabile al variegato mondo del web. Un mondo, come sai, in grado di “stritolare” persone ben più agguerrite e ben più smaliziate di te che, anzi, scusa la franchezza, per queste cose sei abbastanza bischero”.

Per i soliti motivi chiamerò questo follower, ancora una volta, Mario. Innanzitutto, caro Mario, voglio ringraziarti per questa tua esternazione: risulta sempre di grande utilità una critica da una voce amica. A pensarci bene anche da una voce, come dire, non amica in quanto consente comunque di rivisitare criticamente un dato modo di valutare/analizzare e, quindi, di individuare eventuali errori/carenze/inesattezze. Ma, francamente, devo dirti che, al momento, non mi risultano “accanimenti” di alcun genere su questo versante. Anche perché, come sai bene e per fortuna, non ho “scheletri nell’armadio”. E…grazie anche per il “bischero”.

Torniamo a bomba. Io, anche in questo caso, sono fermamente convinto che la trasparenza possa dimostrarsi una robusta arma di difesa. Infatti, mi sento di affermare che, per quanto mi riguarda e sulla base di fatti concreti, è proprio grazie alla trasparenza (nonché, ovviamente, alle varie peculiarità del web) con cui, fin dall’inizio, ho inteso predisporre i post di questo blog, che ho potuto ottenere risultati altrimenti non conseguibili. Anzi, penso di potermi spingere fino a riconoscere che è solo grazie al web che, con riferimento, per esempio, all’argomento “una oscura questione di vicinato”, le cose sono divenute ben meno “pesanti” (per certi aspetti addirittura sopportabili – vedremo, nei prossimi post che non sono ancora tutte rose e fiori).

Resta il tema “detrattore occulto” per il quale, invece, pure in questo caso come scritto più volte, il contributo del web non è risultato ancora determinante. Ma per tutto quanto sopra esposto io dico, tenuto conto delle caratteristiche del “nemico da battere”, che proprio questo blog è l’arma migliore, per una persona pacifica/pacifista come me, per tentare di smascherarlo e sconfiggerlo. Non quindi, caro Mario, un handicap, come tu ritieni, ma un punto di forza, come io ritengo, punto di forza che intendo continuare ad utilizzare proprio per “trasformare questa “strada oscura”  in una strada ben illuminata anche negli anfratti più reconditi” (cfr post precedente).

Pertanto, con il prossimo post (ed eventualmente con quelli successivi sull’argomento)  intendo (o, meglio, credo di poter) “costruire” un corpo solido e robusto di prove, indizi e deduzioni logiche adeguati a smascherare/ribaltare quanto fatto veicolare dal “mio” detrattore occulto.

Le scuse

Il mio ultimo post risale a poco più di 1 anno fa ed il penultimo a circa 1 anno e mezzo fa. Troppo tempo per gli scopi prefissati. Con tali ritmi questo blog, date le prerogative, ha poco senso. Io stesso, peraltro, in più di un post, ho manifestato la volontà di dargli una cadenza ben più ristretta: enorme inadempienza rispetto ai proponimenti delineati e, quindi, rispetto alle attese dei miei quattro followers. Imperdonabile! Non so con quale risultato finale ma provo a giustificarmi. Da non pochi mesi mi sono trovato addosso, peraltro in conseguenza di mie precise scelte (sic!), impegni ragguardevoli che hanno reso pressoché inesistenti gli spazi per altre attività e, in particolare, per scrivere dell’argomento in questo blog, attività per la quale occorre, più che il tempo specificatamente necessario per mettere nero su bianco, un minimo di concentrazione/elaborazione. L’intendimento, comunque, è sempre quello di arrivare a “produrre” post con cadenze ben più ravvicinate e, perciò,  adeguate a soddisfare le prerogative iniziali.

L’aspetto positivo di questo ritardo sta nel fatto che, forse ipotizzando un mio definitivo abbandono del campo, sono emersi dall’oscurità alcuni (pochi per la verità) ripugnanti personaggi “minori”, personaggi che è sempre utile conoscere “de visu”.

Inoltre mi sono convinto, dati i vari argomenti di cui intendo occuparmi, dell’opportunità di riprendere in mano tutti gli appunti che riguardano tali argomenti al fine di riportarmeli alla mente ed inserirli in un unico, pure se etrogeneo, puzzle. Sono aspetti che, sovente, hanno dell’incredibile e che, quindi, necessitano di essere affiancati da un corposo coacervo di indizi. E questo compito si sta dimostrando un po’ più impegnativo di quanto pensassi.

Le chiose

Punto 2: In questo caso mi riferisco alla tematica (eufemisticamente parlando) riguardante i rapporti con i confinanti. Sotto tale aspetto, come ho avuto modo di dire in svariate occasioni, le cose sono certamente e sensibilmente migliorate anche se siamo ancora lontani da una situazione, diciamo, di normalità (mi riferisco, in particolare, ad aspetti concernenti il decoro, la salute, l’igiene, la sicurezza). Una scelta che forse avrebbe potuto condurre a chiudere definitivamente la faccenda poteva essere quella di inoltrare, all’Autorità competente, una “Richiesta di intervento nella composizione di dissidio privato” (visti gli insuccessi nel tentativo di proseguire nella via giudiziaria “vera e propria”, altro aspetto oscuro) che, probabilmente, avrebbe condotto ad una composizione delle questioni ancora aperte in maniera relativamente tranquilla e, non meno importante, senza esose spese. Al riguardo mi sento di dover ringraziare le persone, molto serie ed affidabili, che, non proprio di recente, mi avevano indicato questa strada, strada che poi non mi sono sentito di intraprendere vista la mancanza di unanimità di vedute all’interno della cerchia di persone cui, per scelte di questo genere, ho sempre inteso ricorrere. Comunque, anche se migliorata, la situazione su questo versante rimane tutt’altro che idilliaca. Ragione per cui nei prossimi post mi occuperò  anche di mettere a fuoco le questioni irrisolte nonché di riassumere certe mie considerazioni su alcuni aspetti che, a mio parere, meritano di essere poste in buona evidenza.

Punto 3. Già in questa prima fase di “rivisitazione” dei miei appunti è riemersa una situazione ben più complessa di quella che mi ricordavo: solo in alcuni casi si può parlare di “veicolazioni” di notizie false che sottintenderebbero una marcata stupidità del sottoscritto. A ben vedere, anche se non sono un esperto del settore, in certi casi penso si possa ipotizzare una persona, se non enormemente stupida, con marcati problemi di carattere psicologico/psichiatrico. In ambedue i casi (persona molto stupida, persona con grossi problemi mentali), io credo, saremmo in presenza di atteggiamenti facilmente individuabili.

Altri episodi sottintenderebbero una personalità, sempre del sottoscritto, diametralmente opposta, pure se, ovviamente, ancora negativa. Altri ancora presupporrebbero una cattiveria “luciferina”.

Anche per quanto riguarda l’aspetto, diciamo, strettamente psicologico, le “veicolazioni” sono svariate: rissosita’/prepotenza nei rapporti con il vicinato, disturbi mentali riconducibili ad aspetti sessuali, riduzione della lucidità  mentale, devianze riconducibili alle malattie mentali degli anziani, odio viscerale nei confronti delle donne, ecc.,ecc. Quindi, altro obiettivo dei successivi post sull’argomento sarà quello di, appunto, tentare di “disegnare un quadro” quanto più possibile fedele, di questo “spaccato” e, conseguentemente, dimostrare il comportamento malavitoso del mio detrattore occulto.

Intendo anche (tentare di) dimostrare che, al di là delle apparenze (banali pettegolezzi), le questioni affrontate in questa sede sono ben meno “leggere” di quanto potrebbe apparire a prima vista.

Ultima, ma non meno importante, prerogativa sarà quella di dimostrare che tutto quanto esposto in questo blog (sempre con riferimento alla questione “detrattore occulto”), anche se marcatamente inverosimile, è la pura realtà.

Nel complesso un compito, come potete capire, non proprio semplice e per il quale occorrerà un lavoro certosino. Ma oggi più di ieri mi sento anche in grado di intuire e fronteggiare eventuali loro (del “mio” detrattore e dei suoi “veicolatori”) prerogative volte a costruire false situazioni da poter poi interpretare in negativo. Per meglio dire mi sono già trovato in un contesto falsamente costruito dai suddetti balordi al fine di poter estrapolare ipotesi negative del mio comportamento, ovviamente non vere. Situazione che sono stato in grado di percepire e “neutralizzare” (grande successo se si considera la mia proverbiale scarsa perspicacia). Francamente, mentre non sono rimasto stupito più di tanto di questa, diciamo, iniziativa, sono rimasto letteralmente sbalordito dalla loro capacita di utilizzare strutture “paraistituzionali”.

Proprio in questo momento mi torna alla mente un accadimento di non pochi anni fa dove venni informato preventivamente di un colloquio che mi sarebbe stato richiesto e che sarebbe stato registrato a mia insaputa. Colloquio che effettivamente avvenne. Ma la cosa fini’ lì. Ancora una volta una situazione a dir poco incomprensibile che a quel tempo sottovalutai e che comunque decisi di accantonare anche perché in quel periodo attraversavo ancora una fase di significativa frustrazione/delusione di tipo professionale.

In chiusura di questo post mi sovviene il desiderio di ripetere, per l’ennesima volta (repetita iuvant), quanto ebbi a scrivere già nel post del lontano luglio 2017 riguardo, appunto, al detrattore occulto: “…a volte mi domando quali guai avrebbe potuto procurarmi,…….se, anziché una vita relativamente tranquilla …. avessi avuto un modo di vivere “borderline”!” Una domanda a cui oggi tendo a rispondere con maggiore convinzione così: guai ben maggiori!

DI NUOVO SUL FAMIGERATO DISTURBO INTESTINALE: REPETITA IUVANT

Riferimenti: post del 26 aprile 2019, del 9 gennaio 2018, del 13 novembre 2017, del 17 luglio 2017

Perchè è utile ripetere? Nel caso specifico per il semplice fatto che io, come detto ormai tante volte, ho solo questo blog per divulgare quanto vado scrivendo ormai da svariati anni. Quindi il solo scrivere più volte dello stesso argomento rende più probabile una maggiore diffusione. E poi sono convinto che questo mio atteggiamento, nel caso specifico (rendere edotti i miei quattro lettori su come stanno realmente le cose in merito ad un evento – del tutto privato ed, anche, tutt’altro che gratificante – che ha coinvolto la mia persona), è  l’esatto contrario di quello che gli “organizzatori della circostanza” si sarebbero attesi. Quindi, ben venga.

Peraltro, come vedrete nel prosieguo, questo post ha anche  un nutrito “valore aggiunto” che in massima parte conduce ad irrobustire significativamente le considerazioni riportate in precedenza su questo medesimo argomento.

Una breve premessa. Se dovessi dare ascolto ai suggerimenti “timorosi” dovrei, come si dice, lasciar cadere la cosa e continuare a vivere come se nulla fosse. I suggerimenti “intransigenti”, invece, mi dicono che, anche se il danno economico è  minimo, l’evento risulta grave sotto il profilo della legalità e delle implicazioni malavitose; da qui l’indicazione di continuare con l’attività  di denuncia/pubblicizzazione. Ecco, questo secondo indirizzo è  quello che ho adottato fin dall’inizio ma non, come taluni pensano, per una sorta di spirito vendicativo; solo perché  lo ritengo un dovere civico che torna utile, in fin dei conti, all’intera collettività.

Torno subito sulla problematica oggetto di questo post. La nuova più importante “variabile” che ci fa “buon gioco” è il passare del tempo: gli oltre 4 anni trascorsi  dal famigerato evento ad oggi credo possano considerarsi un lasso di tempo assolutamente congruo per tirare le somme definitivamente inequivocabilmente in merito alle cause che lo hanno determinato.

Voglio cioè dire che il tempo trascorso, a parità di condizioni, costituisce di per sé un potente “avvaloramento” della già più che sufficiente “certificazione” a suo tempo dimostrata. Quindi il fatto che nei miei non pochi anni di vita non mi sia mai capitata una cosa del genere, sommato alla “piatta normalità” di questi ultimi 4 anni sul versante del mio stato di salute in termini enterici, la rende a mio avviso “granitica”.

Anzi, direi che, volendo per forza individuare qualche problema nel mio apparato gastrointestinale, occorrerebbe posizionarsi sul versante diametralmente opposto a quello che potremmo essere portati ad individuare sulla base del più  volte citato evento (mi scuseranno in particolare i miei quattro followers per il mio forse eccessivo senso del pudore; credo peraltro di non dare adito a fraintendimenti).

Comunque sia, per l’obiettivo dichiarato esplicitamente nel titolo, niente di meglio, credo, che ripetere nuovamente quanto ebbi a scrivere nel post del 9 gennaio 2018:

le cause di questo “evento” sono assolutamente esogene, sia con riferimento al mio stato fisico, sia con riferimento a quanto da me assunto prima dell”evento”. Più esplicitamente, occorre ipotizzare, direi obbligatoriamente, che poco prima dell’evento io abbia assunto, per via aerea (vale a dire tramite inspirazione), qualche sostanza che ha provocato il “fenomeno” più volte citato.

Ed ancora:

Dato che sono assolutamente certo di non aver assunto “volontariamente” alcunché poco prima dell’”evento” e tenuto conto di quanto sopra, non posso che dedurre che la suddetta “assunzione” sia stata provocata da terze persone.

Tutta questa ridondanza non rientra  nel mio linguaggio consuetudinario. Ma in questo caso ritengo sia giustificata dalla necessità di condurre il lettore a considerare questa “narrazione”, che per certi versi sembra incredibile, assolutamente veritiera. Quindi, riepilogando, il sottoscritto si è “trovato addosso” l’evento più volte descritto solo ed esclusivamente a causa di un intervento umano nei termini già descritti, intervento non certo messo in piedi per farmi un piacere.

Sul chi rimangono per ora solo ipotesi, ipotesi che non mi sento di esporre in questa sede per evitare di dare avvio ad una sorta di perversa caccia alle streghe con vieppiu perversa controcaccia. Certo, il giorno in cui entrassi in possesso di elementi concreti non esiterei a darne contezza alle autorità competenti. E questo non tanto per il danno subìto, di per sé poco significativo (a parte le complicanze mediche, non proprio banali, già evidenziate nei precedenti post), quanto perché ritengo civicamente doveroso combattere in tutti i modi questi comportamenti malavitosi pure se utilizzati da poveri gaglioffi; gaglioffi che, assaporando l’impunità potrebbero “montarsi la testa” e,quindi, “salire di livello”. E, francamente, non lo dico tanto per me quanto per eventuali terze persone, magari persone per bene ma che, caratterialmente, tendono a subire senza reagire.

Diverso il discorso se ragioniamo sul perché. In questo caso possiamo dire con certezza che l’obiettivo “primario” è  stato quello di “colpire” il sottoscritto e niente altro. Per quanto riguarda, invece, l’obiettivo (gli obiettivi), diciamo, secondario (secondari) le ipotesi sono molteplici. Anche individuare mere ipotesi, data la stranezza del fatto di per sé e volendo lavorare con un minimo di affidabilità,  non è  un compito facile. Al momento in cui avrò le idee più chiare metterò nero su bianco. Anche perché io non ho, e non ho mai avuto, niente (ma proprio niente) da spartire con individui di questa risma.

Per quanto riguarda i metodi penso di poter affermare che, al di là delle singole “sfaccettature”, sono sempre metodi che prevedono una, diciamo, operatività  sotto traccia. Voglio cioè  dire che i citati quattro gaglioffi, operando nell’illegalita’,  non agiscono mai, ovviamente, alla luce del sole.

Fin qui problematiche già  affrontate nei su citati post.

Veniamo adesso a Mario che, questa volta, è un commerciante presso il cui esercizio io mi reco da diversi anni pure se sporadicamente. Ultimamente mi è  sembrato di percepire un suo certo  disappunto/imbarazzo, se non preoccupazione e/o titubanza nel vedermi sostare, pure se, come al solito, brevemente, nel suo esercizio (il fatto che sono trascorsi oltre 4 anni dall'”evento” forse sta a dimostrare che pure “radio scarpa” ha le sue defaillances sul versante della “velocità di trasmissione”). Comunque sia questo episodio mi ha convinto ad indirizzare una

Lettera aperta a quel Mario

Caro Mario

Mi sembra di capire che a questo punto anche tu ti sei convinto che l’evento sia stato causato da fattori esogeni nei termini ampiamente descritti in questo e nei precedenti post sopra indicati.

Devo quindi dedurre che le tue preoccupazioni derivino dall’ipotesi che tutto potrebbe riaccadere, magari proprio mentre mi trovo a transitare nel tuo esercizio.

Occorre quindi che io ti dimostri che non hai di che preoccuparti. Ma per fare questo devo entrare in un discorso che avrei preferito non affrontare, non tanto per motivi personali, quanto per non fornire troppi dettagli in merito alla struttura presso la quale mi trovavo al momento dell’evento, struttura che, sono convintissimo, non ha niente a che fare con ciò  che mi è  accaduto e che, anzi, risulta essere particolarmente seria ed affidabile sotto tutti i punti di vista.

Cercherò,  per quanto possibile, di stare sul generico. Basterà  dire che mi trovavo all’interno di una struttura molto grande. Io mi reco presso tale struttura saltuariamente, nei giorni e nelle ore più diverse, perdipiù raramente da solo. Quindi per organizzare il tutto, lo capisce anche un bambambino  cretino, occorre quantomeno un, diciamo, complice che segnala al soggetto “operativo” la mia presenza da solo e che, oltretutto,  ha una buona conoscenza della suddetta struttura. Occorre altresi che il luogo sia abbastanza grande, che abbia spazi relativamente isolati e che io mi trattenga ben più di qualche minuto. Pure questo lo capisce anche un bambambino cretino (tieni sempre ben presente che i già citati quattro gaglioffi malavitosi operano esclusivamente “sottotraccia”). Ragione per cui nel tuo esercizio e nella maggior parte di esercizi che io frequento, l'”intervento” non è proprio  praticabile.

Pertanto, caro Mario, il fatto che tu ti possa ritrovare di fronte ad una situazione analoga non esiste proprio. Peraltro dubito fortemente che tali “personaggi” abbiano intenzione di ripeterlo pedissequamente.

Tuttavia devo dirti che per me non sarebbe un problema evitare di frequentare il tuo esercizio. Ma credo che così facendo, per una serie di motivi facilmente intuibili e che, quindi, anche per non appesantire troppo questo post, non vado ad elencare,  farei proprio il loro gioco. Comportamento che, oltretutto, conferirebbe loro un alone di  temibilità. E siccome, ripeto, la mia frequentazione non creerà danni di alcun genere a te e/o alla tua attività, non vedo il problema.

Quindi, caro Mario, niente di personale. Anzi, siccome mi sei simpatico ti accontenterei volentieri. Ma, credimi, non è  proprio il caso. È un dovere civico a cui ritengo assolutamente obbligatorio ottemperare, a maggior ragione se, come in questo caso, non creerò nocumento alcuno a chicchessia. È  un dovere civico a cui, a mio modesto parere, tutte le persone perbene che si dovessero trovare in situazioni analoghe, dovrebbero ottemperare.

Certo, siccome tu non sei uno stupido, ti confesso che mi è  venuto subito alla mente l’ipotesi che tu appartenga alla categoria che a suo tempo ho inteso definire “veicolatori qualificati del detrattore occulto” (cfr post del 28 Dicembre 2014, penultimo capoverso; se leggi bene tale post capirai che il termine adottato ha un significato tutt’altro che positivo). Ma in questo caso, come puoi ben capire, il fatto di continuare a frequentare il tuo esercizio, rientra a pieno titolo nella mia, diciamo, strategia di difesa.

Pertanto io, non avendo nulla di cui rimproverarmi e/o da nascondere, non intendo in alcun modo ridimensionare tutti quegli “spazi di libertà” che, nel rispetto delle leggi, mi appartengono. E non permetterò  a nessuno di adottare comportamenti che in qualche modo tendono a questo obiettivo. Anzi, credo proprio che, sempre con la massima educazione, aumentero’ questa frequentazione. Da te mi attendo un normale comportamento “da esercente”. Altrimenti non ti resterà  che intraprendere una strada facilmente intuibile e della quale sarei particolarmente felice in quanto condurrebbe a rendere trasparente questa ennesima “zona oscura”.

Ah, un’ultima cosa. Siccome, come avrai ben capito, aborro “affiliarmi” a qualsivoglia banda di balordi “similare” (sarebbe come combattere una struttura mafiosa mediante un’altra struttura mafiosa) io continuerò  ad utilizzare, come unica arma di difesa, i post di questo blog; blog che, come avrai notato, è  improntato alla massima trasparenza. E, come ho scritto in svariati post, continuerò  a farlo fino a che non vedrò emergere, per questa e per altre problematiche che mi riguardano, un adeguato livello di legalità e di trasparenza. Non ti nascondo, infine, che ho sempre più  netta la sensazione che un numero crescente di persone approvi questo mio comportamento.

 

 

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: RESOCONTO DI FINE ANNO

Doveva essere un resoconto di fine estate. Poi, come al solito, i giorni ed i mesi sono “scivolati via” in un batter d’occhio e siamo arrivati, appunto, a fine anno. Per amore di verità devo subito aggiungere che sono stato condizionato tutt’altro che marginalmente da questa pandemia, nel senso che ogni volta che avevo il tempo necessario per scrivere un post mi sembrava di essere completamente fuori luogo, non fosse altro che per i non pochi decessi che continuavano (e continuano) a susseguirsi nel tempo. Ma alla fine, dato che, ovviamente, non esiste alcuna correlazione fra questa “attività” (il blog) e l’andamento del Covid-19, mi sono convinto a riprenderla, anche perché sono trascorsi ormai quasi otto mesi dall’ultimo post e non vorrei che il “mio” detrattore occulto pensasse che ho “gettato la spugna”; anzi, ribadisco che, con riferimento alla “questione confinanti” (ma non solo), ……continuerò a tenere “aperto” questo blog quantomeno fino a quando non vedrò reintrodotta una situazione di normalità…. (post dell’8 marzo 2020).

Lasciando a futuri post l’argomento “detrattore occulto”, qui, sempre all’interno della categoria UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO,  intendo riferirmi esclusivamente ai cosiddetti “fastidi” (parlando, come al solito, in termini eufemistici).

Qualcuno mi ha domandato (solo adesso?): ma perché, invece di ricorrere al web non hai seguito le vie “normali”, vale a dire partendo con il tentativo di risolvere le varie situazioni mediante il dialogo e, nel caso di insuccesso, procedere con gli appropriati atti che la legge consente?

Posso rispondere con assoluta chiarezza ed in estrema sintesi: già fatto e da quel dì! Per molto, troppo tempo, mi sono mantenuto in situazione di attesa con il tentativo di trovare risposta a tanti interrogativi, interrogativi che possono essere rozzamente così sintetizzati: ma per quale diavolo di motivo questi “signori”, oltre che far costruire di sana pianta una casa ed una strada totalmente abusive, fanno di tutto per renderci la vita quasi impossibile tanto da costringerci, in pratica, ad intraprendere le vie legali? Sarebbe stato più logico, io credo, un comportamento diametralmente opposto! Questa è l’assurdità. Lascio ad ogni singolo lettore il compito non facile di trovare la risposta  secondo lui più plausibile.

Ma come già detto in altri post, io, purtroppo, ho un caratteraccio: quando sento odore (si fa per dire) di sopraffazione, di prepotenza, di intimidazione, non posso fare a meno di reagire utilizzando le mie, seppure modestissime, armi di difesa (che poi, nel caso specifico, sono i post di questo blog) e stando ben attento a non cadere nelle provocazioni; armi che, quantomeno, mi consentono di diffondere elementi di verità. E poi non mi sento di scartare l’ipotesi che detti “signori”, se venissero a sapere che ho cessato questa attività o, quantomeno, quella dedicata a tale specifico aspetto,  riprenderebbero con le “gentilezze” iniziali.

Tornando al mio comportamento al riguardo, possiamo dire che le mie azioni, finalizzate esclusivamente a vivere nella nostra proprietà in tranquillità, sono mano a mano aumentate di intensità e di livello. Un “crescendo” peraltro molto lento:  siamo partiti da mere e garbate rimostranze verbali, per poi passare a richieste scritte, a diffide, sempre scritte, ad esposti alle autorità competenti,  a querele-denunce, ad un ricorso al Tar  e via dicendo. Probabilmente senza il “tradimento deontologico” (ed a mio avviso strano, data la tempistica) di certi addetti ai lavori avrei già imboccato la strada indicata nel post del 2 settembre 2016 (tredicesimo capoverso).

Forse un giorno dedicherò un post alla descrizione dei costi, intesi in senso lato (economici, materiali, immateriali, psicologici, in termini di tempo perso, ecc), sostenuti/subiti, in modo tale da rendere palese l’enorme danno complessivo che questi “signori” hanno causato, purtroppo non solo al sottoscritto. E fors’anche a raccontare della faticosissima e lunghissima, nonché, ancora una volta, oscura, trattativa per acquistare la piccola ex oliveta, peraltro “abortita” malgrado la mia disponibilità a pagare un prezzo ben più alto di quello di mercato. Trattativa che, se conclusasi positivamente, avrebbe risolto il problema alla radice.

Riguardo alla “dinamica” dei rapporti di vicinato è sufficiente che io riporti quanto ebbi a scrivere al riguardo già nel 2014 (post del 22 ottobre 2014):

Come ho già avuto modo di sottolineare, non si tratta della “classica” situazione di vicinato dove, “screzio dopo screzio”, da ambo le parti, si è andato creando uno stato di, diciamo, crescente conflittualità. Per quanto qualcuno si stia sforzando di far apparire una realtà di questo tipo (ne parlerò in uno specifico post), io (ma il discorso vale per tutta la mia famiglia), proseguendo nel mio normale stile di vita, mi sono preoccupato, sempre e comunque, nell’ intraprendere qualsivoglia iniziativa,  innanzitutto di non arrecare disturbo e/o danno a chicchessia nonché, ovviamente, di rispettare le norme vigenti. Quindi, ripeto, l’attuale stato di cose, su tale versante, deriva completamente da atteggiamenti unilaterali.

C’é voluto questo blog per ricondurre la questione sui “binari della verità”.

Ancora cose già scritte in svariati post. Ma, come dicevano gli “antichi”, repetita iuvant, specie per chi, come me, intende mantenersi entro un itinerario di massima trasparenza/correttezza e che, ancora come più volte scritto, ha solo questo blog per difendersi. Mi perdoneranno i miei quattro followers per quanto andrò a ripetere ma credo proprio sia utile rinfrescarci la memoria su questa specifica problematica.

Giova quindi ricordare, riprendendo il discorso sopra accennato, che questi “signori” confinanti hanno fatto costruire, non pochi anni fa, una casa totalmente abusiva nonché una strada per arrivarci ugualmente abusiva, strada che peraltro hanno pensato bene di far passare, per un primo tratto, facendo allargare enormemente le dimensioni di una piccola stradina di campagna (peraltro non più visibile, come dimostrano le foto da me scattate antecedentemente) destinata alle poche attività agricole-forestali necessarie alla conduzione del fondo, pressoché a ridosso dell’immobile dove abitiamo, nella parte dove trovano ubicazione, fra l’altro, le finestre delle camere dei miei nipoti ( a quel tempo nipotini).

Ma torniamo al resoconto.

Ancora come scritto più volte, questo è il “versante” che ha tratto maggior beneficio dall’aver messo in piedi il mio blog. Devo infatti riconoscere che, sotto svariati aspetti, le cose sono migliorate significativamente.  Anche se è bene aggiungere subito che siamo ben lontani da una situazione di normalità. Rimangono cioè alcuni  “fastidi” tutt’altro che secondari e che vado ad esporre qui sotto, in ordine di importanza.

  1. La motorella. Io la definisco motorella ma francamente non conosco il termine più appropriato: è una specie di carrello motorizzato non molto grande, nel caso specifico molto vecchio, che usano prevalentemente i loro dipendenti (non so se due o tre) per spostarsi continuamente nella loro proprietà e per trasportare gli ortaggi. Fin qui nessun problema. Ognuno usa i mezzi che crede. Ma il problema, per noi, consiste nel rumore, che è ben superiore a quello del precedente mezzo, già insopportabilmente rumoroso, che a suo tempo definii motorella turbo (occorre tenere sempre presente il fatto che questa strada è stata fatta costruire pressoché a ridosso delle finestre di alcune camere). Un rumore che mi ricorda quello di certi motorini di alcuni coetanei di quando ero un ragazzo dopo che li avevano, come si diceva in gergo, “smarmittati”. D’inverno la situazione rimane di dimensioni, non dico sopportabili, ma comunque “passabili” (molto fra virgolette). Il problema, il grosso problema, viene d’estate per un insieme di perché facilmente intuibili ma che vado comunque ad elencare:
    1. innanzitutto perché i loro dipendenti, in estate, “sviaggiano” molto di più rispetto all’inverno;
    2. in secondo luogo perchè spesso “sviaggiano” sotto le finestre dei miei nipoti la mattina presto;
    3. in terzo luogo perchè d’estate teniamo le finestre aperte;
    4. in quarto luogo perchè i miei nipoti, avendo terminato la scuola, la mattina potrebbero (e vorrebbero) dormire un po’ di più. Fatto sta che quel rumore assordante di motore “smarmittato” rende impossibile non svegliarsi anche ad uno abbastanza sordo come il sottoscritto. Quindi è inutile che questi “signori”, quando passano sotto le nostre finestre con i mezzi (furgoni ed auto) guidati da loro stessi adottino, da un po’ di tempo a questa parte, “comportamenti consoni”  (peraltro non sempre) lasciando ai dipendenti il “lavoro sporco”. Io so benissimo che detti dipendenti non hanno alcuna responsabilità nella scelta di tale mezzo. Da qui la deduzione che tale responsabilità  (acquisto di un mezzo vetusto, probabilmente inquinante e, per di più, “smarmittato”) non può che ricadere sui proprietari (per chi avesse tempo e voglia suggerisco la lettura del post del 22 ottobre 2014 e quello del 27 maggio 2017)
  2.  Il cancello. E’ una storia infinita! Comincio col dire che, originariamente, esisteva un vecchio cancello “filo strada” (ovviamente ho le foto). La prima volta che lo spostarono all’interno, proprio di fronte alla finestra di una camera dei miei nipoti, avendo saputo da dei funzionari dell’Ufficio tecnico del Comune che avevo tutta la “capacità giuridica” di oppormi, inoltrai specifica rimostranza scritta al Comune medesimo. Solo dopo reiterati reclami lo fecero togliere. Ma dopo svariati anni un nuovo cancello fu reinstallato, sempre di fronte alla citata finestra. Mi informai da “addetti ai lavori” i quali mi dissero che era tutto regolare. Ma come? Prima non era regolare e dopo era regolare?
  3. La siepe. Fra la nostra proprietà a la loro proprietà (con strada abusiva incorporata, come già detto) esiste una recinzione di nostra proprietà. Bene ( si fa per dire). Nella loro proprietà esistono diverse piante di “vite americana” che ogni anno crescono significativamente e, ovviamente, si “arrampicano” sulla nostra recinzione, in quanto le sono a ridosso, creando le seguenti problematiche:
    1. La necessità di potare ogni anno questa siepe che ha radici, come già detto, nella loro proprietà, per evitare che scenda in maniera pesante dall’altra parte della rete (mi spiego meglio: noi dobbiamo potare la loro siepe che hanno appoggiato alla nostra rete).
    2. Il danneggiamento della arella che noi, per un discorso di privacy, teniamo appoggiata alla nostra rete e che dobbiamo sostituire con relativa frequenza;
    3. La creazione di una poco soddisfacente condizione igienica, dato che questa siepe non viene curata/sistemata in alcun modo (con il precedente proprietario avevamo un tacito accordo per cui pensavamo noi stessi, senza nessun costo per lui,  a sistemarla periodicamente). Sarà un caso, ma è da qualche anno che il problema delle zanzare, in quella parte de nostro giardino, è divenuto particolarmente fastidioso. Una situazione poco piacevole anche sotto i profilo estetico (guardare per credere).
  4. Il Cane. Attualmente hanno un grosso cane (non mi intendo troppo di razze canine ma credo che sia un cane lupo). Questo cane sovente viene lasciato libero ed in alcune circostanze i miei nipoti se lo sono trovato davanti impaurendosi non poco. Più di una volta alcune persone che si trovavano a passeggiare nella strada sono venute a chiedermi di metterlo al guinzaglio pensando che fosse di nostra proprietà.

Gli altri “fastidi” sono abbastanza marginali e, comunque, riconducibili a mere diversità  in termini di gusti personali e niente di più come, per esempio, quella sorta di manifesto “gigante” che hanno posto all’entrata, a fianco del cancello e che a me sembra un vero e proprio “sfregio” al paesaggio circostante. 

Ecco questi sono i “fastidi” tutt’ora presenti che mi impongono di affermare che, in questo piccolo contesto territoriale, il far west, seppure in “formato light”, esiste ancora.

Va da sè che qualsivoglia contestazione, precisazione, critica, ecc. che mi perverrà verrà, se specificatamente richiestomi, resa pubblica in questo blog, fatta salva per me la possibilità di replicare.

Come avete potuto notare la prima parte di questo post è stata dedicata a “rinfrescare la memoria” su certi aspetti. In quest’ottica mi sembra opportuno ricordare anche che dietro al mio blog c’è esclusivamente il sottoscritto; come ben esplicitato nel post del 13 Novembre 2017,

….perfino le persone a me più vicine non hanno alcuna influenza/coinvolgimento su tutto ciò che ho scritto e scrivo in questo blog. Tanto meno concordo con chicchessia gli argomenti che intendo trattare e/o faccio leggere, ancora a chicchessia, i singoli post prima di pubblicarli.

IL WEB NON FA MIRACOLI

Come ho già avuto modo di scrivere in svariati post, la decisione di predisporre questo blog si è dimostrata una scelta certamente profittevole. Lo strumento è risultato essere relativamente facile da “attivare”, facile da usare, versatile, potente ed “indipendente”. Uno strumento che, se utilizzato in assoluta trasparenza, consente anche di ovviare a quelle “degenerazioni” che sovente provocano danni  (a volte pesantissimi) ad una o più persone.

Ancora come già scritto, questa scelta mi ha consentito, innanzitutto, di mettere in luce come stanno realmente le cose in merito all’argomento che ho definito Una oscura questione di vicinato e, di conseguenza, di riappropiarmi, sotto questo aspetto, della mia reale fisionomia morale-caratteriale. In secondo luogo mi ha consentito di “dire la mia” su problematiche, di carattere generale ma pur sempre riconducibili, in qualche modo, al nostro territorio, in assoluta libertà e senza il pericolo di essere frainteso (scientemente?),  deformando il mio pensiero fino all’inverosimile. In terzo luogo ha stimolato la mia curiosità fino a farmi quasi divertire (mi hanno destato interesse, per esempio, i mutamenti comportamentali di certi amici/conoscenti allorquando hanno saputo – almeno credo – di questo mio blog, lo hanno “visitato” ma non hanno voluto darlo ad intendere; mutamenti per i quali, peraltro, ho avuto ed ho il massimo rispetto).

Ma, come annunciato nel titolo (e come verrà dimostrato implicitamente nel prosieguo), il web non fa miracoli. Per correttezza aggiungo subito che con questa affermazione vado a contraddire totalmente quanto ebbi a scrivere, sempre in termini metaforici, nel post del 14 aprile 2015, terzultimo capoverso, ed a cui rimando per chi è interessato a saperne di più.

Passo quindi allo specifico scopo di questo post: resoconto periodico (come al solito in robusto ritardo rispetto al timing preventivato) di come si è andata evolvendo la “realtà operativa di riferimento”, resoconto  che, per maggiore chiarezza, suddividerò in tre “comparti”:

1.- Il “comparto” confinanti.   Sotto questo profilo, come accennato, le cose sono migliorate in maniera significativa, anche se siamo ancora lontani da una situazione di normalità. Diciamo che tutte le peculiarità di quello che a suo tempo ho inteso definire il nostro far west si sono più o meno attenuate [da un far west “normale” siamo passati ad un far west “light” (ma pur sempre far west!)].   

Sono risultati quasi del tutto assenti i “fastidi” derivanti dall’utilizzo “improprio” della ex piccola oliveta (adesso piccolo frutteto – si fa per dire – con “incorporata” strada molto larga e, ancora come scritto svariate volte, fatta costruire abusivamente pressoché a ridosso del confine della nostra proprietà, nonché a ridosso della nostra abitazione, in particolare delle camere della famiglia di una delle nostre figlie) come area dedicata al rimessaggio ed alla manutenzione dei mezzi (ripeto per l’ennesima volta che, con tutto il terreno che hanno a disposizione, evitare di fare queste “operazioni” di fronte alle nostre finestre è per loro del tutto possibile e senza alcun dispendio di tempo, di energie o di qualsivoglia altro onere inteso in senso lato; anzi, direi l’esatto contrario: fare queste “operazioni” di fronte alle nostre finestre è per loro ben più oneroso/dispendioso che farle, per esempio, nei dintorni della loro abitazione; ma vuoi mettere la “gratificazione” di poter creare disturbo ad altre persone! Vedere per credere!).

Il transito dei mezzi è risultato ridimensionato (molto meglio così ma devo ancora capire perché) anche se, aggiungo subito,  non hanno rinunciato alla “sveglia mattutina” del periodo estivo. Mi spiego meglio. Come tutti sanno le scuole, in estate, sono chiuse. E come tutti sanno, in estate le finestre vengono generalmente tenute aperte. E come tutti sanno, i bambini possono dormire un po’ di più di quando vanno a scuola. Ma se la mattina  presto i nostri vicini confinanti decidono di far transitare qualche loro lavorante, dipendente, o non so che cosa, alla giuda della famigerata motorella turbo che, sono convinto, fa un rumore, espresso in decibel, ben superiore a quello consentito dalle norme vigenti, costringono i miei nipotini, loro malgrado, a svegliarsi ugualmente molto presto. Stesso discorso per le sempre minori volte che decidiamo di pranzare o cenare nel nostro giardino (specie per la cena, essendo buio non è certo da dire che questi movimenti siano riconducibili alla loro specifica attività)

[Proprio mentre stavo iniziando a scrivere questo post si è verificato un fatto che, se non risultasse essere una manifestazione “una tantum”, “azzererebbe” totalmente quanto sono andato a scrivere nei due capoversi precedenti. Provvederò ad una dettagliata narrazione solo nel caso in cui il fatto si dovesse ripetere.]

Nessun miglioramento, invece, per quanto riguarda la siepe di vite americana ed altro radicata nel loro terreno e fatta appoggiare sulla rete di nostra proprietà. Per “stringere” un po’ rimando, per questo specifico aspetto e per approfondimenti sui precedenti, alla sottopagina LA STORIA della pagina UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO nonchè ai post del 19 giugno 2014, 22 ottobre 2014, 28 dicembre 2014 e 11 agosto 2015. Qui basterà dire che i “comportamenti” continuano ad essere quelli di sempre, nel più assoluto disprezzo degli altri, del minimo livello di igiene e del minimo concetto di decoro. E senza contare i relativi danni economici e quelli in termini di privacy.

Ma il problema più preoccupante deriva, come sempre, dallo stato delle cose: finché la situazione “operativa” rimarrà questa, in qualsiasi momento i nostri confinanti potranno riprendere ad adottare i “comportamenti” del passato. E siccome ho potuto oramai verificare che l’unica mia difesa di una qualche incisività rimane questo blog (che non ha poteri sanzionatori), non posso che concludere che il “contesto” in cui ci troviamo a vivere rimane criminogeno.

2. Il “comparto” “detrattore occulto”. E’ in particolare su tale versante che il web è stato parco nel fare miracoli. Certo, in compagnia del web ho potuto difendermi molto meglio che “viaggiando” da solo. Ma siamo ancora lontani da una situazione ottimale. E vado sempre più convincendomi che, per questo specifico aspetto, ha anche avuto “buon gioco” una non irrisoria dose di omertà.

Comunque sia, è certamente grazie a questo blog, per fare un esempio, che ho potuto “smontare” con relativa facilità il tentativo di farmi apparire (data la mia età) come persona affetta dai cosiddetti disturbi mentali degli anziani. E, più in generale, oggi posso raccontare di ciò che mi accade senza rischiare di passare per persona fuori di senno.

C’è peraltro un’altra questione, di cui non ho mai fatto cenno in queste pagine e che oggi mi sembra il caso di “esternare”. Ma andiamo con ordine. Nel post del 4 aprile 2015 ebbi ad  esporre dettagliatamente le domande a cui ritenevo di poter dare delle risposte mediante, appunto, la “messa in piedi” di questo blog. Ma in quelle prerogative mancava la “domanda regina” e mai esplicitata in quanto, così facendo, pensavo di rendere più spontaneo e meno difficoltoso un intervento sull’argomento da parte di qualche “follower”. Ad oggi, purtroppo, tale domanda (e le “sottodomande” che ne derivano) è (sono) risultata (risultate) “inevasa” (inevase). La (le) domanda (sottodomande) era (erano) questa (queste): per quale motivo tutte le “iniziative” citate sono state destinate proprio al sottoscritto? Uno “sgarro”? Una inadempienza debitoria? Un mio intralcio ad alcune prerogative di chicchessia? Un volermela far pagare per qualche danno, umiliazione e/o altro subiti a seguito di miei comportamenti? E via di questo passo.

A ben vedere il discorso, per certi versi, a prescindere da eventuali, possibili e, ancora una volta, oscure interdipendenze, riguarda anche il primo “comparto” in quanto, come già detto, sovente ho avuto l’impressione che certi comportamenti derivassero proprio dalla specifica volontà di danneggiare in qualsiasi modo il sottoscritto e null’altro.

Specie i primi tempi mi sono arrovellato spesso su questa domanda. Ma l’unica risposta possibile (anche se poco credibile – per non dire proprio incredibile – di per sé ed ancora di più’ se teniamo conto del mio stile di vita; chi mi conosce sa quanto tengo, per esempio, a non creare, con i miei comportamenti, nocumento a chicchessia e/o ad onorare i miei debiti) era quella, appunto, di aver fatto qualche “sgarro”, inteso in senso lato, ma “a mia insaputa”. La cosa, per certi versi, mi faceva anche sorridere, dati i famosi precedenti, ma, ripeto, era l’unica risposta possibile. Ed è su questo “filone” che mi sono mosso, peraltro in maniera, come dire, schizofrenica e, per ovvie ragioni, tutt’altro che esplicita. L’obiettivo era, innanzi tutto quello di capire. Conseguentemente quello di “appianare/risolvere” a qualunque costo la questione.  Ma tutte le mie ricerche, certamente maldestre, sono risultate vane. Quindi, a tutt’oggi, anche per questa domanda non ho ricevuto risposte.

3. Il “comparto” del “disturbo intestinale”. A pensarci bene, ho l’impressione che così posizionato questo paragrafo non avrebbe l’attenzione che, invece, intendo attribuirgli. Ho quindi deciso, seduta stante, di rinviare il relativo argomento ad un post specifico dove, appunto, tratterò soltanto di tale “comparto”/questione. Anche perché, date le novità, il discorso risulterà abbastanza lungo.

Per tutti e tre i “comparti” qui considerati, devo purtroppo ribadire/avvalorare quanto ebbi a dire già  nel post del 2 settembre 2016 allorquando scrissi di essermi convinto della necessità di

affiancare all’utilizzo del blog, opportune nuove azioni giudiziarie, dato che siamo ancora lontani tanto dall’aver recuperato una situazione di normalità con riferimento a quelli che, sempre in maniera eufemistica, ho definiti fastidi, quanto dall’aver dato adeguate risposte alle problematiche afferenti al detrattore occulto.

Ed a quella data mi ero già attivato per, appunto, “soddisfare” tale necessità, partendo dalla problematica che mi sembrava più concreta, più documentabile ed anche, dati i soggetti, più incisiva. Un tentativo lungo e defatigante che non è sfociato in nulla di concreto (forse perché così aveva deciso il “grande fratello” di orwelliana memoria – scherzo, naturalmente).

In tempi brevi,  ma non brevissimi (e sempre “grande fratello” permettendo – ancora per scherzare, ovviamente) non è escluso che io decida di dare avvio ad un secondo tentativo anche perché, oggi più di ieri, mi pare l’unico sistema per fare emergere i non pochi lati oscuri tutt’oggi riscontrabili all’interno dei vari comparti. Non è escluso ma non è certo, in quanto, volendo essere totalmente sincero, nella mia mente comincia a farsi strada una certa sensazione di impotenza. Inoltre mi dà una certa afflizione il fatto di dover spendere ancora dei bei soldini con significative ripercussioni sui miei programmi di spesa.

 

 

TERZA LETTERA APERTA A MARIO: SECONDA ED ULTIMA PARTE

Segue dal post precedente (13 Novembre 2017).

I primi riferimenti “telegrafici” sull’argomento sono contenuti nel post del 17 luglio 2017.

L'”evento” cui faccio cenno più volte in questo post è, ovviamente, quello del 6 luglio 2017.

 

Voglio subito chiarire, al di là di quanto già fatto nel citato post, i motivi che mi hanno spinto a scrivere, ancora e dettagliatamente,  di un evento di per sè insignificante, privo di interesse generale e, oltretutto, strettamente privato.

In una situazione di normalità non mi sarei mai sognato di perdere tempo (e farlo perdere ai miei quattro followers) per affrontarlo nel dettaglio. Il fatto è che con il passare dei giorni e con l’ampliamento delle informazioni, diciamo, diagnostiche, che mano a mano si sono aggiunte, l’aggettivo (ed il relativo avverbio) più congruente si è trasformato da considerevolmente banale a fin troppo inquetante/rilevante.

Quindi, nel prosieguo, in ottemperanza a quanto dichiarato in chiusura del post sopra indicato, intendo esporre le certezze ivi accennate, nonché alcune mie opinioni al riguardo, tenendo sempre ben distinte le une dalle altre, al fine di non creare commistioni, come sovente siamo costretti a rilevare, specie in alcuni articoli di giornale, fra fatti ed opinioni.

All’inizio questo approccio mi sembrava comodo anche per evitare di parlarne ulteriormente in successivi post (chi mi conosce può capire quanto disagio mi arrechi affrontare questioni del genere). Poi, ripensandoci, mettendo insieme i pro ed i contro, valutando il tutto in maniera meno emotiva e, quindi, con la giusta freddezza, mi sono convinto dell’utilità, se non della necessità, di ritornare sull’argomento in  questo blog. Cosa che farò certamente quando lo riterrò opportuno.

Veniamo alle certezze.

  • Prima certezza: in vita mia non ho mai subito disturbi intestinali significativi (le pochissime volte che mi è accaduto qualcosa del genere è risultato essere sempre di dimensioni molto contenute e sempre gestibile con, diciamo, assoluta tranquillità).
  • Seconda certezza: prima dell'”evento” il mio stato fisico era assolutamente normale (non avevo assunto alimenti atti a favorirlo, non avevo assunto farmaci diversi da quelli che assumo ormai da molti anni, non avevo sintomi prodròmici su tale versante).
  • Terza certezza: subito dopo l'”evento” tutto è ritornato nella più completa normalità.
  • Quarta certezza: anche nel medio-lungo periodo (sono passati ormai più di sei mesi dall'”evento”) il mio stato fisico è ritornato  e si è mantenuto, sotto tale specifico profilo, del tutto normale.
  • Quinta certezza: l'”evento” si è manifestato in maniera inaspettata, molto veloce e molto forte, ancora una volta come mai accadutomi nei miei non pochi anni di vita, sia prima, sia (si badi bene) dopo.
  • Sesta certezza: nei giorni successivi a quello dell'”evento” sono emersi altri sintomi molto strani; più specificatamente è emersa una situazione infiammatoria alle parti interne della bocca, in particolare la lingua, ed alle narici, in una forma mai avuta prima; situazione infiammatoria che è proseguita per molto tempo (riguardo alle narici la situazione continua tutt’ora sporadicamente: infiammazione e microsanguinamenti).
  • Settima certezza: successivamente, avendo dovuto fare delle analisi mediche per altro motivo, mi è stato diagnosticato uno stato infiammatorio non banale che ho dovuto curare con farmaci piuttosto “robusti”. In prima battuta non riuscivo a spiegarmi le cause di questa situazione avendo, nei giorni precedenti, svolto attività che poco hanno a che fare con processi infiammatori nei termini evidenziati dalle citate analisi. Solo al momento in cui ho individuato la vera causa tutti i tasselli del mosaico hanno trovato adeguata e congruente collocazione.
  • Ottava certezza: pur non avendo mai sofferto di disturbi intestinali mi è capitato di osservarne i sintomi su chi ne soffre e posso dire che tali sintomi sono enormemente diversi da quelli da me riscontrati nell”‘evento”.

Bene. Tutto quanto sopra impone di arrivare alle deduzioni indicate nel citato post: le cause di questo “evento” sono assolutamente esogene, sia con riferimento al mio stato fisico, sia con riferimento a quanto da me assunto prima dell”evento”. Più esplicitamente, occorre ipotizzare, direi obbligatoriamente, che poco prima dell’evento io abbia assunto, per via aerea (vale a dire tramite inspirazione), qualche sostanza che ha provocato il “fenomeno” più volte citato.

Vengo adesso alle mie opinioni (passiamo quindi al campo delle ipotesi)

Dato che sono assolutamente certo di non aver assunto “volontariamente” alcunché poco prima dell'”evento” e tenuto conto di quanto sopra, non posso che dedurre che la suddetta “assunzione” sia stata provocata da terze persone.

Ora, qualche lettore potrebbe dirmi: non capisco perché te la prendi tanto per un evento tutto sommato poco rilevante e che, per di più, non ti ha provocato danni significativi.

Il problema non è questo. Il problema si fa serio, se ci pensate bene, non appena focalizziamo adeguatamente la questione e proviamo a traslarla da un contesto tutto sommato banale a dei contesti (e, quindi, ad azioni) ben più “gravi”. Non so a voi ma a me provoca un marcato stato di inquietudine. Se un branco di balordi, a mio giudizio criminali e mafiosi, risulta essere in grado di organizzare un evento del genere, dove è in grado di arrivare “mettendo in campo” tutta la “potenza di fuoco” di cui dispone?

Mi spiego meglio. Se è pur vero che l'”evento” è risultato essere, alla fin fine, pressoché insignificante, non si può escludere (anzi) che chi ha organizzato il tutto possa essere in grado di colpire in maniera ben più pericolosamente  efficace.

Altri potrebbero dirmi: perché non hai provveduto a fare le opportune segnalazioni alle autorità giudiziarie competenti? Per quel poco che conosco di questioni giudiziarie credo che uno “stupido” evento quale quello indicato e in assenza di prove sufficientemente precise a carico di chicchessia si risolverebbe in un nulla di fatto. Le mie convinzioni (sono comunque convinzioni) si basano su sfumature, allusioni, labili incroci fra atteggiamenti e parole dette, piccoli fatti di per sé insignificanti, mutamenti nei comportamenti di alcune persone, ecc. Vale a dire su una serie di cose che non fanno, anche tutte insieme, un “pacchetto” di prove sufficienti per tentare qualcosa di concreto. Niente di probante, come mi sembra dicono gli addetti ai lavori. E senza contare l’ulteriore certezza che il suddetto branco si farebbe in quattro per rendere il tutto quanto più possibile ridicolo.

Comunque sia, essere addivenuto a questo convincimento mi sarà molto utile nel prosieguo (detrattore occulto). E, tornando all’argomento, va da sé che laddove emergessero indizi/elementi sufficientemente significativi non mancherò di fare le opportune segnalazioni a chi di dovere e, quindi, di darne contezza ai miei quattro followers. Chissà perché in questo preciso momento mi è venuto alla mente un proverbio che, da bambinetto (pensate quindi quanti anni fa) mi diceva la mia nonna Faustina: “col tempo e con la paglia si matura la sorba e la canaglia”.

Ma voglio essere sincero fuori misura. Questa volta, per quanto detto nei due precedenti paragrafi,  ho la presunzione di sapere chi sono i responsabili di tutto ciò. E vi confesso che, in prima battuta, il desiderio di ricorrere alla “giustizia fai da te” è stato forte. Un desiderio subito “rientrato” in quanto i miei trascorsi di vita mi hanno insegnato a:

  1. non accettare provocazioni;
  2. non adottare mai atteggiamenti violenti/coercitivi;
  3. quindi, e più in generale, operare sempre e comunque alla luce del sole e nel pieno rispetto delle regole (le leggi).

Questa “novità”, fra l’altro, credo renderà meno ansioso quel mio amico commerciante che ogni volta che lo incontro mi guarda con una certa preoccupazione, come se avesse paura di dire una parola “di troppo” che possa indurmi ad annoverarlo fra I “veicolatori qualificati” del detrattore occulto.

E poi rimane, ancora una volta, la “grande” incognita del perché (qual’è il motivo che ha spinto questi “signori” ad organizzare il tutto? quale l’obiettivo? quale il messaggio?). Non essendo pratico di comportamenti mafiosi non sono al momento in grado di dare un’ unica risposta.  Me ne sovvengono almeno tre o quattro. Comunque, se e quando riuscirò ad avere idee chiare sull’argomento non mancherò di riportarle in questo blog.

Tuttavia c’è un’altra ragione (ultima ma non meno importante), di carattere ben più generale, che mi ha spinto a parlare di questo “stupido” accadimento molto personale. La prendo larga per ben spiegarmi. Da non poco tempo ho l’impressione di vivere in una realtà sociale dove i segreti, i silenzi, gli intrecci perversi (altro che groviglio armonioso!), le cose oscure, peraltro a volte farciti, sempre a mio modesto avviso, di venature criminose e mafiose, sono fin troppo radicati. Queste opacità, queste propensioni all’intrigo e ad “operare sotto traccia” ritengo siano alcune delle  cause, se non le più importanti, che hanno portato ai disastri che sono sotto gli occhi di tutti. Ed è anche mia opinione, come già detto, che l’arma più potente per combattere tale situazione sia, appunto, la trasparenza. Io il mio piccolo contributo spero di averlo dato con quanto scritto in questo blog fino ad ieri ed, anche, con il contenuto di questo post (nonché con i post che scriverò nel futuro). Molte sono le persone per bene che ho avuto modo di conoscere. Ma per ribaltare la situazione di cui sopra non è sufficiente essere persone per bene. Bisogna anche essere assolutamente impermeabili agli atteggiamenti omertosi.

Se poi l’obiettivo era quello di “invitarmi” (uso un eufemismo) a cessare di scrivere su questo blog degli argomenti per cui l’ho costituito, devo dire che questo evento ha sortito l’effetto diametralmente opposto. E’ più forte di me. Quando sento “odore” di minacce e/o intimidazioni, anche se solo implicite, non posso fare a meno di adoperarmi perché accada l’esatto contrario di quello che il branco si aspetta. Quindi io continuerò ad “alimentare” questo blog ed, anche, a mantenere intatto il mio modo di vivere (dando così una grossa mano a chi intendesse procedere in analoghe strategie). Solo una mia eventuale “dipartita”, o “invalidazione”, potrebbe porre fine a questo blog. Nondimeno voglio comunque informare chi di dovere che io non ho e non ho mai avuto intenzioni suicide.

Mi sembra quasi inutile ribadire che qualsiasi intervento [sotto qualsiasi forma, anche anonima, e con qualsiasi contenuto (di approvazione, di disapprovazione, con suggerimenti, con critiche feroci, con offese più o meno pesanti, ecc.)] sull’argomento sarà oltremodo gradito.

 

TERZA LETTERA APERTA A MARIO

Citazione

Riguardo all’utilizzo del nome Mario rimando al post del 2.09.2016

Nel caso specifico Mario è un semplice conoscente, nonché un lettore saltuario di questo blog che, incontrandolo, mi ha voluto sottoporre due questioni: una in maniera esplicita, una in maniera implicita (ma non troppo).

Sono domande a cui intendo rispondere in questa sede per due motivi:

  • innanzitutto perché al momento dell’incontro non credo di essere stato sufficientemente chiaro ed adeguatamente esaustivo;
  • in secondo luogo perché tali problematiche potrebbero interessare anche alcuni degli altri miei quattro followers.

Veniamo alla prima. Mario mi chiede chi sono le persone che, insieme a me, hanno predisposto ed “alimentano” questo blog.

Bene, caro Mario. Devo dirti che non hai studiato. Infatti se tu avessi studiato, vale a dire se tu avessi letto la pagina Note legali ed il post del 10 dicembre 2014, avresti appreso che dietro al sottoscritto c’é esclusivamente il sottoscritto.

Comunque sia, al di là delle battute, ti ringrazio per avermi rivolto questa domanda alla quale cercherò di rispondere in maniera più dettagliata.

Aggiungo quindi a quanto sopra che perfino le persone a me più vicine non hanno alcuna influenza/coinvolgimento su tutto ciò che ho scritto e scrivo in questo blog. Tanto meno concordo con chicchessia gli argomenti che intendo trattare e/o faccio leggere, ancora a chicchessia, i singoli post prima di pubblicarli.

Forse tu preferivi sentirti dire che faccio parte dell’ennesima associazione, più o meno segreta, associazione per la quale svolgerei la funzione di prestanome o qualcosa del genere. E magari venire a conoscenza del fatto che questa associazione è numerosa e “potente”. La cosa, credo, sarebbe per te sicuramente più interessante ed io sarei certamente più temibile. Ma direi una sonora bugia. E poi non mi interessa appartenere ad associazioni più o meno segrete, tanto meno essere temibile. Anzi!

Non sto a dilungarmi su tale aspetto in quanto gli obiettivi di questo blog sono ben delineati, pure se in maniera stringata, nelle pagine introduttive.

Veniamo alla seconda. Mario mi fa capire di disapprovare il fatto di aver scritto, nel post del 17 luglio 2017, di una questione strettamente privata, questione che riguardava, specificatamente, un tremendo disturbo intestinale che ho subito in data 6 luglio, sempre 2017. A suo avviso così facendo ho, come dire, svilito il contenuto del blog: una questione troppo “micro”, troppo insignificante. Peraltro, in parte contraddicendosi, mi chiede delucidazioni sulle “caratteristiche” di tale , diciamo, evento.

Bene Mario. Ti ricordo innanzitutto che questo è un blog, un “diario on line”, dove si riportano anche accadimenti banali e/o personali (e non necessariamente solo quelli edificanti).

Ma, nel caso specifico, l’unico motivo che mi ha indotto a rendere pubblica, ancora una volta, questa “banalità” è dato dal fatto che, alla luce  di una serie di certezze (sottolineo certezze), devo correggere quanto ebbi a scrivere al riguardo nel post del 17 luglio 2017. Tali certezze mi impongono di escludere  che l'”evento” sia “riconducibile ad una serie  irripetibile di concause”  ed, invece, di asserire che questo è da  ascrivere  esclusivamente a cause esogene, sia con riferimento al mio stato psico-fisico, sia con riferimento a quanto da me assunto prima dell'”evento” (cibo, farmaci, ecc,).

Queste deduzioni assolutamente obbligatorie (alla luce delle certezze acquisite) sono, come puoi ben capire, molto, molto, molto, molto inquietanti.

E’ mia intenzione raccogliere tutto il materiale e le informazioni disponibili e, quindi, esporle dettagliatamente, in tempi brevi, in questo blog.

continua

 

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: IL SOGNO

Ieri ho fatto un sogno.

Un sogno terribile!

Ma prima di iniziare la narrazione ritengo utile avvertire chi si appresta a leggere questo post che, per capirne in maniera adeguata tutti i risvolti, occorre avere un quadro relativamente preciso della collocazione, nel territorio, della nostra abitazione e della nostra proprietà. E per fare questo è necessario conoscere il contenuto della sottopagina “la storia” della pagina “una oscura questione di vicinato”. Chi non ha letto il contenuto di tale sottopagina e non intende o non può andare a leggersela è pressoché inutile che continui la lettura.

Torniamo al sogno.

Le lancette del tempo si sono spostate all’indietro di almeno 15 anni (non 15 ore!). Siamo quindi intorno al 2002 se non prima. Lo deduco subito (sempre nel sogno, logicamente) dal paesaggio circostante. Infatti:

  •  è sparita la grande strada sterrata abusiva fatta costruire pressoché a ridosso del lato della nostra casa rivolto a sud-est;
  • è riapparsa la piccola uliveta al posto del piccolo frutteto (si fa per dire);
  • è ritornato filo strada e non, praticamente, a ridosso della finestra di una camera, il cancello di entrata in questa strada abusiva;
  • sono spariti i due grossi cani lupo lasciati liberi, che più di una volta hanno impaurito i miei nipotini;
  • è ritornata la consuetudine, derivata da un accordo verbale con il precedente proprietario, di consentirci di pulire, gratuitamente, la siepe radicata nella sua proprietà ed “appoggiata” alla rete di nostra proprietà, pulizia che ci consentiva di mantenere una situazione, sotto tutti i punti di vista (estetico, igienico-sanitario, di decoro, ecc.) accettabile;

Di conseguenza sono venuti meno tutti gli elementi di quel contesto che, come già detto in altri post, avevano trasformato una realtà tipica delle campagne senesi in qualcosa di assimilabile al vecchio far west nel periodo storico in cui esisteva la legge “fai da te” (seconda metà del 1800).

[Ovviamente mi riferisco a quel lato dell’immobile le cui finestre si trovano di fronte alla piccola uliveta/frutteto (per le altre, che si trovano dal lato opposto, la situazione, data la distanza, è relativamente migliore, anche se non di certo idilliaca) (cfr la citata sottopagina)].

Ed a seguito di questo spostamento nel tempo:

  • niente movimento, nella citata strada, dei numerosi mezzi (movimento potenzialmente presente, nella realtà, a qualsiasi ora compresa fra le 6 di mattina e le 10 di sera) e niente di tutto quanto ne consegue;
  • niente “odori” (di carcasse di animali?) provenienti dai loro allevamenti allorquando il vento “tira” da sud-est;
  • niente privilegi derivanti dal degrado ambientale-igienico-sanitario.

Per farla breve una vita impossibile!

Con questo silenzio “assordante” accade, per esempio (pensate un po’), che i nostri nipotini dormono (nel sogno siamo ancora nel periodo estivo e quindi le scuole sono chiuse) fino alle 9 e, financo, le 10 di mattina.

Accade, per esempio, che possiamo rilassarci nel nostro giardino nel massimo silenzio e/o fare cena all’aperto senza essere gratificati dal rumore di qualche mezzo e dai conseguenti “odori”.

Una situazione troppo consueta, troppo banale, troppo noisa!

Vuoi mettere una circostanza in cui i tuoi nipotini si trovano a vivere costantemente nel fastidio piacere di essere svegliati la mattina presto da qualche mezzo sicuramente rumoroso, peraltro con l’ulteriore gratificazione della aleatorietà, vale a dire senza sapere nè l’ora esatta (le 6, le 7, le 8?) nè il mezzo (ruspa, trattore, motorella turbo, ecc.)?

Vuoi mettere una situazione in cui vivi i tuoi momenti di relax in giardino nel rumore, nella polvere e negli “odori” dei mezzi  anziché nella monotonia del silenzio e della tranquillità?

Vuoi mettere avere addosso alla tua rete di recinzione una bella siepe assolutamente “spontanea” anziché una siepe troppo curata sia sotto il profilo estetico, sia sotto quello igienico-sanitario?

Mi accorgo di aver “debordato” dalla descrizione del sogno alla esposizione delle mie opinioni, peraltro già note a chi ha avuto modo di leggersi i post di questo blog.

Rientro subito nel sogno.

Ad un certo punto, volgendo gli occhi al cielo, vedo, sopra una nuvola, delle costruzioni (?) nel contempo austere ed aggraziate. “Sono” – mi sussurra qualcuno con un filo di voce -“i palazzi delle istituzioni preposte alla gestione della cosa pubblica. Vivono in alto perché così possono controllare tutto il territorio”. E tramite i loro uomini (il consiglio dei saggi, persone di elevato profilo morale) sono impegnate a rendere la vita dei singoli residenti la migliore possibile, nel pieno rispetto della legge e fatti salvi obbligatoriamente i diritti degli altri. Per quello che mi e’ dato di capire riescono ad amministrare con grande imparzialità, equità e lungimiranza. Cosicché tutti i residenti vivono felici e contenti.

Questo sogno ha preso decisamente il “verso” di una favola. Che barba!

Fortuna che di lì a poco il sogno finisce.

“Meno male che era solo un sogno!” dico a me stesso facendo un grande sospiro di sollievo al momento del risveglio.

“Peccato” – proseguo sempre parlando a me stesso – “che siamo entrati nell’autunno per cui, tenendo sovente le finestre chiuse, non possiamo fruire appieno dei privilegi del nostro far west.

 

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: PRECISAZIONI SU QUANTO DETTO NEL POST PRECEDENTE

Leggerezza. Questa è l’accusa, ovviamente implicita, rivoltami garbatamente su quanto ho avuto modo di dire, nel precedente post (06.05.2016),  riguardo alla “questione confinanti”. In altri termini mi si accusa, se ho ben capito, di usare le parole con, appunto, leggerezza, vale a dire senza soppesarne con la dovuta attenzione e serietà il significato. Nello specifico la critica riguarda il sintagma “”venature” criminogene” (a ben vedere simile a quello a suo tempo sottoposto nuovamente a critica: “cultura tipicamente criminale mafiosa” – cfr post del 18.08.2016). Quindi, andando avanti nel ragionamento, io, ancora una volta, avrei valutato la situazione in maniera abnorme utilizzando un linguaggio inadeguato per eccesso.

Dovrò quindi, per forza di cose, dilungarmi sulla questione con lo scopo di dimostrare che il mio utilizzo della parola “criminogene” è del tutto appropriato.

Ma prima di introdurmi nelle relative argomentazioni due brevi annotazioni:

  • innanzitutto ringrazio molto chi ha voluto comunicarmi, pure a suo modo, questa sua critica; come detto altre volte, le critiche divengono per me motivo di attenta rivisitazione del mio pensiero, esercizio di grande utilità per consentirmi di mantenere il cammino sulla “buona strada”;
  • informo nuovamente tutti coloro che intendono espormi qualsivoglia opinione su qualsivoglia argomento da me trattato, che è mia intenzione, in questa sede, rifuggire dall’indicare nomi e cognomi (in altri termini non intendo, nel modo più assoluto, “mettere in vetrina” chi non me ne dà esplicita autorizzazione); questo anche per tentare di sostituire il più possibile considerazioni implicite con quelle esplicite, se non altro perché, come sanno coloro che mi conoscono, la mia perspicacia è tutt’altro che elevata.

Per avvalorare/certificare le valutazioni conclusive riportate in chiusura di questo post mi sembra del tutto calzante e, in prima battuta, sufficiente, raccontarvi un aneddoto (uno dei tanti) di qualche giorno fa, più esattamente di giovedì 11 maggio.

Generalmente la mattina mi sveglio fra le otto e le nove. Questa volta, invece, sono in piedi un po’ prima delle sette. Io e mia moglie abbiamo la camera con le finestre che si affacciano dal lato opposto a quello che fronteggia la famosa strada “incriminata”, vale a dire quella strada fatta costruire abusivamente pressoché a ridosso dell’altro lato dell’immobile dove, fra l’altro, si trova la camera dei miei nipotini. Per qualche necessità che ora non ricordo, apro la porta che dà nel corridoio dove si trova anche, ma no solo, la citata camera e sento il rumore assordante di quel mezzo che a suo tempo ebbi modo di definire motorella con sciabordio turbo (vedi post del 22 ottobre 2014), vale a dire una motorella particolarmente rumorosa che, perfino a finestre chiuse, entra nelle orecchie anche a chi ha il sonno particolarmente profondo; una motorella che, credo, oltre ad essere abbastanza vecchia è anche difficile reperire in commercio. Se lo sento io, che sono nel corridoio – dico a me stesso – figuriamoci chi ha le finestre proprio a ridosso di quella strada! E, ovviamente, questo rumore ha svegliato i miei nipotini. Male di poco, si dirà, dato che di lì a poco sarebbero stati svegliati dai suoi genitori per andare a scuola. A parte il fatto che rimane comunque una “violenza”, provate a moltiplicare questo evento per un numero abbastanza elevato, magari quando le scuole sono chiuse. Aggiungete poi le volte, sempre non poche, in cui  decidiamo di pranzare o cenare fuori (nel nostro giardino) o, comunque siamo in giardino per qualche momento di relax. Considerate inoltre che questi signori sono in grado di “rilevare” in qualsiasi momento dove ci troviamo. Per cui, “volendo”, sono in grado di “colpirci” nei momenti più “convenienti” (quando ci troviamo a riposare, quando siamo nel giardino per un po’ di relax, per pranzare, per cenare, ecc.). Discorso pressoché analogo per le nuvole di polvere che, specie nel periodo primavera-estate riverberano nell’area di nostra proprietà (la strada che hanno fatto costruire è grande ma “sterrata”).

Ma torniamo all’argomento oggetto di questo post e, quindi, alla parola “incriminata” (criminogene, mi si passi il “bisticcio”).

Credo che la soluzione migliore sia quella di fare riferimenti storici, pure se in maniera necessariamente telegrafica, tenendo conto che l’obiettivo consiste nel dimostrare che, a partire dalla fine 2003/inizio 2004, nel contesto in cui mi trovo a vivere sono state introdotte “venature criminogene non proprio banali”.

Cominciamo

Per non appesantire in maniera eccessiva questo post, rimando al contenuto della pagina “una oscura questione di vicinato”, sottopagina “la storia”, dal settimo capoverso (compreso) in poi.

Come già detto, da tale strada passano molti mezzi particolarmente rumorosi che, oltretutto, ancora come già detto, nel periodo primavera-estate provocano anche un non marginale inquinamento atmosferico (sollevamento polvere oltre a quello “consueto” derivante dai tubi di scarico dei mezzi).

Quindi, ricapitolando in estrema sintesi, dei signori acquistano dei terreni agricoli, fanno costruire una strada abusiva (peraltro modificando progressivamente anche il tracciato originario  della stradina di campagna evidenziato nelle mappe, mediante l’uso di una grossa ruspa, anche questa oltremodo rumorosa), che conduce ad una casa, anch’essa abusiva, strada che fanno passare pressoché a ridosso della parte della nostra proprietà dove, peraltro, si trovano anche le camere dei bambini.

Ma andiamo oltre

Provate a pensare alle possibilità di molestia insite in questo “nuovo” contesto. In qualsiasi momento di qualsiasi giorno dell’anno, questi signori sono nelle condizioni “operative” di poterci procurare enormi fastidi (per non dire di peggio). Basta che, per esempio, decidano, con qualche mezzo particolarmente rumoroso (e ne hanno svariati a disposizione!) di fare qualche “giratina” nella strada “incriminata” quando dormiamo, quando riposiamo, quando ci troviamo nel giardino, ecc,.

Quanto sopra è a mio avviso più che sufficiente a dimostrare l’appropriatezza del citato sintagma.

Comunque, per convincere anche i più scettici ho deciso di pubblicare quattro ulteriori post (intendo suddividerli per non appesantirli più di tanto), ognuno dei quali svilupperà in maniera adeguata a capirne il senso, le seguenti storie:

  • quella relativa allo spostamento della strada “incriminata”; come accennato nella pagina “Una oscura questione di vicinato” sottopagina “La storia”, questi signori confinanti decisero di spostare tale strada determinando di fatto un forte alleggerimento dei grossi disturbi, ma che, a seguito di certi eventi, ripristinarono, riportando la situazione come e peggio di prima (in questo post descriverò dettagliatamente i fatti e le mie opinioni; peraltro alcune sintetiche informazioni sono già contenute nella citata sottopagina dal settimo capoverso in poi).
  • quella riguardante la defatigante trattativa, alla fine “abortita”, per l’acquisto di quel piccolo appezzamento di terreno su cui “insiste” la strada incriminata; il buon esito di questa trattativa avrebbe risolto alla radice tutti i problemi; anche su tale argomento, che non è mai stato affrontato prima in questo blog, oltre che descrivere i fatti in maniera esaustiva, esporrò alcune mie opinioni che, a mio avviso, dimostrano, ancora una volta, l’incomprensibilità di certi atteggiamenti;
  • .quella relativa alla “trasformazione” della piccola e sana oliveta in  piccolo frutteto (si fa per dire) che, per quello che sto osservando in questi giorni, a me sembra, stanno trasformando progressivamente (ovviamente nella parte più a ridosso del nostro immobile) in un’area destinata al rimessaggio/manutenzione a cielo aperto, al parcheggio di mezzi, al  deposito di oggetti da  discarica, sempre a cielo aperto, con notevole ulteriore decadimento della “vivibilità” (rumori, cattivi odori, degrado  paesaggistico, degrado della componente igienico-sanitaria, ecc., ecc.,ecc.); da considerare che questi signori hanno la possibilità di spostare tali “funzioni” in svariate parti della loro proprietà senza alcun aggravio di costi, intesi in senso lato; da qui l’ipotesi che la scelta di “esercitarle” pressoché a ridosso delle nostre finestre sia una scelta derivata dal solo scopo di danneggiarci ulteriormente;
  • quella relativa al cancello di tale strada che, da “filo strada” (rispetto alla strada principale) hanno spostato proprio di fronte alla finestra di una camera, determinando ulteriori fastidi.

BLOGGER MIO MALGRADO

Se qualcuno mi avesse chiesto, anche pochi anni fa, di cosa avrei desiderato occuparmi in questa ultima parte della mia vita, avrei risposto elencando una serie di attività (in parte riportate nelle pagine/sottopagine introduttive), attività che ritengo del tutto inutile proporre in questa sede. Ma sicuramente non avrei fatto alcun riferimento a quella (se di attività si può parlare) di blogger (aggiungo, per amore di verità, l’aggettivo dilettante). Mai e poi mai avrei pensato di dedicare una parte, anche minima, del mio tempo a scrivere miei post (articoli) per il mio blog.

Poi le cose sono andate diversamente ed eccomi qui ( per i motivi che mi hanno spinto a questa scelta rimando, ancora, alle pagine/sottopagine introduttive, in particolare la pagina intitolata “Perché questo blog”).

Un’attività che, pur mantenendosi sempre abbastanza “artigianale”, si è  affinata/modificata nel tempo a seguito, diciamo, di una sorta di feedback fra me ed i miei quattro followers instauratosi a volte (raramente) in maniera esplicita a volte (ben più frequentemente) in maniera implicita.

Un’attività mantenutasi peraltro abbastanza sporadica.

Comunque sia, come già detto in altri post, mi sto sempre più rendendo conto che per impegni del genere occorre, per svariati motivi facilmente intuibili, una robusta assiduità. E’ come il prato di un giardino: se non lo curi adeguatamente (tagliare l’erba, innaffiare, concimare, arieggiare, integrare, “medicare”, ecc.) il tuo prato prima o poi si riempirà di erbe infestanti che, piano piano, sovrasteranno l’erba vera e propria fino a stravolgerne completamente l’aspetto originario. E cosi per un blog: se non  lo “curi” in maniera adeguata le “erbe infestanti” si insinueranno progressivamente fino a stravolgere l’impostazione originaria.

E siccome credo che delle problematiche oggetto di questo blog mi dovrò occupare per molto tempo ancora, conviene che proceda con adeguato rigore.

Ora, qualcuno dirà, dovrebbe risultare oltremodo facile, per un pensionato quale io sono, ridisegnane l’utilizzo del proprio tempo.

Non è proprio così. Una volta impostato un certo “modo di vivere”, al momento in cui questo si “cristallizza”, non è del tutto immediato introdurre dei mutamenti, forse anche perché tu stesso, in quanto pensionato, parti dal presupposto che il tempo a disposizione non ti manchi mai.

Credo comunque di poter dire che i vari tentativi di riorganizzare il mio tempo stanno cominciando a dare i loro frutti e che, quindi, ritengo di poter rendere fin da ora ben meno sporadica la mia attività sul web.

Nei post che seguiranno, spero in tempi ben più brevi, mi occuperò, non necessariamente nello stesso ordine sotto riportato, dei seguenti argomenti:

  • le società partecipate/controllate dal Comune di Siena. Dopo una pausa certamente troppo lunga (che, peraltro, mi permetterà di meglio conseguire l’obiettivo prefissato, visti i successivi e significativi interventi normativi/operativi introdotti dalla data dell’ultimo post sull’argomento ad oggi) riprenderò le fila del discorso entrando nella specifica realtà senese anche alla luce delle eventuali azioni adottate dal Comune su questo versante. Proprio a seguito del mio significativo ritardo potrò anche testare con maggiore efficacia se e in quale misura il Comune ha imboccato la strada della trasparenza (rimango ancora convinto che molti dei mali che affliggono la nostra società possono essere curati con qualche successo in più proprio mediante la “terapia” della trasparenza; un giorno cercherò di spiegare in maniera dettagliata questa mia opinione).
  • la commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario italiano. In tale post specificherò anche, ma non solo, i motivi che mi hanno indotto a questo ulteriore intervento sull’argomento in modo da poter consentire di valutare la relativa necessità e, per chi lo desideri, esplicitarmi le sue opinioni, magari in questo stesso blog.
  • lo “stato dell’arte” riguardo alla categoria “Una oscura questione di vicinato” sia con riferimento alla questione “confinanti”, sia con riferimento alla questione “detrattore occulto”. Per la prima questione (confinanti), l’altro giorno ho voluto ridare un’occhiata alla copiosa documentazione di cui dispongo e a me sembra che, da fine 2003 – primi mesi del 2004 in poi, in questo tranquillo e gradevole contesto tipico delle campagne senesi siano state inserite “venature” criminogene non proprio banali (per l’aggettivo criminogeno faccio riferimento al significato evidenziato nella maggior parte dei moderni vocabolari: che produce, favorisce, incoraggia le attività criminali) senza che nessuno abbia fatto granché per porvi rimedio ( sono passati quasi quindici anni! ). Per la verità devo dire che, con la costituzione di questo blog, le cose sono migliorate, anche se siamo ancora lontani da una situazione di vivibilità quantomeno sufficiente. Una opinione (e sottolineo opinione) pesante, anche se non è la prima volta che mi viene alla mente. E proprio per questo ho deciso di rileggermi con più attenzione detto materiale al fine di avvalorare o rigettare tale opinione di prima linea con, come si dice, cognizione di causa. Un compito che svolgerò, appunto, dopo aver riletto il materiale. A questa titubanza si contrappone peraltro una certezza. La certezza che io non smetterò di occuparmi della questione (ovviamente nei modi e nei termini che la legge consente) fintanto che non vedrò ristabilita, nel contesto dove mi trovo a vivere, una situazione  di normalità sotto il profilo della legalità, delle condizioni igienico-sanitarie, dei diritti inalienabili delle persone, della tranquillità, del decoro. In altri termini un contesto di normale vivibilità. E continuerò a farlo con serenità e pacatezza in modo da evitare ripercussioni negative sullo stato di vita delle persone che mi sono vicine, in particolare i bambini. Anche riguardo alla seconda questione (detrattore occulto) predisporrò uno specifico post dove indicherò i passi avanti compiuti e le ulteriori iniziative che intendo intraprendere.

 

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: LETTERA APERTA A MARIO

Sono passati quasi quattro mesi dall’ultimo post, relativo alla categoria Appello per Siena, ed addirittura quasi un anno dall’ultimo post afferente la categoria Una oscura questione di vicinato. Sicuramente troppi per le prerogative di un blog.

I motivi sono sostanzialmente due:

a) innanzitutto la mia precipua volontà, con solo riferimento alla categoria Una oscura questione di vicinato, di lasciar decantare il  tutto per un buon lasso di tempo  onde poter verificare se e in quale misura le cose sono cambiate a seguito della mia decisione di predisporre questo blog, nonché di osservare eventuali cambiamenti nei comportamenti di certi personaggi a seguito di un ipotizzabile (ma non reale) mio “allentamento della presa”;

b) il sopravvenire di una serie di necessità, necessità che, di fatto, mi hanno assorbito ben più tempo del previsto, provocando un ulteriore, questa volta indesiderato, allungamento dei “tempi di fermo” preventivati.

Ma l’obiettivo rimane ancora quello delineato (“….riorganizzare il mio tempo in modo tale da dedicarne, ‘istituzionalmente’, una quantità maggiore all’attività dei blog….” – cfr post dell’ 11 agosto 2015). Anche perché per ambedue le categorie i motivi di intervento sono tutt’altro che ridimensionati.

Forse ora è la volta buona.

Ma veniamo all’argomento.

Avrete già capito che qui, quando uso il nome Mario, intendo riferirmi ad una persona della quale non voglio svelarne l’identità. E questo non certo per mantenermi misterioso e/o poco trasparente (come già detto, questo blog è stato pensato e costruito in un’ottica di assoluta trasparenza e tale desidero mantenerlo). E’ solo che non intendo “coinvolgere” in alcun modo qualsivoglia persona se non palesemente autorizzato a farlo dalla persona medesima. Per meglio dire non ho alcuna intenzione di “mettere in vetrina” chi non lo desidera e non me ne dà esplicito consenso (io stesso me ne sarei ben guardato se non fossi arrivato a convincermi che questa era l’unica strada percorribile per conseguire gli obiettivi a suo tempo delineati),

Perché ho scelto il nome Mario? Nessuna motivazione particolare e/o di carattere negativo. E’ un nome abbastanza diffuso, senza diminutivi e che non si presta a “distorsioni” che possano destare ilarità. Credo quindi che tutti i Mario “veri” che si troveranno a leggere questo post potranno facilmente scusare questa mia “incursione”.

Nel caso specifico mi riferisco al personaggio di uno dei tre aneddoti accennati nel post del 14 aprile 2015. Personaggio che anche, ma non solo, per i suoi connotati professionali, ritengo doverlo considerare particolarmente affidabile, moralmente ineccepibile  e dotato di notevole obiettività ed equilibrio. Quello che, in sintesi, potremmo definire una “persona perbene”. Una persona che, inoltre, pur avendola incontrata una sola volta, mi ha consentito, più degli altri, di trarre le conclusioni a suo tempo indicate.

Ecco quindi la mia lettera aperta a “Mario”.

Caro Mario,

Come ho avuto modo di dire in precedenti post, grazie a questo “strumento” (blog) ho potuto conseguire obiettivi che non sono stato in grado di ottenere mediante l’utilizzo di metodi, diciamo, canonici. Ciò vale per ambedue le categorie qui prese in considerazione (Appello per Siena e Una oscura questione di vicinato). Con riferimento alla prima (Appello per Siena) lo “strumento” mi ha permesso di affrontare e sviluppare argomenti in assoluta libertà e, quindi, “veicolarli” con estrema facilità; riguardo alla seconda (Una oscura questione di vicinato) ho potuto, senza particolari problemi, evidenziare, per quanto di mia conoscenza, come stanno realmente le cose (quali i fatti, chi sono i “buoni”, chi sono i “cattivi”, ecc., ecc.).

Ora però, con riferimento alla seconda categoria, comincio a maturare la convinzione che questo approccio, certamente necessario, non risulti sufficiente nel caso in cui si intenda, come io intendo, andare fino in fondo. Da qui la mia decisione di affiancare allo “strumento blog” metodi “tradizionali”, anche se in maniera più incisiva di quanto fatto nel passato. In altri termini, ritengo indispensabile affiancare all’utilizzo del blog, opportune nuove azioni giudiziarie, dato che siamo ancora lontani tanto dall’aver recuperato una situazione di normalità con riferimento a quelli che, sempre in maniera eufemistica, ho definiti fastidi, quanto dall’aver dato adeguate risposte alle problematiche afferenti il detrattore occulto.

Nel primo caso penso di poter provvedere personalmente con il solo ausilio di “soggetti”, come dire, specializzati (questa volta spero vivamente che le “modalità operative” individuate siano tali da garantirmi di ottenere risultati adeguati). Comunque, su tale versante intendo, a breve, predisporre, con uno specifico post, una sorta di “resoconto estivo” di come sono andate le cose.

Nel secondo caso, però, ho bisogno del tuo aiuto. Chiarisco. Partiamo da quanto ho avuto modo di affermare, riguardo al detrattore occulto,  nel post del 14 aprile 2015:

“Come potete constatare, su questo fronte le cose sono più complesse di quelle afferenti i cosiddetti fastidi. Ma il web, come si sa, fa “miracoli” ed io confido, prima o poi, di raggiungere completamente l’obiettivo. Un conseguimento parziale sarebbe una “quasi sconfitta” in quanto consentirebbe al detrattore occulto di “farla franca”. Mi spiego meglio. Potrebbe accadere che se e quando riuscirò a rendere più trasparente la questione il nostro (o, meglio, il mio) detrattore occulto, proprio perché abituato a colpire senza “scoprirsi”, decida semplicemente di immergersi nuovamente nella sua melma torbida e maleodorante in modo da rendere impossibile la sua individuazione. Ecco, questo finale lo considero, appunto, una “quasi sconfitta”.

Bene (si fa per  dire), comincio a pensare che ci si stia indirizzando proprio verso una “quasi sconfitta”, La “pubblicizzazione” della “storia”, come accennato, ha certamente demolito buona parte del castello di stupidità/menzogne messo in piedi, appunto, dal detrattore occulto. Ma la demolizione è ancora ben al di là dall’essere completata. A questo punto mi occorrono ulteriori informazioni, anche minimali ma sufficienti a delineare ipotesi, quantomeno, sul “che cosa” (allo stato dell’arte le strade possibili, tutte peraltro incredibilmente stupide, sono ben poche).

Informazioni di cui, sono convinto, tu disponi.

Ora io, pur comprendendo i motivi della tua (eventuale) titubanza a rendere più esplicite le tue affermazioni, ho necessità, non più derogabile, di ottenere, appunto, informazioni aggiuntive. Informazioni che, forse, avrei ottenuto rivolgendoti adeguate domande al momento adatto? Se così è me ne dispiace. Ma, purtroppo, ognuno ha il suo carattere ed io, per certe questioni, sono veramente poco perspicace. Peraltro il tempo stringe perché, di questo passo, per arrivare al “bandolo della matassa”, se tanto mi dà tanto, dovrei campare oltre i cento anni (evento che ritengo assolutamente impossibile). Quindi, caro Mario, ti dico che è troppo comodo questo tuo atteggiamento.Te lo dico, ovviamente, nel caso in cui tu sia, come io continuo a credere, la persona con i connotati sopra delineati.

In termini “operativi” la procedura sarebbe questa:

  • tu dovresti comunicarmi, nella forma che ritieni più opportuna (anche anonima), informazioni, seppure minime ma necessarie per predisporre apposito esposto alle autorità giudiziarie competenti;
  • Io procederò a trasmettere tali informazioni a dette autorità giudiziarie, assieme a specifico esposto da me opportunamente sottoscritto;
  • quindi ne darò completa e veritiera informazione su questo blog non prima, ovviamente, di aver consultato la persona esperta di normativa riguardante la divulgazione di notizie/informazioni/opinioni tramite blog;
  • come pure renderò noti, sempre tramite questo blog, gli aggiornamenti sulla questione che via via emergeranno.

Nel caso di una tua ulteriore “latitanza” non potrò fare altro che toglierti, per cosi dire, dalla “casella” delle persone perbene ed inserirti in quella dei “veicolatori qualificati del detrattore occulto” (cfr post del 28 dicembre 2014 penultimo capoverso). Scegli tu. Francamente, il sospetto che tu, per qualche motivo che al momento non conosco, preferisca mantenere le cose in questo ambiguo e indefinito binario, mi sovviene alla mente, anche se mi rifiuto di credere che tu, come il detrattore occulto, ami “viaggiare sotto traccia”.

Spero quindi che tu decida di esaudire questa mia richiesta, se non altro per “amore di verità”. Spero anche che tu riesca a capire quanto mi costa addentrarmi in questa strada dove, peraltro, la stupidità regna regina e che, oltretutto, ha per me dei risvolti economici tutt’altro che positivi.