UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: IL SOGNO

Ieri ho fatto un sogno.

Un sogno terribile!

Ma prima di iniziare la narrazione ritengo utile avvertire chi si appresta a leggere questo post che, per capirne in maniera adeguata tutti i risvolti, occorre avere un quadro relativamente preciso della collocazione, nel territorio, della nostra abitazione e della nostra proprietà. E per fare questo è necessario conoscere il contenuto della sottopagina “la storia” della pagina “una oscura questione di vicinato”. Chi non ha letto il contenuto di tale sottopagina e non intende o non può andare a leggersela è pressoché inutile che continui la lettura.

Torniamo al sogno.

Le lancette del tempo si sono spostate all’indietro di almeno 15 anni (non 15 ore!). Siamo quindi intorno al 2002 se non prima. Lo deduco subito (sempre nel sogno, logicamente) dal paesaggio circostante. Infatti:

  •  è sparita la grande strada sterrata abusiva fatta costruire pressoché a ridosso del lato della nostra casa rivolto a sud-est;
  • è riapparsa la piccola uliveta al posto del piccolo frutteto (si fa per dire);
  • è ritornato filo strada e non, praticamente, a ridosso della finestra di una camera, il cancello di entrata in questa strada abusiva;
  • sono spariti i due grossi cani lupo lasciati liberi, che più di una volta hanno impaurito i miei nipotini;
  • è ritornata la consuetudine, derivata da un accordo verbale con il precedente proprietario, di consentirci di pulire, gratuitamente, la siepe radicata nella sua proprietà ed “appoggiata” alla rete di nostra proprietà, pulizia che ci consentiva di mantenere una situazione, sotto tutti i punti di vista (estetico, igienico-sanitario, di decoro, ecc.) accettabile;

Di conseguenza sono venuti meno tutti gli elementi di quel contesto che, come già detto in altri post, avevano trasformato una realtà tipica delle campagne senesi in qualcosa di assimilabile al vecchio far west nel periodo storico in cui esisteva la legge “fai da te” (seconda metà del 1800).

[Ovviamente mi riferisco a quel lato dell’immobile le cui finestre si trovano di fronte alla piccola uliveta/frutteto (per le altre, che si trovano dal lato opposto, la situazione, data la distanza, è relativamente migliore, anche se non di certo idilliaca) (cfr la citata sottopagina)].

Ed a seguito di questo spostamento nel tempo:

  • niente movimento, nella citata strada, dei numerosi mezzi (movimento potenzialmente presente, nella realtà, a qualsiasi ora compresa fra le 6 di mattina e le 10 di sera) e niente di tutto quanto ne consegue;
  • niente “odori” (di carcasse di animali?) provenienti dai loro allevamenti allorquando il vento “tira” da sud-est;
  • niente privilegi derivanti dal degrado ambientale-igienico-sanitario.

Per farla breve una vita impossibile!

Con questo silenzio “assordante” accade, per esempio (pensate un po’), che i nostri nipotini dormono (nel sogno siamo ancora nel periodo estivo e quindi le scuole sono chiuse) fino alle 9 e, financo, le 10 di mattina.

Accade, per esempio, che possiamo rilassarci nel nostro giardino nel massimo silenzio e/o fare cena all’aperto senza essere gratificati dal rumore di qualche mezzo e dai conseguenti “odori”.

Una situazione troppo consueta, troppo banale, troppo noisa!

Vuoi mettere una circostanza in cui i tuoi nipotini si trovano a vivere costantemente nel fastidio piacere di essere svegliati la mattina presto da qualche mezzo sicuramente rumoroso, peraltro con l’ulteriore gratificazione della aleatorietà, vale a dire senza sapere nè l’ora esatta (le 6, le 7, le 8?) nè il mezzo (ruspa, trattore, motorella turbo, ecc.)?

Vuoi mettere una situazione in cui vivi i tuoi momenti di relax in giardino nel rumore, nella polvere e negli “odori” dei mezzi  anziché nella monotonia del silenzio e della tranquillità?

Vuoi mettere avere addosso alla tua rete di recinzione una bella siepe assolutamente “spontanea” anziché una siepe troppo curata sia sotto il profilo estetico, sia sotto quello igienico-sanitario?

Mi accorgo di aver “debordato” dalla descrizione del sogno alla esposizione delle mie opinioni, peraltro già note a chi ha avuto modo di leggersi i post di questo blog.

Rientro subito nel sogno.

Ad un certo punto, volgendo gli occhi al cielo, vedo, sopra una nuvola, delle costruzioni (?) nel contempo austere ed aggraziate. “Sono” – mi sussurra qualcuno con un filo di voce -“i palazzi delle istituzioni preposte alla gestione della cosa pubblica. Vivono in alto perché così possono controllare tutto il territorio”. E tramite i loro uomini (il consiglio dei saggi, persone di elevato profilo morale) sono impegnate a rendere la vita dei singoli residenti la migliore possibile, nel pieno rispetto della legge e fatti salvi obbligatoriamente i diritti degli altri. Per quello che mi e’ dato di capire riescono ad amministrare con grande imparzialità, equità e lungimiranza. Cosicché tutti i residenti vivono felici e contenti.

Questo sogno ha preso decisamente il “verso” di una favola. Che barba!

Fortuna che di lì a poco il sogno finisce.

“Meno male che era solo un sogno!” dico a me stesso facendo un grande sospiro di sollievo al momento del risveglio.

“Peccato” – proseguo sempre parlando a me stesso – “che siamo entrati nell’autunno per cui, tenendo sovente le finestre chiuse, non possiamo fruire appieno dei privilegi del nostro far west.

 

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: PRECISAZIONI SU QUANTO DETTO NEL POST PRECEDENTE

Leggerezza. Questa è l’accusa, ovviamente implicita, rivoltami garbatamente su quanto ho avuto modo di dire, nel precedente post (06.05.2016),  riguardo alla “questione confinanti”. In altri termini mi si accusa, se ho ben capito, di usare le parole con, appunto, leggerezza, vale a dire senza soppesarne con la dovuta attenzione e serietà il significato. Nello specifico la critica riguarda il sintagma “”venature” criminogene” (a ben vedere simile a quello a suo tempo sottoposto nuovamente a critica: “cultura tipicamente criminale mafiosa” – cfr post del 18.08.2016). Quindi, andando avanti nel ragionamento, io, ancora una volta, avrei valutato la situazione in maniera abnorme utilizzando un linguaggio inadeguato per eccesso.

Dovrò quindi, per forza di cose, dilungarmi sulla questione con lo scopo di dimostrare che il mio utilizzo della parola “criminogene” è del tutto appropriato.

Ma prima di introdurmi nelle relative argomentazioni due brevi annotazioni:

  • innanzitutto ringrazio molto chi ha voluto comunicarmi, pure a suo modo, questa sua critica; come detto altre volte, le critiche divengono per me motivo di attenta rivisitazione del mio pensiero, esercizio di grande utilità per consentirmi di mantenere il cammino sulla “buona strada”;
  • informo nuovamente tutti coloro che intendono espormi qualsivoglia opinione su qualsivoglia argomento da me trattato, che è mia intenzione, in questa sede, rifuggire dall’indicare nomi e cognomi (in altri termini non intendo, nel modo più assoluto, “mettere in vetrina” chi non me ne dà esplicita autorizzazione); questo anche per tentare di sostituire il più possibile considerazioni implicite con quelle esplicite, se non altro perché, come sanno coloro che mi conoscono, la mia perspicacia è tutt’altro che elevata.

Per avvalorare/certificare le valutazioni conclusive riportate in chiusura di questo post mi sembra del tutto calzante e, in prima battuta, sufficiente, raccontarvi un aneddoto (uno dei tanti) di qualche giorno fa, più esattamente di giovedì 11 maggio.

Generalmente la mattina mi sveglio fra le otto e le nove. Questa volta, invece, sono in piedi un po’ prima delle sette. Io e mia moglie abbiamo la camera con le finestre che si affacciano dal lato opposto a quello che fronteggia la famosa strada “incriminata”, vale a dire quella strada fatta costruire abusivamente pressoché a ridosso dell’altro lato dell’immobile dove, fra l’altro, si trova la camera dei miei nipotini. Per qualche necessità che ora non ricordo, apro la porta che dà nel corridoio dove si trova anche, ma no solo, la citata camera e sento il rumore assordante di quel mezzo che a suo tempo ebbi modo di definire motorella con sciabordio turbo (vedi post del 22 ottobre 2014), vale a dire una motorella particolarmente rumorosa che, perfino a finestre chiuse, entra nelle orecchie anche a chi ha il sonno particolarmente profondo; una motorella che, credo, oltre ad essere abbastanza vecchia è anche difficile reperire in commercio. Se lo sento io, che sono nel corridoio – dico a me stesso – figuriamoci chi ha le finestre proprio a ridosso di quella strada! E, ovviamente, questo rumore ha svegliato i miei nipotini. Male di poco, si dirà, dato che di lì a poco sarebbero stati svegliati dai suoi genitori per andare a scuola. A parte il fatto che rimane comunque una “violenza”, provate a moltiplicare questo evento per un numero abbastanza elevato, magari quando le scuole sono chiuse. Aggiungete poi le volte, sempre non poche, in cui  decidiamo di pranzare o cenare fuori (nel nostro giardino) o, comunque siamo in giardino per qualche momento di relax. Considerate inoltre che questi signori sono in grado di “rilevare” in qualsiasi momento dove ci troviamo. Per cui, “volendo”, sono in grado di “colpirci” nei momenti più “convenienti” (quando ci troviamo a riposare, quando siamo nel giardino per un po’ di relax, per pranzare, per cenare, ecc.). Discorso pressoché analogo per le nuvole di polvere che, specie nel periodo primavera-estate riverberano nell’area di nostra proprietà (la strada che hanno fatto costruire è grande ma “sterrata”).

Ma torniamo all’argomento oggetto di questo post e, quindi, alla parola “incriminata” (criminogene, mi si passi il “bisticcio”).

Credo che la soluzione migliore sia quella di fare riferimenti storici, pure se in maniera necessariamente telegrafica, tenendo conto che l’obiettivo consiste nel dimostrare che, a partire dalla fine 2003/inizio 2004, nel contesto in cui mi trovo a vivere sono state introdotte “venature criminogene non proprio banali”.

Cominciamo

Per non appesantire in maniera eccessiva questo post, rimando al contenuto della pagina “una oscura questione di vicinato”, sottopagina “la storia”, dal settimo capoverso (compreso) in poi.

Come già detto, da tale strada passano molti mezzi particolarmente rumorosi che, oltretutto, ancora come già detto, nel periodo primavera-estate provocano anche un non marginale inquinamento atmosferico (sollevamento polvere oltre a quello “consueto” derivante dai tubi di scarico dei mezzi).

Quindi, ricapitolando in estrema sintesi, dei signori acquistano dei terreni agricoli, fanno costruire una strada abusiva (peraltro modificando progressivamente anche il tracciato originario  della stradina di campagna evidenziato nelle mappe, mediante l’uso di una grossa ruspa, anche questa oltremodo rumorosa), che conduce ad una casa, anch’essa abusiva, strada che fanno passare pressoché a ridosso della parte della nostra proprietà dove, peraltro, si trovano anche le camere dei bambini.

Ma andiamo oltre

Provate a pensare alle possibilità di molestia insite in questo “nuovo” contesto. In qualsiasi momento di qualsiasi giorno dell’anno, questi signori sono nelle condizioni “operative” di poterci procurare enormi fastidi (per non dire di peggio). Basta che, per esempio, decidano, con qualche mezzo particolarmente rumoroso (e ne hanno svariati a disposizione!) di fare qualche “giratina” nella strada “incriminata” quando dormiamo, quando riposiamo, quando ci troviamo nel giardino, ecc,.

Quanto sopra è a mio avviso più che sufficiente a dimostrare l’appropriatezza del citato sintagma.

Comunque, per convincere anche i più scettici ho deciso di pubblicare quattro ulteriori post (intendo suddividerli per non appesantirli più di tanto), ognuno dei quali svilupperà in maniera adeguata a capirne il senso, le seguenti storie:

  • quella relativa allo spostamento della strada “incriminata”; come accennato nella pagina “Una oscura questione di vicinato” sottopagina “La storia”, questi signori confinanti decisero di spostare tale strada determinando di fatto un forte alleggerimento dei grossi disturbi, ma che, a seguito di certi eventi, ripristinarono, riportando la situazione come e peggio di prima (in questo post descriverò dettagliatamente i fatti e le mie opinioni; peraltro alcune sintetiche informazioni sono già contenute nella citata sottopagina dal settimo capoverso in poi).
  • quella riguardante la defatigante trattativa, alla fine “abortita”, per l’acquisto di quel piccolo appezzamento di terreno su cui “insiste” la strada incriminata; il buon esito di questa trattativa avrebbe risolto alla radice tutti i problemi; anche su tale argomento, che non è mai stato affrontato prima in questo blog, oltre che descrivere i fatti in maniera esaustiva, esporrò alcune mie opinioni che, a mio avviso, dimostrano, ancora una volta, l’incomprensibilità di certi atteggiamenti;
  • .quella relativa alla “trasformazione” della piccola e sana oliveta in  piccolo frutteto (si fa per dire) che, per quello che sto osservando in questi giorni, a me sembra, stanno trasformando progressivamente (ovviamente nella parte più a ridosso del nostro immobile) in un’area destinata al rimessaggio/manutenzione a cielo aperto, al parcheggio di mezzi, al  deposito di oggetti da  discarica, sempre a cielo aperto, con notevole ulteriore decadimento della “vivibilità” (rumori, cattivi odori, degrado  paesaggistico, degrado della componente igienico-sanitaria, ecc., ecc.,ecc.); da considerare che questi signori hanno la possibilità di spostare tali “funzioni” in svariate parti della loro proprietà senza alcun aggravio di costi, intesi in senso lato; da qui l’ipotesi che la scelta di “esercitarle” pressoché a ridosso delle nostre finestre sia una scelta derivata dal solo scopo di danneggiarci ulteriormente;
  • quella relativa al cancello di tale strada che, da “filo strada” (rispetto alla strada principale) hanno spostato proprio di fronte alla finestra di una camera, determinando ulteriori fastidi.

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: IL “MOVIMENTO MEZZI”

Questo post è stato predisposto a fine agosto u.s.. Non vi intrattengo sui motivi che mi hanno indotto a posticiparne la pubblicazione ad oggi (con quasi due mesi di ritardo) perché così facendo, per non rischiare di apparire presuntuoso e/o stupido, dovrei dilungarmi non poco, rendendo questo scritto oltremodo pesante.

Peraltro, avendo deciso di non cambiare una virgola, è sufficiente quanto sopra detto per comprendere il contenuto di tutto il prosieguo.

Ma veniamo all’argomento. Questo post, come accennato, è dedicato ai “fastidi” derivanti dal solo movimento mezzi, lasciando a quelli successivi il compito di affrontare gli altri “fastidi”.

Per poter “assimilare” adeguatamente quanto andrò dicendo vi invito a leggere le sottopagine di UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO, in particolare quella intitolata I MOTIVI. Ritengo comunque utile riportare qui quanto a suo tempo ho avuto modo di dire  in merito alla strada fatta costruire, con persone e mezzi specifici, intorno al Novembre 2003 dai miei attuali confinanti (cfr pagina UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO, sottopagina LA STORIA):  “Per capire bene il prosieguo della “storia” occorre focalizzare bene tale aspetto. Questa strada molto grande è stata costruita proprio a pochissima distanza (2-3 metri) dalla nostra rete di protezione adiacente, appunto, la linea di confine della nostra proprietà rispetto al terreno di proprietà dei citati confinanti. E la rete di protezione si trova, a sua volta, a pochissima distanza (ancora 2-3 metri) dall’immobile dove abitiamo. Penso, a questo punto, si possa già percepire quanto enormi risultano essere le, diciamo, potenzialità di molestia insite in questa situazione.”

Premessa indispensabile: tanto la strada in questione quanto l’abitazione a cui questa conduce sono abusive.

Vediamo ora, analiticamente, i mezzi e gli orari.

Per gli orari il discorso è abbastanza breve: si va, nel periodo estivo, pure se con frequenze diverse, dalle 7 (se non le 6) di mattina alle 9 di sera. Un arco di tempo che si riduce nel periodo invernale. Tuttavia l’andamento è molto “schizofrenico”: da giornate con pochissimo movimento passiamo a giornate da “bollino rosso”.

Questi i mezzi che vi transitano: scooters, motorelle, motorelle con rimorchio, automobili varie, furgoni, camion di vario tipo, trattori, trattori con rimorchio, trattori cingolati, grosse scavatrici ed altro ancora. La varietà dei rumori è, peraltro, ben più ampia. Facendo per esempio riferimento a quelle che, forse usando un termine non appropriato, ho denominato motorelle con rimorchio, possiamo rilevare, con riferimento al tipo di rumore, almeno tre varianti: quella con, mi si passi il termine marinaresco, sciabordìo normale, quella con sciabordìo super e quella con sciabordìo turbo. La “tecnica operativa” per addivenire a questa diversificazione mi è sconosciuta.

Comunque sia vi invito a credere che siamo in presenza di fastidi (sempre parlando in termini eufemistici) tutt’altro che marginali. Posso anche dire, senza ombra di smentita, che, alcuni giorni, c’è più movimento in tale strada privata che nella strada principale. Una strada che passa talmente a ridosso dell’immobile da dare l’impressione, ogniqualvolta transita un mezzo di quelli più rumorosi, che questo addirittura attraversi l’immobile medesimo. Già a questo punto, penso, si può percepire l’assurdità, per un contesto ambientale minimamente civile, di una situazione come questa.

Ci sono inoltre i “fastidi” derivanti dalla polvere che, specie d’state ( strada “sterrata”) e tenuto conto della marcata contiguità giardino/strada abitazione/strada aggravano, e non di poco, la situazione suesposta. E senza contare quelli da inquinamento in senso stretto (a volte i “cattivi odori” della combustione dei carburanti si percepiscono anche all’interno delle stanze).

Il tutto, infine, è “appesantito” ulteriormente dal fatto che nel terreno di loro proprietà, a ridosso della citata strada privata e, quindi, ancora, a ridosso della nostra abitazione e del nostro giardino, svolgono, sovente,  attività, diciamo, di parcheggio/manutenzione mezzi (di loro proprietà ma anche di terzi) accentuando così considerevolmente i “fastidi” e che, anche in questo caso, poterebbero tranquillamente essere evitati senza alcun aggravio di difficoltà, considerato tutto il terreno di cui dispongono. Un esempio calzante al riguardo l’ho avuto anche pochi giorni fa ( 22/26 agosto).

E’ mia modesta opinione che una parte non marginale dei “fastidi” sopra indicati potrebbe essere evitata utilizzando semplicemente il comportamento che il nostro codice civile definisce del “buon padre di famiglia”.

Se non fosse che la vivo direttamente mi rimarrebbe difficile credere che (abitando nelle “splendide” Terre di Siena degli anni Duemila e non nel Far West americano di fine Settecento/primi Ottocento) dei residenti che pagano regolarmente le tasse (che non sono poche) debbano sottostare ad una situazione di questo genere.

La nostra attività diurna nel nostro giardino e/o nelle nostre stanze e quella della mattina presto nelle nostre stanze (dormire) viene, per così dire, regolamentata, specie d’estate quando sovente teniamo le finestre aperte, dal movimento dei mezzi di questa strada. E tale stato di cose esiste, non da pochi giorni, non da pochi mesi, ma addirittura da più di dieci anni!!

Vi confesso che a volte sono addirittura arrivato a pensare, data l’assurdità/stranezza/particolarità di queste circostanze, che qualcuno, “potente” e ben informato delle “pastoie burocratiche” vigenti in materia e del modus operandi della macchina pubblica competente, abbia manovrato il manovrabile per “attivarle” e “svilupparle”. Ma queste sono solo fantasie.

Come ho già avuto modo di sottolineare, non si tratta della “classica” situazione di vicinato dove, “screzio dopo screzio”, da ambo le parti, si è andato creando uno stato di, diciamo, crescente conflittualità. Per quanto qualcuno si stia sforzando di far apparire una realtà di questo tipo (ne parlerò in uno specifico post), io (ma il discorso vale per tutta la mia famiglia), proseguendo nel mio normale stile di vita, mi sono preoccupato, sempre e comunque, nell’intraprendere qualsivoglia iniziativa,  innanzitutto di non arrecare disturbo e/o danno a checchessia nonché, ovviamente, di rispettare le norme vigenti. Quindi, ripeto, l’attuale stato di cose, su tale versante, deriva completamente da atteggiamenti unilaterali.

Penso che a questo punto dovrà ricredersi anche chi, “manipolando” pesantemente le deduzioni sui comportamenti oggettivi, tende ad invertire addirittura il “ruolo della vittima”. Comunque sia, come avrete notato, io sicuramente non sono affetto dalla sindrome di Stoccolma anche se ho l’impressione che qualcuno non abbia ancora compreso che la mia marcata propensione al rispetto ed alla pacifica convivenza non ha niente a che vedere con la pavidità. Anzi, è forse il caso che questo qualcuno sappia che ogniqualvolta mi trovo di fronte ad atteggiamenti di protervia e di arroganza volti a minacciare/intimidire, sento il dovere di contrastarli con determinazione (pur nel rispetto della legge), anche perché li considero tipici di una cultura mafiosa (che  abòrro).

Per ovviare a questa situazione del “movimento mezzi” ( che costituisce circa il settanta per cento dell’insieme dei fastidi) esiste, a mio avviso, una soluzione molto semplice. Qual’è secondo voi?

Più in generale, come al solito, qualsiasi commento, anche di aspra critica, sarà oltremodo gradito.

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: ANCORA BREVI CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE

Sono trascorsi svariati mesi dal giorno in cui ho deciso di pubblicare le prime pagine di questo blog (ben più recente, invece, la data di pubblicazione del primo post: 24 aprile 2014).

Da allora sono avvenuti anche alcuni mutamenti nei comportamenti dei principali “attori” della vicenda ( in questo caso mi riferisco, come già detto, all’argomento UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO). I più significativi riguardano la frequenza e l’intensità dei “fastidi”. Su tale versante le cose, a breve distanza dalla pubblicazione delle prime pagine, sono significativamente migliorate pure se ancora lontane da una situazione soddisfacente, nonché normale. Probabilmente questa concomitanza è una mera casualità. Anche perché in caso contrario dovremmo tentare delle ipotesi sulle motivazioni di questo mutamento. E, francamente, me ne sovvengono soltanto di poco edificanti (per i miei vicini). Quindi, essendo solo delle ipotesi, me le tengo per me.

Altri cambiamenti sono per il momento embrionali e di interpretazione non univoca. Anzi, non escludo che alcuni siano dei veri e propri “trabocchetti”. Mi riservo di osservarne con grande attenzione l’evoluzione e di darne contezza in questo diario solo se e quando avrò la certezza di non dire una cosa per un’altra.

 Con il prossimo articolo inizierò il diario “vero e proprio”.Ogni post affronterà un singolo argomento. Spero, così facendo, di raggiungere il duplice obiettivo di esaustività e di, diciamo, scorrevolezza/leggerezza del post medesimo.

PER CHI NON HA POTUTO/VOLUTO LEGGERE LE PAGINE/SOTTOPAGINE SOPRA INDICATE

Chi si trova a “visitare” questo blog senza aver letto le pagine/sottopagine sopra indicate  non è in grado, con buona probabilità, di capire la logica sottostante il relativo impianto.

Ricordo quindi che le problematiche affrontate in questa sede sono due e sono significativamente diverse l’una dall’altra:

– una che ha come “campo di osservazione” le istituzioni senesi (categoria: APPELLO PER SIENA)

–  una che riguarda invece la vivibilità dell’ambiente in cui risiedo (categoria: UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO)

Il post sotto riguarda la categoria APPELLO PER SIENA mentre quello sopra riguarda la categoria UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO.

Peraltro in ambedue i casi l’obiettivo di questo blog consiste nel dare un modestissimo contributo alla costruzione di una Siena migliore.

Non è detto che un giorno non provveda a separare compiutamente le due suddette problematiche predisponendo per ognuna uno specifico blog. Ma per il momento ho deciso di mantenere ambedue in un’unica struttura.