MORTE DI DAVID ROSSI: IN MERITO AL “GIUSTO APPROCCIO” ED AI MIEI CRUCCI RESIDUALI

Questo post è  dedicato, perlopiù, al seguente obiettivo:

convincere o, meglio, tentare di convincere i miei quattro lettori e, in particolare, me stesso, dell’ attendibilità della mie opinioni esplicitate in chiusura del post del 16 settembre 2019.

Mi spiego meglio. Nel citato post concludo dicendo, in estrema sintesi, che a mio avviso, in casi come quello riguardante la morte di David Rossi, occorre, nell’ interesse dell’intera comunità senese, che venga dimostrata in maniera inequivocabile la volontà  di fare piena luce su tutti gli aspetti in qualche modo riconducibili a questo drammatico avvenimento. Anche perché, come gia scritto in più  occasioni, oggi come oggi, Siena ha un forte bisogno di dare prova di possedere quegli anticorpi necessari ad invertire il declino degli anni passati.

Il desiderio di riaffrontare questo argomento mi è  sovvenuto alla mente l’altro giorno quando, come poco meno di un anno e mezzo fa, ho potuto guardare in tv un servizio, appunto, sulla morte di David Rossi. Servizio che, in massima parte, si riferiva a cose/fatti/opinioni già  noti ma che conteneva anche alcune informazioni inedite particolarmente interessanti.

Un desiderio che si è  poi irrobustito in maniera ragguardevole  a seguito della consistente mole di informazioni (stampa, tv, social,  blog, ecc) che ha cominciato a circolare anche per la disponibilità dei resoconti delle audizioni, mano a mano succedutesi, disposte dalla specifica Commissione parlamentare, costituita nel marzo 2021 (Commissione monocamerale di inchiesta sulla morte di David Rossi che,all’art.1, recita:

Istituzione e funzioni – E’ istituita, per la XVIII Legislatura (il cui termine naturale è il marzo 2023, n.d.r.) una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, avvenuta il 6 marzo 2016 a Siena, di seguito denominata “Commissione”, con il compito di:

a) ricostruire in maniera puntuale i fatti, le cause e i motivi che portarono alla caduta di David Rossi dalla finestra del proprio ufficio nella sede del Monte dei Paschi di Siena di Rocca Salimbeni e le eventuali responsabilità  di terzi;

b) esaminare e valutare il materiale raccolto dalle inchieste giornalistiche sulla morte di David Rossi e indagare sulle vicende a lui collegate, come denunciate e rese pubbliche attraverso le medesime inchieste;

c) verificare fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano cagionato o cagionino ostacolo, ritardo o difficoltà per l’accertamento giuriscizionale di eventuali . responsabilità relative alla morte di David Rossi.)

Perciò eccomi qui ad affrontare nuovamente, in poche righe, questo argomento.

Quindi, dicevo, una mole di informazioni decisamente cospicua che ha consentito al grande pubblico (e di conseguenza al sottoscritto) di prendere coscienza in maniera palmare della necessità di approfondire una serie di aspetti tutt’altro che marginali. Necessità che sembrano derivare anche dalle carenze e dalle negligenze delle indagini predisposte al momento della morte, avvenuta il 6 marzo 2013. E, visto il programma della citata Commissione, sembra ipotizzabile prevedere l’emergere di ulteriori ed importanti flussi informativi nonché, data l’acquisita ben maggiore “visibilità”,  l’emergere di atteggiamenti volti a strumentalizzare la questione per fini che poco hanno a che vedere con la sottostante problematica.

Dato che mi sono già occupato di questo argomento in precedenti due post, sono  andato a rileggermeli (uno del 16 settembre 2019, uno del 3 Novembre 2019), anche  perché  mi ricordavo di aver assunto una posizione al riguardo allora non proprio “di maggioranza”. Posizione che vado a ripetere estrapolando l’ottavo capoverso del post del 16 settembre 2019 (per una esposizione più articolata/dettagliata rimando all’intero coontenuto di detto post):

Non è vero……che cose di questo genere conviene che vengano dimenticate al più presto. Anzi! E’ forse vero l’esatto contrario visto che, in questo caso, lasciando senza risposta una serie di domande “cruciali”, si verrebbero ad alimentare sospetti pesanti come macigni e che, alla fin fine, si ripercuoterebbero in maniera molto negativa sull’intera città, su tutti i suoi abitanti e per lunghi periodi di tempo, annullando e superando di gran lunga i “vantaggi” (?) derivanti da, come dire, l’indirizzare tutta la questione nei sentieri dell’oblio. Io, nella convinzione che la quasi totalità della popolazione sia del tutto estranea a questa drammatica ed oscura faccenda, sono altresì convinto che l’unico modo per salvaguardarla realmente sotto il profilo morale sia, appunto, quello di effettuare indagini pregnanti ed approfondite, vale a dire indagini in grado di eliminare o ridurre drasticamente gli “spazi di ambiguità”.

Lungi da me, quindi, date le prerogative indicate ad inizio di questo post, l’obiettivo di analizzare approfonditamente questa drammatica, complicata ed oscura questione. Come già  accennato, il materiale informativo oggi disponibile, sotto svariate forme, è veramente ragguardevole ed io, oltre che “spendere” non poco tempo per “disegnare” un quadro sufficientemente esaustivo ed obiettivo, non “produrrei” alcun valore aggiunto.

Torno all’argomento. Devo ammettere che qualche volta mi sono trovato a domandarmi se questo mio comportamento fosse davvero quello giusto, sia con riferimento agli interessi generali della nostra città, sia, forse piu importante, nei confronti dei familiari al fine di garantire loro il dovuto rispetto. E devo dire che, magari anche a seguito di uno specifico stato d’animo, le mie certezze hanno vacillato. Continui a credere – mi sono domandato – che la tua opinione (occorre “sgomberare il campo da tutte le zone grigie o quantomeno, quelle per le quali esiste ancora la possibilità  di farlo”) sia ancora quella giusta? Oppure cominci a pensare che tale atteggiamento, tenuto conto di tutti quegli “sciacalli” che sempre emergono numerosi in casi di questo genere,  conduca soltanto a dei risvolti negativi? E sei convinto di non aver creato nocumernto di alcun genere ai familiari?

Quindi, in chiusura di questo post intendo rispondere ai miei interrogativi in maniera, diciamo, pubblica, esponendo la mia opinione con riferimento all’ opportunità di trattare la questione in termini, diciamo, di costi-benefici:

  1. per l’intera popolazione
  2. per i soli membri della famiglia di David Rossi

Nel primo caso mi sento di dire che le mie opinioni, esplicitate nei due post citati, si sono notevolmente rafforzate. In altri termini oggi più  di ieri, tenuto conto delle criticità emerse, sono convinto che sia giusto, se non necessario, che vengano compiute appropriate indagini volte ad eliminare tutte quelle zone oscure e tutti quei dubbi che oggi rendono sempre più  deboli le attuali conclusioni giudiziarie. Il tutto all’interno di un sentiero di assoluta trasparenza.

Per il secondo aspetto confesso, fors’ anche per il mio carattere, la mia titubanza residua. Per meglio dire, non mi sento di ritenere con certezza il mio approccio tale da meritare l’approvazione dei familiari. Quindi più che una certezza è una speranza. Comunque sia a questi familiari che, peraltro non conosco personalmente, va, oltre al mio assoluto rispetto, il mio apprezzamento per la determinazione che hanno dimostrato nell’affrontare questo drammatico evento.

IN MERITO A DUE COMMISSIONI PARLAMENTARI DI INCHIESTA (IN PARTICOLARE QUELLA SULLA MORTE DI DAVID ROSSI): CONSIDERAZIONI PERSONALI ED ATTUALI PREROGATIVE

Come al solito sono in enorme ritardo, rispetto al timing programmato, nel pubblicare i mie “interventi” su queste pagine. Del resto la problematica sottostante merita ben più di qualche riga. Per questo ho deciso di affrontarla in maniere adeguatamente dettagliata in un prossimo specifico post. Anche perché, volendo testardamente continuare nel perseguimento degli obiettivi a suo tempo delineati, mi trovo nella necessità di “alzare il tiro” nei termini che andrò a spiegare in tale post. Malgrado tutto il fine rimane sempre quello: rendere meno estemporanea, per i motivi ampiamente descritti in svariati post e nelle pagine introduttive, la “produzione” del blog.

Ma veniamo agli argomenti che intendo trattare in questo post.

L’altra sera, quasi per caso, mi sono trovato a rivedere, in tv, lo speciale de Le iene sulla morte di David Rossi. Il già forte turbamento al momento in cui i media ne dettero comunicazione, peraltro progressivamente amplificato mano a mano che ricevevamo informazioni sugli sviluppi delle indagini, si è ulteriormente e significativamente irrobustito. Non so dire esattamente perché, dato che il contenuto era già tutto conosciuto. Forse per il semplice fatto che ho potuto seguire il servizio nel massimo silenzio, con la massima attenzione e senza interruzioni o, più banalmente, perché mi trovavo nello stato d’animo più confacente.

E fra i tanti pensieri, mi sono sovvenuti alla mente anche quelli riguardanti le opinioni di alcune persone in merito al comportamento da adottare a seguito di questo tragico fatto. A grandi linee il discorso è in questi termini: siccome l'”evento” è particolarmente drammatico, tanto in sé e per sé quanto con riferimento all’immagine della Istituzione “coinvolta” nonché a quella della città nel suo complesso, chi ama Siena – dicono loro – deve evitare di parlarne per non prestare il fianco a tutti quei detrattori che non perdono occasione per denigrarci (noi senesi).

Io, invece, mano a mano che andavo avanti nel vedere il servizio e riflettevo su queste considerazioni, sentivo irrobustire dentro di me la già da tempo maturata convinzione della necessità di conseguire risposte convincenti agli interrogativi rimasti ancora in piedi, peraltro tutti particolarmente gravi, e, conseguentemente, sgomberare il campo da tutte le “zone grigie” o, quantomeno, quelle per le quali esiste ancora la possibilità di farlo.

Grazie, perlopiù, ad alcune inchieste televisive ed alla forte volontà dei familiari di scoprire la verità, sono emerse nuove inquietanti piste investigative, non irrilevanti carenze nelle indagini svolte e nella raccolta delle testimonianze, convincenti ipotesi derivanti da approfondite analisi sulla dinamica della caduta ed altro ancora.

E proprio per questo credo che chiunque abbia effettivamente a cuore le sorti di questa città, dei suoi abitanti e, più in generale e per casi come questo, ritenga sempre e comunque importante addivenire al conseguimento della verità, debba convenire sulla necessità di accertare e ricostruire, con indagini approfondite ed utilizzando lo strumentario investigativo più appropriato, tutte le “circostanze e le responsabilità che hanno determinato la morte di David Rossi” (cfr breve relazione alla Proposta di inchiesta parlamentare denominata “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi”, presentata alla Camera dei Deputati il 18 Aprile 2019).

Non è vero, ho pensato, in stridente contrasto con l’opinione delle suddette persone, che cose di questo genere conviene che vengano dimenticate al più presto. Anzi! E’ forse vero l’esatto contrario visto che, in questo caso, lasciando senza risposta una serie di domande “cruciali”, si verrebbero ad alimentare sospetti pesanti come macigni e che, alla fin fine, si ripercuoterebbero in maniera molto negativa sull’intera città, su tutti i suoi abitanti e per lunghi periodi di tempo, annullando e superando di gran lunga i “vantaggi” (?) derivanti da, come dire, l’indirizzare tutta la questione nei sentieri dell’oblio. Io, nella convinzione che la quasi totalità della popolazione sia del tutto estranea a questa drammatica ed oscura faccenda, sono altresì convinto che l’unico modo per salvaguardarla realmente sotto il profilo morale sia, appunto, quello di effettuare indagini pregnanti ed approfondite, vale a dire indagini in grado di eliminare o ridurre drasticamente gli “spazi di ambiguità”.

Da qui la decisione di esplicitare il mio pensiero sulla questione in generale e con riferimento alla specifica Commissione Parlamentare in particolare. Quantomeno, mi sono detto, la mia opinione “arriverà” almeno ai miei quattro followers i quali, voglio sperare, faranno almeno qualche riflessione in più su questa oscura e drammatica vicenda.

Ed a questo punto, mi sono detto, è forse il caso di parlare brevemente anche dell’altra Commissione, quella sulle banche , di cui mi sono occupato in alcuni post (cfr sotto), se non altro per giustificare il mio intendimento di non occuparmene più in questa sede e che, proprio per questo, potrò “liquidare” in poche righe.

Voi direte: cosa c’entra la morte di David Rossi con i gravi problemi che affliggono il Sistema bancario e finanziario italiano? Probabilmente niente le accomuna se non il fatto che per ambedue si fa riferimento , appunto, a specifiche commissioni parlamentari. E’ solo la mia mente che, ogni volta che mi trovo a pensare e/o a parlare del “caso David Rossi” vi abbina, quasi in automatico, la Commissione parlamentare sulle banche e viceversa.

1.- Affrontiamo quindi innanzitutto, telegraficamente, la questione della Commissione bicamerale di inchiesta sul sistema bancario e finanziario; una Commissione istituita i primi del mese di Agosto 2019, che rappresenta una sorta di prosecuzione della precedente Commissione di inchiesta(cfr, al riguardo, i post di questo blog del 13 novembre 2016, 31 gennaio 2017, 12 settembre 2017, 13 novembre 2017) e che avrebbe dovuto debuttare mercoledì 4 settembre. Il primo atto di tale Commissione dovrebbe riguardare la nomina del presidente, di due vicepresidenti e due segretari. Prima della “crisi”, il candidato alla presidenza più accreditato era il senatore Gianluigi Paragone. Solo tre componenti hanno fatto parte anche della precedente Commissione d’inchiesta sulle banche presieduta dall’onorevole Pier Ferdinando Casini.

I lavori e le conclusioni di quest’ultima sono stati ampiamente trattati dai quotidiani (cartacei ed on line), dalle televisioni, dai social, ecc. Una forte “sovraesposizione” mediatica che, io credo, riguarderà anche questa seconda Commissione. Da qui, mi sono detto e dico ai miei quattro followers, l’inutilità di proseguire con tale argomento anche in questo post. Voglio cioè dire che continuare a scrivere su questa problematica non darebbe alcun contributo minimamente originale/aggiuntivo tanto alla sua divulgazione, quanto agli aspetti interpretativi della questione ed, anche, in termini di mere opinioni al riguardo. Vale a dire un “esercizio” assolutamente ridondante, ergo assolutamente inutile. E senza contare che, come si ricorderanno i miei quattro assidui followers, il mio interessamento originario riguardava la Commissione Regionale sul Monte dei Paschi, quindi un ambito ben più ristretto e molto più specifico.

Nella speranza che tutto non si trasformi in una sorta di “porto delle nebbie” ( il discorso vale anche per l’altra Commissione) eviterò quindi di affrontare ulteriormente questo argomento, a meno che l’emergere di eventi particolarmente “pertinenti”, magari al momento della pubblicazione del documento conclusivo, e/o allorquando emergesse la necessità impellente di aggiornare le mie opinioni, non mi convincano sull’utilità di ritornare sulla questione.

2.- la Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi; per la verità al momento esiste solo una proposta di istituire una “Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, responsabile dell’area comunicazione del Monte dei Paschi di Siena”, presentata, come già detto, da un gruppo di senatori in data 18 aprile 2019, il cui compito dovrebbe consistere nell’ “accertare e ricostruire tutte le circostanze e le responsabilità che hanno determinato la morte di David Rossi” (Camera dei deputati, doc XXII n. 37). Bastano ed avanzano le poche righe propedeutiche all’ “articolazione” del documento citato (che invito caldamente a leggere) per capire l’importanza, per non dire l’assoluta necessità, di approfondire adeguatamente i molti aspetti rimasti senza risposta, se si vuole addivenire a delineare un quadro sufficientemente veritiero di tutta la questione ed anche, a mio modesto parere, se si vuole realmente “servire” la nostra città e la comunità che vi risiede.

Come avrete capito io, per i motivi sopra indicati, sono assolutamente favorevole alla costituzione ed al buon funzionamento di questa Commissione e, più in generale, sono assolutamente favorevole a tutte quelle iniziative che hanno come obiettivo quello di fare luce su questo tragico evento nonché, in particolare, alla riapertura del caso, archiviato per ben due volte dalla Magistratura per suicidio.

Ma dico di più. Siena, ancora a mio modestissimo parere, ha un forte bisogno di dimostrare di possedere gli anticorpi per combattere e sconfiggere tutti quei comportamenti che hanno come “regola operativa” quella di muoversi “sotto traccia” e che sovente, sempre a mio modestissimo parere, hanno l’odore di comportamenti malavitosi.

 

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COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SULLE BANCHE: BREVI AGGIORNAMENTI

Di questo argomento mi sono occupato nei post del 13 novembre 2016, del 31 gennaio 2017 e del 12 settembre 2017.

Al momento in cui scrivo queste concise note mi verrebbe da dichiarare che le speranze che la citata Commissione arrivi a conclusioni sufficientemente confacenti alla domanda di verità che proviene da una parte significativa del paese sono notevolmente diminuite.

Ma procediamo con ordine.

Partiamo dalla composizione dei relativi organi dirigenti.

Il 27 settembre 2017 abbiamo appreso dell’elezione, con buon ritardo, del Presidente: l’Onorevole Pierferdinando Casini, attualmente senatore di Alternativa popolare, con la maggioranza assoluta (21 voti) alla prima votazione.

Successivamente sono stati eletti gli altri membri dell’Ufficio di presidenza.

i due Vicepresidenti sono: Renato Brunetta, senatore di Forza Italia, e Mauro Maria Marino, senatore del Partito Democratico.

I due segretari sono:  Paolo Tosato, senatore della Lega Nord,e Zeller Karl, senatore di Per le autonomie.

Gli scettici si sono subito affrettati ad affermare che si è di fatto affossato la Commissione medesima in quanto con questi organi dirigenti non le si è dato una significativa discontinuità con il passato.

Per la precisione occorre dire che non pochi sono coloro che si dimostrano scettici, non tanto con riferimento a tale Commissione, quanto con riferimento a tutte le Commissioni parlamentari di inchiesta.

Gli ottimisti dicono invece che in questo modo si è evitato che la Commissione possa essere indirizzata verso posizioni di parte e/o estremistiche che potrebbero portare, più che alla ricerca della verità, a screditare questo o quel partito/movimento.

Come a suo tempo ipotizzato in questo blog, tale Commissione avrà vita breve: fino alla fine della legislatura; quindi nessuna possibilità di prolungarne l’attività nella successiva.

Comunque sia prima di avventurarmi in giudizi definitivi ho deciso di aspettare la fine dei lavori. Questi i motivi che potrebbero “rovesciare” l’approccio pessimistico e condurre ad un documento finale adeguatamente soddisfacente:

  • la presenza, in commissione, di persone competenti ed affidabili;
  • la presenza, sempre in commissione, di partiti/movimenti che sembrano intenzionati a fare sul serio;
  • la volontà di alcuni giornalisti e di alcune associazioni dei consumatori di, come dire, fare le bucce ai lavori della commissione;
  • la “pressione popolare” che con il passare del tempo sembra divenire sempre più incalzante

In questi ultimi tempi, come avrete notato, stiamo assistendo ad una forte “sovraesposizione” delle informazioni riguardanti questo specifico argomento. Ragione per cui intervenire ancora, ai fini meramente descrittivi, potrebbe risultare assolutamente ridondante. Quindi assolutamente inutile. Per questo motivo eviterò di trattare l’argomento prima della pubblicazione del documento conclusivo, salvo eventi particolarmente eclatanti e/o la necessità impellente di aggiornare le mie opinioni.

APPELLO PER SIENA: ANCORA SULLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUL SISTEMA BANCARIO

Di questo argomento mi sono occupato nei post del 13 novembre 2016 e del 31 gennaio 2017. La mia attenzione originaria era derivata dal fatto che, all’inizio, si parlava della costituzione di una Commissione d’inchiesta sul dissesto finanziario del Monte dei Paschi di Siena, divenuta poi Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario (riguardante quindi anche, ma non solo, il Monte dei Paschi) (cfr i due post sopra citati). Ed in merito a tale “metamorfosi” ebbi modo di dichiarare testualmente: “….rimango favorevole alla costituzione della più volte citata commissione di inchiesta “onnicomprensiva” pure se con qualche preoccupazione in più. Preoccupazione che cercherò di “fugare”, nel mio piccolo, seguendo i relativi lavori se e quando verranno resi disponibili, ed, anche, dandone contezza ai miei quattro followers”.

Bene. Secondo me è arrivato il momento di verificare se questa mia dichiarazione rimane valida o se, invece, sono sopravvenuti elementi che ne impongono una revisione più o meno “pesante”.

Per meglio dire, in questo breve post intendo indagare sulle reali possibilità, per tale Commissione, di addivenire a risultati obiettivi, affidabili, adeguatamente approfonditi ed esaustivi.

Vediamo, innanzitutto, lo “stato dell’arte” ad oggi. L’approvazione definitiva, da parte della Camera dei Deputati, della legge istitutiva della citata commissione parlamentare, è avvenuta il 21 giugno 2017. Il Presidente della Repubblica l’ha firmata Il 12 luglio ed è entrata in vigore il 28 luglio. Entro una settimana da tale data i partiti politici avrebbero dovuto provvedere alla nomina dei 40 componenti (20 deputati e 20 senatori; i singoli commissari sono nominati dai Presidenti delle due Camere su indicazione dei gruppi parlamentari) ripartiti in base alla consistenza parlamentare dei medesimi.

Al momento in cui scrivo questo post (12 settembre) la citata commissione non ha ancora visto la luce. La causa, per quanto riportato nella stampa, sta nel fatto che i tre gruppi di maggioranza (PD, Alternativa Popolare, MPA) non hanno ancora comunicato ai presidenti delle due camere (Laura Boldrini e Pietro Grasso) i nominativi di loro spettanza.

Teniamo anche presente che, una volta effettuate le nomine, i presidenti delle due Camere avranno 10 giorni di tempo per convocare la prima seduta nella quale dovrebbero essere eletti due vicepresidenti e due segretari. Quindi si provvederà ad eleggere il presidente.

Altro elemento tutt’altro che marginale, per gli scopi di queste brevi note, è la fine dei lavori della Commissione. La legge dice che “La Commissione conclude i propri lavori entro un anno dalla sua costituzione e comunque entro la fine della legislatura“. Ora, poiché la legislatura finirà, al più tardi, a febbraio 2018, salta il limite di un anno.

Ulteriori importanti indicazioni (sempre per i suddetti scopi) le ricaveremo allorquando sapremo i criteri di nomina del Presidente dato che, su questo versante, è prassi relativamente consolidata che la presidenza delle Commissioni parlamentari venga attribuita alle opposizioni. Peraltro, la norma stabilisce che verrà eletto chi otterrà, al primo scrutinio, il 50% dei voti più uno e che, altrimenti, si procederà al ballottaggio tra i primi due. Quindi la maggioranza, volendo, dovrebbe essere in grado di “imporre” un presidente della sua area. Ma una scelta di questo tipo, a mio avviso, potrebbe indurre a sospettare la volontà recondita di indirizzare i lavori, per quanto possibile, nell’interesse della maggioranza, interesse che non è detto debba coincidere con quello generale del paese.

E senza contare che, sempre alla fine dei lavori della commissione, è prevista una relazione (ma ce ne potrebbero essere anche più di una: una di maggioranza e una o più di opposizione) e una relazione intermedia a sei mesi sullo stato dei lavori.

 Tirando le somme mi sembra ragionevole dedurre che se questa commissione non diverrà operativa in tempi brevi e non avrà come presidente un commissario in qualche modo espressione della minoranza, ben poche saranno le possibilità di addivenire a dei risultati finali con i requisiti sopra indicati.

Ora, dato che tutto questo dovrà accadere, per forza di cose, in tempi relativamente brevi, prima di cambiare opinione voglio attendere il momento in cui la Commissione risulterà operativa, anche se non nascondo che, rispetto al momento in cui ho scritto i precedenti post, gli aspetti che inducono ad ipotizzare un risultato  “non all’altezza” sembrano essere molto più marcati ( c’è chi parla addirittura di presa in giro).

Come già detto questa Commissione, per quanto dichiarato nell’apposita legge, potrà operare al massimo fino al febbraio 2018. Peraltro c’è chi parla già di una sua prosecuzione nel Governo successivo. Io, al momento, non ho le conoscenze tecniche per dire se questa ipotesi sia o meno praticabile. In caso affermativo occorrerà rivedere tutti i ragionamenti fin qui “elaborati” alla luce di questa possibilità.

APPELLO PER SIENA: IN MERITO ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUL SISTEMA BANCARIO ITALIANO

Mi corre l’obbligo di riprendere il discorso sull’argomento affrontato nella parte conclusiva del precedente post (13 novembre 2016),  dove dichiaravo esplicitamente di essere favorevole alla costituzione di una Commissione d’inchiesta parlamentare sul dissesto finanziario del Monte dei Paschi di Siena.

Mi corre l’obbligo a seguito dei significativi cambiamenti che, su tale problematica, sono in via di definizione a livello parlamentare.

Ora non si parla più del solo Monte dei  Paschi   di Siena (nonché di alcune altre singole banche)  ma  dell’intero sistema bancario [“Istituzione di una commissione parlamentare (bicamerale, n.d.r.) di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, con particolare riguardo alla tutela dei risparmiatori”].

Vediamo la questione in maniera leggermente più analitica. Il 10 gennaio il Senato ha dato il via libera alla procedura d’urgenza di 13 disegni di legge con i quali si chiede l’istituzione di commissioni d’inchiesta per 8 banche: oltre al Monte dei Paschi, Banca Etruria, Banca Marche, Cassa di risparmio di Ferrara, Cassa di risparmio di Chieti, Banca popolare di Vicenza, Veneto Banca e Banca Desio. 

Parimenti, il Presidente della Commissione Finanze ha informato che, entro il 31 dicembre, il Senato inizierà l’esame di questi disegni di legge e che, inoltre, intende presentare un ddl  che vuole essere un tentativo di costituire una sorta di “testo di sintesi”  dei  suddetti 13 ddl depositati in commissione. Questo dovrà essere approvato dalla Commissione entro il 10 febbraio; quindi passerà al vaglio del Senato e, successivamente, a quello della Camera. Dalla bozza del citato ddl si apprende, fra l’altro, che:

  • detta commissione concluderà i suoi lavori entro un anno dalla sua costituzione e sarà composta da venti senatori e venti deputati;
  • sono ammesse relazioni di minoranza.

Quindi, salvo sorprese dell’ultima ora, anziché 13 commissioni “specifiche” avremo una unica commissione d’inchiesta “generica” (vale a dire riguardante l’intero sistema bancario).

Ragioniamo ora sulle ipotetiche conseguenze di questo nuovo approccio. A parità di condizioni tale approccio dovrebbe condurre a miglioramenti del “prodotto finito” in virtù del fatto che un ampliamento del campo di osservazione dovrebbe consentire, sempre a parità di condizioni, di “fotografarlo” in maniera più nitida e dettagliata consentendo quindi di meglio percepire le singole peculiarità, le eventuali analogie, le eventuali interdipendenze e le eventuali diversità

Peraltro, come sovente accade, esiste anche il risvolto della medaglia: facendo l’ipotesi “maliziosa” che all’interno della Commissione siano presenti personaggi interessati a, usando un eufemismo, edulcorare quanto più possibile i risultati, questi avranno buon gioco per il semplice fatto che un’area di indagine molto più ampia rende certamente disponibile a tali personaggi un “campo operativo” ben più esteso e, quindi, maggiori opportunità di perseguire i loro obiettivi.

Per tutto quanto sopra esposto rimango favorevole alla costituzione della più volte citata commissione di inchiesta “onnicomprensiva” pure se con qualche preoccupazione in più. Preoccupazione che cercherò di “fugare”, nel mio piccolo, seguendo i relativi lavori se e quando verranno resi disponibili, ed, anche, dandone contezza ai miei quattro followers.

APPELLO PER SIENA: LE CONCLUSIONI DELLA COMMISSIONE REGIONALE D’INCHIESTA SUL MONTE DEI PASCHI

Giovedì 22 Settembre dell’anno in corso, a Firenze, in apposita conferenza stampa, sono state presentate le due relazioni finali predisposte dalla Commissione d’inchiesta sulla “questione” Monte dei Paschi, costituita dal Consiglio Regionale della Toscana.

Le prerogative di questa Commissione sono indicate nel  verbale della seduta numero 3 dell’ 8 ottobre 2015:

La commissione nasce come inevitabile reazione del Consiglio Regionale in merito all’insieme di fatti conosciuti come “scandalo Monte dei Paschi”, in parte oggetto di procedimenti giudiziari e/o inchieste della magistratura, considerato il gravissimo impatto che tali avvenimenti comportano tuttora sul sistema economico, sociale e sanitario toscano.

La commissione tratterà di:

• Fondazione Monte dei Paschi di Siena;

• Banca Monte dei Paschi di Siena;

• I Rapporti con la Regione Toscana.

Perché due relazioni, mi sono domandato, all’interno di una commissione? Forse perché, ho subito tentato di rispondere a me stesso, esistevano divergenze significative fra i singoli membri della Commissione medesima.

La conferma di questa ipotesi è arrivata, inequivocabile, quando sono andato a leggere, nella relazione approvata dal Partito Democratico, il paragrafo dedicato alle note metodologiche (dove, al riguardo, si legge testualmente:

La relazione conclusiva del Partito Democratico si differenzia dalla relazione di minoranza da una diversa impostazione metodologica che, viste anche le numerose inchieste della magistratura in corso sulle vicende in oggetto, ha teso a distinguere la diversa attendibilità e peso delle fonti e delle opinioni virgolettate, pur senza far venir meno l’obiettivo di produrre un’opinione articolata, netta e documentata su quanto avvenuto)

ed, anche, nel sito MOVIMENTO5STELLETOSCANA, il post del 24 Ottobre 2016 intitolato “SCANDALO MPS: CONCLUSIONI COMMISSIONE D’INCHIESTA” (che, con riferimento alle relazioni finali, riporta, ancora testualmente:

Sono due relazioni entrambe votate a maggioranza; la nostra, M5S, Lega, SI, ha ottenuto l’astensione del PD che ci ha riconosciuto il valore del lavoro svolto e quella del PD è stata votata dal solo PD con astensione degli altri commissari. I punti di divisione sono:

  • responsabilità su vicenda Antonveneta e contesto del dissesto

  • groviglio armonioso, intrecci poteri forti più o meno occulti

  • peculiarità toscana del sistema partitico clientelare

  • continuità con il passato

  • conclusioni e proposte).

Allora, per farmi un’idea sufficientemente precisa o, per meglio dire, adeguatamente organica della questione (la “valanga” di informazioni diramate dai media, intesi in senso lato, non consente di “disegnare” un quadro retrospettivo fedele di questa complessa realtà),  ho deciso di:

  1. approfondire la lettura dei quotidiani di questo ultimo periodo;
  2. reperire e leggere i due suddetti documenti ed altri che eventualmente dovessi rintracciare e ritenere “meritevoli” di essere letti.

Riguardo al punto 2, anche se è mia intenzione, appunto, leggere tutte le pagine di tali documenti, per quanto intendo esporre in questo post ritengo sufficiente limitarmi alla lettura, per ambedue le relazioni, delle pagine introduttive (le prime 21 pagine della relazione M5S-Lega Nord-SI Toscana a sinistra; le prime 16 pagine della relazione PD), quelle dedicate alle conclusioni (dalla pagina 134 in poi per la  relazione M5S-Lega Nord-SI Toscana a sinistra; dalla pagina 89 in poi della relazione PD) ed, anche, i paragrafi dedicati ai crediti deteriorati. Vedrò, in seguito, a lettura completa ultimata, se sarà il caso o meno di pubblicare ulteriori post sulla questione.

Ma partiamo dall’inizio.

Con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Regione Toscana del 30 luglio 2015 n.52, è stata costituita una Commissione d’inchiesta, composta da un consigliere per ciascun gruppo consiliare, denominata “In merito alla fondazione Monte dei Paschi di Siena e alla Banca Monte dei Paschi di Siena. I rapporti con la Regione Toscana.” Una Commissione composta, originariamente da 5 persone: Claudio Borghi (Lega Nord), Tommaso Fattori (SI-Toscana a sinistra), Giacomo Giannarelli (Movimento 5 stelle), Leonardo Marras (Partito democratico), Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia-AN). I commissari hanno poi eletto, al loro interno: il Presidente (Giacomo Giannarelli), il Vicepresidente (Leonardo Marras) e il Vicepresidente Segretario (Claudio Borghi). Con l’inizio del 2016 non risulta più componente di detta commissione il rappresentante di Fratelli d’Italia-AN.

Questa Commissione ha iniziato i lavori il 24 Settembre 2015 e li ha terminati il 28 luglio 2016. E, come già detto, alla fine dei lavori sono state presentate due relazioni finali.

Veniamo quindi, per ambedue le relazioni finali. alla parte introduttiva ed alle conclusioni.

In questa sede non ho però intenzione di fare un riassunto dei relativi contenuti. Anche perché chi è interessato può reperire con facilità i documenti più volte citati disponibili nel sito della Regione Toscana. E leggersi le pagine qui indicate occuperà al massimo due-tre ore di tempo. Tanto meno intendo procedere ad una comparazione analitica e serrata con lo scopo di addivenire ed una sorta di “voto finale”.

Qui mi interessa soltanto verificare se gli interrogativi, impliciti ed espliciti, rimasti in sospeso sono tali da giustificare l’attivazione, sempre con riferimento allo “scandalo Monte dei Paschi”, di una Commissione Parlamentare d’inchiesta, tenuto conto del fatto che una tale commissione ha poteri ben più “potenti” di una Commissione Regionale d’inchiesta (così recita, al riguardo, l’art. 82 della Costituzione:

Ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse. A tale scopo nomina fra i propri componenti una Commissione formata in modo da rispecchiare la proporzione dei vari gruppi. La Commissione d’inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria)

e che il M5S ha di recente presentato, in Commissione Finanze del Senato, un disegno di Legge per l’istituzione, appunto, di una Commissione Parlamentare d’inchiesta.

Ambedue le conclusioni indicano chiaramente (molto di più quella del M5S) che non pochi sono gli interrogativi che non hanno avuto risposta. Interrogativi tutti di notevole (per non dire vitale) importanza e che potrebbero (e sottolineo potrebbero) trovare risposte adeguate da una Commissione Parlamentare.

Peraltro qualcuno dirà, e non a torto, che sulla questione MPS strumentalizzazioni ce ne sono state fin troppe. Da qui la logica deduzione che la scelta di istituire tale Commissione Parlamentare risulterebbe oltremodo dannosa per l’insieme delle variegate sfaccettature della nostra realtà sociale in quanto determinerebbe forti ripercussioni negative in termini di immagine, a seguito delle “veicolazioni” mediatiche facilmente ipotizzabili.

Da qui il dilemma o, per meglio dire, la difficoltà intrinseca: pure se anch’io provo dispiacere “quando sento un senese che dice di aver tolto il conto dalla Banca Monte dei Paschi” (cfr l’intervista di Gennaro Groppa al Sindaco di Siena Valentini sul Corriere di Siena di Sabato 24 Settembre 2016 a pag.4), mi trovo adesso ad interrogarmi sulla necessità di istituire la più volte citata Commissione Parlamentare.

Ma prima di iniziare le conclusioni di questo post una premessa per me indispensabile.

Pur senza voler minimizzare i molti elementi degenerativi che, come ben evidenziato nelle citate relazioni, hanno condotto a questo vero e proprio disastro (marcata ingerenza della politica nella gestione aziendale, criteri tutt’altro che professionali con cui si è provveduto ad individuare certe nomine apicali, metodi tutt’altro che professionali adottati nell’erogazione del credito, politica “suicida” in termini di acquisizioni, spericolate operazioni “finanziarie” impostate per occultare la reale situazione patrimoniale della banca, ecc., ecc., ecc.) io rimango convinto che, per un contesto territoriale che, peraltro, va ben al di là di quello riferibile alla “comunità senese”, il Monte dei Paschi è risultato essere un supporto di importanza tutt’altro che marginale che ha consentito a tale contesto di conseguire grandi risultati, sia in termini meramente economici, sia in termini qualità della vita ed, anche, di qualità della convivenza civile.

E per quanto or ora accennato, ho la presunzione di ritenere che molti, come me, considerano tutt’altro che facile, per un senese, rispondere serenamente al seguente interrogativo: è auspicabile, mettendo tutto sulla bilancia, che si addivenga alla costituzione della suddetta commissione?

E’ ragionevole ipotizzare che saranno in molti (singole persone e/o organismi di vario genere) a voler utilizzare i risultati di tale commissione con l’unico scopo di denigrare e ferire ulteriormente la Banca, la Fondazione, alcune istituzioni senesi, certe realtà politiche facilmente individuabili ed, anche, la città nel suo insieme.

Per chi, come me, è interessato esclusivamente, diciamo così, al bene comune, questo scenario sembrerebbe da evitare. Anche perché, potremmo aggiungere, spetta alla magistratura scoprire ulteriori eventuali responsabilità, penali e/o civili che siano.

Ma così facendo, mi sono detto,  si alimenterebbe il sospetto di voler nascondere altri e ben più “pesanti” aspetti negativi. E data la gravità dello “scandalo”, non ci si può permettere il lusso di mantenere in superficie “interventi di pulizia” che invece dovrebbero operare in buona profondità  in quanto volti ad eliminare storture ben radicate e veri e propri atteggiamenti contigui alla criminalità.

Alcuni capitoli di questa “storia”, che tanto danno ha arrecato alla nostra comunità, forse sono ancora da scrivere. Per questo qualsivoglia azione volta a sminuire, frenare, ridimensionare, impedire i tentativi di approfondire e rendere trasparenti gli aspetti ancora in ombra si risolverebbe, a mio avviso, in un vero e proprio boomerang per l’istituzione qui considerata e per l’intero territorio di appartenenza.

Siamo quindi arrivati alla mia opinione conclusiva: alla luce dei ragionamenti sopra descritti io ritengo la costituzione di una Commissione Parlamentare d’inchiesta non soltanto opportuna ma necessaria.

Ed io credo, anche in questo caso, che sia possibile “neutralizzare”, in tutto o in parte, le ripercussioni negative sopra indicate, utilizzando, con grande ostinazione,  l'”arma” della trasparenza.

Questa è la mia modesta opinione, anche se ho l’ulteriore presunzione di credere che molti sono i senesi che la pensano come me.