OCCORRE DI NUOVO ALZARE IL TIRO – 1

Prima di entrare nel vivo della problematica (cosa che farò nel/nei post successivo/i) mi corre l’obbligo di:

1. Inserire una breve premessa necessaria, io credo, per meglio inquadrare tutti i risvolti degli argomenti che intendo affrontare in questa sede;

2. rivolgere sentite scuse ai miei quattro followers per una mia riprovevole mancanza che specifichero’ subito sotto;

3. aggiungere due piccole chiose ai punti 2 e 3 del precedente post (intitolato I MIEI PROSSIMI POST);

Cominciamo

Premessa

Uno dei miei quattro followers, di recente, mi ha voluto comunicare le sue considerazioni critiche riguardo alla mia scelta di aver “attivato” questo blog. “Con le modalità che hai deciso di adottare” dice lui, “ti sei reso particolarmente e visibilmente vulnerabile al variegato mondo del web. Un mondo, come sai, in grado di “stritolare” persone ben più agguerrite e ben più smaliziate di te che, anzi, scusa la franchezza, per queste cose sei abbastanza bischero”.

Per i soliti motivi chiamerò questo follower, ancora una volta, Mario. Innanzitutto, caro Mario, voglio ringraziarti per questa tua esternazione: risulta sempre di grande utilità una critica da una voce amica. A pensarci bene anche da una voce, come dire, non amica in quanto consente comunque di rivisitare criticamente un dato modo di valutare/analizzare e, quindi, di individuare eventuali errori/carenze/inesattezze. Ma, francamente, devo dirti che, al momento, non mi risultano “accanimenti” di alcun genere su questo versante. Anche perché, come sai bene e per fortuna, non ho “scheletri nell’armadio”. E…grazie anche per il “bischero”.

Torniamo a bomba. Io, anche in questo caso, sono fermamente convinto che la trasparenza possa dimostrarsi una robusta arma di difesa. Infatti, mi sento di affermare che, per quanto mi riguarda e sulla base di fatti concreti, è proprio grazie alla trasparenza (nonché, ovviamente, alle varie peculiarità del web) con cui, fin dall’inizio, ho inteso predisporre i post di questo blog, che ho potuto ottenere risultati altrimenti non conseguibili. Anzi, penso di potermi spingere fino a riconoscere che è solo grazie al web che, con riferimento, per esempio, all’argomento “una oscura questione di vicinato”, le cose sono divenute ben meno “pesanti” (per certi aspetti addirittura sopportabili – vedremo, nei prossimi post che non sono ancora tutte rose e fiori).

Resta il tema “detrattore occulto” per il quale, invece, pure in questo caso come scritto più volte, il contributo del web non è risultato ancora determinante. Ma per tutto quanto sopra esposto io dico, tenuto conto delle caratteristiche del “nemico da battere”, che proprio questo blog è l’arma migliore, per una persona pacifica/pacifista come me, per tentare di smascherarlo e sconfiggerlo. Non quindi, caro Mario, un handicap, come tu ritieni, ma un punto di forza, come io ritengo, punto di forza che intendo continuare ad utilizzare proprio per “trasformare questa “strada oscura”  in una strada ben illuminata anche negli anfratti più reconditi” (cfr post precedente).

Pertanto, con il prossimo post (ed eventualmente con quelli successivi sull’argomento)  intendo (o, meglio, credo di poter) “costruire” un corpo solido e robusto di prove, indizi e deduzioni logiche adeguati a smascherare/ribaltare quanto fatto veicolare dal “mio” detrattore occulto.

Le scuse

Il mio ultimo post risale a poco più di 1 anno fa ed il penultimo a circa 1 anno e mezzo fa. Troppo tempo per gli scopi prefissati. Con tali ritmi questo blog, date le prerogative, ha poco senso. Io stesso, peraltro, in più di un post, ho manifestato la volontà di dargli una cadenza ben più ristretta: enorme inadempienza rispetto ai proponimenti delineati e, quindi, rispetto alle attese dei miei quattro followers. Imperdonabile! Non so con quale risultato finale ma provo a giustificarmi. Da non pochi mesi mi sono trovato addosso, peraltro in conseguenza di mie precise scelte (sic!), impegni ragguardevoli che hanno reso pressoché inesistenti gli spazi per altre attività e, in particolare, per scrivere dell’argomento in questo blog, attività per la quale occorre, più che il tempo specificatamente necessario per mettere nero su bianco, un minimo di concentrazione/elaborazione. L’intendimento, comunque, è sempre quello di arrivare a “produrre” post con cadenze ben più ravvicinate e, perciò,  adeguate a soddisfare le prerogative iniziali.

L’aspetto positivo di questo ritardo sta nel fatto che, forse ipotizzando un mio definitivo abbandono del campo, sono emersi dall’oscurità alcuni (pochi per la verità) ripugnanti personaggi “minori”, personaggi che è sempre utile conoscere “de visu”.

Inoltre mi sono convinto, dati i vari argomenti di cui intendo occuparmi, dell’opportunità di riprendere in mano tutti gli appunti che riguardano tali argomenti al fine di riportarmeli alla mente ed inserirli in un unico, pure se etrogeneo, puzzle. Sono aspetti che, sovente, hanno dell’incredibile e che, quindi, necessitano di essere affiancati da un corposo coacervo di indizi. E questo compito si sta dimostrando un po’ più impegnativo di quanto pensassi.

Le chiose

Punto 2: In questo caso mi riferisco alla tematica (eufemisticamente parlando) riguardante i rapporti con i confinanti. Sotto tale aspetto, come ho avuto modo di dire in svariate occasioni, le cose sono certamente e sensibilmente migliorate anche se siamo ancora lontani da una situazione, diciamo, di normalità (mi riferisco, in particolare, ad aspetti concernenti il decoro, la salute, l’igiene, la sicurezza). Una scelta che forse avrebbe potuto condurre a chiudere definitivamente la faccenda poteva essere quella di inoltrare, all’Autorità competente, una “Richiesta di intervento nella composizione di dissidio privato” (visti gli insuccessi nel tentativo di proseguire nella via giudiziaria “vera e propria”, altro aspetto oscuro) che, probabilmente, avrebbe condotto ad una composizione delle questioni ancora aperte in maniera relativamente tranquilla e, non meno importante, senza esose spese. Al riguardo mi sento di dover ringraziare le persone, molto serie ed affidabili, che, non proprio di recente, mi avevano indicato questa strada, strada che poi non mi sono sentito di intraprendere vista la mancanza di unanimità di vedute all’interno della cerchia di persone cui, per scelte di questo genere, ho sempre inteso ricorrere. Comunque, anche se migliorata, la situazione su questo versante rimane tutt’altro che idilliaca. Ragione per cui nei prossimi post mi occuperò  anche di mettere a fuoco le questioni irrisolte nonché di riassumere certe mie considerazioni su alcuni aspetti che, a mio parere, meritano di essere poste in buona evidenza.

Punto 3. Già in questa prima fase di “rivisitazione” dei miei appunti è riemersa una situazione ben più complessa di quella che mi ricordavo: solo in alcuni casi si può parlare di “veicolazioni” di notizie false che sottintenderebbero una marcata stupidità del sottoscritto. A ben vedere, anche se non sono un esperto del settore, in certi casi penso si possa ipotizzare una persona, se non enormemente stupida, con marcati problemi di carattere psicologico/psichiatrico. In ambedue i casi (persona molto stupida, persona con grossi problemi mentali), io credo, saremmo in presenza di atteggiamenti facilmente individuabili.

Altri episodi sottintenderebbero una personalità, sempre del sottoscritto, diametralmente opposta, pure se, ovviamente, ancora negativa. Altri ancora presupporrebbero una cattiveria “luciferina”.

Anche per quanto riguarda l’aspetto, diciamo, strettamente psicologico, le “veicolazioni” sono svariate: rissosita’/prepotenza nei rapporti con il vicinato, disturbi mentali riconducibili ad aspetti sessuali, riduzione della lucidità  mentale, devianze riconducibili alle malattie mentali degli anziani, odio viscerale nei confronti delle donne, ecc.,ecc. Quindi, altro obiettivo dei successivi post sull’argomento sarà quello di, appunto, tentare di “disegnare un quadro” quanto più possibile fedele, di questo “spaccato” e, conseguentemente, dimostrare il comportamento malavitoso del mio detrattore occulto.

Intendo anche (tentare di) dimostrare che, al di là delle apparenze (banali pettegolezzi), le questioni affrontate in questa sede sono ben meno “leggere” di quanto potrebbe apparire a prima vista.

Ultima, ma non meno importante, prerogativa sarà quella di dimostrare che tutto quanto esposto in questo blog (sempre con riferimento alla questione “detrattore occulto”), anche se marcatamente inverosimile, è la pura realtà.

Nel complesso un compito, come potete capire, non proprio semplice e per il quale occorrerà un lavoro certosino. Ma oggi più di ieri mi sento anche in grado di intuire e fronteggiare eventuali loro (del “mio” detrattore e dei suoi “veicolatori”) prerogative volte a costruire false situazioni da poter poi interpretare in negativo. Per meglio dire mi sono già trovato in un contesto falsamente costruito dai suddetti balordi al fine di poter estrapolare ipotesi negative del mio comportamento, ovviamente non vere. Situazione che sono stato in grado di percepire e “neutralizzare” (grande successo se si considera la mia proverbiale scarsa perspicacia). Francamente, mentre non sono rimasto stupito più di tanto di questa, diciamo, iniziativa, sono rimasto letteralmente sbalordito dalla loro capacita di utilizzare strutture “paraistituzionali”.

Proprio in questo momento mi torna alla mente un accadimento di non pochi anni fa dove venni informato preventivamente di un colloquio che mi sarebbe stato richiesto e che sarebbe stato registrato a mia insaputa. Colloquio che effettivamente avvenne. Ma la cosa fini’ lì. Ancora una volta una situazione a dir poco incomprensibile che a quel tempo sottovalutai e che comunque decisi di accantonare anche perché in quel periodo attraversavo ancora una fase di significativa frustrazione/delusione di tipo professionale.

In chiusura di questo post mi sovviene il desiderio di ripetere, per l’ennesima volta (repetita iuvant), quanto ebbi a scrivere già nel post del lontano luglio 2017 riguardo, appunto, al detrattore occulto: “…a volte mi domando quali guai avrebbe potuto procurarmi,…….se, anziché una vita relativamente tranquilla …. avessi avuto un modo di vivere “borderline”!” Una domanda a cui oggi tendo a rispondere con maggiore convinzione così: guai ben maggiori!

ANCORA SUL “FAMIGERATO” DISTURBO INTESTINALE – POST DI “CERTIFICAZIONE”

Riferimenti: post del 9 gennaio 2018, del 13 novembre 2017, del 17 luglio 2017

Nel post del 2 marzo 2018 manifestavo il mio disappunto nel dover affrontare la questione delle società partecipate dal Comune di Siena. Disappunto derivante dalla (mia) convinzione che, dato lo specifico momento (vicino alle elezioni amministrative), il lavoro sarebbe risultato, alla fin fine, completamente inutile. Da qui la decisione di rimandarlo a data da destinarsi.

Un disagio analogo, peraltro ben più accentuato e riferito a tutt’altra questione, oggi me lo crea il dover “riprendere in mano” la storia del “disturbo intestinale” (così come evidenziata nei post sopra indicati), nei termini in cui mi appresto ad affrontarla.

Un disagio dovuto, non tanto, come per l’altro caso, alla consapevolezza dell’inutilità (tutt’altro), quanto alle difficoltà derivanti dalla prerogativa, come vedrete meglio subito sotto, di conseguire vari obiettivi contemporaneamente

L’altra differenza significativa, sempre rispetto al caso precedente, deriva dal considerare che, per quest’ultima problematica, data la relativa gravità, ritengo invece assolutamente indispensabile proseguire nell’intento di rendere palesi tutte le sfaccettature della questione.

Una necessità che discende anche dal semplice fatto che io ho solo questo blog per “controbilanciare” l’enorme “potenza di fuoco” di cui dispone il detrattore occulto così come da me delineato nel post del 10 marzo 2015.

Inoltre, proprio a causa della gravità della questione, ho consolidato l’intendimento di tornare a scrivere sull’argomento anche in altri post futuri, in modo tale da diffondere quanto più possibile questa storia inquietante (ma non è l’unica). Per di più sono convinto che la scelta di renderla pubblica risulti assolutamente inattesa e poco gradita al detrattore occulto.

Per non appesantire oltre misura questo post devo rimandare chi sta leggendo quantomeno al contenuto di quello del 9 gennaio 2018 (terza lettera aperta a Mario: seconda e ultima parte), tanto per i capoversi riguardanti le certezze, quanto per quelli riguardanti le ipotesi.

Ma torniamo a bomba.

Quindi, per fare bene il lavoro che mi sono prefissato occorrerà:

    • innanzitutto che io tenga sempre ben distinti i fatti dalle opinioni onde evitare di far apparire alcune mie ipotesi come cose certe;
    • in secondo luogo che io non faccia riferimento a specifici nominativi (persone o cose) al fine di non danneggiare in alcun modo coloro che, a vario titolo, sono “entrati” in questa storia e che non hanno colpe di alcun genere;
    • in terzo luogo che io renda comunque evidenti tutte le sfaccettature della problematica al fine di dare esaustiva contezza della, come dire, posta in gioco;
  • infine che io faccia molta attenzione a non dare in pasto al mio detrattore occulto elementi che possano consentirgli di “ripresentare” l’ipotesi di un, diciamo, decadimento, della mia lucidità mentale.

Come capirete meglio nel prosieguo, un compito non proprio facile. Anzi, direi proprio difficile tenuto conto del mio carattere.

Cominciamo

Quindi io non indicherò il luogo dell'”evento”. Men che meno indicherò i nomi di tutte le persone che hanno in qualche modo avuto a che fare con tale circostanza e/o con le sue conseguenze. Questa decisione, dovrebbe a questo punto essere chiaro, non deriva da incofessabili motivi di segretezza (comincio a maturare l’opinione che di incoffessabili motivi di segretezza ce ne siano anche troppi in giro e, francamente, inizio ad averne piene le scatole). Il fatto è che non voglio creare nocumento a chicchessia (persone e/o cose) e, più in generale, non ho nessuna intenzione di mettere in vetrina, come già detto (con relative motivazioni) più di una volta, chi non me ne dà esplicito consenso. A maggior ragione se ad alcune di tali persone non posso che esprimere ringraziamenti a seguito dell’elevata professionalità e del rispetto delle regole deontologiche dimostrati. Quindi, followers e non followers, la massima trasparenza rimarrà per questo blog una prerogativa assolutamente fondamentale.

Ma veniamo al primo obiettivo che intendo conseguire in questa sede: “certificare” le certezze che ebbi a dichiarare sempre nel post del 9 gennaio 2018.

Una “certificazione” per la quale è sufficiente, come dire, prendere coscienza del tempo trascorso. L’episodio, come detto molte volte, si è verificato il giorno giovedì 6 luglio 2017. Sono quindi passati più di 20 mesi. Ed in questi mesi eventi analoghi non si sono mai più verificati.  Anche allorquando ho provato ad assumere alimenti/bevande che, per quanto appreso, favoriscono disturbi del genere.

Allargando il discorso posso affermare che, sotto tale profilo, sintomi che inducono quantomeno ad ipotizzare un qualcosa di analogo, anche se molto meno “potente”, non sono emersi. Tanto meno sono emerse malattie particolari e tali da rendere ipotizzabili reazioni del genere. Quindi nei miei non pochi anni di vita quella è stata la prima ed unica volta in cui si è verificato un evento  del genere. E per di più in condizioni fisiche del tutto normali, per non dire ottimali.

Da qui la validazione/cerificazione di quanto ebbi a scrivere nel post del 9 gennaio 2018 e che riporto integralmente :

 le cause di questo “evento” sono assolutamente esogene, sia con riferimento al mio stato fisico, sia con riferimento a quanto da me assunto prima dell”evento”. Più esplicitamente, occorre ipotizzare, direi obbligatoriamente, che poco prima dell’evento io abbia assunto, per via aerea (vale a dire tramite inspirazione), qualche sostanza che ha provocato il “fenomeno” più volte citato.

Ed ancora:

Dato che sono assolutamente certo di non aver assunto “volontariamente” alcunché poco prima dell’”evento” e tenuto conto di quanto sopra, non posso che dedurre che la suddetta “assunzione” sia stata provocata da terze persone.

Fin qui la questione della “certificazione”. Veniamo adesso alle ipotesi o, meglio, ad una serie di ulteriori certezze (fatti) da cui, volendo operare con la massima imparzialità, scaturiscono varie ipotesi. In altre parole, volendomi mantenere su binari di assoluta obiettività, devo dire che certi eventi/certezze sotto specificati conducono ad ipotizzare non una ma più cause possibili.

Peraltro non vorrei essere frainteso negli intendimenti. La gravità delle implicazioni, ancorché teoriche in quanto basate, come già detto, su ipotesi/deduzioni/opinioni mi impone di renderle palesi.

Qualcuno mi ha fatto capire che sarebbe meglio, per evitare “danni” maggiori, che io soprassedessi. A parte il fatto che dovrei fare violenza al mio carattere ed anche alla mia (uso parolone) “filosofia di vita”, io non posso che rispondere che proprio un atteggiamento di questo genere alimenterebbe la sensazione di impunità del branco, oltre che implicare un atteggiamento marcatamente omertoso da parte del sottoscritto. Poi, se questa mia “cocciutaggine” determinerà qualche amico (un tantino pavido!) in meno me ne farò una ragione.

Per meglio dire, le mie preoccupazioni al riguardo non derivano tanto dalla paura per ciò che potrebbe accadermi, quanto dalla possibilità che il citato eventuale branco di balordi prosegua (e non necessariamente, con il sottoscritto) nelle sue oscure/criminali prerogative e magari a farla ancora franca. A maggior ragione se crediamo, come io credo, che comportamenti di questo tipo siano da annoverare fra quelli squisitamente mafiosi.

Tanto meno mi infastidiscono più di tanto quei pochi cretini che, per quanto mi sembra di intuire, sono “guidati” da una sorta di mix “espolivo” composto da considerevole curiosità, elevata cattiveria, notevole paura ed abbondante stupidità.

Per conseguire gli obiettivi or ora indicati occorre che io faccia una breve cronistoria di certi eventi successivi al 6 luglio 2017.

Una premessa indispensabile. Io sono completamente digiuno di nozioni mediche e, per decifrare il relativo linguaggio tecnico, il mio unico ausilio è stato internet. Quindi non è da escludere qualche mio errore interpretativo. Comunque  sia, posso fin d’ora dire che qualsivoglia invito (motivato) ad inserire eventuali correzioni e/e richieste di approfondimento che mi dovesse pervenire, anche anonimamente, sarà da me prontamente preso in considerazione. Discorso analogo per le mie pressoché nulle capacità investigative a cui cercherò di sopperire in minima parte con i pochissimi rudimenti di logica matematica che mi ricordo.

Ovviamente la “storia” prende avvio dal 6 luglio 2017 giorno in cui, come più volte dichiarato, si è verificato il famigerato disturbo intestinale.

Anche se, in questa prima fase, non ho potuto “prendere” bene i tempi posso dire che, abbastanza a ridosso dell’evento, ho dovuto registrare una situazione infiammatoria in generale e nelle parti interne della bocca in particolare.

Come pure non posso essere adeguatamente preciso nell’indicare il giorno in cui ho subito la prima, meno grave della seconda, colica intestinale (vale a dire dolori intestinali e non disturbi intestinali). Colica che si è verificata all’interno dell’intervallo che va dal giorno dell’evento a ben prima del giorno in cui si è verificata la seconda colica (19 gennaio 2018, cfr sotto).

Questa situazione infiammatoria si ricava “oggettivamente” dalle analisi svolte il 6  ottobre 2017, in particolare dai valori della VES relativamente alti, ridimensionatisi (pure se mantenutisi sopra il valore massimo del “range di “normalità”) in quelle del 20 ottobre 2018 a seguito di una robusta cura specifica. Sempre sul versante della VES la situazione è proseguita con alti (ma non eccessivamente alti) e bassi fino al giugno 2018.

Dal 19 gennaio 2018 il timing di tutta la faccenda diviene molto più preciso.

Infatti è la seconda colica intestinale subita la notte precedente che mi ha costretto a presentarmi al pronto soccorso.

Dal maggio 2018 a fine giugno 2018 sono stato sottoposto ad una serie di analisi più approfondite, ad alcune visite specialistiche e ad alcune cure farmacologiche che di fatto hanno consentito di “far rientrare” l’ascesso intestinale diagnosticato. Da quello che ho potuto capire la situazione poteva anche degenerare in qualcosa di ben più grave.

E, come già detto, ho la netta impressione che sia stato evitato il peggio grazie alla professionalità ed all’approccio deontologico degli specialisti a cui mi sono affidato e che di nuovo ringrazio.

Per cercare di non dire fesserie sono andato anche a rovistare nella documentazione medica non proprio recente. Ed è così che ho ritrovato, fra i vari documenti, anche quello concernente  una diagnosi di ernia iatale risalente al dicembre 2003. Ernia iatale che, per quanto mi ricordo, in questi ultimi anni non mi ha dato alcun disturbo apparente. Peraltro questa diagnosi ha fatto paventare l’ipotesi che i “fastidi” alla bocca/lingua derivassero proprio da tale problema. Da qui l’assunzione di farmaci specifici che, a me sembra, non mi hanno recato grande giovamento.

Al momento,  su consiglio di altri specialisti, ho effettuato degli “aggiustamenti” nella composizione dei farmaci che assumo consuetudinariamente (ho sospeso totalmente l’assunzione dei farmaci specifici per l’ernia iatale, non ho più tenuto conto della relativa dieta e sono ritornato alla composizione ed alla posologia originaria per le altre necessità). Sto osservando l’evoluzione.

E’ arrivato il momento, sicuramente più difficile, di “tirare le somme”.

Innanzitutto credo che a questo punto chiunque dovrà convenire nel dire che esiste la certezza che il famigerato evento si sia verificato a seguito di cause esogene e nei termini più volte esplicitati.

Ora, come vedrete,  il discorso diviene meno deterministico.

Le “nuove” certezze sono:

  • Le due coliche subite
  • Le analisi effettuate che hanno diagnosticato la presenza di un ascesso intestinale ( non è detto che il mio linguaggio sia quello tecnicamente adeguato)
  • I sintomi sopra descritti

Ma, come già detto, tutto questo conduce a più ipotesi/conclusioni (e non, quindi, a delle certezze) che riporto di seguito.

  • Prima ipotesi –  La coincidenza fra il famigerato “evento” ed i disturbi tutt’altro che banali rilevati è del tutto casuale; quindi nessuna  responsabilità è da ascrivere all’evento ed alle “sostanze” che lo hanno determinato .
  • Seconda ipotesi – L'”evento” ha fatto emergere una situazione di per sé già latente da anni e che, quindi, si è limitato ad “accelerare” qualcosa di preesistente.
  • Terza ipotesi – Le cause che hanno dato origine all’evento sono state talmente potenti da provocare anche tutti i disturbi successivi sopra evidenziati.

Io, rifacendomi ancora al vecchio proverbio “nel più ci sta il meno”, pur rimanendo disponibile a rivedere questa opinione, al momento faccio mia la terza ipotesi, anche se le mie conoscenze specifiche sono pressoché nulle e quindi non sono in grado di ipotizzare cause e “modalità operative” meno generiche.

Peraltro, data la mia volontà di riprendere questo discorso in altri futuri post, avrò modo di aggiornare ed eventualmente correggere i “contorni” della storia nel case emergessero delle novità.

A coloro che, magari in assoluta buona fede,   sono convinti che, per l’argomento trattato, “il gioco non valga la candela”, suggerisco vivamente di leggersi i post indicati in apertura di quest’ultimo.

IL WEB NON FA MIRACOLI

Come ho già avuto modo di scrivere in svariati post, la decisione di predisporre questo blog si è dimostrata una scelta certamente profittevole. Lo strumento è risultato essere relativamente facile da “attivare”, facile da usare, versatile, potente ed “indipendente”. Uno strumento che, se utilizzato in assoluta trasparenza, consente anche di ovviare a quelle “degenerazioni” che sovente provocano danni  (a volte pesantissimi) ad una o più persone.

Ancora come già scritto, questa scelta mi ha consentito, innanzitutto, di mettere in luce come stanno realmente le cose in merito all’argomento che ho definito Una oscura questione di vicinato e, di conseguenza, di riappropiarmi, sotto questo aspetto, della mia reale fisionomia morale-caratteriale. In secondo luogo mi ha consentito di “dire la mia” su problematiche, di carattere generale ma pur sempre riconducibili, in qualche modo, al nostro territorio, in assoluta libertà e senza il pericolo di essere frainteso (scientemente?),  deformando il mio pensiero fino all’inverosimile. In terzo luogo ha stimolato la mia curiosità fino a farmi quasi divertire (mi hanno destato interesse, per esempio, i mutamenti comportamentali di certi amici/conoscenti allorquando hanno saputo – almeno credo – di questo mio blog, lo hanno “visitato” ma non hanno voluto darlo ad intendere; mutamenti per i quali, peraltro, ho avuto ed ho il massimo rispetto).

Ma, come annunciato nel titolo (e come verrà dimostrato implicitamente nel prosieguo), il web non fa miracoli. Per correttezza aggiungo subito che con questa affermazione vado a contraddire totalmente quanto ebbi a scrivere, sempre in termini metaforici, nel post del 14 aprile 2015, terzultimo capoverso, ed a cui rimando per chi è interessato a saperne di più.

Passo quindi allo specifico scopo di questo post: resoconto periodico (come al solito in robusto ritardo rispetto al timing preventivato) di come si è andata evolvendo la “realtà operativa di riferimento”, resoconto  che, per maggiore chiarezza, suddividerò in tre “comparti”:

1.- Il “comparto” confinanti.   Sotto questo profilo, come accennato, le cose sono migliorate in maniera significativa, anche se siamo ancora lontani da una situazione di normalità. Diciamo che tutte le peculiarità di quello che a suo tempo ho inteso definire il nostro far west si sono più o meno attenuate [da un far west “normale” siamo passati ad un far west “light” (ma pur sempre far west!)].   

Sono risultati quasi del tutto assenti i “fastidi” derivanti dall’utilizzo “improprio” della ex piccola oliveta (adesso piccolo frutteto – si fa per dire – con “incorporata” strada molto larga e, ancora come scritto svariate volte, fatta costruire abusivamente pressoché a ridosso del confine della nostra proprietà, nonché a ridosso della nostra abitazione, in particolare delle camere della famiglia di una delle nostre figlie) come area dedicata al rimessaggio ed alla manutenzione dei mezzi (ripeto per l’ennesima volta che, con tutto il terreno che hanno a disposizione, evitare di fare queste “operazioni” di fronte alle nostre finestre è per loro del tutto possibile e senza alcun dispendio di tempo, di energie o di qualsivoglia altro onere inteso in senso lato; anzi, direi l’esatto contrario: fare queste “operazioni” di fronte alle nostre finestre è per loro ben più oneroso/dispendioso che farle, per esempio, nei dintorni della loro abitazione; ma vuoi mettere la “gratificazione” di poter creare disturbo ad altre persone! Vedere per credere!).

Il transito dei mezzi è risultato ridimensionato (molto meglio così ma devo ancora capire perché) anche se, aggiungo subito,  non hanno rinunciato alla “sveglia mattutina” del periodo estivo. Mi spiego meglio. Come tutti sanno le scuole, in estate, sono chiuse. E come tutti sanno, in estate le finestre vengono generalmente tenute aperte. E come tutti sanno, i bambini possono dormire un po’ di più di quando vanno a scuola. Ma se la mattina  presto i nostri vicini confinanti decidono di far transitare qualche loro lavorante, dipendente, o non so che cosa, alla giuda della famigerata motorella turbo che, sono convinto, fa un rumore, espresso in decibel, ben superiore a quello consentito dalle norme vigenti, costringono i miei nipotini, loro malgrado, a svegliarsi ugualmente molto presto. Stesso discorso per le sempre minori volte che decidiamo di pranzare o cenare nel nostro giardino (specie per la cena, essendo buio non è certo da dire che questi movimenti siano riconducibili alla loro specifica attività)

[Proprio mentre stavo iniziando a scrivere questo post si è verificato un fatto che, se non risultasse essere una manifestazione “una tantum”, “azzererebbe” totalmente quanto sono andato a scrivere nei due capoversi precedenti. Provvederò ad una dettagliata narrazione solo nel caso in cui il fatto si dovesse ripetere.]

Nessun miglioramento, invece, per quanto riguarda la siepe di vite americana ed altro radicata nel loro terreno e fatta appoggiare sulla rete di nostra proprietà. Per “stringere” un po’ rimando, per questo specifico aspetto e per approfondimenti sui precedenti, alla sottopagina LA STORIA della pagina UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO nonchè ai post del 19 giugno 2014, 22 ottobre 2014, 28 dicembre 2014 e 11 agosto 2015. Qui basterà dire che i “comportamenti” continuano ad essere quelli di sempre, nel più assoluto disprezzo degli altri, del minimo livello di igiene e del minimo concetto di decoro. E senza contare i relativi danni economici e quelli in termini di privacy.

Ma il problema più preoccupante deriva, come sempre, dallo stato delle cose: finché la situazione “operativa” rimarrà questa, in qualsiasi momento i nostri confinanti potranno riprendere ad adottare i “comportamenti” del passato. E siccome ho potuto oramai verificare che l’unica mia difesa di una qualche incisività rimane questo blog (che non ha poteri sanzionatori), non posso che concludere che il “contesto” in cui ci troviamo a vivere rimane criminogeno.

2. Il “comparto” “detrattore occulto”. E’ in particolare su tale versante che il web è stato parco nel fare miracoli. Certo, in compagnia del web ho potuto difendermi molto meglio che “viaggiando” da solo. Ma siamo ancora lontani da una situazione ottimale. E vado sempre più convincendomi che, per questo specifico aspetto, ha anche avuto “buon gioco” una non irrisoria dose di omertà.

Comunque sia, è certamente grazie a questo blog, per fare un esempio, che ho potuto “smontare” con relativa facilità il tentativo di farmi apparire (data la mia età) come persona affetta dai cosiddetti disturbi mentali degli anziani. E, più in generale, oggi posso raccontare di ciò che mi accade senza rischiare di passare per persona fuori di senno.

C’è peraltro un’altra questione, di cui non ho mai fatto cenno in queste pagine e che oggi mi sembra il caso di “esternare”. Ma andiamo con ordine. Nel post del 4 aprile 2015 ebbi ad  esporre dettagliatamente le domande a cui ritenevo di poter dare delle risposte mediante, appunto, la “messa in piedi” di questo blog. Ma in quelle prerogative mancava la “domanda regina” e mai esplicitata in quanto, così facendo, pensavo di rendere più spontaneo e meno difficoltoso un intervento sull’argomento da parte di qualche “follower”. Ad oggi, purtroppo, tale domanda (e le “sottodomande” che ne derivano) è (sono) risultata (risultate) “inevasa” (inevase). La (le) domanda (sottodomande) era (erano) questa (queste): per quale motivo tutte le “iniziative” citate sono state destinate proprio al sottoscritto? Uno “sgarro”? Una inadempienza debitoria? Un mio intralcio ad alcune prerogative di chicchessia? Un volermela far pagare per qualche danno, umiliazione e/o altro subiti a seguito di miei comportamenti? E via di questo passo.

A ben vedere il discorso, per certi versi, a prescindere da eventuali, possibili e, ancora una volta, oscure interdipendenze, riguarda anche il primo “comparto” in quanto, come già detto, sovente ho avuto l’impressione che certi comportamenti derivassero proprio dalla specifica volontà di danneggiare in qualsiasi modo il sottoscritto e null’altro.

Specie i primi tempi mi sono arrovellato spesso su questa domanda. Ma l’unica risposta possibile (anche se poco credibile – per non dire proprio incredibile – di per sé ed ancora di più’ se teniamo conto del mio stile di vita; chi mi conosce sa quanto tengo, per esempio, a non creare, con i miei comportamenti, nocumento a chicchessia e/o ad onorare i miei debiti) era quella, appunto, di aver fatto qualche “sgarro”, inteso in senso lato, ma “a mia insaputa”. La cosa, per certi versi, mi faceva anche sorridere, dati i famosi precedenti, ma, ripeto, era l’unica risposta possibile. Ed è su questo “filone” che mi sono mosso, peraltro in maniera, come dire, schizofrenica e, per ovvie ragioni, tutt’altro che esplicita. L’obiettivo era, innanzi tutto quello di capire. Conseguentemente quello di “appianare/risolvere” a qualunque costo la questione.  Ma tutte le mie ricerche, certamente maldestre, sono risultate vane. Quindi, a tutt’oggi, anche per questa domanda non ho ricevuto risposte.

3. Il “comparto” del “disturbo intestinale”. A pensarci bene, ho l’impressione che così posizionato questo paragrafo non avrebbe l’attenzione che, invece, intendo attribuirgli. Ho quindi deciso, seduta stante, di rinviare il relativo argomento ad un post specifico dove, appunto, tratterò soltanto di tale “comparto”/questione. Anche perché, date le novità, il discorso risulterà abbastanza lungo.

Per tutti e tre i “comparti” qui considerati, devo purtroppo ribadire/avvalorare quanto ebbi a dire già  nel post del 2 settembre 2016 allorquando scrissi di essermi convinto della necessità di

affiancare all’utilizzo del blog, opportune nuove azioni giudiziarie, dato che siamo ancora lontani tanto dall’aver recuperato una situazione di normalità con riferimento a quelli che, sempre in maniera eufemistica, ho definiti fastidi, quanto dall’aver dato adeguate risposte alle problematiche afferenti al detrattore occulto.

Ed a quella data mi ero già attivato per, appunto, “soddisfare” tale necessità, partendo dalla problematica che mi sembrava più concreta, più documentabile ed anche, dati i soggetti, più incisiva. Un tentativo lungo e defatigante che non è sfociato in nulla di concreto (forse perché così aveva deciso il “grande fratello” di orwelliana memoria – scherzo, naturalmente).

In tempi brevi,  ma non brevissimi (e sempre “grande fratello” permettendo – ancora per scherzare, ovviamente) non è escluso che io decida di dare avvio ad un secondo tentativo anche perché, oggi più di ieri, mi pare l’unico sistema per fare emergere i non pochi lati oscuri tutt’oggi riscontrabili all’interno dei vari comparti. Non è escluso ma non è certo, in quanto, volendo essere totalmente sincero, nella mia mente comincia a farsi strada una certa sensazione di impotenza. Inoltre mi dà una certa afflizione il fatto di dover spendere ancora dei bei soldini con significative ripercussioni sui miei programmi di spesa.

 

 

TERZA LETTERA APERTA A MARIO: SECONDA ED ULTIMA PARTE

Segue dal post precedente (13 Novembre 2017).

I primi riferimenti “telegrafici” sull’argomento sono contenuti nel post del 17 luglio 2017.

L'”evento” cui faccio cenno più volte in questo post è, ovviamente, quello del 6 luglio 2017.

 

Voglio subito chiarire, al di là di quanto già fatto nel citato post, i motivi che mi hanno spinto a scrivere, ancora e dettagliatamente,  di un evento di per sè insignificante, privo di interesse generale e, oltretutto, strettamente privato.

In una situazione di normalità non mi sarei mai sognato di perdere tempo (e farlo perdere ai miei quattro followers) per affrontarlo nel dettaglio. Il fatto è che con il passare dei giorni e con l’ampliamento delle informazioni, diciamo, diagnostiche, che mano a mano si sono aggiunte, l’aggettivo (ed il relativo avverbio) più congruente si è trasformato da considerevolmente banale a fin troppo inquetante/rilevante.

Quindi, nel prosieguo, in ottemperanza a quanto dichiarato in chiusura del post sopra indicato, intendo esporre le certezze ivi accennate, nonché alcune mie opinioni al riguardo, tenendo sempre ben distinte le une dalle altre, al fine di non creare commistioni, come sovente siamo costretti a rilevare, specie in alcuni articoli di giornale, fra fatti ed opinioni.

All’inizio questo approccio mi sembrava comodo anche per evitare di parlarne ulteriormente in successivi post (chi mi conosce può capire quanto disagio mi arrechi affrontare questioni del genere). Poi, ripensandoci, mettendo insieme i pro ed i contro, valutando il tutto in maniera meno emotiva e, quindi, con la giusta freddezza, mi sono convinto dell’utilità, se non della necessità, di ritornare sull’argomento in  questo blog. Cosa che farò certamente quando lo riterrò opportuno.

Veniamo alle certezze.

  • Prima certezza: in vita mia non ho mai subito disturbi intestinali significativi (le pochissime volte che mi è accaduto qualcosa del genere è risultato essere sempre di dimensioni molto contenute e sempre gestibile con, diciamo, assoluta tranquillità).
  • Seconda certezza: prima dell'”evento” il mio stato fisico era assolutamente normale (non avevo assunto alimenti atti a favorirlo, non avevo assunto farmaci diversi da quelli che assumo ormai da molti anni, non avevo sintomi prodròmici su tale versante).
  • Terza certezza: subito dopo l'”evento” tutto è ritornato nella più completa normalità.
  • Quarta certezza: anche nel medio-lungo periodo (sono passati ormai più di sei mesi dall'”evento”) il mio stato fisico è ritornato  e si è mantenuto, sotto tale specifico profilo, del tutto normale.
  • Quinta certezza: l'”evento” si è manifestato in maniera inaspettata, molto veloce e molto forte, ancora una volta come mai accadutomi nei miei non pochi anni di vita, sia prima, sia (si badi bene) dopo.
  • Sesta certezza: nei giorni successivi a quello dell'”evento” sono emersi altri sintomi molto strani; più specificatamente è emersa una situazione infiammatoria alle parti interne della bocca, in particolare la lingua, ed alle narici, in una forma mai avuta prima; situazione infiammatoria che è proseguita per molto tempo (riguardo alle narici la situazione continua tutt’ora sporadicamente: infiammazione e microsanguinamenti).
  • Settima certezza: successivamente, avendo dovuto fare delle analisi mediche per altro motivo, mi è stato diagnosticato uno stato infiammatorio non banale che ho dovuto curare con farmaci piuttosto “robusti”. In prima battuta non riuscivo a spiegarmi le cause di questa situazione avendo, nei giorni precedenti, svolto attività che poco hanno a che fare con processi infiammatori nei termini evidenziati dalle citate analisi. Solo al momento in cui ho individuato la vera causa tutti i tasselli del mosaico hanno trovato adeguata e congruente collocazione.
  • Ottava certezza: pur non avendo mai sofferto di disturbi intestinali mi è capitato di osservarne i sintomi su chi ne soffre e posso dire che tali sintomi sono enormemente diversi da quelli da me riscontrati nell”‘evento”.

Bene. Tutto quanto sopra impone di arrivare alle deduzioni indicate nel citato post: le cause di questo “evento” sono assolutamente esogene, sia con riferimento al mio stato fisico, sia con riferimento a quanto da me assunto prima dell”evento”. Più esplicitamente, occorre ipotizzare, direi obbligatoriamente, che poco prima dell’evento io abbia assunto, per via aerea (vale a dire tramite inspirazione), qualche sostanza che ha provocato il “fenomeno” più volte citato.

Vengo adesso alle mie opinioni (passiamo quindi al campo delle ipotesi)

Dato che sono assolutamente certo di non aver assunto “volontariamente” alcunché poco prima dell'”evento” e tenuto conto di quanto sopra, non posso che dedurre che la suddetta “assunzione” sia stata provocata da terze persone.

Ora, qualche lettore potrebbe dirmi: non capisco perché te la prendi tanto per un evento tutto sommato poco rilevante e che, per di più, non ti ha provocato danni significativi.

Il problema non è questo. Il problema si fa serio, se ci pensate bene, non appena focalizziamo adeguatamente la questione e proviamo a traslarla da un contesto tutto sommato banale a dei contesti (e, quindi, ad azioni) ben più “gravi”. Non so a voi ma a me provoca un marcato stato di inquietudine. Se un branco di balordi, a mio giudizio criminali e mafiosi, risulta essere in grado di organizzare un evento del genere, dove è in grado di arrivare “mettendo in campo” tutta la “potenza di fuoco” di cui dispone?

Mi spiego meglio. Se è pur vero che l'”evento” è risultato essere, alla fin fine, pressoché insignificante, non si può escludere (anzi) che chi ha organizzato il tutto possa essere in grado di colpire in maniera ben più pericolosamente  efficace.

Altri potrebbero dirmi: perché non hai provveduto a fare le opportune segnalazioni alle autorità giudiziarie competenti? Per quel poco che conosco di questioni giudiziarie credo che uno “stupido” evento quale quello indicato e in assenza di prove sufficientemente precise a carico di chicchessia si risolverebbe in un nulla di fatto. Le mie convinzioni (sono comunque convinzioni) si basano su sfumature, allusioni, labili incroci fra atteggiamenti e parole dette, piccoli fatti di per sé insignificanti, mutamenti nei comportamenti di alcune persone, ecc. Vale a dire su una serie di cose che non fanno, anche tutte insieme, un “pacchetto” di prove sufficienti per tentare qualcosa di concreto. Niente di probante, come mi sembra dicono gli addetti ai lavori. E senza contare l’ulteriore certezza che il suddetto branco si farebbe in quattro per rendere il tutto quanto più possibile ridicolo.

Comunque sia, essere addivenuto a questo convincimento mi sarà molto utile nel prosieguo (detrattore occulto). E, tornando all’argomento, va da sé che laddove emergessero indizi/elementi sufficientemente significativi non mancherò di fare le opportune segnalazioni a chi di dovere e, quindi, di darne contezza ai miei quattro followers. Chissà perché in questo preciso momento mi è venuto alla mente un proverbio che, da bambinetto (pensate quindi quanti anni fa) mi diceva la mia nonna Faustina: “col tempo e con la paglia si matura la sorba e la canaglia”.

Ma voglio essere sincero fuori misura. Questa volta, per quanto detto nei due precedenti paragrafi,  ho la presunzione di sapere chi sono i responsabili di tutto ciò. E vi confesso che, in prima battuta, il desiderio di ricorrere alla “giustizia fai da te” è stato forte. Un desiderio subito “rientrato” in quanto i miei trascorsi di vita mi hanno insegnato a:

  1. non accettare provocazioni;
  2. non adottare mai atteggiamenti violenti/coercitivi;
  3. quindi, e più in generale, operare sempre e comunque alla luce del sole e nel pieno rispetto delle regole (le leggi).

Questa “novità”, fra l’altro, credo renderà meno ansioso quel mio amico commerciante che ogni volta che lo incontro mi guarda con una certa preoccupazione, come se avesse paura di dire una parola “di troppo” che possa indurmi ad annoverarlo fra I “veicolatori qualificati” del detrattore occulto.

E poi rimane, ancora una volta, la “grande” incognita del perché (qual’è il motivo che ha spinto questi “signori” ad organizzare il tutto? quale l’obiettivo? quale il messaggio?). Non essendo pratico di comportamenti mafiosi non sono al momento in grado di dare un’ unica risposta.  Me ne sovvengono almeno tre o quattro. Comunque, se e quando riuscirò ad avere idee chiare sull’argomento non mancherò di riportarle in questo blog.

Tuttavia c’è un’altra ragione (ultima ma non meno importante), di carattere ben più generale, che mi ha spinto a parlare di questo “stupido” accadimento molto personale. La prendo larga per ben spiegarmi. Da non poco tempo ho l’impressione di vivere in una realtà sociale dove i segreti, i silenzi, gli intrecci perversi (altro che groviglio armonioso!), le cose oscure, peraltro a volte farciti, sempre a mio modesto avviso, di venature criminose e mafiose, sono fin troppo radicati. Queste opacità, queste propensioni all’intrigo e ad “operare sotto traccia” ritengo siano alcune delle  cause, se non le più importanti, che hanno portato ai disastri che sono sotto gli occhi di tutti. Ed è anche mia opinione, come già detto, che l’arma più potente per combattere tale situazione sia, appunto, la trasparenza. Io il mio piccolo contributo spero di averlo dato con quanto scritto in questo blog fino ad ieri ed, anche, con il contenuto di questo post (nonché con i post che scriverò nel futuro). Molte sono le persone per bene che ho avuto modo di conoscere. Ma per ribaltare la situazione di cui sopra non è sufficiente essere persone per bene. Bisogna anche essere assolutamente impermeabili agli atteggiamenti omertosi.

Se poi l’obiettivo era quello di “invitarmi” (uso un eufemismo) a cessare di scrivere su questo blog degli argomenti per cui l’ho costituito, devo dire che questo evento ha sortito l’effetto diametralmente opposto. E’ più forte di me. Quando sento “odore” di minacce e/o intimidazioni, anche se solo implicite, non posso fare a meno di adoperarmi perché accada l’esatto contrario di quello che il branco si aspetta. Quindi io continuerò ad “alimentare” questo blog ed, anche, a mantenere intatto il mio modo di vivere (dando così una grossa mano a chi intendesse procedere in analoghe strategie). Solo una mia eventuale “dipartita”, o “invalidazione”, potrebbe porre fine a questo blog. Nondimeno voglio comunque informare chi di dovere che io non ho e non ho mai avuto intenzioni suicide.

Mi sembra quasi inutile ribadire che qualsiasi intervento [sotto qualsiasi forma, anche anonima, e con qualsiasi contenuto (di approvazione, di disapprovazione, con suggerimenti, con critiche feroci, con offese più o meno pesanti, ecc.)] sull’argomento sarà oltremodo gradito.

 

UN INCONTRO PROFICUO

Giovedì 6 luglio incontro un amico.

Chi mi conosce dirà subito: data la tua scarsa memoria come fai a ricordarti con esattezza il giorno senza averne preso nota quel giorno stesso o, al massimo, pochi giorni dopo?

E chi mi conosce, sa anche che, da tantissimo tempo, uso sopperire a questo “difetto” tramite alcune “periferiche” (di tipo cartaceo e di tipo elettronico)  che, praticamente, costituiscono un ampliamento robusto della mia memoria. Una memoria in un certo qual modo strana: si va da situazioni soddisfacenti quando si tratta di ricordare/sviluppare formule matematiche, a situazioni deludenti quando si tratta di ricordare date, parole esatte di un paragrafo e simili.

In questo caso, però, non sono state le mie “periferiche” a ricordarmi la data esatta dell’evento. Giovedì 6 luglio è’ il giorno in cui ho avuto un fastidiosissimo, “fulminante” e, per certi versi, mortificante, disturbo intestinale. Una cosa mai accadutami prima. Una cosa che pensavo foriera di qualche malattia particolare ma che, per fortuna, è derivata da una serie irripetibile di concause. Episodio indimenticabile che invece sarebbe da dimenticare.

Ma questo è un altro discorso. Torniamo a bomba.

Quindi, dicevo, il 6 luglio  incontro un amico. Non un amico di grandi frequentazioni ma uno di quelli che ti capita di incontrare soltanto casualmente e sporadicamente. Uno di quelli con cui scambio volentieri due parole, visto il rispetto reciproco e, ancora di più, la marcata similitudine dei nostri “percorsi” sul versante politico. Percorsi che, a seguito di come sono andate le cose nel mondo, in Italia e nei nostri specifici itinerari di vita, hanno determinato in ambedue delusioni tali da indurci a rivisitare e rimuovere in buona parte  i nostri ideali. Tutto questo assume per me (nei suoi confronti, ma sono convinto anche per lui nei miei confronti) particolare valenza in quanto per niente determinato da qualsivoglia interesse personale.

Ambedue andiamo di fretta. Di conseguenza la conversazione è più “stringata” del solito. Non parliamo di politica (come sovente accade) ma di altre cose riguardanti, diciamo, il trascorrere del tempo:

Ed è in tale “filone” che questo amico, pure se con estrema delicatezza, mi rivela che alcuni suoi conoscenti che “visitano” saltuariamente questo blog, nel leggere i miei ultimi post, hanno paventato l’ipotesi che io non abbia più la lucidità mentale originaria. Parlando fuori dai denti, che nella mia mente comincino ad insinuarsi i prodromi dei cosiddetti disturbi mentali degli anziani. Una opinione derivata, dicono loro, dalla durezza e dall’insistenza nel trattare le questioni riguardanti il “detrattore occulto” (cosa io intendo per detrattore occulto si ricava dai post del 28 dicembre 2014, del 10 marzo 2015 e del 16 aprile 2015).

Voglio innanzitutto tranquillizzare questo amico. Se è certamente vero che, con il passare degli anni, molti miei difetti/carenze sono peggiorati (la vista, l’udito, la stessa memoria, ecc.), posso garantirgli che, per il momento, la mia lucidità mentale non ha subito ridimensionamenti. E le “modalità operative” con cui oggi intendo perseguire gli obiettivi a suo tempo delineati sono identiche a quelle di ieri

Questa risposta mi torna utile anche per, come dire, tagliare l’erba sotto i piedi al detrattore occulto che, magari, in difficoltà nel proseguire con le denigrazioni fin qui adottate, potrebbe continuare nella sua “attività” puntando, appunto, sulla demenza senile. Una sorta di ultima spiaggia. Confesso che ho addirittura pensato che potrebbe essere stato lo stesso detrattore a far veicolare questa ipotesi. Ed a volte mi domando quali guai avrebbe potuto procurarmi, data la sua enorme “potenza di fuoco”, se, anziché una vita relativamente tranquilla (considerate che il mio unico “vizio” consiste nel fare, qualche volta, colazione al bar) avessi avuto un modo di vivere “borderline”!

E voglio anche ringraziare molto questo amico che mi ha consentito di far emergere tale situazione sul nascere e non a distanza di mesi o di anni. Ciò mi permetterà di demolirla con relativa facilità.

Due parole, infine, sui “visitatori” di questo blog. Potrebbe essere che i miei “quattro” followers siano un po’ aumentati. Ed io, con lo scopo di aumentarli ulteriormente, voglio di nuovo ricordare loro il mio intendimento di non svelare mai l’identità delle persone cui faccio riferimento. E ciò (post del 2 settembre 2016),

“non certo per mantenermi misterioso e/o poco trasparente (come già detto, questo blog è stato pensato e costruito in un’ottica di assoluta trasparenza e tale desidero mantenerlo). E’ solo che non intendo “coinvolgere” in alcun modo qualsivoglia persona se non palesemente autorizzato a farlo dalla persona medesima. Per meglio dire non ho alcuna intenzione di “mettere in vetrina” chi non lo desidera e non me ne dà esplicito consenso.”

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: LETTERA APERTA A MARIO

Sono passati quasi quattro mesi dall’ultimo post, relativo alla categoria Appello per Siena, ed addirittura quasi un anno dall’ultimo post afferente la categoria Una oscura questione di vicinato. Sicuramente troppi per le prerogative di un blog.

I motivi sono sostanzialmente due:

a) innanzitutto la mia precipua volontà, con solo riferimento alla categoria Una oscura questione di vicinato, di lasciar decantare il  tutto per un buon lasso di tempo  onde poter verificare se e in quale misura le cose sono cambiate a seguito della mia decisione di predisporre questo blog, nonché di osservare eventuali cambiamenti nei comportamenti di certi personaggi a seguito di un ipotizzabile (ma non reale) mio “allentamento della presa”;

b) il sopravvenire di una serie di necessità, necessità che, di fatto, mi hanno assorbito ben più tempo del previsto, provocando un ulteriore, questa volta indesiderato, allungamento dei “tempi di fermo” preventivati.

Ma l’obiettivo rimane ancora quello delineato (“….riorganizzare il mio tempo in modo tale da dedicarne, ‘istituzionalmente’, una quantità maggiore all’attività dei blog….” – cfr post dell’ 11 agosto 2015). Anche perché per ambedue le categorie i motivi di intervento sono tutt’altro che ridimensionati.

Forse ora è la volta buona.

Ma veniamo all’argomento.

Avrete già capito che qui, quando uso il nome Mario, intendo riferirmi ad una persona della quale non voglio svelarne l’identità. E questo non certo per mantenermi misterioso e/o poco trasparente (come già detto, questo blog è stato pensato e costruito in un’ottica di assoluta trasparenza e tale desidero mantenerlo). E’ solo che non intendo “coinvolgere” in alcun modo qualsivoglia persona se non palesemente autorizzato a farlo dalla persona medesima. Per meglio dire non ho alcuna intenzione di “mettere in vetrina” chi non lo desidera e non me ne dà esplicito consenso (io stesso me ne sarei ben guardato se non fossi arrivato a convincermi che questa era l’unica strada percorribile per conseguire gli obiettivi a suo tempo delineati),

Perché ho scelto il nome Mario? Nessuna motivazione particolare e/o di carattere negativo. E’ un nome abbastanza diffuso, senza diminutivi e che non si presta a “distorsioni” che possano destare ilarità. Credo quindi che tutti i Mario “veri” che si troveranno a leggere questo post potranno facilmente scusare questa mia “incursione”.

Nel caso specifico mi riferisco al personaggio di uno dei tre aneddoti accennati nel post del 14 aprile 2015. Personaggio che anche, ma non solo, per i suoi connotati professionali, ritengo doverlo considerare particolarmente affidabile, moralmente ineccepibile  e dotato di notevole obiettività ed equilibrio. Quello che, in sintesi, potremmo definire una “persona perbene”. Una persona che, inoltre, pur avendola incontrata una sola volta, mi ha consentito, più degli altri, di trarre le conclusioni a suo tempo indicate.

Ecco quindi la mia lettera aperta a “Mario”.

Caro Mario,

Come ho avuto modo di dire in precedenti post, grazie a questo “strumento” (blog) ho potuto conseguire obiettivi che non sono stato in grado di ottenere mediante l’utilizzo di metodi, diciamo, canonici. Ciò vale per ambedue le categorie qui prese in considerazione (Appello per Siena e Una oscura questione di vicinato). Con riferimento alla prima (Appello per Siena) lo “strumento” mi ha permesso di affrontare e sviluppare argomenti in assoluta libertà e, quindi, “veicolarli” con estrema facilità; riguardo alla seconda (Una oscura questione di vicinato) ho potuto, senza particolari problemi, evidenziare, per quanto di mia conoscenza, come stanno realmente le cose (quali i fatti, chi sono i “buoni”, chi sono i “cattivi”, ecc., ecc.).

Ora però, con riferimento alla seconda categoria, comincio a maturare la convinzione che questo approccio, certamente necessario, non risulti sufficiente nel caso in cui si intenda, come io intendo, andare fino in fondo. Da qui la mia decisione di affiancare allo “strumento blog” metodi “tradizionali”, anche se in maniera più incisiva di quanto fatto nel passato. In altri termini, ritengo indispensabile affiancare all’utilizzo del blog, opportune nuove azioni giudiziarie, dato che siamo ancora lontani tanto dall’aver recuperato una situazione di normalità con riferimento a quelli che, sempre in maniera eufemistica, ho definiti fastidi, quanto dall’aver dato adeguate risposte alle problematiche afferenti il detrattore occulto.

Nel primo caso penso di poter provvedere personalmente con il solo ausilio di “soggetti”, come dire, specializzati (questa volta spero vivamente che le “modalità operative” individuate siano tali da garantirmi di ottenere risultati adeguati). Comunque, su tale versante intendo, a breve, predisporre, con uno specifico post, una sorta di “resoconto estivo” di come sono andate le cose.

Nel secondo caso, però, ho bisogno del tuo aiuto. Chiarisco. Partiamo da quanto ho avuto modo di affermare, riguardo al detrattore occulto,  nel post del 14 aprile 2015:

“Come potete constatare, su questo fronte le cose sono più complesse di quelle afferenti i cosiddetti fastidi. Ma il web, come si sa, fa “miracoli” ed io confido, prima o poi, di raggiungere completamente l’obiettivo. Un conseguimento parziale sarebbe una “quasi sconfitta” in quanto consentirebbe al detrattore occulto di “farla franca”. Mi spiego meglio. Potrebbe accadere che se e quando riuscirò a rendere più trasparente la questione il nostro (o, meglio, il mio) detrattore occulto, proprio perché abituato a colpire senza “scoprirsi”, decida semplicemente di immergersi nuovamente nella sua melma torbida e maleodorante in modo da rendere impossibile la sua individuazione. Ecco, questo finale lo considero, appunto, una “quasi sconfitta”.

Bene (si fa per  dire), comincio a pensare che ci si stia indirizzando proprio verso una “quasi sconfitta”, La “pubblicizzazione” della “storia”, come accennato, ha certamente demolito buona parte del castello di stupidità/menzogne messo in piedi, appunto, dal detrattore occulto. Ma la demolizione è ancora ben al di là dall’essere completata. A questo punto mi occorrono ulteriori informazioni, anche minimali ma sufficienti a delineare ipotesi, quantomeno, sul “che cosa” (allo stato dell’arte le strade possibili, tutte peraltro incredibilmente stupide, sono ben poche).

Informazioni di cui, sono convinto, tu disponi.

Ora io, pur comprendendo i motivi della tua (eventuale) titubanza a rendere più esplicite le tue affermazioni, ho necessità, non più derogabile, di ottenere, appunto, informazioni aggiuntive. Informazioni che, forse, avrei ottenuto rivolgendoti adeguate domande al momento adatto? Se così è me ne dispiace. Ma, purtroppo, ognuno ha il suo carattere ed io, per certe questioni, sono veramente poco perspicace. Peraltro il tempo stringe perché, di questo passo, per arrivare al “bandolo della matassa”, se tanto mi dà tanto, dovrei campare oltre i cento anni (evento che ritengo assolutamente impossibile). Quindi, caro Mario, ti dico che è troppo comodo questo tuo atteggiamento.Te lo dico, ovviamente, nel caso in cui tu sia, come io continuo a credere, la persona con i connotati sopra delineati.

In termini “operativi” la procedura sarebbe questa:

  • tu dovresti comunicarmi, nella forma che ritieni più opportuna (anche anonima), informazioni, seppure minime ma necessarie per predisporre apposito esposto alle autorità giudiziarie competenti;
  • Io procederò a trasmettere tali informazioni a dette autorità giudiziarie, assieme a specifico esposto da me opportunamente sottoscritto;
  • quindi ne darò completa e veritiera informazione su questo blog non prima, ovviamente, di aver consultato la persona esperta di normativa riguardante la divulgazione di notizie/informazioni/opinioni tramite blog;
  • come pure renderò noti, sempre tramite questo blog, gli aggiornamenti sulla questione che via via emergeranno.

Nel caso di una tua ulteriore “latitanza” non potrò fare altro che toglierti, per cosi dire, dalla “casella” delle persone perbene ed inserirti in quella dei “veicolatori qualificati del detrattore occulto” (cfr post del 28 dicembre 2014 penultimo capoverso). Scegli tu. Francamente, il sospetto che tu, per qualche motivo che al momento non conosco, preferisca mantenere le cose in questo ambiguo e indefinito binario, mi sovviene alla mente, anche se mi rifiuto di credere che tu, come il detrattore occulto, ami “viaggiare sotto traccia”.

Spero quindi che tu decida di esaudire questa mia richiesta, se non altro per “amore di verità”. Spero anche che tu riesca a capire quanto mi costa addentrarmi in questa strada dove, peraltro, la stupidità regna regina e che, oltretutto, ha per me dei risvolti economici tutt’altro che positivi.

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: ANCORA SUL DETRATTORE OCCULTO

Riprendo i fili del discorso sul detrattore occulto “abbozzato” nei post del 28 dicembre 2014 e del 10 marzo 2015. Potrei sbagliarmi ma, come già detto, io non credo di avere molti detrattori, tanto meno occulti. Ecco perché, anche nel caso in cui fossero più di uno, ho preferito utilizzare la parola al singolare. Con ciò non voglio dire che a tale “soggetto” non facciano riferimento più persone. Anzi, ho la netta sensazione che il “mio” detrattore occulto (il soggetto) sia composto, in effetti, da più componenti (persone) che, peraltro, formano una unica entità in quanto gruppo organizzato, anche se eterogeneo, e con finalità univoche. Questa, lo ripeto, per il momento è una mera sensazione del tutto personale.

Una “telegrafica” puntualizzazione sul significato che ho inteso dare alla parola detrattore: ho usato questa parola, non tanto nella sua accezione più “leggera” quanto come sinonimo di calunniatore (da calunniare: screditare con accuse coscientemente false).

Fino a ieri davo scarsissima importanza a problematiche di questo tipo. Oggi non la penso più così (“meglio tardi che mai” dirà qualcuno; e forse non ha tutti i torti!). Sono arrivato alla conclusione che se qualcuno si organizza “scientificamente” per denigrarti tu, se e quando lo vieni a sapere, non puoi fare a meno di difenderti. E per chi non ha nulla da nascondere un diario on line mi sembra lo “strumento di difesa” più adatto.

IL PUNTO.                                                                                                                      Come già evidenziato nella sottopagina I MOTIVI della pagina UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO, è grazie a tre aneddoti che ho potuto accertare, in maniera inequivocabile, l’esistenza del “detrattore occulto”. Certo è che se alcuni personaggi di tali aneddoti mi avessero dato qualche indicazione in più ora avrei un quadro meno parziale e, verosimilmente, avrei potuto muovermi con una minima “cognizione di causa”. Ma forse è solo colpa mia che, probabilmente, non ho saputo fare le domande opportune nel momento opportuno. Fatto sta che per non poco tempo ho indirizzato le mie ricerche su versanti, probabilmente, sbagliati.

Comunque sia oggi sono arrivato a, come dire, irrobustire ulteriormente questa che, peraltro, era già una certezza.

                                                                                                               

 LE PREROGATIVE.                                                                                                        Adesso occorre andare ben oltre tale certezza ed io intendo proseguire su questa strada fintanto che non avrò ottenuto informazioni in grado di consentirmi di rispondere alle seguenti domande:

  • Chi? [chi è il detrattore occulto? Chi sono i suoi “veicolatori qualificati”(per il relativo significato cfr post del 28 dicembre 2014, penultimo capoverso)?]. Io qualche idea ce l’ho. Ma sono idee al momento per niente suffragate da elementi concreti. Quindi me le tengo per me. Solo se e quando arriverò ad ottenere un quadro informativo “sostenibile” farò i passi opportuni. Comunque, alcune considerazioni sulla, diciamo, categoria di appartenenza, mi sento fin d’ora di azzardarle; considerazioni, si badi bene, ancora una volta del tutto personali, per di più basate su elementi meramente intuitivi: io credo, specificando meglio quanto detto all’inizio di questo post, che il “mio” detrattore occulto sia in realtà un gruppo i cui membri sono tutt’altro che dei buontemponi; anzi, un gruppo, per il mio modo di pensare e sempre estrapolando sensazioni/deduzioni del tutto personali, permeato da atteggiamenti riconducibili ad una cultura tipicamente criminale-mafiosa. Ed io, data la mia marcata repulsione per tale cultura, accentuerò notevolmente il mio livello di attenzione su tale versante. Ma la mia unica “arma” di difesa sarà quella di descrivere su questo blog, in maniera assolutamente veritiera, i singoli fatti e, eventualmente, le mie modeste opinioni.
  • Che cosa? ( per meglio dire: quali sono le ” nefandezze” diffuse dal detrattore occulto?). Dati i precedenti insuccessi non mi “azzardo” ad ulteriori ipotesi fino a quando non avrò, anche in questo caso, qualche elemento in più.
  • Perché? (Vale a dire: con quali obiettivi? Mera denigrazione? Strategia di “isolamento”? Strategia di “criminalizzazione”? Mio abbandono dell’attuale residenza? “Logoramento” dei rapporti affettivi con le persone a me più vicine? Ecc., ecc., ecc., ecc.?).
  • Quali le eventuali correlazioni e/o interdipendenze con altre situazioni riguardanti sempre il sottoscritto?

Una strada che ho deciso di “battere” con grande pacatezza, vorrei dire con serenità e tranquillità, senza farmi “assorbire” più di tanto in termini di tempo, senza impostare inutili “cacce alle streghe” e senza inficiare, per quanto possibile, la qualità della mia vita.

Ma lo farò anche con grande ostinazione, fino a che non troverò risposta alle suddette domande.

Come potete constatare, su questo fronte le cose sono più complesse di quelle afferenti i cosiddetti fastidi. Ma il web, come si sa, fa “miracoli” ed io confido, prima o poi, di raggiungere completamente l’obiettivo. Un conseguimento parziale sarebbe una “quasi sconfitta” in quanto consentirebbe al detrattore occulto di “farla franca”. Mi spiego meglio. Potrebbe accadere che se e quando riuscirò a rendere più trasparente la questione il nostro (o, meglio, il mio) detrattore occulto, proprio perché abituato a colpire senza “scoprirsi”, decida semplicemente di immergersi nuovamente nella sua melma torbida e maleodorante in modo da rendere impossibile la sua individuazione. Ecco, questo finale lo considero, appunto, una “quasi sconfitta”.

Capite bene che, per tutto quanto sopra specificato, qualsiasi informazione e sotto qualsivoglia forma (pubblicamente attraverso questo blog, privatamente o, anche, in maniera anonima) sarà quindi oltremodo gradita.

Comunque, il fatto che il “mio” detrattore occulto abbia potuto agire pressoché indisturbato potrebbe essere dovuto anche a qualche “deficienza” delle mie, diciamo, difese immunitarie. Io sono relativamente lento nelle mie riflessioni. Ma pure questo aspetto ho intenzione di metterlo a fuoco con calma ma con determinazione e trarne le dovute conseguenze.