APPELLO PER SIENA: ANCORA SULLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUL SISTEMA BANCARIO

Di questo argomento mi sono occupato nei post del 13 novembre 2016 e del 31 gennaio 2017. La mia attenzione originaria era derivata dal fatto che, all’inizio, si parlava della costituzione di una Commissione d’inchiesta sul dissesto finanziario del Monte dei Paschi di Siena, divenuta poi Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario (riguardante quindi anche, ma non solo, il Monte dei Paschi) (cfr i due post sopra citati). Ed in merito a tale “metamorfosi” ebbi modo di dichiarare testualmente: “….rimango favorevole alla costituzione della più volte citata commissione di inchiesta “onnicomprensiva” pure se con qualche preoccupazione in più. Preoccupazione che cercherò di “fugare”, nel mio piccolo, seguendo i relativi lavori se e quando verranno resi disponibili, ed, anche, dandone contezza ai miei quattro followers”.

Bene. Secondo me è arrivato il momento di verificare se questa mia dichiarazione rimane valida o se, invece, sono sopravvenuti elementi che ne impongono una revisione più o meno “pesante”.

Per meglio dire, in questo breve post intendo indagare sulle reali possibilità, per tale Commissione, di addivenire a risultati obiettivi, affidabili, adeguatamente approfonditi ed esaustivi.

Vediamo, innanzitutto, lo “stato dell’arte” ad oggi. L’approvazione definitiva, da parte della Camera dei Deputati, della legge istitutiva della citata commissione parlamentare, è avvenuta il 21 giugno 2017. Il Presidente della Repubblica l’ha firmata Il 12 luglio ed è entrata in vigore il 28 luglio. Entro una settimana da tale data i partiti politici avrebbero dovuto provvedere alla nomina dei 40 componenti (20 deputati e 20 senatori; i singoli commissari sono nominati dai Presidenti delle due Camere su indicazione dei gruppi parlamentari) ripartiti in base alla consistenza parlamentare dei medesimi.

Al momento in cui scrivo questo post (12 settembre) la citata commissione non ha ancora visto la luce. La causa, per quanto riportato nella stampa, sta nel fatto che i tre gruppi di maggioranza (PD, Alternativa Popolare, MPA) non hanno ancora comunicato ai presidenti delle due camere (Laura Boldrini e Pietro Grasso) i nominativi di loro spettanza.

Teniamo anche presente che, una volta effettuate le nomine, i presidenti delle due Camere avranno 10 giorni di tempo per convocare la prima seduta nella quale dovrebbero essere eletti due vicepresidenti e due segretari. Quindi si provvederà ad eleggere il presidente.

Altro elemento tutt’altro che marginale, per gli scopi di queste brevi note, è la fine dei lavori della Commissione. La legge dice che “La Commissione conclude i propri lavori entro un anno dalla sua costituzione e comunque entro la fine della legislatura“. Ora, poiché la legislatura finirà, al più tardi, a febbraio 2018, salta il limite di un anno.

Ulteriori importanti indicazioni (sempre per i suddetti scopi) le ricaveremo allorquando sapremo i criteri di nomina del Presidente dato che, su questo versante, è prassi relativamente consolidata che la presidenza delle Commissioni parlamentari venga attribuita alle opposizioni. Peraltro, la norma stabilisce che verrà eletto chi otterrà, al primo scrutinio, il 50% dei voti più uno e che, altrimenti, si procederà al ballottaggio tra i primi due. Quindi la maggioranza, volendo, dovrebbe essere in grado di “imporre” un presidente della sua area. Ma una scelta di questo tipo, a mio avviso, potrebbe indurre a sospettare la volontà recondita di indirizzare i lavori, per quanto possibile, nell’interesse della maggioranza, interesse che non è detto debba coincidere con quello generale del paese.

E senza contare che, sempre alla fine dei lavori della commissione, è prevista una relazione (ma ce ne potrebbero essere anche più di una: una di maggioranza e una o più di opposizione) e una relazione intermedia a sei mesi sullo stato dei lavori.

 Tirando le somme mi sembra ragionevole dedurre che se questa commissione non diverrà operativa in tempi brevi e non avrà come presidente un commissario in qualche modo espressione della minoranza, ben poche saranno le possibilità di addivenire a dei risultati finali con i requisiti sopra indicati.

Ora, dato che tutto questo dovrà accadere, per forza di cose, in tempi relativamente brevi, prima di cambiare opinione voglio attendere il momento in cui la Commissione risulterà operativa, anche se non nascondo che, rispetto al momento in cui ho scritto i precedenti post, gli aspetti che inducono ad ipotizzare un risultato  “non all’altezza” sembrano essere molto più marcati ( c’è chi parla addirittura di presa in giro).

Come già detto questa Commissione, per quanto dichiarato nell’apposita legge, potrà operare al massimo fino al febbraio 2018. Peraltro c’è chi parla già di una sua prosecuzione nel Governo successivo. Io, al momento, non ho le conoscenze tecniche per dire se questa ipotesi sia o meno praticabile. In caso affermativo occorrerà rivedere tutti i ragionamenti fin qui “elaborati” alla luce di questa possibilità.

APPELLO PER SIENA: IN MERITO ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUL SISTEMA BANCARIO ITALIANO

Mi corre l’obbligo di riprendere il discorso sull’argomento affrontato nella parte conclusiva del precedente post (13 novembre 2016),  dove dichiaravo esplicitamente di essere favorevole alla costituzione di una Commissione d’inchiesta parlamentare sul dissesto finanziario del Monte dei Paschi di Siena.

Mi corre l’obbligo a seguito dei significativi cambiamenti che, su tale problematica, sono in via di definizione a livello parlamentare.

Ora non si parla più del solo Monte dei  Paschi   di Siena (nonché di alcune altre singole banche)  ma  dell’intero sistema bancario [“Istituzione di una commissione parlamentare (bicamerale, n.d.r.) di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, con particolare riguardo alla tutela dei risparmiatori”].

Vediamo la questione in maniera leggermente più analitica. Il 10 gennaio il Senato ha dato il via libera alla procedura d’urgenza di 13 disegni di legge con i quali si chiede l’istituzione di commissioni d’inchiesta per 8 banche: oltre al Monte dei Paschi, Banca Etruria, Banca Marche, Cassa di risparmio di Ferrara, Cassa di risparmio di Chieti, Banca popolare di Vicenza, Veneto Banca e Banca Desio. 

Parimenti, il Presidente della Commissione Finanze ha informato che, entro il 31 dicembre, il Senato inizierà l’esame di questi disegni di legge e che, inoltre, intende presentare un ddl  che vuole essere un tentativo di costituire una sorta di “testo di sintesi”  dei  suddetti 13 ddl depositati in commissione. Questo dovrà essere approvato dalla Commissione entro il 10 febbraio; quindi passerà al vaglio del Senato e, successivamente, a quello della Camera. Dalla bozza del citato ddl si apprende, fra l’altro, che:

  • detta commissione concluderà i suoi lavori entro un anno dalla sua costituzione e sarà composta da venti senatori e venti deputati;
  • sono ammesse relazioni di minoranza.

Quindi, salvo sorprese dell’ultima ora, anziché 13 commissioni “specifiche” avremo una unica commissione d’inchiesta “generica” (vale a dire riguardante l’intero sistema bancario).

Ragioniamo ora sulle ipotetiche conseguenze di questo nuovo approccio. A parità di condizioni tale approccio dovrebbe condurre a miglioramenti del “prodotto finito” in virtù del fatto che un ampliamento del campo di osservazione dovrebbe consentire, sempre a parità di condizioni, di “fotografarlo” in maniera più nitida e dettagliata consentendo quindi di meglio percepire le singole peculiarità, le eventuali analogie, le eventuali interdipendenze e le eventuali diversità

Peraltro, come sovente accade, esiste anche il risvolto della medaglia: facendo l’ipotesi “maliziosa” che all’interno della Commissione siano presenti personaggi interessati a, usando un eufemismo, edulcorare quanto più possibile i risultati, questi avranno buon gioco per il semplice fatto che un’area di indagine molto più ampia rende certamente disponibile a tali personaggi un “campo operativo” ben più esteso e, quindi, maggiori opportunità di perseguire i loro obiettivi.

Per tutto quanto sopra esposto rimango favorevole alla costituzione della più volte citata commissione di inchiesta “onnicomprensiva” pure se con qualche preoccupazione in più. Preoccupazione che cercherò di “fugare”, nel mio piccolo, seguendo i relativi lavori se e quando verranno resi disponibili, ed, anche, dandone contezza ai miei quattro followers.