UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: IL SOGNO

Ieri ho fatto un sogno.

Un sogno terribile!

Ma prima di iniziare la narrazione ritengo utile avvertire chi si appresta a leggere questo post che, per capirne in maniera adeguata tutti i risvolti, occorre avere un quadro relativamente preciso della collocazione, nel territorio, della nostra abitazione e della nostra proprietà. E per fare questo è necessario conoscere il contenuto della sottopagina “la storia” della pagina “una oscura questione di vicinato”. Chi non ha letto il contenuto di tale sottopagina e non intende o non può andare a leggersela è pressoché inutile che continui la lettura.

Torniamo al sogno.

Le lancette del tempo si sono spostate all’indietro di almeno 15 anni (non 15 ore!). Siamo quindi intorno al 2002 se non prima. Lo deduco subito (sempre nel sogno, logicamente) dal paesaggio circostante. Infatti:

  •  è sparita la grande strada sterrata abusiva fatta costruire pressoché a ridosso del lato della nostra casa rivolto a sud-est;
  • è riapparsa la piccola uliveta al posto del piccolo frutteto (si fa per dire);
  • è ritornato filo strada e non, praticamente, a ridosso della finestra di una camera, il cancello di entrata in questa strada abusiva;
  • sono spariti i due grossi cani lupo lasciati liberi, che più di una volta hanno impaurito i miei nipotini;
  • è ritornata la consuetudine, derivata da un accordo verbale con il precedente proprietario, di consentirci di pulire, gratuitamente, la siepe radicata nella sua proprietà ed “appoggiata” alla rete di nostra proprietà, pulizia che ci consentiva di mantenere una situazione, sotto tutti i punti di vista (estetico, igienico-sanitario, di decoro, ecc.) accettabile;

Di conseguenza sono venuti meno tutti gli elementi di quel contesto che, come già detto in altri post, avevano trasformato una realtà tipica delle campagne senesi in qualcosa di assimilabile al vecchio far west nel periodo storico in cui esisteva la legge “fai da te” (seconda metà del 1800).

[Ovviamente mi riferisco a quel lato dell’immobile le cui finestre si trovano di fronte alla piccola uliveta/frutteto (per le altre, che si trovano dal lato opposto, la situazione, data la distanza, è relativamente migliore, anche se non di certo idilliaca) (cfr la citata sottopagina)].

Ed a seguito di questo spostamento nel tempo:

  • niente movimento, nella citata strada, dei numerosi mezzi (movimento potenzialmente presente, nella realtà, a qualsiasi ora compresa fra le 6 di mattina e le 10 di sera) e niente di tutto quanto ne consegue;
  • niente “odori” (di carcasse di animali?) provenienti dai loro allevamenti allorquando il vento “tira” da sud-est;
  • niente privilegi derivanti dal degrado ambientale-igienico-sanitario.

Per farla breve una vita impossibile!

Con questo silenzio “assordante” accade, per esempio (pensate un po’), che i nostri nipotini dormono (nel sogno siamo ancora nel periodo estivo e quindi le scuole sono chiuse) fino alle 9 e, financo, le 10 di mattina.

Accade, per esempio, che possiamo rilassarci nel nostro giardino nel massimo silenzio e/o fare cena all’aperto senza essere gratificati dal rumore di qualche mezzo e dai conseguenti “odori”.

Una situazione troppo consueta, troppo banale, troppo noisa!

Vuoi mettere una circostanza in cui i tuoi nipotini si trovano a vivere costantemente nel fastidio piacere di essere svegliati la mattina presto da qualche mezzo sicuramente rumoroso, peraltro con l’ulteriore gratificazione della aleatorietà, vale a dire senza sapere nè l’ora esatta (le 6, le 7, le 8?) nè il mezzo (ruspa, trattore, motorella turbo, ecc.)?

Vuoi mettere una situazione in cui vivi i tuoi momenti di relax in giardino nel rumore, nella polvere e negli “odori” dei mezzi  anziché nella monotonia del silenzio e della tranquillità?

Vuoi mettere avere addosso alla tua rete di recinzione una bella siepe assolutamente “spontanea” anziché una siepe troppo curata sia sotto il profilo estetico, sia sotto quello igienico-sanitario?

Mi accorgo di aver “debordato” dalla descrizione del sogno alla esposizione delle mie opinioni, peraltro già note a chi ha avuto modo di leggersi i post di questo blog.

Rientro subito nel sogno.

Ad un certo punto, volgendo gli occhi al cielo, vedo, sopra una nuvola, delle costruzioni (?) nel contempo austere ed aggraziate. “Sono” – mi sussurra qualcuno con un filo di voce -“i palazzi delle istituzioni preposte alla gestione della cosa pubblica. Vivono in alto perché così possono controllare tutto il territorio”. E tramite i loro uomini (il consiglio dei saggi, persone di elevato profilo morale) sono impegnate a rendere la vita dei singoli residenti la migliore possibile, nel pieno rispetto della legge e fatti salvi obbligatoriamente i diritti degli altri. Per quello che mi e’ dato di capire riescono ad amministrare con grande imparzialità, equità e lungimiranza. Cosicché tutti i residenti vivono felici e contenti.

Questo sogno ha preso decisamente il “verso” di una favola. Che barba!

Fortuna che di lì a poco il sogno finisce.

“Meno male che era solo un sogno!” dico a me stesso facendo un grande sospiro di sollievo al momento del risveglio.

“Peccato” – proseguo sempre parlando a me stesso – “che siamo entrati nell’autunno per cui, tenendo sovente le finestre chiuse, non possiamo fruire appieno dei privilegi del nostro far west.

 

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: PRECISAZIONI SU QUANTO DETTO NEL POST PRECEDENTE

Leggerezza. Questa è l’accusa, ovviamente implicita, rivoltami garbatamente su quanto ho avuto modo di dire, nel precedente post (06.05.2016),  riguardo alla “questione confinanti”. In altri termini mi si accusa, se ho ben capito, di usare le parole con, appunto, leggerezza, vale a dire senza soppesarne con la dovuta attenzione e serietà il significato. Nello specifico la critica riguarda il sintagma “”venature” criminogene” (a ben vedere simile a quello a suo tempo sottoposto nuovamente a critica: “cultura tipicamente criminale mafiosa” – cfr post del 18.08.2016). Quindi, andando avanti nel ragionamento, io, ancora una volta, avrei valutato la situazione in maniera abnorme utilizzando un linguaggio inadeguato per eccesso.

Dovrò quindi, per forza di cose, dilungarmi sulla questione con lo scopo di dimostrare che il mio utilizzo della parola “criminogene” è del tutto appropriato.

Ma prima di introdurmi nelle relative argomentazioni due brevi annotazioni:

  • innanzitutto ringrazio molto chi ha voluto comunicarmi, pure a suo modo, questa sua critica; come detto altre volte, le critiche divengono per me motivo di attenta rivisitazione del mio pensiero, esercizio di grande utilità per consentirmi di mantenere il cammino sulla “buona strada”;
  • informo nuovamente tutti coloro che intendono espormi qualsivoglia opinione su qualsivoglia argomento da me trattato, che è mia intenzione, in questa sede, rifuggire dall’indicare nomi e cognomi (in altri termini non intendo, nel modo più assoluto, “mettere in vetrina” chi non me ne dà esplicita autorizzazione); questo anche per tentare di sostituire il più possibile considerazioni implicite con quelle esplicite, se non altro perché, come sanno coloro che mi conoscono, la mia perspicacia è tutt’altro che elevata.

Per avvalorare/certificare le valutazioni conclusive riportate in chiusura di questo post mi sembra del tutto calzante e, in prima battuta, sufficiente, raccontarvi un aneddoto (uno dei tanti) di qualche giorno fa, più esattamente di giovedì 11 maggio.

Generalmente la mattina mi sveglio fra le otto e le nove. Questa volta, invece, sono in piedi un po’ prima delle sette. Io e mia moglie abbiamo la camera con le finestre che si affacciano dal lato opposto a quello che fronteggia la famosa strada “incriminata”, vale a dire quella strada fatta costruire abusivamente pressoché a ridosso dell’altro lato dell’immobile dove, fra l’altro, si trova la camera dei miei nipotini. Per qualche necessità che ora non ricordo, apro la porta che dà nel corridoio dove si trova anche, ma no solo, la citata camera e sento il rumore assordante di quel mezzo che a suo tempo ebbi modo di definire motorella con sciabordio turbo (vedi post del 22 ottobre 2014), vale a dire una motorella particolarmente rumorosa che, perfino a finestre chiuse, entra nelle orecchie anche a chi ha il sonno particolarmente profondo; una motorella che, credo, oltre ad essere abbastanza vecchia è anche difficile reperire in commercio. Se lo sento io, che sono nel corridoio – dico a me stesso – figuriamoci chi ha le finestre proprio a ridosso di quella strada! E, ovviamente, questo rumore ha svegliato i miei nipotini. Male di poco, si dirà, dato che di lì a poco sarebbero stati svegliati dai suoi genitori per andare a scuola. A parte il fatto che rimane comunque una “violenza”, provate a moltiplicare questo evento per un numero abbastanza elevato, magari quando le scuole sono chiuse. Aggiungete poi le volte, sempre non poche, in cui  decidiamo di pranzare o cenare fuori (nel nostro giardino) o, comunque siamo in giardino per qualche momento di relax. Considerate inoltre che questi signori sono in grado di “rilevare” in qualsiasi momento dove ci troviamo. Per cui, “volendo”, sono in grado di “colpirci” nei momenti più “convenienti” (quando ci troviamo a riposare, quando siamo nel giardino per un po’ di relax, per pranzare, per cenare, ecc.). Discorso pressoché analogo per le nuvole di polvere che, specie nel periodo primavera-estate riverberano nell’area di nostra proprietà (la strada che hanno fatto costruire è grande ma “sterrata”).

Ma torniamo all’argomento oggetto di questo post e, quindi, alla parola “incriminata” (criminogene, mi si passi il “bisticcio”).

Credo che la soluzione migliore sia quella di fare riferimenti storici, pure se in maniera necessariamente telegrafica, tenendo conto che l’obiettivo consiste nel dimostrare che, a partire dalla fine 2003/inizio 2004, nel contesto in cui mi trovo a vivere sono state introdotte “venature criminogene non proprio banali”.

Cominciamo

Per non appesantire in maniera eccessiva questo post, rimando al contenuto della pagina “una oscura questione di vicinato”, sottopagina “la storia”, dal settimo capoverso (compreso) in poi.

Come già detto, da tale strada passano molti mezzi particolarmente rumorosi che, oltretutto, ancora come già detto, nel periodo primavera-estate provocano anche un non marginale inquinamento atmosferico (sollevamento polvere oltre a quello “consueto” derivante dai tubi di scarico dei mezzi).

Quindi, ricapitolando in estrema sintesi, dei signori acquistano dei terreni agricoli, fanno costruire una strada abusiva (peraltro modificando progressivamente anche il tracciato originario  della stradina di campagna evidenziato nelle mappe, mediante l’uso di una grossa ruspa, anche questa oltremodo rumorosa), che conduce ad una casa, anch’essa abusiva, strada che fanno passare pressoché a ridosso della parte della nostra proprietà dove, peraltro, si trovano anche le camere dei bambini.

Ma andiamo oltre

Provate a pensare alle possibilità di molestia insite in questo “nuovo” contesto. In qualsiasi momento di qualsiasi giorno dell’anno, questi signori sono nelle condizioni “operative” di poterci procurare enormi fastidi (per non dire di peggio). Basta che, per esempio, decidano, con qualche mezzo particolarmente rumoroso (e ne hanno svariati a disposizione!) di fare qualche “giratina” nella strada “incriminata” quando dormiamo, quando riposiamo, quando ci troviamo nel giardino, ecc,.

Quanto sopra è a mio avviso più che sufficiente a dimostrare l’appropriatezza del citato sintagma.

Comunque, per convincere anche i più scettici ho deciso di pubblicare quattro ulteriori post (intendo suddividerli per non appesantirli più di tanto), ognuno dei quali svilupperà in maniera adeguata a capirne il senso, le seguenti storie:

  • quella relativa allo spostamento della strada “incriminata”; come accennato nella pagina “Una oscura questione di vicinato” sottopagina “La storia”, questi signori confinanti decisero di spostare tale strada determinando di fatto un forte alleggerimento dei grossi disturbi, ma che, a seguito di certi eventi, ripristinarono, riportando la situazione come e peggio di prima (in questo post descriverò dettagliatamente i fatti e le mie opinioni; peraltro alcune sintetiche informazioni sono già contenute nella citata sottopagina dal settimo capoverso in poi).
  • quella riguardante la defatigante trattativa, alla fine “abortita”, per l’acquisto di quel piccolo appezzamento di terreno su cui “insiste” la strada incriminata; il buon esito di questa trattativa avrebbe risolto alla radice tutti i problemi; anche su tale argomento, che non è mai stato affrontato prima in questo blog, oltre che descrivere i fatti in maniera esaustiva, esporrò alcune mie opinioni che, a mio avviso, dimostrano, ancora una volta, l’incomprensibilità di certi atteggiamenti;
  • .quella relativa alla “trasformazione” della piccola e sana oliveta in  piccolo frutteto (si fa per dire) che, per quello che sto osservando in questi giorni, a me sembra, stanno trasformando progressivamente (ovviamente nella parte più a ridosso del nostro immobile) in un’area destinata al rimessaggio/manutenzione a cielo aperto, al parcheggio di mezzi, al  deposito di oggetti da  discarica, sempre a cielo aperto, con notevole ulteriore decadimento della “vivibilità” (rumori, cattivi odori, degrado  paesaggistico, degrado della componente igienico-sanitaria, ecc., ecc.,ecc.); da considerare che questi signori hanno la possibilità di spostare tali “funzioni” in svariate parti della loro proprietà senza alcun aggravio di costi, intesi in senso lato; da qui l’ipotesi che la scelta di “esercitarle” pressoché a ridosso delle nostre finestre sia una scelta derivata dal solo scopo di danneggiarci ulteriormente;
  • quella relativa al cancello di tale strada che, da “filo strada” (rispetto alla strada principale) hanno spostato proprio di fronte alla finestra di una camera, determinando ulteriori fastidi.

BLOGGER MIO MALGRADO

Se qualcuno mi avesse chiesto, anche pochi anni fa, di cosa avrei desiderato occuparmi in questa ultima parte della mia vita, avrei risposto elencando una serie di attività (in parte riportate nelle pagine/sottopagine introduttive), attività che ritengo del tutto inutile proporre in questa sede. Ma sicuramente non avrei fatto alcun riferimento a quella (se di attività si può parlare) di blogger (aggiungo, per amore di verità, l’aggettivo dilettante). Mai e poi mai avrei pensato di dedicare una parte, anche minima, del mio tempo a scrivere miei post (articoli) per il mio blog.

Poi le cose sono andate diversamente ed eccomi qui ( per i motivi che mi hanno spinto a questa scelta rimando, ancora, alle pagine/sottopagine introduttive, in particolare la pagina intitolata “Perché questo blog”).

Un’attività che, pur mantenendosi sempre abbastanza “artigianale”, si è  affinata/modificata nel tempo a seguito, diciamo, di una sorta di feedback fra me ed i miei quattro followers instauratosi a volte (raramente) in maniera esplicita a volte (ben più frequentemente) in maniera implicita.

Un’attività mantenutasi peraltro abbastanza sporadica.

Comunque sia, come già detto in altri post, mi sto sempre più rendendo conto che per impegni del genere occorre, per svariati motivi facilmente intuibili, una robusta assiduità. E’ come il prato di un giardino: se non lo curi adeguatamente (tagliare l’erba, innaffiare, concimare, arieggiare, integrare, “medicare”, ecc.) il tuo prato prima o poi si riempirà di erbe infestanti che, piano piano, sovrasteranno l’erba vera e propria fino a stravolgerne completamente l’aspetto originario. E cosi per un blog: se non  lo “curi” in maniera adeguata le “erbe infestanti” si insinueranno progressivamente fino a stravolgere l’impostazione originaria.

E siccome credo che delle problematiche oggetto di questo blog mi dovrò occupare per molto tempo ancora, conviene che proceda con adeguato rigore.

Ora, qualcuno dirà, dovrebbe risultare oltremodo facile, per un pensionato quale io sono, ridisegnane l’utilizzo del proprio tempo.

Non è proprio così. Una volta impostato un certo “modo di vivere”, al momento in cui questo si “cristallizza”, non è del tutto immediato introdurre dei mutamenti, forse anche perché tu stesso, in quanto pensionato, parti dal presupposto che il tempo a disposizione non ti manchi mai.

Credo comunque di poter dire che i vari tentativi di riorganizzare il mio tempo stanno cominciando a dare i loro frutti e che, quindi, ritengo di poter rendere fin da ora ben meno sporadica la mia attività sul web.

Nei post che seguiranno, spero in tempi ben più brevi, mi occuperò, non necessariamente nello stesso ordine sotto riportato, dei seguenti argomenti:

  • le società partecipate/controllate dal Comune di Siena. Dopo una pausa certamente troppo lunga (che, peraltro, mi permetterà di meglio conseguire l’obiettivo prefissato, visti i successivi e significativi interventi normativi/operativi introdotti dalla data dell’ultimo post sull’argomento ad oggi) riprenderò le fila del discorso entrando nella specifica realtà senese anche alla luce delle eventuali azioni adottate dal Comune su questo versante. Proprio a seguito del mio significativo ritardo potrò anche testare con maggiore efficacia se e in quale misura il Comune ha imboccato la strada della trasparenza (rimango ancora convinto che molti dei mali che affliggono la nostra società possono essere curati con qualche successo in più proprio mediante la “terapia” della trasparenza; un giorno cercherò di spiegare in maniera dettagliata questa mia opinione).
  • la commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario italiano. In tale post specificherò anche, ma non solo, i motivi che mi hanno indotto a questo ulteriore intervento sull’argomento in modo da poter consentire di valutare la relativa necessità e, per chi lo desideri, esplicitarmi le sue opinioni, magari in questo stesso blog.
  • lo “stato dell’arte” riguardo alla categoria “Una oscura questione di vicinato” sia con riferimento alla questione “confinanti”, sia con riferimento alla questione “detrattore occulto”. Per la prima questione (confinanti), l’altro giorno ho voluto ridare un’occhiata alla copiosa documentazione di cui dispongo e a me sembra che, da fine 2003 – primi mesi del 2004 in poi, in questo tranquillo e gradevole contesto tipico delle campagne senesi siano state inserite “venature” criminogene non proprio banali (per l’aggettivo criminogeno faccio riferimento al significato evidenziato nella maggior parte dei moderni vocabolari: che produce, favorisce, incoraggia le attività criminali) senza che nessuno abbia fatto granché per porvi rimedio ( sono passati quasi quindici anni! ). Per la verità devo dire che, con la costituzione di questo blog, le cose sono migliorate, anche se siamo ancora lontani da una situazione di vivibilità quantomeno sufficiente. Una opinione (e sottolineo opinione) pesante, anche se non è la prima volta che mi viene alla mente. E proprio per questo ho deciso di rileggermi con più attenzione detto materiale al fine di avvalorare o rigettare tale opinione di prima linea con, come si dice, cognizione di causa. Un compito che svolgerò, appunto, dopo aver riletto il materiale. A questa titubanza si contrappone peraltro una certezza. La certezza che io non smetterò di occuparmi della questione (ovviamente nei modi e nei termini che la legge consente) fintanto che non vedrò ristabilita, nel contesto dove mi trovo a vivere, una situazione  di normalità sotto il profilo della legalità, delle condizioni igienico-sanitarie, dei diritti inalienabili delle persone, della tranquillità, del decoro. In altri termini un contesto di normale vivibilità. E continuerò a farlo con serenità e pacatezza in modo da evitare ripercussioni negative sullo stato di vita delle persone che mi sono vicine, in particolare i bambini. Anche riguardo alla seconda questione (detrattore occulto) predisporrò uno specifico post dove indicherò i passi avanti compiuti e le ulteriori iniziative che intendo intraprendere.

 

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: LETTERA APERTA A MARIO

Sono passati quasi quattro mesi dall’ultimo post, relativo alla categoria Appello per Siena, ed addirittura quasi un anno dall’ultimo post afferente la categoria Una oscura questione di vicinato. Sicuramente troppi per le prerogative di un blog.

I motivi sono sostanzialmente due:

a) innanzitutto la mia precipua volontà, con solo riferimento alla categoria Una oscura questione di vicinato, di lasciar decantare il  tutto per un buon lasso di tempo  onde poter verificare se e in quale misura le cose sono cambiate a seguito della mia decisione di predisporre questo blog, nonché di osservare eventuali cambiamenti nei comportamenti di certi personaggi a seguito di un ipotizzabile (ma non reale) mio “allentamento della presa”;

b) il sopravvenire di una serie di necessità, necessità che, di fatto, mi hanno assorbito ben più tempo del previsto, provocando un ulteriore, questa volta indesiderato, allungamento dei “tempi di fermo” preventivati.

Ma l’obiettivo rimane ancora quello delineato (“….riorganizzare il mio tempo in modo tale da dedicarne, ‘istituzionalmente’, una quantità maggiore all’attività dei blog….” – cfr post dell’ 11 agosto 2015). Anche perché per ambedue le categorie i motivi di intervento sono tutt’altro che ridimensionati.

Forse ora è la volta buona.

Ma veniamo all’argomento.

Avrete già capito che qui, quando uso il nome Mario, intendo riferirmi ad una persona della quale non voglio svelarne l’identità. E questo non certo per mantenermi misterioso e/o poco trasparente (come già detto, questo blog è stato pensato e costruito in un’ottica di assoluta trasparenza e tale desidero mantenerlo). E’ solo che non intendo “coinvolgere” in alcun modo qualsivoglia persona se non palesemente autorizzato a farlo dalla persona medesima. Per meglio dire non ho alcuna intenzione di “mettere in vetrina” chi non lo desidera e non me ne dà esplicito consenso (io stesso me ne sarei ben guardato se non fossi arrivato a convincermi che questa era l’unica strada percorribile per conseguire gli obiettivi a suo tempo delineati),

Perché ho scelto il nome Mario? Nessuna motivazione particolare e/o di carattere negativo. E’ un nome abbastanza diffuso, senza diminutivi e che non si presta a “distorsioni” che possano destare ilarità. Credo quindi che tutti i Mario “veri” che si troveranno a leggere questo post potranno facilmente scusare questa mia “incursione”.

Nel caso specifico mi riferisco al personaggio di uno dei tre aneddoti accennati nel post del 14 aprile 2015. Personaggio che anche, ma non solo, per i suoi connotati professionali, ritengo doverlo considerare particolarmente affidabile, moralmente ineccepibile  e dotato di notevole obiettività ed equilibrio. Quello che, in sintesi, potremmo definire una “persona perbene”. Una persona che, inoltre, pur avendola incontrata una sola volta, mi ha consentito, più degli altri, di trarre le conclusioni a suo tempo indicate.

Ecco quindi la mia lettera aperta a “Mario”.

Caro Mario,

Come ho avuto modo di dire in precedenti post, grazie a questo “strumento” (blog) ho potuto conseguire obiettivi che non sono stato in grado di ottenere mediante l’utilizzo di metodi, diciamo, canonici. Ciò vale per ambedue le categorie qui prese in considerazione (Appello per Siena e Una oscura questione di vicinato). Con riferimento alla prima (Appello per Siena) lo “strumento” mi ha permesso di affrontare e sviluppare argomenti in assoluta libertà e, quindi, “veicolarli” con estrema facilità; riguardo alla seconda (Una oscura questione di vicinato) ho potuto, senza particolari problemi, evidenziare, per quanto di mia conoscenza, come stanno realmente le cose (quali i fatti, chi sono i “buoni”, chi sono i “cattivi”, ecc., ecc.).

Ora però, con riferimento alla seconda categoria, comincio a maturare la convinzione che questo approccio, certamente necessario, non risulti sufficiente nel caso in cui si intenda, come io intendo, andare fino in fondo. Da qui la mia decisione di affiancare allo “strumento blog” metodi “tradizionali”, anche se in maniera più incisiva di quanto fatto nel passato. In altri termini, ritengo indispensabile affiancare all’utilizzo del blog, opportune nuove azioni giudiziarie, dato che siamo ancora lontani tanto dall’aver recuperato una situazione di normalità con riferimento a quelli che, sempre in maniera eufemistica, ho definiti fastidi, quanto dall’aver dato adeguate risposte alle problematiche afferenti il detrattore occulto.

Nel primo caso penso di poter provvedere personalmente con il solo ausilio di “soggetti”, come dire, specializzati (questa volta spero vivamente che le “modalità operative” individuate siano tali da garantirmi di ottenere risultati adeguati). Comunque, su tale versante intendo, a breve, predisporre, con uno specifico post, una sorta di “resoconto estivo” di come sono andate le cose.

Nel secondo caso, però, ho bisogno del tuo aiuto. Chiarisco. Partiamo da quanto ho avuto modo di affermare, riguardo al detrattore occulto,  nel post del 14 aprile 2015:

“Come potete constatare, su questo fronte le cose sono più complesse di quelle afferenti i cosiddetti fastidi. Ma il web, come si sa, fa “miracoli” ed io confido, prima o poi, di raggiungere completamente l’obiettivo. Un conseguimento parziale sarebbe una “quasi sconfitta” in quanto consentirebbe al detrattore occulto di “farla franca”. Mi spiego meglio. Potrebbe accadere che se e quando riuscirò a rendere più trasparente la questione il nostro (o, meglio, il mio) detrattore occulto, proprio perché abituato a colpire senza “scoprirsi”, decida semplicemente di immergersi nuovamente nella sua melma torbida e maleodorante in modo da rendere impossibile la sua individuazione. Ecco, questo finale lo considero, appunto, una “quasi sconfitta”.

Bene (si fa per  dire), comincio a pensare che ci si stia indirizzando proprio verso una “quasi sconfitta”, La “pubblicizzazione” della “storia”, come accennato, ha certamente demolito buona parte del castello di stupidità/menzogne messo in piedi, appunto, dal detrattore occulto. Ma la demolizione è ancora ben al di là dall’essere completata. A questo punto mi occorrono ulteriori informazioni, anche minimali ma sufficienti a delineare ipotesi, quantomeno, sul “che cosa” (allo stato dell’arte le strade possibili, tutte peraltro incredibilmente stupide, sono ben poche).

Informazioni di cui, sono convinto, tu disponi.

Ora io, pur comprendendo i motivi della tua (eventuale) titubanza a rendere più esplicite le tue affermazioni, ho necessità, non più derogabile, di ottenere, appunto, informazioni aggiuntive. Informazioni che, forse, avrei ottenuto rivolgendoti adeguate domande al momento adatto? Se così è me ne dispiace. Ma, purtroppo, ognuno ha il suo carattere ed io, per certe questioni, sono veramente poco perspicace. Peraltro il tempo stringe perché, di questo passo, per arrivare al “bandolo della matassa”, se tanto mi dà tanto, dovrei campare oltre i cento anni (evento che ritengo assolutamente impossibile). Quindi, caro Mario, ti dico che è troppo comodo questo tuo atteggiamento.Te lo dico, ovviamente, nel caso in cui tu sia, come io continuo a credere, la persona con i connotati sopra delineati.

In termini “operativi” la procedura sarebbe questa:

  • tu dovresti comunicarmi, nella forma che ritieni più opportuna (anche anonima), informazioni, seppure minime ma necessarie per predisporre apposito esposto alle autorità giudiziarie competenti;
  • Io procederò a trasmettere tali informazioni a dette autorità giudiziarie, assieme a specifico esposto da me opportunamente sottoscritto;
  • quindi ne darò completa e veritiera informazione su questo blog non prima, ovviamente, di aver consultato la persona esperta di normativa riguardante la divulgazione di notizie/informazioni/opinioni tramite blog;
  • come pure renderò noti, sempre tramite questo blog, gli aggiornamenti sulla questione che via via emergeranno.

Nel caso di una tua ulteriore “latitanza” non potrò fare altro che toglierti, per cosi dire, dalla “casella” delle persone perbene ed inserirti in quella dei “veicolatori qualificati del detrattore occulto” (cfr post del 28 dicembre 2014 penultimo capoverso). Scegli tu. Francamente, il sospetto che tu, per qualche motivo che al momento non conosco, preferisca mantenere le cose in questo ambiguo e indefinito binario, mi sovviene alla mente, anche se mi rifiuto di credere che tu, come il detrattore occulto, ami “viaggiare sotto traccia”.

Spero quindi che tu decida di esaudire questa mia richiesta, se non altro per “amore di verità”. Spero anche che tu riesca a capire quanto mi costa addentrarmi in questa strada dove, peraltro, la stupidità regna regina e che, oltretutto, ha per me dei risvolti economici tutt’altro che positivi.

PREROGATIVE: CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONI “AD ALTA VOCE”

Sono passati poco più di due anni dal momento in cui ho cominciato a predisporre questo blog  e poco più di un anno dal primo post pubblicato. Un periodo di “rodaggio” non breve che mi ha consentito, fra l’altro, di capire meglio le caratteristiche operativo-divulgative di tale strumento e, quindi, di focalizzare modifiche, cambiamenti, miglioramenti da adottare.

Tempo fa, qualcuno ebbe a rivolgermi, garbatamente, delle critiche per aver deciso di utilizzare un solo blog per due temi (in gergo: categorie) molto diversi fra loro. Ad oggi devo riconoscere che tali critiche erano giustificate: questo abbinamento “eterogeneo” ha certamente creato confusione che, alla fin fine, ha ostacolato la possibilità di capire, con semplicità ed immediatezza, ambedue le problematiche rendendo ben meno “accattivante” la lettura dei singoli post.

A quel tempo io risposi che la scelta era dovuta anche, ma non solo, alla mia (allora) scarsa conoscenza di questo Sistema di Gestione dei Contenuti (CMS: Content Management System).

Oggi non è più così. Pur rimanendo un dilettante in materia ho acquisito un minimo di esperienza che mi consente, con relativa facilità, di predisporre e gestire un blog.

Ho quindi deciso di separare nettamente le due categorie costituendo, per ognuna, uno specifico blog. Più in dettaglio, una volta eseguiti gli adempimenti per l’acquisizione di un nuovo dominio ed aver istallato/personalizzato il software per un nuovo blog, provvederò, appunto, a scindere, tanto per il passato quanto per il futuro, i due argomenti/categorie. Pertanto, “a bocce ferme” ci sarà un blog, denominato ancora SIENA MIGLIORE, al cui interno verranno inserite pagine, sottopagine e post contenenti argomenti riferiti alle istituzioni senesi e, più in generale, alla nostra collettività, mentre pagine, sottopagine e post riguardanti aspetti riconducibili alla, diciamo, sfera privata, troveranno collocazione in un altro blog il cui titolo, probabilmente, sarà, semplicemente, il mio nome. Tutto ciò anche se, al momento, non sono in grado di quantificare gli aspetti temporali (timing) di tale cambiamento.

Mi sono reso anche conto che una presenza abbastanza sporadica ha ben poco senso in un diario on line che, invece, proprio per le sue caratteristiche, implica una assiduità ben più marcata. A maggior ragione se consideriamo anche il mio intendimento di allargare significativamente l'”area di intervento”.

All’interno di questo “processo evolutivo” devo dire che, oggi, addirittura, non arrivo più ad escludere categoricamente la possibilità di costituire un giornale on line, laddove mi si presentasse una serie di condizioni (anche sul versante dei costi) tali da convincermi che questa strada mi permetterebbe di conseguire, in maniera ben più pregnante, gli obiettivi originari.

Da qui l’ulteriore decisione di riservare più spazio a tale nuovo impegno. Più in generale l’intendimento è quello di riorganizzare il mio tempo in modo tale da dedicarne, “istituzionalmente”, una quantità maggiore all’attività dei blog.

Questa scelta mi consentirà anche di rendere più immediata, nel blog, diciamo, personale, la pubblicizzazione dei vari problemi, di cui ho già fatto cenno in altri post e nelle pagine iniziali, che sono ancora ben al di là dall’essere risolti: i rumori di mezzi (molti) insopportabili (come già detto più volte, l’enorme strada abusiva costruita dai nostri vicini è completamente a ridosso della nostra abitazione tanto che i mezzi che vi transitano sembra che “attraversino” letteralmente l’abitazione, oggi ancora di più grazie – si fa per dire – alla nuova “motorella” ben più rumorosa delle già rumorose preesistenti) dalla mattina alle 6 alla sera alle 10; l’inquinamento “atmosferico” derivante dalla polvere e dagli scarichi di mezzi; il problema della rete di nostra proprietà e della siepe che vi si appoggia la quale, lasciata a sé stessa, diviene foriera anche di problemi igienico-sanitari (enorme incremento delle zanzare tigre, ecc.,ecc.), i cattivi odori (di carogne di animali?) provenienti dai loro allevamenti, ancora una volta insopportabili quando il vento “tira” da sud-est: ecc.; ecc..

In chiusura di queste “riflessioni ad alta voce”, per dirla tutta e fino in fondo, devo anche aggiungere che tale “attività”, il cui inizio è derivato dalla necessità di conseguire, sostanzialmente, i due obiettivi indicati nelle pagine/sottopagine introduttive, ha stimolato in me anche nuovi interessi, non previsti, per certi aspetti, diciamo, di carattere psicologico. Infatti, con il passare del tempo, ho cominciato ad interessarmi (se non proprio a divertirmi) ad osservare i cambiamenti di atteggiamento nei miei confronti delle persone che, mano a mano, sono venute a conoscenza dell’esistenza di questo blog e del relativo contenuto. Cambiamenti, si badi bene, per i quali mantengo il massimo rispetto e nessun intendimento derisorio.

 

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: IL “MOVIMENTO MEZZI”

Questo post è stato predisposto a fine agosto u.s.. Non vi intrattengo sui motivi che mi hanno indotto a posticiparne la pubblicazione ad oggi (con quasi due mesi di ritardo) perché così facendo, per non rischiare di apparire presuntuoso e/o stupido, dovrei dilungarmi non poco, rendendo questo scritto oltremodo pesante.

Peraltro, avendo deciso di non cambiare una virgola, è sufficiente quanto sopra detto per comprendere il contenuto di tutto il prosieguo.

Ma veniamo all’argomento. Questo post, come accennato, è dedicato ai “fastidi” derivanti dal solo movimento mezzi, lasciando a quelli successivi il compito di affrontare gli altri “fastidi”.

Per poter “assimilare” adeguatamente quanto andrò dicendo vi invito a leggere le sottopagine di UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO, in particolare quella intitolata I MOTIVI. Ritengo comunque utile riportare qui quanto a suo tempo ho avuto modo di dire  in merito alla strada fatta costruire, con persone e mezzi specifici, intorno al Novembre 2003 dai miei attuali confinanti (cfr pagina UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO, sottopagina LA STORIA):  “Per capire bene il prosieguo della “storia” occorre focalizzare bene tale aspetto. Questa strada molto grande è stata costruita proprio a pochissima distanza (2-3 metri) dalla nostra rete di protezione adiacente, appunto, la linea di confine della nostra proprietà rispetto al terreno di proprietà dei citati confinanti. E la rete di protezione si trova, a sua volta, a pochissima distanza (ancora 2-3 metri) dall’immobile dove abitiamo. Penso, a questo punto, si possa già percepire quanto enormi risultano essere le, diciamo, potenzialità di molestia insite in questa situazione.”

Premessa indispensabile: tanto la strada in questione quanto l’abitazione a cui questa conduce sono abusive.

Vediamo ora, analiticamente, i mezzi e gli orari.

Per gli orari il discorso è abbastanza breve: si va, nel periodo estivo, pure se con frequenze diverse, dalle 7 (se non le 6) di mattina alle 9 di sera. Un arco di tempo che si riduce nel periodo invernale. Tuttavia l’andamento è molto “schizofrenico”: da giornate con pochissimo movimento passiamo a giornate da “bollino rosso”.

Questi i mezzi che vi transitano: scooters, motorelle, motorelle con rimorchio, automobili varie, furgoni, camion di vario tipo, trattori, trattori con rimorchio, trattori cingolati, grosse scavatrici ed altro ancora. La varietà dei rumori è, peraltro, ben più ampia. Facendo per esempio riferimento a quelle che, forse usando un termine non appropriato, ho denominato motorelle con rimorchio, possiamo rilevare, con riferimento al tipo di rumore, almeno tre varianti: quella con, mi si passi il termine marinaresco, sciabordìo normale, quella con sciabordìo super e quella con sciabordìo turbo. La “tecnica operativa” per addivenire a questa diversificazione mi è sconosciuta.

Comunque sia vi invito a credere che siamo in presenza di fastidi (sempre parlando in termini eufemistici) tutt’altro che marginali. Posso anche dire, senza ombra di smentita, che, alcuni giorni, c’è più movimento in tale strada privata che nella strada principale. Una strada che passa talmente a ridosso dell’immobile da dare l’impressione, ogniqualvolta transita un mezzo di quelli più rumorosi, che questo addirittura attraversi l’immobile medesimo. Già a questo punto, penso, si può percepire l’assurdità, per un contesto ambientale minimamente civile, di una situazione come questa.

Ci sono inoltre i “fastidi” derivanti dalla polvere che, specie d’state ( strada “sterrata”) e tenuto conto della marcata contiguità giardino/strada abitazione/strada aggravano, e non di poco, la situazione suesposta. E senza contare quelli da inquinamento in senso stretto (a volte i “cattivi odori” della combustione dei carburanti si percepiscono anche all’interno delle stanze).

Il tutto, infine, è “appesantito” ulteriormente dal fatto che nel terreno di loro proprietà, a ridosso della citata strada privata e, quindi, ancora, a ridosso della nostra abitazione e del nostro giardino, svolgono, sovente,  attività, diciamo, di parcheggio/manutenzione mezzi (di loro proprietà ma anche di terzi) accentuando così considerevolmente i “fastidi” e che, anche in questo caso, poterebbero tranquillamente essere evitati senza alcun aggravio di difficoltà, considerato tutto il terreno di cui dispongono. Un esempio calzante al riguardo l’ho avuto anche pochi giorni fa ( 22/26 agosto).

E’ mia modesta opinione che una parte non marginale dei “fastidi” sopra indicati potrebbe essere evitata utilizzando semplicemente il comportamento che il nostro codice civile definisce del “buon padre di famiglia”.

Se non fosse che la vivo direttamente mi rimarrebbe difficile credere che (abitando nelle “splendide” Terre di Siena degli anni Duemila e non nel Far West americano di fine Settecento/primi Ottocento) dei residenti che pagano regolarmente le tasse (che non sono poche) debbano sottostare ad una situazione di questo genere.

La nostra attività diurna nel nostro giardino e/o nelle nostre stanze e quella della mattina presto nelle nostre stanze (dormire) viene, per così dire, regolamentata, specie d’estate quando sovente teniamo le finestre aperte, dal movimento dei mezzi di questa strada. E tale stato di cose esiste, non da pochi giorni, non da pochi mesi, ma addirittura da più di dieci anni!!

Vi confesso che a volte sono addirittura arrivato a pensare, data l’assurdità/stranezza/particolarità di queste circostanze, che qualcuno, “potente” e ben informato delle “pastoie burocratiche” vigenti in materia e del modus operandi della macchina pubblica competente, abbia manovrato il manovrabile per “attivarle” e “svilupparle”. Ma queste sono solo fantasie.

Come ho già avuto modo di sottolineare, non si tratta della “classica” situazione di vicinato dove, “screzio dopo screzio”, da ambo le parti, si è andato creando uno stato di, diciamo, crescente conflittualità. Per quanto qualcuno si stia sforzando di far apparire una realtà di questo tipo (ne parlerò in uno specifico post), io (ma il discorso vale per tutta la mia famiglia), proseguendo nel mio normale stile di vita, mi sono preoccupato, sempre e comunque, nell’intraprendere qualsivoglia iniziativa,  innanzitutto di non arrecare disturbo e/o danno a checchessia nonché, ovviamente, di rispettare le norme vigenti. Quindi, ripeto, l’attuale stato di cose, su tale versante, deriva completamente da atteggiamenti unilaterali.

Penso che a questo punto dovrà ricredersi anche chi, “manipolando” pesantemente le deduzioni sui comportamenti oggettivi, tende ad invertire addirittura il “ruolo della vittima”. Comunque sia, come avrete notato, io sicuramente non sono affetto dalla sindrome di Stoccolma anche se ho l’impressione che qualcuno non abbia ancora compreso che la mia marcata propensione al rispetto ed alla pacifica convivenza non ha niente a che vedere con la pavidità. Anzi, è forse il caso che questo qualcuno sappia che ogniqualvolta mi trovo di fronte ad atteggiamenti di protervia e di arroganza volti a minacciare/intimidire, sento il dovere di contrastarli con determinazione (pur nel rispetto della legge), anche perché li considero tipici di una cultura mafiosa (che  abòrro).

Per ovviare a questa situazione del “movimento mezzi” ( che costituisce circa il settanta per cento dell’insieme dei fastidi) esiste, a mio avviso, una soluzione molto semplice. Qual’è secondo voi?

Più in generale, come al solito, qualsiasi commento, anche di aspra critica, sarà oltremodo gradito.

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: CASO BANALE MA EMBLEMATICO

Avevo deciso di affrontare la questione del movimento mezzi in uno specifico post.

Peraltro un accadimento, molto banale ma emblematico della situazione, mi ha persuaso di darne ora un piccolo anticipo. Un accadimento che in una situazione “normale” mi avrebbe sicuramente indotto a lasciar perdere.

L’episodio non è proprio recentissimo ma solo adesso mi trovo a disporre di qualche ritaglio di tempo per “mettere nero su bianco”.

Questo il fatto

E’ la mattina del 27 maggio. Sono da poco passate le 7. Io mi alzo e comincio a fare le consuete pulizie personali. Vado in bagno ed apro la finestra (che si affaccia sulla strada, diciamo, principale). Mia moglie mi ricorda di non fare troppo rumore perché anche oggi, a seguito delle elezioni tenutesi domenica 25, le scuole sono chiuse ed i miei nipotini stanno ancora dormendo. Al di là della strada, ad una distanza di circa 15-20 metri dalla nostra abitazione c’è un vecchio trattore cingolato dei miei vicini con il motore acceso e tale rimane per parecchio tempo (non capisco perché). Non essendo proprio a ridosso della nostra abitazione, non essendo in movimento ed essendo di fronte alle finestre dei bagni (non, quindi, delle camere), il rumore è sopportabile anche se, per l’ennesima volta, constato che, con tutti gli ettari di terreno che possiedono, avrebbero potuto fare questa operazione in una posizione più distanziata senza alcuna difficoltà aggiuntiva. Mi affretto a chiudere la finestra non tanto per il rumore quanto per l’inquinamento che un motore di un vecchio cingolato non in movimento penso debba generare se tenuto acceso per lungo tempo.

– Meno male – dico fra me e me – non l’hanno posizionato di fronte alle camere dei miei nipotini!

Detto fatto! Intorno alle 8, per completare l’opera, i nostri vicini  decidono di “fare una giratina”, ovviamente con il cingolato (che quando si muove, invece, fa un rumore del diavolo: provare per credere), proprio di fronte alle camere dei miei nipotini (da notare che, come già detto, da questo lato la strada che i suddetti vicini hanno costruito si trova, non a qualche decina di metri, ma pressoché a ridosso della nostra abitazione). Una “passeggiata” che è durata meno di mezz’ora ma che ha raggiunto perfettamente l’obiettivo di interrompere il sonno dei miei nipotini i quali, peraltro, considerando ormai questi atteggiamenti una “normalità”, non hanno manifestato alcuna rimostranza. Anche perché i loro genitori, giustamente, in un’ottica volta a salvaguardare, innanzitutto e il più possibile, la loro serenità, evitano di manifestare qualsivoglia espressione di fastidio/insofferenza.

Forse,ho pensato (in un “esercizio autocritico”) sono io che tendo a stigmatizzare tutti i comportamenti dei miei vicini i quali magari si comportano così a fin di bene ed in maniera altruistica! Nel caso specifico, per esempio, tenuto conto del fatto che sanno benissimo cosa facciamo in tutte le nostre stanze, potrebbe essere che abbiano deciso di svegliare i miei nipotini per incitarci, tangibilmente, ad abituarli ad una vita più “spartana” (forti del motto “chi dorme non prende pesci”) ribaltando così le relative valutazioni da negative a marcatamente positive

Ed allora, concludendo in questo “filone di obiettività”; non mi resta che ringraziare i nostri vicini per le decine…..Ma che dico! Centinaia…..Ma che dico! Migliaia di atteggiamenti analoghi che hanno saputo regalarci in passato e che, con buona probabilità, non mancheranno di regalarci in futuro.

Un ringraziamento che dovrei allargare anche a qualche Istituzione? Non so. Che ne pensa il popolo della rete?

P:S: I fatti sono questi e “non ci piove”. Per le opinioni e le ipotesi formulate resto disponibile a pubblicare integralmente in questo blog qualsivoglia precisazione/rettifica che i miei vicini (o chi per loro) vorranno comunicarmi. Fatta salva, ovviamente, la facoltà di replica laddove lo ritenessi necessario.

UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO: ANCORA BREVI CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE

Sono trascorsi svariati mesi dal giorno in cui ho deciso di pubblicare le prime pagine di questo blog (ben più recente, invece, la data di pubblicazione del primo post: 24 aprile 2014).

Da allora sono avvenuti anche alcuni mutamenti nei comportamenti dei principali “attori” della vicenda ( in questo caso mi riferisco, come già detto, all’argomento UNA OSCURA QUESTIONE DI VICINATO). I più significativi riguardano la frequenza e l’intensità dei “fastidi”. Su tale versante le cose, a breve distanza dalla pubblicazione delle prime pagine, sono significativamente migliorate pure se ancora lontane da una situazione soddisfacente, nonché normale. Probabilmente questa concomitanza è una mera casualità. Anche perché in caso contrario dovremmo tentare delle ipotesi sulle motivazioni di questo mutamento. E, francamente, me ne sovvengono soltanto di poco edificanti (per i miei vicini). Quindi, essendo solo delle ipotesi, me le tengo per me.

Altri cambiamenti sono per il momento embrionali e di interpretazione non univoca. Anzi, non escludo che alcuni siano dei veri e propri “trabocchetti”. Mi riservo di osservarne con grande attenzione l’evoluzione e di darne contezza in questo diario solo se e quando avrò la certezza di non dire una cosa per un’altra.

 Con il prossimo articolo inizierò il diario “vero e proprio”.Ogni post affronterà un singolo argomento. Spero, così facendo, di raggiungere il duplice obiettivo di esaustività e di, diciamo, scorrevolezza/leggerezza del post medesimo.