I MOTIVI

Forse vi domanderete perché ho deciso di mettere in rete una storia del genere, per di più dopo diversi anni dal suo inizio.

La risposta è, tutto sommato, semplice:  le ho provate di tutte (ovviamente nei limiti consentiti dalla legge) e sempre senza successo.

Altrettanto semplice l’obiettivo prioritario: rendere di dominio pubblico una situazione che, oltre ad influire pesantemente sul livello di “vivibilità”, risulta essere, a mio parere, assolutamente indegna di una realtà territoriale come la nostra.

Peraltro la spinta “definitiva” ad eliminare qualsivoglia titubanza (nel ricorrere al web) mi è venuta da tre “aneddoti”. Aneddoti che avevo inserito nella bozza di questa pagina ma che anche (ma non solo) per motivi di spazio, ho deciso di omettere, con riserva di farvi riferimento nei post se e quando lo riterrò necessario.

Questi tre aneddoti mi hanno portato a capire, direi inequivocabilmente, che le opinioni diffusesi su tale “storia” e sul sottoscritto risultano molto lontane dalla realtà.

Questi tre aneddoti mi hanno pertanto convinto della necessità di fare qualcosa anche per, appunto, mostrare come stanno realmente le cose.

Ci tengo innanzitutto a precisare che quelli che, nella sottopagina precedente, ho definito eufemisticamente fastidi sono sempre stati “unilaterali”; per meglio dire, io e la mia famiglia mai abbiamo creato “fastidi” di alcun genere a chicchessia; Io ho solo utilizzato, peraltro con estremo ritardo, gli strumenti difensivi a mia disposizione consentiti dalla legge (questa è la realtà delle cose; informazioni diverse mi risulteranno molto utili per predisporre adeguate azioni di difesa).

In secondo luogo ritengo di non appartenere a quella categoria di persone (cattive, astiose, invidiose) che vedono i vicini, sempre e comunque, come “fumo negli occhi”. Anzi, sottolineo con forza che il mio “stile di vita” si colloca in un’area diametralmente opposta, come dimostrano i miei comportamenti passati in termini di rapporti con il vicinato.

Quindi questa, a mio modesto parere, non è la “classica” (normale, tradizionale, consuetudinaria, tipica o come diavolo volete chiamarla) questione di vicinato. E’ qualcosa di diverso e, per certi versi, come cercherò di dimostrare nei vari post che seguiranno, ben meno decifrabile per non dire proprio incomprensibile (da qui l’aggettivo “oscura”). La mia speranza, nell’accendere questi “riflettori”, è di poter fare luce a sufficienza per individuare con adeguata chiarezza i contorni di tale situazione e, quindi, agire, come suol dirsi, con cognizione di causa ed anche, se del caso, dandone contezza alle autorità giudiziarie competenti.

Tornando ai tre aneddoti, a pensarci bene, con una “rivisitazione” più attenta, questi inducono ad ipotizzare l’esistenza di aspetti di ben più ampio respiro. E a tale riguardo mi sovvengono insinuazioni, allusioni, ecc., sempre peraltro molto “criptici”, che “si perdono nella notte dei tempi”, che vanno ben al di là di una mera “questione di vicinato” e che le mie maldestre indagini non hanno mai trasformato in qualcosa di minimamente concreto.  Come se dei “detrattori occulti”, per motivi che non conosco (almeno per ora), abbiano deciso di spendere (molto?) del loro tempo per costruire una immagine del sottoscritto  (molto?) diversa da quella reale e, come si può facilmente ipotizzare, tutt’altro che edificante.

Riassumendo quindi,  nel caso  in  questione, il mio  ricorso alla  rete vuole  essere,  certo, ed in primo luogo, una specie di  “denuncia pubblica” ma, anche, una “operazione  verità” per quanto riguarda i fatti ed i personaggi di questa vicenda,   nonché un modo per tentare di saperne di più sulla problematica or ora sinteticamente evidenziata (e, magari, capire se esistono    eventuali    interdipendenze   e/o   “disegni”  di  più ampio  respiro)  e,  in  ultima analisi, per riappropiarmi della mia, diciamo, reale fisionomia caratteriale.

Per tutto quanto sopra esposto, qualsiasi commento, informazione, suggerimento,  opinione che vorrete esprimermi saranno sempre e comunque benvenuti.

Ora, penso, capirete perché ho deciso di inserire il mio nome ed, anche, la mia “faccia”.

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